La messa cantata (in latino, Missa cantata) è quella forma della messa tridentina in cui il sacerdote celebrante canta quelle parti della messa che secondo il Messale Romano gli spetta cantare, senza l'assistenza dei sacri ministri diacono e suddiacono.[1][2][3][4]

Si distingue perciò dalla messa solenne e dalla messa bassa.[5][6], rispetto alle quali costituisce una forma intermedia.[7]

Prima della revisione nel 1962 del Messale Romano, Il Ritus servandus in celebratione Missae VI, 8 riconosceva esplicitamente questa forma cantata della messa tridentina senza diacono e suddiacono: "Si quandoque Celebrans cantat Missam sine Diacono et Subdiacono, Epistolam cantet in loco consueto aliquis Lector...".[8]

Denominazione modifica

La messa cantata era chiamata nel medioevo anche messa media,[7] denominazione ancora in uso, insieme a quella di missa cantata, nei XVIII, XIX e XX secoli.[9][10][11][12]

Nei documenti della Santa Sede, prima della promulgazione nel 1960 del Codice delle Rubriche del Breviario e del Messale Romano, la messa cantata era generalmente denominata con qualifiche quali «messa cantata senza ministri sacri».[13]

È del 19 agosto 1654 il più antico dei decreti concernenti la messa cantata elencati nell'indice di una edizione dei decreti della Sacra Congregazione dei Riti.[14]

Storia modifica

La messa cantata ebbe origine nelle regioni dove l'insufficienza numerica del clero consigliava di ridurre e di semplificare le cerimonie della messa solenne, affidando fra l'altro al sacerdote celebrante le funzioni proprie del diacono e del suddiacono.[15]

Nella Catholic Encyclopedia del 1910, Adrian Fortescue spiegava:[16]

«La messa cantata è un compromesso moderno, in realtà una messa bassa, visto che l'essenza della messa solenne si trova non nella musica ma nella partecipazione del diacono e del suddiacono. Solo nelle chiese che hanno un unico sacerdote e nessun altro chierico ordinato, situazione che rende impossibile la messa solenne, si permette di celebrare la messa nelle domeniche e nelle feste impossessandosi della maggior parte delle cerimonie della messa solenne, con i canti e (generalmente) l'incenso: la Sacra Congregazione dei Riti proibì più volte l'uso dell'incenso nella messa cantata, ma ne concesse il permesso a diverse diocesi e l'usanza è generalmente tollerata.»

Il Codice delle Rubriche del Breviario e del Messale Romano del 1960 espressamente permise l'uso dell'incenso in tutte le messe cantate.[17]

Con la revisione nel 1969 del Messale Romano si abbandonò la distinzione netta fra messa cantata e messa letta. L'Ordinamento generale del Messale Romano dice:[18]

«Nella celebrazione della Messa si dia quindi grande importanza al canto, ponendo attenzione alla diversità culturale delle popolazioni e alle possibilità di ciascuna assemblea liturgica. Anche se non è sempre necessario, per esempio nelle Messe feriali, cantare tutti i testi che per loro natura sono destinati al canto, si deve comunque fare in modo che non manchi il canto dei ministri e del popolo nelle celebrazioni domenicali e nelle feste di precetto.»

Dichiara inoltre che sia molto conveniente che le parti della preghiera eucaristica indicate in musica siano cantate dal sacerdote.[19]

Note modifica

  1. ^ Codice delle Rubriche del Breviario e del Messale Romano, 271 ([https://www.vatican.va/archive/aas/documents/AAS-52-1960-ocr.pdf Acts Apostolicae Sedis 1960, p. 643).
  2. ^ Sacra Congregazione dei Riti, Instructio de musica sacra (3 settembre 1958), n. 3
  3. ^ Semplicissima spiegazione della Messa secondo il rito romano
  4. ^ Giacomo Baroffio, Dizionario Liturgico
  5. ^ Joseph Wuest, Collectio Rerum Liturgicarum (Boston 1915), pp. 105–106
  6. ^ G.F.J. Bouvry, Expositio Rubricarum Breviarii, Missalis et Ritualis Romani, vol. II (, p. 9
  7. ^ a b "Alla messa celebrata senza diacono e suddiacono ma con le indicate parti cantate dal celebrante e dal coro, si applica la denominazione missa cantata, che i liturgiferi del medioevo a volte chiamano missa media, perché la sua solennità sta di mezzo fra la missa solemnis e la missa privata" (Wetzer und Welte's Kirchenlexikon: oder Encyklopädie der katholischen theologie und ihrer hülfswissenschaften. Herder; 1893. p. 1557).
  8. ^ Edizione Rousselet 1621 del Messale Romano; questa ristampa 2004 dell'edizione tipica 1920 Archiviato il 31 marzo 2013 in Internet Archive. (alla pagina 66*).
  9. ^ Thesaurus sacrorum rituum ab A.R.P.D. Bartholomæo Gavanto... (Tipografia Vaticana, 1736), pp. 66, 72.
  10. ^ Théophile Bernard, Cours de liturgie romaine, ou, Explication historique, littérale et mystique des cérémonies de l'église: La messe. Berche et Tralin; 1884. p. 39.
  11. ^ Aloisio Maringola, Institutiones liturgicae ad usum seminarii Neapolitani (Napoli 1865), vol. II, p. 322)
  12. ^ A Catholic Dictionary. Aeterna Press; 1928. GGKEY:HF6W7RG49G9. p. 1159.
  13. ^ Per esempio, Decreto del 14 marzo 1906 della Sacra Congregazione dei Riti in Acta Sanctae Sedis 1906, pp. 119–121
  14. ^ Index Generalis in SRC Decretis, su srcdecreta.com. URL consultato il 17 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2021).
  15. ^ The Oxford Dictionary of the Christian Church a cura di F. L. Cross e E. A. Livingstone (Oxford University Press 1997), voce "Missa Cantata"
  16. ^ Adrian Fortescue, "Liturgy of the Mass", in Catholic Encyclopedia (New York 1910
  17. ^ "Incensationes quae in Missa solemni fieri debent, fieri possunt etiam in omnibus Missis cantatis" (Codice delle Rubriche del Breviario e del Messale Romano, 426
  18. ^ Ordinamento Generale del Messale Romano, su vatican.va. URL consultato il 17 settembre 2021.
  19. ^ Ordinamento generale del Messale Romano, 147