Miseria e nobiltà (film 1954)

film del 1954 diretto da Mario Mattoli

Miseria e nobiltà è un film del 1954 diretto da Mario Mattoli, tratto dall'omonima opera teatrale (1888) di Eduardo Scarpetta.

Miseria e nobiltà
La celebre scena degli spaghetti
Paese di produzioneItalia
Anno1954
Durata95 min
Dati tecniciFerraniacolor
Generecomico
RegiaMario Mattoli
Soggettodalla commedia di Eduardo Scarpetta
SceneggiaturaRuggero Maccari
ProduttoreCarlo Ponti, Dino De Laurentiis per la Excelsa Film
Produttore esecutivoAlfredo De Laurentiis
Distribuzione in italianoMinerva Film
FotografiaKarl Struss, Luciano Trasatti
MontaggioRoberto Cinquini
MusichePippo Barzizza
ScenografiaAlberto Boccianti, Piero Filippone
CostumiGaia Romanini
TruccoGiuliano Laurenti
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Trama modifica

Napoli, 1890. Felice Sciosciammocca è uno squattrinato con un passato da 'sciupafemmine', separato dalla moglie Bettina, che vive alla giornata lavorando come scrivano sotto i portici del Teatro San Carlo. Condivide l'abitazione con il figlio Peppeniello, la compagna Luisella, l'amico Pasquale, di professione fotografo ambulante, la moglie di quest'ultimo Concetta e la loro figlia Pupella. La vita grama delle due famiglie è scandita dalla cronica mancanza di cibo e soldi, che le espone alle pressanti richieste del padrone di casa, don Gioacchino, in credito di cinque pigioni mensili arretrate, e le costringe a dover dare in pegno indumenti e oggetti di vario genere per ottenere denaro in prestito. E anche laddove si presenti l'occasione di guadagnare dal proprio onesto lavoro, i due capifamiglia se la lasciano sfuggire, talvolta perché poco fortunati o a causa della sprovvedutezza di Felice.

 
Leo Brandi interpreta il contadino analfabeta e Totò interpreta lo scrivano Felice Sciosciammocca

La grande chance della vita sembra arrivare quando alla loro porta bussa il marchesino Eugenio Favetti, amico di vecchia data di Pasquale. Il giovane è fidanzato con la bella ballerina Gemma, ma la sua famiglia si oppone all'unione, poiché la ragazza non è una nobile. Al contrario, il padre della ragazza, Gaetano Semmolone, un ex cuoco divenuto molto ricco avendo ereditato i beni del suo padrone, è felice di consentire al fidanzamento poiché imparentarsi con dei nobili sarebbe il suo sogno, ma pretende di conoscere i parenti del giovane. Il marchesino dunque, in cambio di un cospicuo compenso, chiede a Pasquale di impersonare suo padre, il marchese Ottavio, a Felice suo zio, il principe di Casador, a Concetta la zia, contessa Del Pero, e a Pupella sua cugina, la contessina Del Pero. Esclusa, Luisella chiede di potersi calare nei panni della principessa di Casador, ma Eugenio la frena in quanto sua zia è gravemente malata da oltre un anno senza più uscire di casa. Poco dopo le due famiglie ricevono due sorprese inattese: un pranzo completo portato a domicilio e la visita di don Gioacchino il quale annuncia l'estinzione di tutte le loro morosità. Artefice di tutto ciò è Luigino, altro figlio di Gaetano Semmolone e innamorato di Pupella, per amore della quale si è accollato gli affitti arretrati e ha offerto il lauto pasto.

A Casa Semmolone, però, la situazione rischia di risultare difficile fin da subito. Peppeniello, cacciato di casa dopo l'ennesimo rimprovero di Luisella, è stato mandato da un amico di famiglia a uno dei camerieri di Gaetano, tale Vincenzo, il quale convince il padrone a farlo assumere spacciandolo per suo figlio. Sua madre Bettina, della cui esistenza è ignaro, vive in quella casa quale dama di compagnia di Gemma che, estremamente fedele a Eugenio, respinge le avances proprio da parte del padre del fidanzato. Ingannato dalla messinscena architettata dal marchesino, Gaetano, favorevolmente impressionato dai "nobili" malgrado il loro savoir-faire non sempre impeccabile, acconsente al matrimonio tra i due giovani e persino a ospitare per due anni i suoi nuovi parenti. Poco dopo, però, Felice ritrova Bettina, informata da Gemma del piano di Eugenio, e in seguito lo stesso Peppeniello, con conseguente primo incontro tra madre e figlio. Nella stessa occasione tuttavia spunta anche Vincenzo, il quale davanti a Felice finge che il bambino sia davvero suo figlio, salvo poi raccontare la bugia cui è stato costretto con il suo principale. Avendo però intravisto i due coniugi in atteggiamenti intimi, Vincenzo s'insospettisce e propone a Gaetano di pedinare Felice per vederci chiaro e, in tal modo, lo scoprono insieme a Bettina nella camera dove dorme Peppeniello sentendogli dire "Figlio mio" nei confronti del bambino. I sospetti nei confronti di Felice, dunque, si ingarbugliano sempre più.

Nel frattempo giunge, annunciandosi con lo pseudonimo di "Bebè", il vero marchese Ottavio per prendere il caffè pomeridiano insieme a Gemma. Andato alla porta per riceverlo, Eugenio confessa tutto il suo piano. Le cose si complicano ulteriormente quando arriva anche Luisella nei panni della debole e malaticcia principessa di Casador. Accolta in casa dall'ingenuo Gaetano e ritrovati Felice e gli altri, la donna non perde occasione per rinfacciare al suo ex-compagno i suoi debiti pregressi, ammontanti a 247 lire, e che lei vorrebbe restituiti con gli interessi. La sua pretesa richiama l'attenzione di Bettina, disposta a volersi assumere l'onere di tale somma in cambio ovviamente di una sparizione immediata di Luisella. Quest'ultima rifiuta: ne origina un litigio che coinvolge tutti, finendo per attirare l'attenzione anche degli altri. A questo punto, Luisella, prima di congedarsi, svela a Gaetano tutto il piano architettato da Eugenio, il quale ne spiega le motivazioni e annuncia anche il consenso del vero padre. Quest'ultimo, infatti, confessa di essersi introdotto in quella casa sotto falso nome e finge di aver corteggiato Gemma solo per capire se fosse degna del figlio. Le varie coppie legittime si ricongiungono, compresi anche i giovani Luigino e Pupella e, ovviamente, Felice e Bettina che possono tornare a vivere insieme a Peppeniello. Solo Luisella rimane estromessa ed improvvisamente abbandonata.

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