Il Millet armeno (in turco Ermeni milleti) era il millet ottomano (ossia la comunità etno-religiosa autonoma) della Chiesa apostolica armena. Inizialmente comprendeva non solo gli armeni dell'Impero ottomano, ma i membri di altre chiese cristiane tra cui la Chiesa copta, la Chiesa cattolica caldea, la Chiesa ortodossa etiope Tewahedo e la Chiesa ortodossa-siriaca, sebbene la maggior parte di questi gruppi ottenne il proprio millet nel XIX secolo.[1] Maometto II li separò dai greco-ortodossi a causa dei disaccordi che avevano sull'ortodossia.[2] I membri del millet non solo erano in grado di gestire le cose in modo autonomo, ma avevano lo status giuridico per portare un caso ai tribunali islamici.[3] Il millet armeno non aveva la capacità di detenere l'autorità sulle molte persone che sarebbero state interessate, e il potere del patriarca armeno non aveva una vera autorità a Costantinopoli essendo cosi lontano dall'Anatolia.[2]

Note modifica

  1. ^ Ronald Grigor Suny, "They can live in the desert but nowhere else" : a history of the Armenian genocide, 2015, p. 48, ISBN 978-1-4008-6558-1, OCLC 903685759. URL consultato il 25 aprile 2022.
  2. ^ a b Heather J. Sharkey, A history of Muslims, Christians, and Jews in the Middle East, 2017, p. 85, ISBN 978-0-521-76937-2, OCLC 995805601. URL consultato il 25 aprile 2022.
  3. ^ Molly Greene, Minorities in the Ottoman Empire, Markus Wiener Publishers, 2005, p. 47, ISBN 1-55876-228-0, OCLC 52071028. URL consultato il 25 aprile 2022.

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