Monte Spada

rilievo montuoso della Sardegna

Il monte Spada (in sardo monte de Ispada) è una montagna del massiccio del Gennargentu, in Sardegna, in prossimità di Fonni. Raggiunge la quota di 1595[1] metri ed è uno dei monti più alti dell'isola.

Monte Spada
Monte de Ispada
Il Monte Spada ammantato dalla neve.
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Sardegna
Provincia  Nuoro
ComuneFonni
Altezza1 595 m s.l.m.
Prominenza225 m
Isolamento3,72 km
Catenamassiccio del Gennargentu
Coordinate40°04′05.88″N 9°17′26.88″E / 40.0683°N 9.2908°E40.0683; 9.2908
Altri nomi e significatimonte de Ispada
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Sardegna
Monte Spada Monte de Ispada
Monte Spada
Monte de Ispada

Turismo modifica

Sulle sue pendici, alla quota di circa 1.320 metri sul livello del mare, c'è una piccola stazione sciistica privata, attrezzata con due manovie della lunghezza di 200 metri ed un impianto di innevamento artificiale. Vi si trova inoltre lo Sporting Club Monte Spada, un vecchio albergo di lusso attualmente in stato di abbandono.

Letteratura modifica

La montagna è citata in un verso della poesia Vespro di Natale, di Sebastiano Satta, contenuta nell'opera Canti Barbaricini, del 1910[2].

«In fondo, monte Spada ridea bianco nel vespro sonnolento.»

Note modifica

  1. ^ ::Geo Portale Nazionale::
  2. ^ a b Sebastiano Satta, Canti (PDF), a cura di Giovanni Pirodda, Bibliotheca Sarda 1, Nuoro, Ilisso Edizioni, 1996, pp. 88, ISBN 88-85098-43-6. URL consultato il 22 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2012).

Bibliografia modifica

  • Ignazio Camarda; Andrea Cossu (a cura di), Capitolo 11. Area culminale del Gennargentu (PDF), in Biotopi di Sardegna. Guida a dodici aree di rilevante interesse botanico, Sassari, Carlo Delfino Editore, 1988, pp. 267-286, ISBN non esistente.
  • Ignazio Camarda (a cura di), Montagne di Sardegna, Sassari, Carlo Delfino, 1993, ISBN 88-7138-072-X.
  • Mirta Morandini, Salvatore Cuccuru, I monti del Gennargentu (PDF), in Cascate e gole in Sardegna, Cagliari, GEOS, 1999, ISBN non esistente. URL consultato il 21 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2012).

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