Mitologia anglosassone

insieme di miti e credenze della civiltà anglosassone

Con mitologia anglosassone si intende l'insieme di credenze e pratiche religiose, nonché di miti e leggende, diffuse tra la civiltà degli anglosassoni tra il V e l'VIII secolo, durante il Medioevo inglese[1].

Lastra frontale del Franks Casket del VII secolo, raffigurante Weland il fabbro.

Gli anglosassoni, composti da tribù degli Angli, Sassoni, Frisoni e Juti, arrivarono in Gran Bretagna dalla Scandinavia meridionale, dai Paesi Bassi e dalla Germania settentrionale, che furono i fautori della moderna lingua inglese (Angle-ish)[1]. Possiamo comprendere la mitologia anglosassone grazie allo studio della mitologia norrena. Una fonte Importante è l'Edda in prosa, scritta dall'islandese Snorri Sturluson attorno al 1220, poiché l'Islanda è rimasta pagana più a lungo di altri territori germanici, ovvero fino al 1000 d.C.. I norvegesi, gli islandesi e gli inglesi condividevano certamente una discendenza comune nella Danimarca del VI secolo. Gli anglosassoni erano una società in gran parte analfabeta e i racconti venivano trasmessi oralmente dai menestrelli anglosassoni, gli scop, sotto forma di versi[2].

Fonti scritte

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Una delle principali fonti che ci sono pervenute sulla storia e mitologia anglosassoni è Beda il Venerabile, un monaco cristiano, autore del De temporum rationee della Historia ecclesiastica gentis Anglorum.

La Cronaca anglosassone, della fine del IX secolo, è un'opera prevalentemente storica, ma contiene anche informazioni di carattere mitologico[3], come le prime genealogie dei re anglosassoni.

Anche il poema epico Beowulf è un'importante fonte di poesia e storia pagana anglosassone, ma è chiaramente indirizzato a un pubblico cristiano, contenente numerosi riferimenti al Dio cristiano, e usando il fraseggio e la metafora cristiana. Il mostro Grendel, per esempio, è descritto come un discendente di Caino[4]. In effetti, l'unico frammento di poesia risalente all'era pagana che non ha subito modifiche da editori cristiani è il Frammento di Finnsburgh[5].

Altri poemi anglosassoni a carattere parzialmente mitologico sono Deor, Widsith, e Waldere.

Gli anglosassoni credevano in varie creature soprannaturali come elfi, nani e giganti ("Etins") che spesso disturbavano gli uomini, probabilmente influenzandone il Wyrd ("werden" tedesco), di solito tradotto come "destino"[1].

Divinità

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Asi (mitologia) e Vani (mitologia).
Anglosassone Alto tedesco antico Norreno
Woden Wodan/Wotan Óðinn
Thunor Donar Thor
Tíw Zîu Týr
Seaxnéat Saxnôte -
Géat Gausus Gautr
Fríge Freia Frigg
Éostre Ôstara forse Iðunn
Ing - Yngvi-Freyr
Baldaeg Baldere Baldr
Hama Heime Heimdallr
Neorth - Njörðr
Eorthe - Jǫrð
Niht - Nótt
Sigel - Sól
Mone - Máni
Beowa - forse Byggvir

Eroi e guerrieri

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Pratiche religiose

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Genealogie reali

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Gli anglosassoni, unici tra i popoli germanici, conservarono le genealogie dei propri re. Queste genealogie, sebbene presentate come storiche, appartengono più al campo della mitologia, in quanto esse convergono sulla figura mitica di Woden, considerato il progenitore comune di tutti i popoli anglosassoni. Tali genealogie, pur presentando alcune differenze tra le fonti, hanno chiaramente una base comune[6], e terminano con i re fondatori dei regni che costituirono la cosiddetta Eptarchia anglosassone.

Kent[7] Deira[8] Bernicia[8] Wessex[8] East Anglia[9] Mercia[8] Lindsey[9]
Woden Woden Woden Woden Woden Woden Woden
Wecta Wægdæg Bældæg Bældæg Caser Wihtlæg Winta
Witta Sigegar Brand Brand Tẏtiman Wærmund Cretta
Wihtgils Swebdæg Benoc Friðgar Trẏgil Offa Cueldgils
Hengest Siggeāt Aloc Freawine Hroðmund Angeltheow Cædbæd
Sǣbald Angenwit Wig Hrẏp Eomær Bubba
Sǣfugel Ingui Giwis Wilhelm Icel Beda
Westerfalca Esa Esla Wehha Cnebba Biscop
Wilgils Eoppa Elesa Wuffa Cynewald Eanferð
Uxfrea Ida Cerdic Creoda Eatta
Yffe Aldfrið
Ælle

Anche una genealogia di Woden è conservata, anche se, secondo Sisam, si tratta di un'aggiunta posteriore dell'era cristiana, mentre le genealogie originali iniziavano con Woden[6]. La sua ascendenza contiene alcuni nomi di altre divinità anglosassoni, come Geat, Beowa, e Sceaf, e alcuni nomi di eroi noti dai poemi epici, come Finn. Questa la versione della Cronaca anglosassone[10]:

Sceaf viene a sua volta indicato da alcune versioni delle Cronache come un figlio di Noè, collegando così le genealogie anglosassoni a quelle contenute nella Bibbia.

  1. ^ a b c Sergio Parmentola, Anglosassoni, in Enciclopedia dei ragazzi, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005. URL consultato il 1º ottobre 2018.
  2. ^ Christopher Upward e George Davidson, The History of English Spelling, Chichester, John Wiley & Son, 2011, ISBN 140519023X.
  3. ^ Courtnay Konshuh, Constructing Early Anglo-Saxon Identity in the Anglo-Saxon Chronicles (XML), in Alexander James Langlands e Ryan Lavelle (a cura di), The Land of the English Kin, 2020, DOI:10.1163/9789004421899_009, ISBN 978-90-04-42189-9.
  4. ^ Séamus Heaney, Beowulf, Farrar Straus & Giroux, 2000, ISBN 9780374111199.
  5. ^ “AION” Sez. Germanica. Filologia germanica XXIV (PDF), su sebinaol.unior.it, annali dell'Istituto Universitario Orientale di Napoli, 1981. URL consultato il 15 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2018).
  6. ^ a b Kenneth Sisam, Anglo-Saxon Royal Genealogies, in Proceedings of the British Academy, vol. 39, 1953, pp. 287–348.
  7. ^ Beda il Venerabile, Historia ecclesiastica gentis Anglorum.
  8. ^ a b c d Cronaca anglosassone.
  9. ^ a b The Anglian Collection, David N. Dumville, The Anglian collection of royal genealogies and regnal lists, in Anglo-Saxon England, vol. 5, Cambridge University Press, 1976, pp. 23–50, DOI:10.1017/S0263675100000764.
  10. ^ Cronaca anglosassone, Abington 547 annal.

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