Moltrasio
Moltrasio (Multraas in dialetto comasco[4][5], AFI: /mulˈtraːs/) è un comune italiano di 1 569 abitanti[1] della provincia di Como in Lombardia. Il comune è posto sulla sponda occidentale del lago di Como.
Moltrasio comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Como |
Amministrazione | |
Sindaco | Maria Carmela Ioculano (lista civica Il Montivo-L'aria del cambiamento) dall'8-6-2009 |
Territorio | |
Coordinate | 45°51′37.8″N 9°05′49.92″E |
Altitudine | 247 m s.l.m. |
Superficie | 8,9 km² |
Abitanti | 1 569[1] (30-11-2020) |
Densità | 176,29 ab./km² |
Frazioni | Borgo, Carisciano, Casarico, Creolino, Crotti, Luscesino, Roiano, Somaino, Tosnacco, Vergonzano, Vighinzano, Vignola, Casarevolo. |
Comuni confinanti | Carate Urio, Cernobbio, Schignano, Torno, Blevio |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 22010 |
Prefisso | 031 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 013152 |
Cod. catastale | F305 |
Targa | CO |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 420 GG[3] |
Nome abitanti | moltrasini |
Patrono | san Martino e Sant'Agata |
Giorno festivo | 11 novembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Moltrasio nella provincia di Como | |
Sito istituzionale | |
Origini del nome
modificaVi sono diverse teorie sull'origine del nome, almeno tre, di cui una a sua volta si diversifica.
La prima dice che il nome originale era Monte Larice o Monte dei Larici, poi, essendo stato raso al suolo, divenne Monte Raso, quindi Moltrasio. Sulla causa c'è chi dice sia dovuta ad un incendio, chi invece al seguito di una battaglia coi nemici di Torno. Una seconda versione parla di luogo dove si ricavava la malta (nel dialetto locale molta). Infine c'è chi attribuisce il nome al fatto di trovarsi tra i monti.
Storia
modificaSul territorio di Moltrasio sono stati fatti alcuni ritrovamenti archeologici: un'ascia di rame databile a circa 2000-2500 anni fa, un pavimento romano a mosaico e alcuni oggetti.
Da Moltrasio, in epoca romana, passava la via Regina, strada romana che collegava il porto fluviale di Cremona (la moderna Cremona) con Clavenna (Chiavenna) passando da Mediolanum (Milano). Il particolare legame con la strada perdurò anche nel Medioevo: nel 1335 il comune di Moltrasio risulta incaricato della manutenzione del tratto "a cantono dicte domus de Pizo in sursum usque ad pontem de Moltraxio et medietatis ipsius pontis”.[6]
Nel 1058 Moltrasio costituiva già un'entità comunale indipendente.[6]
Nel 1292 il paese acquisì il titolo di borgo e nel 1405 la cittadinanza comasca che comportava per gli abitanti alcuni privilegi[6].
Nel 1335 Moltrasio risulta già facente parte della pieve di Zezio, in cui risultò inserito per oltre due secoli.[6]
Nel 1522 subì un saccheggio da parte della rivale Torno. Il paese fu duramente colpito dalla peste del 1630.
