Museo diocesano di Fermo

museo italiano

Il museo diocesano di Fermo è stato inaugurato il 16 aprile 2004. La sua sede si trova nella parte sinistra della cattedrale della città, nei locali che hanno accolto la Confraternita del suffragio prima e l'oratorio poi. Nasce su iniziativa dell'arcivescovo Cleto Bellucci.

Museo diocesano di Fermo
Duomo di Fermo (il museo si trova sulla parte sinistra guardando la facciata)
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàFermo
IndirizzoPiazza del Girfalco
Coordinate43°09′40.59″N 13°42′59.68″E / 43.161276°N 13.716577°E43.161276; 13.716577
Caratteristiche
TipoArte sacra
Visitatori756 (2022)
Sito web

La struttura contiene opere di arte sacra, che coprono un arco di tempo che va dal paleocristiano al XX secolo, tracciando le linee fondamentali sulla storia della chiesa cattolica, sul rapporto dell'arcidiocesi fermana con la Chiesa di Roma, sulla liturgia e sulla devozione della stessa comunità fermana.

Le sale modifica

Le sale che compongono il museo sono quattro:

  • la prima conserva una notevole quantità di opere appartenenti al tesoro della cattedrale;
  • la seconda concentra opere di argenteria;
  • la terza e la quarta costituiscono la pinacoteca del museo.

Le opere modifica

Il museo documenta il rilievo attribuito nel tempo al patrimonio artistico-culturale, attraverso le opere provenienti dal Tesoro della cattedrale e dell'episcopio fermano, oltre che da varie chiese dell'arcidiocesi.

La prima sala contiene un messale del XIII secolo, il Messale de Firmonibus miniato nel 1436 da Giovanni di Ugolino da Milano.

In particolare sono presenti argenterie, suppellettili, e paramenti sacri, tra cui la casula di Tommaso Becket, di arte araba. La collezione di oreficeria comprende un calice di arte gotica, un servizio pontificale appartenuto al cardinale Cesare Brancadoro, l'ostensorio del cardinale Filippo de Angelis, un secchiello in argento della fine del Cinquecento, commissionato dal cardinale fiorentino Ottaviano Bandini e sicuramente di manifattura toscana, forse opera di Fabio Cafaggi.[1] In sala è conservato anche un tempietto in lapislazzuli.

Le sale della pinacoteca contiene dipinti di Vittore Crivelli, Federico Barocci, del Pomarancio, Carlo Maratta, Corrado Giaquinto, di Francesco Hayez, di Luigi Fontana e di fra Martino Angeli.[2]

Note modifica

  1. ^ Silvia Blasio, Percorsi della pittura toscana nelle Marche del Cinque e Seicento, in Marche e Toscana. terre di grandi maestri tra Quattro e Seicento, Pisa, 2007, pag. 194.
  2. ^ La rete dei MUSEI, in La Voce delle Marche, 29 giugno 2021, pp. 6-7.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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