La Mazza di Ercole (tedesco: Herkuleskeule o Donarkeule) è un manufatto tipico del periodo dell'impero romano e delle invasioni barbariche.

La mazza di Ercole di età romana apparve a partire dal II e III secolo in tutto l'impero (inclusa la Britannia, Cool 1986), quasi sempre costruita in oro con la forma delle normali mazze in legno.

Un esemplare ritrovato a Köln-Nippes mostra l'iscrizione "DEO HER[culi]", che ne conferma l'associazione con Ercole. Già Tacito citava una speciale affinità tra Germani ed Ercole, affermando che:

«dicevano che anche Ercole li visitò una volta; ed andando in battaglia, cantavano di lui prima di tutti gli altri eroi»

Ne esistono due tipi base; quello piccolo (ca. 3 cm) creato con l'uso di stampi, e quello grande (ca. 5 cm) in ferro battuto. Anche un pendente osseo ritrovato in Palestina, e risalente all'età del ferro (il periodo biblico), viene associato al gruppo di artefatti dell'era romana (Platt 1978). Una mazza votiva fatta in bronzo, ritrovata a Willingham Fen, Cambridgeshire, nel 1857, segue il modello romano per forma e per il fatto di usare chiodi in legno, ma aggiungendo iconografia celtica tramite la rappresentazione di animali, figure antropomorfiche ed una ruota sulla base della mazza.

Tra il V ed il VII secolo, durante le invasioni barbariche, l'uso di questo genere di amuleto si estese rapidamente in tutta l'Europa. Queste "mazze di Donar" erano fatte con corna o ossa di cervo, o in legno e, più raramente, in bronzo o altri metalli preziosi. Vennero trovati esclusivamente in tombe femminili, usati apparentemente quali ornamenti per cinghie o orecchini.

Questo tipo di amuleto venne rimpiazzato in epoca vichinga dal martello di Thor, durante la cristianizzazione della Scandinavia avvenuta nell'VIII e IX secolo.

Bibliografia modifica

  • Rudolf Noll: Zwei römerzeitliche Grabfunde aus Rumänien in der Wiener Antikensammlung. Jahrbuch RGZM 31, 1974, 435-454
  • Joachim Werner: Herkuleskeulen und Donar-Amulett, in: Jahrbuch des Römisch-Germanischen Zentralmuseums Mainz 11, 1964, S. 176 ff
  • Catherine Johns, The Jewellery of Roman Britain: Celtic and Classical Traditions, Routledge (1996), pp. 136, 177
  • Elizabeth E. Platt, Bone Pendants, The Biblical Archaeologist (1978), 23-28
  • H. E. M. Cool, Romano-British Gold Workshop of the Second Century, «Britannia» (1986), p. 234 e segg. (on line su JSTOR)
  • Andreas Alföldi, The Bronze Mace from Willingham Fen, Cambridgeshire, The Journal of Roman Studies (1949)
  • Michael Rostovtzeff, Commodus-Hercules in Britain, The Journal of Roman Studies (1923)

Voci correlate modifica