Martirio di san Floriano

dipinto a olio su tavola di Albrecht Altdorfer nei Uffizi, Firenze

Il Martirio di san Floriano è un dipinto a olio su tavola (76,4x67,2 cm) di Albrecht Altdorfer, databile al 1518-1520 circa e conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze. È siglato col monogramma "A in A", su un palo del ponte a destra.

Martirio di san Floriano
AutoreAlbrecht Altdorfer
Data1518-1520 circa
Tecnicaolio su tavola
Dimensioni76,4×67,2 cm
UbicazioneUffizi, Firenze

Storia e descrizione modifica

L'opera, con l'analoga tavola del Congedo di san Floriano, fa parte di una serie di almeno sette tavole con Storie di san Floriano, forse disposte originariamente in un complesso a sportelli girevoli. Le altre si trovano al Germanisches Nationalmuseum di Norimberga (3), alla Národní galerie di Praga (1) e in collezione privata a Berlino (1). L'opera completa doveva assomigliare al Polittico con storie di san Sebastiano e della Passione, dipinto dallo stesso artista a Ratisbona per la collegiata di Linz (1518 circa). Ciò ha fatto pensare che il polittico di san Floriano, martire austriaco, dovesse trovarsi in un'altra chiesa del territorio di Linz, magari san Giovanni.

Le due tavole fiorentine arrivarono nella collocazione attuale dalla collezione Spannocchi della Pinacoteca nazionale di Siena nel 1914, per arricchire la collezione sul Rinascimento nordico degli Uffizi.

Descrizione e stile modifica

San Floriano, un soldato romano di Enns che aveva difeso i cristiani nell'Alta Austria nel 304, venne martirizzato legandogli una pietra al collo e gettandolo nell'Inn. Poiché in una leggenda si ricorda come avesse spento un incendio con un solo secchio d'acqua, era spesso raffigurato come protettore dal fuoco.

Nella tavoletta del martirio, la scena è ambientata su un ponte di legno nella metà superiore della tavola, visto dal basso, lasciando quella inferiore libera per uno straordinario paesaggio fluviale, con monti punteggiati da castelli.

Attorno a Floriano, giovane nudo e inginocchiato, si dispone il gruppo degli aguzzini e dei semplici curiosi, che si assiepano attorno a lui ed alla grossa pietra di una macina di mulino che ha incatenata al collo. La sua silenziosa accettazione del martirio contrasta con i volti coincitati e deformi degli altri personaggi, evidenziandone efficacemente la santità.

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