Mario Bettini

gesuita, matematico e astronomo italiano
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Mario Bettini (Bologna, 6 febbraio 15827 novembre 1657) è stato un gesuita, matematico, astronomo e filosofo italiano. Gli è stato dedicato da Giovanni Riccioli il cratere Bettinus, situato nella parte sud-occidentale della faccia visibile della Luna.

Frontespizio dell'Aerarium philosophiae mathematicae, Bologna 1648

Biografia modifica

Mario Bettini nacque a Bologna il 6 febbraio 1582 da una famiglia aristocratica, legata da rapporti di parentela con il filosofo Ciro Spontone.[1] Dopo aver ricevuto una solida cultura privata, entrò nella Compagnia di Gesù a Novellara fra l'ottobre e il novembre 1598. Studiò matematica nel collegio dei gesuiti di Parma con il belga Jean Verviers, confessore della famiglia ducale. Insegnò per alcuni anni matematica e retorica nel collegio di San Rocco al fianco di illustri colleghi come il Biancani, lo Zucchi ed il Rèmond.[2] Tra i suoi migliori studenti si annovera il matematico Giovanni Antonio Rocca.[3] Contemporaneamente fu al servizio della corte parmense come precettore di Ottavio, primogenito del duca Ranuccio Farnese. Grande esperto di fortificazioni e amico di Raimondo Montecuccoli[4], Bettini fu responsabile dell'insegnamento dell'architettura militare a Parma negli anni 1624-1630. Oltre ad essere maestro di matematica militare di Ottavio Farnese, Bettini fu anche consulente militare presso le corti di Parma (1612-1613), Modena (1617-1618) e ancora Parma (1626-1627), e architetto militare a Novellara (1618–1619), sede del noviziato della 'Provincia Veneta' dei Gesuiti.[5]

Negli ultimi trenta anni di vita tornò a Brescia. Critico del metodo degli indivisibili, che, secondo lui, distruggeva, per il suo scarso rigore scientifico, la «certezza e la dignità della filosofia», involvendo gli ingegni in capziosi paralogismi, Bettini polemizzò con Bonaventura Cavalieri ricevendo da Stefano degli Angeli una dura replica nei suoi Problemata geometrica sexaginta (Venezia, 1657).[6] Esiste un solo studio monografico dedicato a questo grande matematico gesuita (Aricò 1996), che tuttavia si incentra sui suoi interessi letterari, mentre i suoi scritti di matematica pura ed applicata non sono stati ancora oggetto di uno studio esaustivo.

Bettini non fu solo un teorico ma si dedicò anche alla sperimentazione pratica. Egli è infatti l'ideatore di un prospettografo, illustrato nella sezione Apiarium quintum in quo Paradoxa et arcana opticae scenogarphicae, strumento che venne perfezionato da Christoph Grienberger (1564-1636), il matematico gesuita successore di Clavio al Collegio Romano. Apiaria universae philosophiae mathematicae contiene inoltre la descrizione di altri due importanti strumenti: il baculum, strumento per la misura delle distanze che si avvale delle proprietà dei triangoli simili, descritto in trattati di scienza nautica come l'Itinerario de navegación de los mares y tierras occidentales (1575) di Juan de Escalante de Mendoza, e il pantometro, strumento che, mediante una riga calibrata, permetteva di definire gli intervalli armonici giusti oppure temperati a 18/17, secondo quanto raccomandava Vincenzo Galilei per gli strumenti a corda.[7]

Opere modifica

Le prime opere date alle stampe da Bettini non furono di ambito scientifico, bensì prettamente letterarie: nel 1614 la prima uscita a stampa a Parma, dal titolo Rubenus, hilarotragoedia satyropastoralis, che ebbe buon riscontro di pubblico e lettori, tanto da essere ristampata più volte ed ottenere commenti da Denis Ronsfert. Ad essa seguirono nel 1622 il Clodoveus, sive Lodovicus tragicum silviludium, e il Lycaeum morale, politicum et poeticum, pubblicato a Venezia nel 1626 e diviso in due parti, la prima in prosa, la seconda in versi in titolata “Urbanitates poeticae”, una collezione di poesie liriche che venne poi ristampata nello stesso anno con il titolo “Eutrapeliarum, seu Urbanitatum Libri IV”. La nona edizione di quest’opera fu ristampata a Lione nel 1633 con l’aggiunta di due drammi, e col titolo “Florilegium variorum poematum et dramatum Pastoralium Libri IV”.

Dobbiamo attendere il 1641 per una sua prima opera di carattere scientifico-matematico: in quell’anno furono editi infatti a Bologna gli Apiaria universae philosophiae matemathicae, in tre volumi, ristampati in più edizioni. Alla fine dell’opera si trova una spiegazione di Euclide intitolata “Euclides applicatus”, la quale fu poi stampata separatamente sempre a Bologna nel 1642 e 1645.

Gli Apiaria Universae Philosophiae Mathematicae riflettono i numerosi interessi di Bettini. L'opera è una raccolta di problemi scientifici che abbraccia tutto lo scibile, dalle dimostrazioni geometriche agli effetti illusionistici teatrali, dalla musica alle macchine a moto perpetuo e alle anamorfosi. Secondo Bettini, il mondo naturale abbonda di delizie matematiche come le ragnatele e i favi delle api. Da queste creazioni della natura si possono trarre principi geometrici utili per progetti meccanici, ottici e artistici.[8]

Bettini mostra un interesse particolare per i problemi di geometria pratica e di geodesia. Se nel primo degli apiari si limita alla determinazione delle altitudini col mezzo dell'ombra, nel secondo si trovano risolti i più comuni problemi di lungimetria e di altimetria, col mezzo del quadrante a braccia mobili, della squadra, del baculo e degli specchi e applicando il metodo di coltellazione al rilievo dei luoghi montuosi.

