Mauro Corona

scrittore, alpinista e scultore italiano (1950-)

Mauro Corona, all'anagrafe Maurizio Corona (Baselga di Piné, 9 agosto 1950), è uno scrittore, alpinista e scultore ligneo italiano.

Mauro Corona
Mauro Corona al Premio Chiara dell'ottobre 2013.
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Alpinismo
 

Autore di svariati libri, alcuni dei quali best seller, si è dedicato all'alpinismo, scalando numerose vette italiane ed estere e aprendo oltre 300 vie di arrampicata nelle Dolomiti Friulane.

Biografia modifica

Infanzia modifica

 
Mauro Corona da bambino.

Figlio di Domenico "Meni" Corona e Lucia "Thia" Filippin, venditori ambulanti, nasce a Baselga di Piné.[1] Dopo i primi anni dell'infanzia trascorsi in Trentino, la famiglia ritorna a Erto, il paese d'origine nella valle del Vajont, a quel tempo in provincia di Udine e poi passato in provincia di Pordenone nel 1968, dove trascorre i successivi anni nella contrada San Rocco.[2] Fin da bambino segue il padre nelle battute di caccia come bracconiere ed è proprio su questi monti, dove trascorre gran parte della sua gioventù, che nasce in lui la passione per la montagna e l'alpinismo.

Dopo la nascita del terzo fratello, seguita pochi mesi dopo dall'abbandono della famiglia da parte della madre, esausta delle percosse infertele dal marito[2], si dedica alla lettura: Tolstoj, Dostoevskij e Cervantes sono i suoi scrittori preferiti e contemporaneamente impara l'arte della scultura lignea dal nonno intagliatore. Dopo aver frequentato le scuole elementari a Erto, inizia le medie nella vicina Longarone, in provincia di Belluno. Il 9 ottobre 1963 cambia radicalmente la sua vita quando l'ondata del Vajont spazza letteralmente via la parte bassa della cittadina bellunese e le frazioni vicine al lago a cavallo tra Veneto e Friuli, causando oltre 2 000 morti. La sua famiglia non subisce alcuna perdita nel disastro. Vari anni dopo racconta l'accaduto nel romanzo Aspro e dolce.[3]

Insieme al primo fratello minore si trasferisce successivamente nel Collegio Don Bosco di Pordenone: questo è per lui un periodo difficile in quanto la nostalgia, il senso di prigionia e la mancanza dei boschi di Erto lo tormentano incessantemente. Alcuni insegnanti salesiani rafforzano il suo amore per la letteratura e lo incoraggiarono nello studio. Quando i due fratelli tornarono a Erto, vuole frequentare la scuola d'arte di Ortisei, ma la mancanza di soldi lo costringe a frequentare l'istituto per geometri Marinoni di Udine, perché gratuito.

Dal Monte Buscada allo studio di Erto modifica

 
La cava del Monte Buscada, con il suo tipico marmo rosso, dove ha lavorato.

Dopo alcuni anni viene ritirato dalla scuola, visto che per ribellione non segue più le lezioni, preferendo leggere Tex in classe.[4][5] Nel 1968 il primo fratello minore, Felice Corona, parte in cerca di lavoro per la Germania, dove annega tre mesi più tardi in una piscina di Paderborn. Nel frattempo, ha lasciato il posto da manovale a Maniago per andare a lavorare nella cava di marmo del monte Buscada. Questo duro lavoro è alleviato dall'essere a contatto con le cime, le foreste e i prati che gli ricordano l'infanzia.

È costretto a sospendere questo lavoro durante il periodo del servizio militare, che inizia a L'Aquila, arruolato negli Alpini. Da lì va a Tarvisio nella squadra sciatori. Si congeda con un mese di ritardo a causa di trentadue giorni di cella di punizione di rigore accumulati per le sue numerose intemperanze durante l'espletamento del servizio.[6]

Scultura modifica

La cava chiude negli anni ottanta ed è assunto come scalpellino riquadratore. Una mattina del 1975 Renato Gaiotti di Sacile passa per caso in via Balbi davanti al suo studio e, notando alcune piccole sculture, decide di comprarle tutte.[7] Poco tempo dopo, Gaiotti gli commissiona una Via Crucis da donare alla chiesa di San Giovanni del Tempio di Sacile. Con i soldi ricavati dalla vendita acquista l'attrezzatura indispensabile a scolpire. Trova quindi in Augusto Murer di Falcade un maestro che gli insegna il mestiere e gli permette di migliorare le sue conoscenze tecniche e artistiche. Nel 1975 a Longarone organizza la sua prima mostra.

