Lo studio della morfologia urbana si occupa dell'indagine delle agglomerazioni urbane, della loro formazione e della loro trasformazione, ossia delle linee fondamentali dello sviluppo del tessuto urbano. La morfologia urbana cerca di comprendere la struttura soggiacente a aree metropolitane, città, paesi e villaggi, esaminando gli schemi degli elementi che la compongono, come parte del processo del loro sviluppo. La morfologia urbana è quindi lo studio degli elementi regolari del tessuto urbano, soggiacenti al caos apparente da cui si possono astrarre. Questo approccio sfida la percezione comune degli ambienti caotici o imprevisti, organici, attraverso la comprensione delle strutture e dei processi soggiacenti all'urbanizzazione.

I concetti base della morfologia sono stati espressi per la prima volta negli scritti di Goethe (1790), anche se il termine come tale compare per la prima volta nelle bioscienze. Oggi è sempre più utilizzato in geografia, geologia, filologia e altri. Negli studi anglosassoni della geografia, la morfologia urbana è vista come un particolare campo di studio, in cui sono stati pionieri gli statunitensi Lewis Mumford, James Vance e Sam Bass Warner, e l'inglese Peter Hall.

Il progetto Corine Land - Cover modifica

Ad esempio, a livello europeo, l'European Environment Agency ha presentato il progetto Corine - Land Cover, "specificamente destinato al rilevamento e al monitoraggio, ad una scala compatibile con le necessità comunitarie, delle caratteristiche del territorio, con particolare attenzione alle esigenze di tutela"[1].

Le agglomerazioni urbane definite come Urban Morphological Zones sono il risultato dello studio sulla copertura del suolo fotografata dai satelliti nell'ambito del progetto CORINE Cover Land. Essa considera urbani i poligoni di territorio edificati con cesure non edificate di non oltre 200 metri. Le aree risultanti vengono suddivise in UMz 1 (oltre 500.000 abitanti), UMZ 2 (100-500.000) e UMZ 3 (50-100.000). I dati GISCO sulla popolazione sono però da considerare indicativi in quanto non sono disponibili suddivisioni sub-comunali ufficiali adatte allo studio.

Note modifica

  1. ^ Il programma CORINE, su stweb.sister.it (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2009).

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