Nel 1652 Moltrasio non faceva già più far parte della pieve di Zezio, bensì delle cosiddette "Cinque terre unite alla città di Como", entro cui risulta ancora inserito nel 1751, quando il territorio comunale moltrasino si estendeva già ai cassinaggi di Carisciano, Cravolino, Tosnago, Bardolino, Donegano, Borgo, Viginzano, Casarico, Vigniola e Vergonzano.[6]
Nel 1756 il comune di Moltrasio fu inserito nella nuova pieve di Zezio superiore del Territorio civile della città di Como.[7]
Un decreto di riorganizzazione amministrativa del Regno d'Italia napoleonico datato 1807 sancì l'annessione di Urio,[8] decisione che fu abrogata dalla Restaurazione.[9]
Nell'ultima guerra Moltrasio è stata teatro, soprattutto su i suoi monti, della guerra partigiana con la presenza di alcuni gruppi collegati alla brigata Garibaldi. Al termine sempre le sue valli vicine alla Svizzera sono state percorse da decine e decine di uomini che per arrotondare i magri stipendi e per permettere ai figli un futuro migliore, portavano i sacchi con merce di contrabbando. Il fenomeno è terminato quando questa attività è stata dominata da uomini che "giravano con la pistola". Si raccontano ancora alcune fughe molto ardite e pittoresche da parte di spalloni braccati dai finanzieri. Nell'era moderna Moltrasio rimane un luogo dove molte persone continuano a svolgere attività e lavori di cui in altri paesi si è persa la presenza.
Simboli
modificaLo stemma comunale è stato concesso con regio decreto del 27 maggio 1929.[10]
«Troncato: nel primo d'oro, a tre larici nodriti su tre monti moventi dalla partizione, il tutto al naturale; nel secondo fasciato ondato di azzurro e di argento. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 24 giugno 2003, è un drappo di giallo.[11]
Gli alberi piantati sui tre monti fanno riferimento all'ipotesi che il nome di Moltrasio derivi dal latino Mons laricum, "monte dei larici". Lo smalto d'oro del campo dello scudo allude alla ricchezza e alla fama che gli abitanti seppero raggiungere grazie all'estrazione della pietra di Moltrasio. Le fasce ondate nella parte inferiore rappresentano il lago di Como.[12]
In un primo emblema studiato dall'amministrazione comunale nel 1909, i monti erano smaltati di nero, poiché il nome Moltrasio dovrebbe più probabilmente derivare da mons rasus, col significato di "monte privo di vegetazione" ed il nero è il colore della pietra moltrasina di cui è composta la montagna. Le fasce ondate erano d'argento e di rosso, i colori del capoluogo Como.[12]
Monumenti e luoghi d'interesse
modificaArchitetture religiose
modificaChiesa di San Martino
modificaLa chiesa parrocchiale (XVI secolo), dedicata a San Martino[13], è attestata sin dalla fine del XIII secolo[14], quando si presentava ancora come un edificio in stile romanico[15]. Elevata al rango di parrocchiale dalla fine del XV secolo, la chiesa fu ricostruita in stile rinascimentale[15]. Nel 1853 si provvedette ad aumentare l'altezza del campanile[15].
Tra le opere d'arte conservate all'interno della chiesa, una Crocifissione primocinquecentesca,[16] un polittico di Luigi Donato (1507[16]), una serie di dipinti di Giovanni Battista della Rovere, Giovanni Paolo Recchi e Francesco Carpano,[16] e stucchi dell'artista locale Giuseppe Bianchi[16] (XVI secolo)[15].
Nella chiesa si conservano inoltre numerose reliquie, tra le quali svetta la presenza di un frammento della Santa Corona, detta la Sacra Spina, donata alla parrocchia nel 1721.
Nella chiesa si festeggia la ricorrenza del santo titolare, il giorno 12 ottobre.
Chiesa di Sant'Agata
modificaSul territorio comunale è presente anche la chiesa romanica[17] di sant'Agata[18], che durante le epidemie di peste del XVII secolo funse da lazzaretto.[17][15] Risalente all'XI secolo,[16] la chiesa è decorata con affreschi[17], alcuni dei quali recentemente riportati alla luce durante un'operazione di restauro che ha rimosso lo strato di intonaco che li copriva.[19] La parete esterna del lato sinistro ospita una prima coppia di affreschi, raffiguranti rispettivamente un San Cristoforo (XIII secolo[16][19]) e un Martirio di Sant'Agata[17][19]. Un secondo ciclo di affreschi, di epoca medievale, è conservato all'interno dell'abside maggiore ove sono raffigurate figure di devoti, tra cui Santa Lucia.[17] Nell'abside minore, un Cristo tra i santi Rocco e Antonio Abate, opera attribuita a Giovanni Andrea De Magistris.[18]
Cappella di Villa Lucini Passalacqua
modificaNon lontano dalla chiesa di Sant’Agata si trova la cappella di Villa Lucini Passalacqua,[17] nota anche come "Palazzo di Moltrasio" e inserita in un giardino formale[15]. Realizzata su un progetto di Carlo Felice Soave, la dimora fu frequentata come residenza di villeggiatura da Carlo Porta e, qualche volta, da Vincenzo Bellini[15].
