Monetazione di Alba Fucens

monetazione di Alba Fucens

La monetazione di Alba Fucens riguarda le monete coniate a Alba Fucens, una città del Latium adiectum che è collocata nel contemporaneo Abruzzo, a circa sette chilometri a nord di Avezzano.

Catalogazione modifica

Esiste uno studio di Attilio Stazio, specifico per le monete di Alba Fucens, pubblicato nel 1956 negli Annali dell'Istituto Italiano di Numismatica (AIIN) dal titolo La monetazione argentea di Alba Fucens. Le monete sono numerate da 1 a 6. Si trova un riferimento del tipo "Stazio" seguito dal numero.

Più diffuso è Historia Numorum - Italy, un testo pubblicato in Gran Bretagna nel 2001 a cura di un gruppo di numismatici coordinato da Keith N. Rutter. Le monete sono elencate in cingue tipi, da 240 a 244. Nei cataloghi si trova un riferimento del tipo "HN" o "HN Italy" seguito dal numero.

Un altro testo, usato più raramente è quello di Arthur Sambon, uno studioso di origine francese e attivo in Italia, dal titolo Les monnaies antiques de l'Italie, uscito a Parigi nel 1903. Le monete di Alba Fucens vi sono elencate dal 160 al 163. Il riferimento è Sambon e numero.

Altre fonti di catalogazione sono le Sylloge Nummorum Graecorum. In genere sono usate le più recenti o più diffuse, come quella dell'American Numismatic Society, quella di Copenaghen e quella di Francia. Nei cataloghi si trova un'indicazione abbreviata della Sylloge, del tipo "ANS", "Cop.", "France" , seguita dal numero della moneta raffigurata.

Contesto storico modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Alba Fucens.

Ad Alba Fucens fu dedotta nel 304 o 303 a.C. una colonia di diritto latino[1][2], con l'obbiettivo di controllare la via Tiburtina Valeria, che era stata prolungata oltre Tibur.

Secondo Crawford, le coniazioni di Alba Fucens, assieme a quelle di Norba e Signia, sono datate verso il 280-275 a.C. e da collegare al pagamento delle truppe durante le guerre contro Pirro[3].

Contesto numismatico modifica

L'attribuzione delle monete con la legenda ALBA a questo centro, tra i vari che avevano in antichità il nome di Alba, è precedente a Eckhel, che annotava come i vari autori, da lui analizzati, fossero d'accordo nell'attribuzione delle monete a questo centro.

(LA)

«Conspirant auctores citati, hos numos ex pluribus hoc nomine urbibus tribuendos illi Albae, quae in Marsie lacui Fucino adsita, et inde Alba ad Fucinum, et Fucentia, dicta fuit...»

(IT)

«Gli autori citati concordano che queste monete sono da attribuire, tra le molte città con questo nome, a quella Alba che è nella Marsia, situata presso il lago Fucino e perciò è detta Alba ad Fucinum e Fucentia»

Monete modifica

Diobolo
 
Mercurio a destra con petaso Grifone in volo
AR; 15mm; 1,18 g
Obolo
 
Testa di Minerva a destra con elmo corinzio Aquila su fulmine a destra, ali aperte
Obolo
 
Testa di Minerva a sinistra con elmo corinzio Aquila su fulmine a sinistra, ali aperte
AR; 11mm; 0,60 g; HN Italy 242

Le monete coniate sono esclusivamente frazioni di dracme, sono d'argento, e recano l'etnico in alfabeto latino. Due tipi, forse emessi in seguito, sono anepigrafi[4]. L'esposizione segue l'ordine inverso del valore.

Diobolo modifica

Al dritto è raffigurata la testa di Mercurio, volta a destra che indossa un petaso alato. Al rovescio c'è un grifone in volo verso destra; sotto l'etnico ALBA. Questa moneta è catalogata come Stazio 1, HN Italy 240, Sambon 160.

Il peso, secondo Rutter varia tra 0,85 e 1,25 g[4].