Arrampicata modifica

In quel periodo, non trascura l'altra sua grande passione: l'arrampicata. Nel 1977 inizia ad attrezzare le falesie di Erto e Casso, oggi meta molto frequentata dagli alpinisti di tutto il mondo. In pochi anni scala le montagne del Friuli per poi spingersi fino in Groenlandia e in California sulle pareti della Yosemite Valley. Oggi diverse vie di scalata portano la sua firma.[8]

Altri sport modifica

Da ragazzo è appassionato di bob, con cui ingaggia gare tra amici lanciandosi con mezzi auto-costruiti sia dai pendii intorno a Erto sia tra le strette e ripide vie del paese. Talvolta deve ricorrere alle cure mediche per abrasioni su parti del corpo avendo sbattuto contro i muri delle case.

Ha fatto parte dell'equipaggio che vince la medaglia di bronzo nei campionati italiani di bob a quattro svoltisi a Cervinia nel 1972.[9]

Scrittura modifica

La carriera di scrittore inizia nel 1997, quando un amico giornalista pubblica alcuni suoi racconti sul quotidiano Il Gazzettino. Da allora ha pubblicato svariati libri, tutti con discreto successo. Nei suoi romanzi e nei suoi racconti porta a contatto il lettore con un mondo quasi del tutto scomparso: quello della vita e delle tradizioni nei paesi della Valle del Vajont, un ecosistema che subisce violenti sconvolgimenti a seguito della tragedia che vi è accaduta. Personaggi ed echi del passato riaffiorano tra le sue righe, che affronta con uno sguardo appassionato e un po' malinconico tematiche come il rapporto dell'uomo con la natura, con le proprie radici e con l'incombente progresso economico e tecnologico.

 
Mauro Corona nel 2009.

Continua ad alternare momenti di scrittura (anche erotica), scultura lignea e arrampicata a conferenze, incontri e manifestazioni, e partecipa alla realizzazione di alcuni documentari sulla propria vita. Ha partecipato al film Vajont, interpretando il barista Pietro Corona. Tra i suoi amici e corrispondenti vi è il coetaneo Erri De Luca, anch'egli scrittore e arrampicatore. Nel 2002 lo scrittore fumettista Paolo Cossi pubblica Corona - L'uomo del bosco di Erto per Edizioni Biblioteca dell'Immagine. Un libro a fumetti che narra alcune vicende raccontate a Cossi da lui e delle avventure che Cossi dovette intraprendere per ascoltare di persona i suoi racconti.

Cani, camosci, cuculi (e un corvo) si è aggiudicato il Cardo d'argento al 37º Premio Itas del libro di montagna, ritirato da lui il 29 aprile 2008.

Il 17 luglio 2011 il libro La fine del mondo storto vince, con 75 preferenze, il Premio Bancarella 2011.[10]. Nel 2014 vince il Premio Mario Rigoni Stern e, a proposito di questo riconoscimento, ha detto[11]:

«Per me questo premio ha un valore diverso e non solo perché Mario Rigoni Stern e le sue pagine mi hanno commosso [...] Quando questa notte tornerò a casa e mi guarderò allo specchio, mi dirò che forse ce l'ho fatta a uscire dall'inferno.»

Nel 2021 vince l'ambito 'Premio letterario la Tore isola d'Elba', già vinto tra gli altri da Andrea Camilleri, Andrea Vitali e Philippe Daverio, che però non ha ritirato per un incidente ad una spalla durante una scalata.

Le sue opere sono state tradotte in varie lingue, tra cui cinese, tedesco e spagnolo.[12]

Televisione modifica

È stato ospite fisso di Cartabianca, programma di prima serata di Rai 3 condotto da Bianca Berlinguer, dall'11 settembre 2018 fino al 23 settembre 2020, quando è stato allontanato dopo avere apostrofato "gallina" la conduttrice.[13] Nel 2021 viene reintegrato nel programma e vi rimane fino alla chiusura definitiva avvenuta il 27 giugno 2023, per poi riprendere, dal 5 settembre successivo, lo stesso ruolo passando su Rete 4 con È sempre Cartabianca.

Nel settembre 2021 è interprete del filmato musicale del brano Oh Lord vaarda gió di Davide Van De Sfroos e Zucchero Fornaciari.

Vita privata modifica

È sposato e ha quattro figli: Marianna, Matteo, Melissa e Martina.[14] Si considera credente in Dio ma non segue nessuna religione in particolare.[15] Anche la figlia Marianna Corona è autrice e ha pubblicato il suo libro di esordio Fiorire tra le rocce nel 2021.[16]

Opere modifica

Raccolte di racconti modifica

Antologie di racconti modifica

  • Gli occhi del bosco. Storie di animali e uomini, Milano, Mondadori, 2012, ISBN 978-88-04-62089-1. [Contiene: Cani, camosci, cuculi (e un corvo) e Storie del bosco antico]
  • Il bosco racconta, prefazione di Erri De Luca, illustrazioni di Mauro e Matteo Corona, Milano, Mondadori, 2015, ISBN 978-88-04-65769-9. [Contiene: Storie del bosco antico e Torneranno le quattro stagioni]

Romanzi modifica

Fiabe e opere per l'infanzia modifica

Saggi e manuali modifica

Poesie modifica

  • La ballata della donna ertana, Collana Scrittori italiani e stranieri, Milano, Mondadori, 2011, ISBN 978-88-04-60869-1.