Delio Tessa, poeta dialettale milanese dell'inizio del Ventesimo Secolo, andava in ferie d'estate a Moltrasio [20] .
La cappella della villa ospita una serie di rilievi altomedioevali, un tempo conservati presso la Basilica di Sant'Abbondio a Como.[17]
Oratorio di San Rocco
modificaIn riva al lago c'è l'oratorio dedicato a San Rocco, nella sua parte più antica risalente al XVI secolo.[21] Per la festività del santo si benedicono le barche.
Architetture religiose a Tosnacco
modificaLa frazione di Tosnacco ospita la chiesa della Regina Pacis.
Nel piazzale davanti alla chiesa di Tosnacco è posto un crocefisso in bronzo, che venne fuso dal pittore e scultore locale Franco Pizzotti, che originariamente lo pose sulla tomba dei genitori, negli anni '60. Quando il crocefisso venne rimosso dal cimitero di Moltrasio, il figlio del pittore, Marino Pizzotti, lo donò alla chiesa di Moltrasio che lo pose ove si trova, a perenne ricordo del padre.
Architetture civili
modifica- Villa Erker Hocevar,[22] dove visse Giuditta Turina, amante di Vincenzo Bellini[15].
- Villa Fasola[23]
- Villa Fontanelle[24]
- Villa Lucini Passalacqua[25]
- Villa Teresa[26]
Aree naturali
modificaSopra a Moltrasio si trovano due grotte risalenti al Giurassico inferiore. Si tratta della Madrona, lunga 568 m, e della Zocca 18 m più corta, quest'ultima accessibile tramite una cantina privata.[27]
Società
modificaEvoluzione demografica
modificaDemografia pre-unitaria
modifica- 1751: 491 abitanti[6]
- 1771: 561 abitanti[7]
- 1798: 635 abitanti[8]
- 1805: 619 abitanti[8]
- 1809: 938 abitanti (dopo l'annessione di Urio)[8]
- 1853: 903 abitanti[28]
Demografia post-unitaria
modificaAbitanti censiti[29]
Istituzioni, enti e associazioni
modificaNel borgo vi sono associazioni molto attive: Arci, Cooperativa di Consumo, Bocciofila, Lido, Hotel, Ristoranti, Negozi, Sartoria, Sci Club, Cai.
Cultura
modificaLa biblioteca comunale di Moltrasio fu fondata nel 1975.
La biblioteca ha pubblicato sin qui tre numeri dell'annuario "Studi della biblioteca comunale di Moltrasio", che contiene articoli in particolare di storia locale.
Leggende
modificaUna leggenda ben nota nella zona ha per protagonista una ragazza di Moltrasio, la bella Ghita. Si narra che Ghita era andata a trovare dei parenti nel vicino paese di Cernobbio. Quando aveva preso la via del ritorno era ormai tardi e per sua sfortuna incontrò un losco personaggio che aveva mire malvagie nei suoi confronti. La ragazza, pregando la Madonna, si gettò dal dirupo che scendeva verso il lago, nel quale cadde anche il malintenzionato. A differenza di quest'ultimo, che vi precipitò, Ghita si salvò perché le sue vesti s'impigliarono in una pianta.[30]
Amministrazione
modificaGalleria d'immagini
modifica-
Moltrasio, pontile a San Rocco nel 1934
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Moltrasio, Villa Rossello nel 1925
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Moltrasio, Villa Lucini Passalacqua in una stampa di metà Ottocento
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Moltrasio (panorama), Lago di Como
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Moltrasio, Lago di Como
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Moltrasio, Lago di Como
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Moltrasio, Lago di Como
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Moltrasio, panorama con la chiesa di Sant'Agata e, alle spalle, villa Lucini Passalacqua
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Moltrasio, panorama nel 1940
Note
modifica- ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2020 (dato provvisorio).