Oboli modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Obolo.

Sono note tre varianti che presentano tutte il tipo Minerva / Aquila.

Nella prima variante la testa di Minerva, raffigurata al dritto, è volta a destra e l'aquila, che è raffigurata al rovescio, è su un fulmine, volta a destra, mentre la testa è volta indietro. L'etnico, sempre ALBA, è situato o sopra o a sinistra. La moneta è catalogata come Stazio 2, HN Italy 241 e Sambon 161; i pesi variano tra 0,42 e 0,6 g[4].

La seconda variante (HN Italy 243) presenta la testa di Minerva, con elmo corinzio, volta o a destra o a sinistra. L'aquila del rovescio è sempre su un fulmine, ma non ha la testa ruotata indietro e ha le ali aperte. La moneta è catalogata anche Stazio 3 e 5, e Sambon 162; i pesi variano tra 0,59 e 0,62 g[4].

Anche la terza variante è anepigrafa; il dritto presenta sempre lo stesso tipo mentre al rovescio le ali dell'aquila sono chiuse. Le monete sono catalogate come Stazio 4, HN Italy 244 e Sambon 162; il peso variano è circa 0,63 g[4].

Emiobolo modifica

L'emiobolo presenta al dritto una figura femminile volta a destra che indossa un berretto frigio.

Al rovescio è raffigurato un delfino e la legenda ALBA con scrittura retrograda. Questa moneta è catalogata come Stazio 6, HN Italy 242, e manca in Sambon.

Il peso, secondo Rutter è di circa 0,3 g[4].

Legende modifica

Le legende sulle monete si riducono al nome della zecca (ALBA). A differenza di altre zecche è riportato il nome della città e non quello degli abitanti.

L'alfabeto usato è quello latino. La differenza rispetto alla grafia moderna è rilevabile nella forma della lettera "L", che una forma arcaica simile a quella della corrispondente lettera etrusca, con il tratto orizzontale volto in alto ( ). Questa forma è presente in generale nelle epigrafi del periodo repubblicano.

Pesi modifica

I pesi dei dioboli, secondo gli esemplari citati da Sambon[5] variano da 0,98 (uno degli esemplari della collezione del British Museum) a 1,25 (esemplare di Berlino). Questi dati, sovrapponibili a quelli citati da Rutter[4], lasciano supporre un valore teorico vicino a 1,2 g per il diobolo che quindi indicherebbero una dracma (cioè 3 dioboli) di 3,6 grammi, molto vicina al piede campano, che usa uno statere dal peso teorico di 7,5 grammi, suddiviso in due dracme.

Il peso degli oboli (0,6 g), e quello dell'emiobolo (0,3 g) sono congrui[4].

Riportiamo i pesi dei dioboli riferiti da Sambon[5].

Collezione peso
Berlino 1,25
" 1,18
Londra 1,18
" 0,98
Glascow 1,05
"Maddalena" 1,18
Vendita asta 1,16

Note modifica

  1. ^ Strabone, Geografia, V, 3,7.
  2. ^ Atlante di Archeologia, Utet, Torino, 1998, pag.222
  3. ^ Crawford, p. 47.
  4. ^ a b c d e f g h Rutter.
  5. ^ a b Sambon.

Bibliografia modifica

Collezioni
  • (EN) Joan E. Fisher (a cura di), SNG American Numismatic Society Part 1: Etruria-Calabria, New York, American Numismatic Society, 1969.
  • (EN) Willy Schwabacher - Niels Breitenstin (a cura di), SNG Copenhagen, Vol. One: Italy, Sicily, Copenhagen, Danish National Museum, 1981.
  • (FR) Anna Rita Parente (a cura di), SNG France, Vol. 6, Part 1: Italie (Étrurie-Calabre), Parigi, Bibliotèque Nationale de France / Numismatica Ars Classica, 2003, ISBN 2-7177-2232-7.

Voci correlate modifica

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