Il tomo III degli Apiaria contiene parecchi problemi di distanziometria e di altimetria; l'uso del compasso di proporzione nella misurazione delle lunghezze; la determinazione delle aree piane e curve, e dei volumi dei solidi; la descrizione meccanica delle curve coniche; l'uso del corobate vitruviano e della squadra nelle operazioni di livellazione, e quello del parallelogrammo dello Scheiner.

La maggior parte di queste nozioni concernenti la geometria pratica furono ripetute dall'autore e riportate nel suo Aerarium philosophiae mathematicae, trattato di geometria teoretica, che espone le applicazioni di cui è suscettibile questa scienza. Sia l'Aerarium che gli Apiaria sono illustrati con figure realizzate da Bartolomeo Provaglia.[3] È probabile che a Provaglia si debbano anche le antiporte dei vari tomi.[9]

Le opere scientifiche del Bettini ottennero un immediato successo di stima, se si deve credere a Jacques Ozanam, Jacobus Dobrzensky, Claude Mydorge, Georg Philipp Harsdörffer e Casimir Semenowycz,[10] ma mossero pure le forti riserve del Frisi.[11]

«Portavoce con il Mengoli di una corrente platonico-matematica cui, oggi, si è più propensi che in passato a dedicare attenzione, il Bettini nelle pagine delle sue opere non fu lo scrutinatore scrupoloso ma sterile delle scoperte altrui, come poco benevolmente lo considerava Bonaventura Cavalieri: i tre volumi degli Apiaria non risultarono privi d'interesse per i contemporanei, visto l'entusiasmo e la curiosità con cui vennero letti, comprati e tradotti, e nemmeno per il lettore moderno, che nella fastosa editio princeps corredata di pregevoli illustrazioni viene immerso in un clima di fervida curiosità, di esperimenti acustici e ottici, di progetti di «machine» belliche e teatrali, di scambi epistolari con corrispondenti europei.»[12]

Opere modifica

 
Aerarium philosophiae mathematicae, vol. 1, 1647

Opere letterarie modifica

  • Rubenus hilarotragoedia satyra pastoralis, componimento drammatico, 1614 stampato a Parma.
  • Clodoveus, sive Lodovicus tragicum silviludium, 1622.
  • Lycaeum morale, politicum, et poeticum, 1626.

Pubblicazioni scientifiche modifica

Note modifica

  1. ^ Cfr. Aricò (1996), pp. 16-19.
  2. ^ Aricò (1990), p. 114.
  3. ^ a b Aricò (1996), p. 241.
  4. ^ I Saggi matematici militari del Montecuccoli furono pubblicati nel terzo volume degli Apiaria del Bettini. Cfr. Giampiero Brunelli, Raimondo Montecuccoli, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 28 aprile 2020.
  5. ^ (EN) Denis De Lucca, Jesuits and Fortifications: The Contribution of the Jesuits to Military Architecture in the Baroque Age, Brill Editore, 2012, p. 90, ISBN 9789004216518.
    «[Bettini] was responsible for teaching military architecture in Parma during the period 1624–1630. (...) Besides being Ottavio's teacher of military mathematics, Bettini also served as military consultant to the courts of Parma (1612–1613), Modena (1617–1618) and again Parma (1626–1627), and as a military architect at Novellara (1618–1619), seat of the novitiate of the Jesuit 'Provincia Veneta'.»
  6. ^ Aricò (1996), p. 62.
  7. ^ Elisabetta Corsi, La prospettiva lineare e le scienze matematiche (PDF), in Richard Bösel e Lydia Salviucci Insolera (a cura di), Mirabili disinganni. Andrea Pozzo (Trento 1642- Vienna 1709), pittore e architetto gesuita, Roma, Artemide, 2010, p. 157, ISBN 978-88-7575-106-7. URL consultato il 28 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2014).
  8. ^ (EN) The Age of the marvelous, Hood Museum of Art, 1991, p. 436, ISBN 9780944722107.
    «This book, reflecting his many interests, is a collection of scientific mysteries embracing everything from geometrical demonstrations to illusionistic stage sets, music, perpetual motion machines, and anamorphoses. According to Bettini, the natural world abounds in mathematical delights such as spider webs and the honeycombs of bees. From these creations of nature can be drawn geometrical principles useful for mechanical, optical, and artistic designs.»
  9. ^ Daniele Pascale Guidotti Magnani, Bartolomeo Provagli, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 85, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2016.
  10. ^ Aricò (1996), p. 83.
  11. ^ Cfr . Lucia Grugnetti, 'Del merito letterario e scientifico dei Gesuiti': un inedito di Paolo Frisi su aspetti seientifici e pedagogici tra il '600 e il '700, in Il pensiero matematico nella ricerca storica, a cura di G. Frosali e M. Ottaviani, Ancona, 1993, pp. 107-26.
  12. ^ Aricò (1990), pp. 114-115.

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