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 400, ISBN 88-11-30500-4.
- ^ Per il dialetto comasco, si utilizza l'ortografia ticinese, introdotta a partire dal 1969 dall'associazione culturale Famiglia Comasca nei vocabolari, nei documenti e nella produzione letteraria.
- ^ a b c d e f Comune di Moltrasio, sec. XIV - 1757 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 maggio 2020.
- ^ a b Comune di Moltrasio, 1757 - 1797 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 maggio 2020.
- ^ a b c d Comune di Moltrasio, 1798 - 1815 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 maggio 2020.
- ^ Comune di Urio, 1816 - 1859 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 29 aprile 2020.
- ^ Moltrasio, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 15 agosto 2022.
- ^ Moltrasio (Como) D.P.R. 24.06.2003 concessione di gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato il 15 agosto 2022.
- ^ a b Moltrasio, su Stemmi dei Comuni della Provincia di Como.
- ^ Chiesa dei SS. Martino e Agata - complesso, Via Roma - Moltrasio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 maggio 2020.
- ^ Parrocchia di San Martino, sec. XVI - [1989] – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 maggio 2020.
- ^ a b c d e f g h Borghese, pp. 311-312.
- ^ a b c d e f TCI, Guida d'Italia [...], p. 299.
- ^ a b c d e f g RomaniCOMO, su romanicomo.it. URL consultato il 5 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2016).
- ^ a b Chiesa di Sant'Agata - Moltrasio, su myLakeComo.co. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ a b c Chiesa di Sant'Agata, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'11 giugno 2018.
- ^ Ore di città - Delio Tessa - Libro - Einaudi - Supercoralli | IBS, su www.ibs.it. URL consultato il 14 febbraio 2024.
- ^ Oratorio di S. Rocco, Via Regina - Moltrasio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 maggio 2020.
- ^ Villa Erker Hocevar, Via Regina, 31 - Moltrasio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Villa Fasola, Via Antonio Besana, 31 - Moltrasio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Villa Fontanelle - complesso, Via Regina, 1 - Moltrasio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Villa Passalacqua - complesso, Via Regina, 28 - Moltrasio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Moltrasio rinuncia al suo sasso, su laprovinciadicomo.it. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Bartolini, p. 26.
- ^ Comune di Moltrasio, 1816 - 1859 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 maggio 2020.
- ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it. - ^ Moltrasio Il lago di Como e le sue leggende, su ondetour.net. URL consultato il 23 febbraio 2017.
Bibliografia
modifica- Annalisa Borghese, Moltrasio, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, pp. 311-312.
- Touring Club Italiano (a cura di), Guida d'Italia - Lombardia (esclusa Milano), Milano, Touring Editore, 1999, ISBN 88-365-1325-5.
- Franco Bartolini, I segreti del Lago di Como e del suo territorio, Cermenate, New Press Edizioni, 2016 [2006].
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Moltrasio
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Moltrasio
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su comune.moltrasio.co.it.
- La pagina di Bibliotopia su Moltrasio, su bibliotopia.altervista.org.
- La leggenda della bella Ghita (articolo di Giorgio Castiglioni), su bibliotopia.altervista.org.
- Indice degli "Studi della biblioteca comunale di Moltrasio. Alcuni articoli sono disponibili in rete.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 157381616 · LCCN (EN) no00103340 · GND (DE) 4605679-8 · J9U (EN, HE) 987007482580305171 |
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