Filmografia modifica

Riconoscimenti modifica

  • Cardo d'argento 2008 al 37º Premio Itas del libro di montagna per Cani, camosci, cuculi (e un corvo);
  • Premio Bancarella 2011 per La fine del mondo storto;
  • Christmas Love 2011 (Christmas Film Festival) "per il suo sconfinato amore per la natura"[17];
  • Premio Mario Rigoni Stern 2014, sezione narrativa, per l'opera "La voce degli uomini freddi";
  • Premio Selezione Campiello 2014[18];
  • Premio per l'Ambiente 2016 al Tignano Festival (Barberino Tavarnelle - Firenze);
  • Premio Letterario La Tore Isola d'Elba (edizione 2021), già vinto tra gli altri da Camilleri, Vitali e Daverio.

Note modifica

  1. ^ Mauro Corona: il poeta alpinista, su nebbiainvalpadanacalmiglialtrimari.blogspot.com, 26 settembre 2007. URL consultato il 25 dicembre 2011 (archiviato il 30 luglio 2018).
  2. ^ a b Biografia, su dispersoneiboschi.it, 30 giugno 2010. URL consultato il 30 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2010).
  3. ^ Si veda il suo romanzo Aspro e dolce, Mondadori, 2004, p. 146.
  4. ^ Mauro Corona, La vita, su maurocorona.it, https://maurocorona.it. URL consultato il 13 novembre 2018 (archiviato il 13 novembre 2018).
  5. ^ Mirella Serri, Mauro Corona Come Cervantes non accetto gioghi, su lastampa.it, La Stampa, 3 luglio 2012. URL consultato il 24 aprile 2018 (archiviato il 24 aprile 2018).
  6. ^ Come narrato nell'autobiografia Aspro e dolce.
  7. ^ Edoardo Pittalis, Mauro Corona, l'uomo del Vajont, si racconta: «Da zingaro a scrittore», su ilgazzettino.it, Il Gazzettino, 1º maggio 2017. URL consultato il 14 novembre 2018 (archiviato il 2 maggio 2017).
  8. ^ Sito di Mauro Corona, su maurocorona.it. URL consultato il 16 novembre 2018 (archiviato il 28 agosto 2018).
  9. ^ Biografia dell'autore 2014 - Mauro Corona, su premiomariorigonistern.com, PREMIO MARIO RIGONI STERN. URL consultato il 25 settembre 2019 (archiviato il 13 novembre 2018).
    «L'albo d'oro di questo sport invernale, parla di campionati italiani di bob a quattro svoltesi a Cervinia nel 1972 dove l'equipaggio di cui fece parte Corona vinse la medaglia di bronzo piazzandosi al terzo posto.»
  10. ^ ALBO D'ORO, su premiobancarella.it, Premio Bancarella. URL consultato il 14 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2018).
  11. ^ Letteratura: Mauro Corona, forse sono uscito dall'inferno, su ansa.it, ANSA, 30 marzo 2014. URL consultato il 2 maggio 2014 (archiviato il 13 marzo 2018).
  12. ^ (ES) Manuel Morales e Tommaso Koch, El ermitaño italiano que se convirtió en fenómeno literario, su elpais.com, El País, 23 dicembre 2011. URL consultato il 14 novembre 2018 (archiviato il 19 gennaio 2017).
  13. ^ Corona-Berlinguer, scontro a Cartabianca: «Stia zitta, gallina!». Lei: «Non si permetta». Rai: «Insulti inaccettabili», su video.corriere.it.
  14. ^ Chi è Francesca, la moglie di Mauro Corona, su dilei.it, 16 dicembre 2020. URL consultato il 19 giugno 2021.
  15. ^ Oliviero Marchesi, Io, l'artista delle montagne, credo in Dio ma non voglio chiedergli niente, in Dipiù, n. 20, Cairo Editore, 21 maggio 2021, pp. 86-89.
  16. ^ Marianna Corona, l'esordio narrativo con 'Fiorire tre le rocce', su ansa.it.
  17. ^ Christmas Film Festival premia Giancarlo Scarchilli e Mauro Corona, su cinquew.it, 23 dicembre 2011. URL consultato il 14 novembre 2018 (archiviato il 4 marzo 2016).
  18. ^ Premio Campiello, opere premiate nelle precedenti edizioni, su premiocampiello.org. URL consultato il 24 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2014).

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN87404638 · ISNI (EN0000 0000 7825 575X · SBN CFIV059135 · LCCN (ENn00002173 · GND (DE122769848 · BNE (ESXX1666385 (data) · BNF (FRcb144735390 (data) · J9U (ENHE987007590893905171 · CONOR.SI (SL12673379 · WorldCat Identities (ENlccn-n00002173