Moša Pijade

politico, partigiano e antifascista jugoslavo

Moša Pijade (grafia cirillica: Моша Пијаде) (Belgrado, 4 gennaio 1890Parigi, 15 marzo 1957) è stato un politico, partigiano e antifascista jugoslavo, di origini ebraiche. Fu uno dei dirigenti principali del Partito comunista jugoslavo, tra i principali leader della rivolta in Montenegro ed ispiratori delle violente politiche poi definite "errori di sinistra", nonché uno stretto collaboratore di Josip Broz Tito nella Resistenza partigiana durante la seconda guerra mondiale.

Moša Pijade

Presidente dell'Assemblea federale popolare della Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia
Durata mandato29 gennaio 1954 –
15 marzo 1957
PredecessoreMilovan Đilas
SuccessorePetar Stambolić

Dati generali
Partito politicoLega dei Comunisti di Jugoslavia
Moša Pijade
Pijade (a destra) con Tito (a sinistra) nel 1942
SoprannomeČiča Janko (Zio Janko)
NascitaBelgrado, 4 gennaio 1890
MorteParigi, 15 marzo 1957
Dati militari
Paese servito AVNOJ
Forza armata Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia
Anni di servizio1942 - 1945
GradoMaggior generale
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneFronte jugoslavo (1941-1945)
Altre carichepolitico
fonti nel corpo del testo
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Biografia

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Da giovane fu pittore (studiò pittura a Monaco e Parigi e tornò a Belgrado come insegnante d'arte),[1] critico d'arte e giornalista. Fu il traduttore de Il Capitale di Karl Marx in serbo-croato.[2][3] Lo si considerò uno dei personaggi di maggior influenza sull'ideologia marxista durante il “vecchio regime” nel Regno di Jugoslavia.[3]
Nel 1925 venne condannato a venti anni di prigione per "attività rivoluzionarie". Venne rilasciato dopo quattordici anni, nel 1939. Fu imprigionato di nuovo nel 1941 nel campo di Bileca.[3]

Ricoprì alte cariche politiche durante e dopo la Seconda guerra mondiale e fu uno stretto collaboratore di Tito e da questi molto ascoltato: fu Pijade che convinse il Maresciallo a non procedere alla condanna a morte del direttore d'orchestra e compositore Lovro Von Matačić, che all'epoca del governo Pavelić ne fu una sorta di "ministro della Musica", pur non avendo né simpatie né affinità col regime ustascia. Il Maestro, la cui moglie era ebrea come Moša Pijade, venne risparmiato e mandato a fondare l'Opera a Skopje.[4]

Nel 1941, Pijade fu uno dei leader della rivolta in Montenegro.[5]

Secondo documenti dei cetnici dell’epoca (quindi di propaganda antisemita), ma ripresi anche recentemente dalle pubblicazioni storiche come fonti attendibili, gli viene attribuita la spietata crudelta verso le persone che si rifiutavano di unirsi alle sue unità. Sempre secondo le stesse dubbie fonti successivamente venne richiamato nella sede comunista a causa delle questioni legate alla rivolta.[6] Sotto l'influenza di Pijade e Milovan Đilas, le azioni violente ed estreme che verranno poi definite "errori di sinistra" furono perseguite dai partigiani in Montenegro,[7] causando (solo in Montenegro, dall'inizio della rivolta alla metà del 1942) dalle 500 alle 624 vittime.[8]

Pijade fu l'ideatore delle cosiddette “disposizioni di Foča” (1942), che prescrissero la fondazione e l'attività dei movimenti di liberazione popolare nei territori liberati durante la guerra anti-nazista.[9]

 
Monumento a Moša Pijade a Zagabria

Nel novembre 1943 durante il secondo congresso dell'AVNOJ a Jajce, pose le basi per la fondazione del Tanjug.

Nel dopoguerra fu proclamato eroe popolare di Jugoslavia. Nel 1948 Pijade convinse Tito a permettere agli ebrei rimasti in Jugoslavia di emigrare in Israele. Tito accettò un'eccezione una tantum. Di conseguenza, 3.000 ebrei emigrarono dalla Jugoslavia in Israele sulla SS Kefalos nel dicembre 1948. Tra questi c'era Tommy Lapid, che divenne vice primo ministro di Israele ed era il padre di Yair Lapid.[10]

Divenne membro del Comitato centrale (CK SKJ) e del Politburo del Partito Comunista Jugoslavo.[1] Dopo aver guidato il comitato esecutivo in Parlamento, fu nel biennio 1953-1954 vicepresidente e nel biennio 1954-1955 presidente del Parlamento federale jugoslavo. Nel 1957 durante un viaggio della delegazione parlamentare jugoslava al parlamento britannico e quello francese, improvvisamente morì in Francia.

  1. ^ a b Pijade, Moša, su jewishvirtuallibrary.org. URL consultato il 30 settembre 2020.
  2. ^ Karl Marx, Kapital, first Serbo-Croatian translation, su karlmarx.lu. URL consultato il 30 settembre 2020.
  3. ^ a b c Kapital. Kritika Politicke Ekonomije. 2 vols. [collegamento interrotto], su Maremagnum.com. URL consultato il 30 settembre 2020.
  4. ^ I grandi direttori: Lovro von Matačić - Musica - Rai Cultura, su raicultura.it. URL consultato il 1º ottobre 2020.
  5. ^ (EN) Milovan Djilas, Tito : the story from inside, New York : Harcourt Brace Jovanovich, 1980, ISBN 978-0-15-190474-7. URL consultato il 1º ottobre 2020.
    «Mosa Pijade (1890-1957) Prominent Party theoretician of Serbian Jewish origin. With Djilas he led the Partisan uprising in Montenegro in 1941»
  6. ^ (EN) Free Europe Committee Mid-European Studies Center, Yugoslavia, Mid-European Studies Center of the Free Europe Committee, 1957. URL consultato il 1º ottobre 2020.
    «...he organized the uprising in the summer of 1941, noted for the ruthless cruelty used against those who refused to join. Thereafter, mainly because of the circumstances of the uprising, recalled to Headquarters...»
  7. ^ (EN) Daniel J. Goulding, Liberated Cinema: The Yugoslav Experience, 1945-2001, Indiana University Press, 2002, ISBN 978-0-253-34210-2. URL consultato il 1º ottobre 2020.
    «Under the influence of Milovan Djilas and the Marxist intellectual Mosa Pijade, however, the Partisan forces in Montenegro followed an extremist political line.»
  8. ^ (EN) Veselin Pavlićević, "Lijeve greške" Milovana Đilasa ili partijski silogizam, Author, 2012, ISBN 978-9940-9458-0-0. URL consultato il 1º ottobre 2020.
  9. ^ (EN) Foča period of People’s Liberation struggle, su muzej foca.com. URL consultato il 1º ottobre 2020.
  10. ^ Yair Lapid Memories After My Death: The Story of Joseph 'Tommy' Lapid, p. 81

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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