Matteo Palmieri (generale)

Matteo Palmieri (San Nicandro Garganico, 8 giugno 1889Foggia, 4 novembre 1965) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della seconda guerra mondiale.

Matteo Palmieri
NascitaSan Nicandro Garganico, 8 giugno 1889
MorteFoggia, 4 novembre 1965
Cause della mortenaturale (malore)
Luogo di sepolturaSan Nicandro Garganico
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoRegio corpo truppe coloniali della Cirenaica
Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea
Corpo Truppe Volontarie
Anni di servizio1914-1946
GradoGenerale di divisione
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Guerra di Spagna
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Campagna dell'Africa Orientale Italiana
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Controffensiva britannica in Africa Orientale Italiana
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Medaglie d'oro al Valor Militar, volume primo (1929-1941)[1]
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Biografia modifica

Nacque a San Nicandro Garganico, in provincia di Foggia, l'8 giugno 1889, figlio di Vincenzo e Grazia Vocino.[2] Si arruolò nel Regio Esercito, partendo volontario per la Libia nel febbraio 1914,[3] assegnato in forza a un battaglione del Regio corpo truppe coloniali della Cirenaica.[2] Frequentò un corso per allievi ufficiali, al termine del quale, nel luglio 1917, fu assegnato come sottotenente di complemento al 3º Reggimento fanteria mobilitato di stanza a Tripoli. Ritornato in patria, nell'aprile 1917 fu mandato in zona di operazioni in forza alla 58ª Compagnia mitragliatrici Saint-Étienne mod. 1907.[2] Prese parte alle operazioni belliche sul fronte della 1ª Armata e successivamente su quello del XXVII Corpo d'armata.[2] Promosso tenente nel corso del 1918, dopo la fine delle ostilità fu posto in congedo nell'agosto 1919.[2] Dietro sua domanda venne richiamato in servizio con il grado di sottotenente in servizio permanente effettivo nel 1921, assegnato al 56º Reggimento fanteria, venendo promosso successivamente tenente con decorrenza dal luglio 1919.[2] Promosso capitano nell'agosto 1930, in forza al 36º Reggimento fanteria, nel novembre 1934 fu trasferito in servizio al Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea.[3] In Eritrea comandò il Centro reclutamento di Amba Calliano e poi la Scuola mitraglieri di Asmara.[2] Con lo scoppio della ostilità contro l'Impero etiopico, prese parte alle operazioni in Africa Orientale Italiana in forza al XVII Battaglione eritreo, ottenendo una croce di guerra al valor militare, due encomi solenni e la promozione a maggiore per merito di guerra.[3] Ritornato in Italia, partì subito per la guerra di Spagna, assegnato al 2º Reggimento "Frecce Nere" del Corpo Truppe Volontarie.[3]

All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, comandò il III Battaglione del 22º Reggimento fanteria sul fronte occidentale. Promosso tenente colonnello, ritornò in A.O.I. per assumere il comando del C Battaglione coloniale, e poi della 41ª Brigata mista coloniale.[2] Rimasto gravemente ferito nel corso dei duri combattimenti dal 19 al 23 gennaio 1941, cadde prigioniero di guerra degli inglesi. Ritornò in Italia nell'aprile 1945, a guerra quasi terminata. Nel gennaio 1946 fu posto in posizione di riserva con il grado di colonnello per merito di guerra,[3] venendo successivamente promosso dapprima generale di brigata e poi di divisione nel Ruolo d'Onore.[2] Insignito della medaglia d'oro al valor militare con Decreto del Presidente della Repubblica del 15 febbraio 1949,[3] divenne Presidente della Federazione Provinciale Combattenti di Foggia nel 1952 e poi membro del Consiglio Nazionale dell'Associazione nazionale combattenti e reduci.[2]

Morì la mattina del 4 novembre 1965 a Foggia, durante la cerimonia commemorativa del 4 novembre, "mentre passava in rivista le truppe militari", come si legge nell'atto di morte.

Onorificenze modifica

«Ferito nel corso di aspri combattimenti, continuava a tenere il comando di battaglione nel ripiegamento dalle posizioni che, strenuamente difese per due giorni, venivano abbandonate per ordine superiore. Assalito improvvisamente da preponderanti forze corazzate e meccanizzate, reagiva con tempestiva ed energica azione conquistando d’assalto una munita posizione. Nuovamente colpito manteneva il suo posto di dovere esercitando in piena serenità la sua efficace azione di comando. Ferito per la terza volta non si dava per vinto e, con indomito valore, persisteva nell’impari lotta animando i gloriosi superstiti col suo eroico esempio. Colpito per la quarta volta al fianco da pallottola anticarro penetrata ed esplosa in cavità, prima di cadere esausto, con ammirevole calma dava all’ufficiale, che gli succedeva nel comando, chiare disposizioni per il proseguimento dell’azione. Salda tempra di comandante animato, in ogni sua opera, di sublime spirito di sacrificio. Africa Orientale, 23 gennaio 1941.[4]»
— Decreto del Presidente della Repubblica del 15 febbraio 1949
«Comandante di compagnia mitraglieri, durante tre ore di combattimento in una zona boscosa e rocciosa, con perizia e ardimento assicurava l'efficace funzionamento delle sue armi, infliggendo forti perdite al nemico. Amba Tzellerè, 22 dicembre 1935
avanzamento per merito di guerra
«Comandante delle truppe schierate in prima linea di un'importante posizione le cui forze complessive ammontavano a tre battaglioni di fanteria più una sezione mortai da 81, dette prova durante due giorni di violento combattimento di eccezionale capacità di comando e di personale eroismo. Dall'inizio al termine della battaglia mantenne costantemente il controllo della situazione contrastante ed arginando gli attacchi che il nemico lanciava con superiorità di uomini e mezzi predisponendo ed attuando poi con abilità e determinatezza i contrattacchi che riportarono le nostre truppe alla situazione iniziale. Ferito ad una gamba da pallottole di mitragliatrice durante la fase risolutiva di una di queste azioni mantenne il proprio posto di comando. Cherù (Bassopiano occidentale Eritreo), 21-22 gennaio 1941
— Decreto del Presidente della Repubblica, 28-7-1948[5]

Note modifica

Annotazioni modifica


Fonti modifica

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 549.
  2. ^ a b c d e f g h i j Combattenti Liberazione.
  3. ^ a b c d e f Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1952, p. 78.
  4. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  5. ^ Registrato alla Corte dei conti lì 30-10-1948, registro 46, foglio 175.

Bibliografia modifica

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'oro al Valor Militare viventi, Roma, Tipografia regionale, 1952.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'oro al Valor Militare, volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965.

Collegamenti esterni modifica