Matto della libellula

Nel gioco degli scacchi, il matto della libellula (traduzione letterale del tedesco "Libellenmatt", senza un equivalente in italiano) è una combinazione di scacco matto rara ma di grande effetto, con cui un Alfiere e un Cavallo perfettamente coordinati, spesso anche in grande inferiorità di materiale, danno matto al Re avversario.

Origine del nome modifica

Il nome fa riferimento, con una buona dose di fantasia, alla somiglianza della posizione finale con la forma di una libellula: la diagonale su cui agisce l'Alfiere ne ricorda il corpo slanciato, mentre il Cavallo, le case che controlla e il Re avversario formerebbero le ali poste all'estremità dell'insetto.

Particolarità modifica

Essendo piuttosto raro nei tornei scacchistici, il matto della libellula desta grande sensazione quando si verifica nella pratica ed è particolarmente spettacolare quando, come avviene in molti casi, è preceduto da un sacrificio di Donna.

Esempio modifica

abcdefgh
8
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
8
77
66
55
44
33
22
11
abcdefgh
Esempio di matto della libellula

1. Tc8+ Af8 (se Cf8, segue 2. D×g7+ R×g7 3. Cg4+ Rg8 4. Ch6# e il Bianco dà il matto della libellula lo stesso)

2. Dh8+ (sacrificio di Donna tematico) Rxh8 3. C×f7+ (scacco doppio) Rg8 4. Ch6#

abcdefgh
8
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
8
77
66
55
44
33
22
11
abcdefgh
Posizione finale dell'esempio

Esempio tratto da una partita modifica

Utjuganov – Konovalov,
Krasnodar 1950
abcdefgh
8
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
8
77
66
55
44
33
22
11
abcdefgh
Mossa al Bianco

Dopo 1. Ah5 il Nero non ha preso l'Alfiere e ha giocato invece 1. … Dg2+!! 2. R×g2 Cf4+ 3. Rg1 Ch3 matto.

VaganianPlaninc, Hastings 1975
abcdefgh
8
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
8
77
66
55
44
33
22
11
abcdefgh
Mossa al Nero

Il Nero ha giocato 21. Ca1 minacciando il matto con Cb3. Il Bianco ha risposto con 22. D×b7 e ha abbandonato dopo Dc7+.

Bibliografia modifica

  • Rainer Schlenker: Randspringer. N. 2, giugno 1982
  • Jakow Neistadt: Damenopfer. Sportverlag Berlin, I edizione 1988

Collegamenti esterni modifica