Mustafa Kemal Atatürk
Mustafa Kemal Atatürk (IPA: [mustaˈfa ceˈmal aˈtaˌtyɾc]) (Salonicco, 19 maggio 1881[1] – Istanbul, 10 novembre 1938) è stato un generale e politico turco, fondatore e primo Presidente della Repubblica turca (1923-1938). Dal 1916 fu chiamato Mustafa Kemal "Paşa", dal 1934 Kemal "Atatürk".
Mustafa Kemal Atatürk | |
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1º Presidente della Turchia | |
Durata mandato | 29 ottobre 1923 – 10 novembre 1938 |
Capo del governo | İsmet İnönü Ali Fethi Okyar Celâl Bayar |
Predecessore | carica istituita |
Successore | İsmet İnönü |
1º Primo ministro del Governo della Grande Assemblea Nazionale Turca | |
Durata mandato | 3 maggio 1920 – 24 gennaio 1921 |
Predecessore | carica istituita |
Successore | Fevzi Çakmak |
1º Presidente della Grande assemblea nazionale della Turchia | |
Durata mandato | 24 aprile 1920 – 29 ottobre 1923 |
Predecessore | carica istituita |
Successore | Ali Fethi Okyar |
1° Leader del Partito Popolare Repubblicano | |
Durata mandato | 9 settembre 1923 – 10 novembre 1938 |
Predecessore | carica istituita |
Successore | İsmet İnönü |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Popolare Repubblicano |
Università | Accademia militare turca, scuola militare di Manastır e Collegio Militare Ottomano |
Professione | Ufficiale |
Firma | ![]() |
Mustafa Kemal Atatürk | |
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Nascita | Salonicco, 19 maggio 1881 |
Morte | Istanbul, 10 novembre 1938 |
Cause della morte | cirrosi epatica |
Luogo di sepoltura | Anıtkabir, Ankara (dal 1953) Precedentemente: Museo Etnografico, Ankara (1938-1953) |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() ![]() |
Forza armata | ![]() ![]() |
Anni di servizio | 1893-1927 |
Grado | Maresciallo |
Guerre | Guerra italo-turca Guerre balcaniche Prima guerra mondiale Guerra d'indipendenza turca |
Comandante di | 19ª Divisione 16º Corpo Seconda armata ottomana Settima armata ottomana Gruppo d'armata Yildirim |
"fonti nel corpo del testo" | |
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È considerato l'eroe nazionale turco, e il padre della Turchia moderna.[2] Per i suoi meriti in patria, a seguito della dissoluzione dell'Impero ottomano, così come in Europa, Atatürk è considerato una delle più importanti figure del XX secolo.
BiografiaModifica
Gli anni giovanili (1881-1899)Modifica
Mustafa Kemal nasce all'inizio del 1881 nella Salonicco ottomana (Selanik, oggi Grecia). La sua casa natale non è certa: una casa del distretto di Koca Kasım Paşa, in via Islahhane (oggi via Apostòlu Pàvlu) è oggi preservata come suo museo, ma secondo altre fonti potrebbe essere nato nel distretto Ahmed Subaşı.[3]
Il padre era Ali Rıza Efendi; la madre, Zübeyde Hanım, si occupava della casa e della famiglia. Dalla coppia nacquero sei figli, di cui i primi tre morirono in tenera età a causa della difterite: Fatma (nata nel 1872, morta nel 1875), Ahmet (nato nel 1874, morto nel 1883), Ömer (nato nel 1875, morto nel 1883), Mustafa (Kemal Atatürk), Makbule (nata nel 1885, morta nel 1956 - unica sopravvissuta fino all'età adulta) e Naciye (nata nel 1889, morta nel 1901 di tubercolosi).[4] Secondo Andrew Mango, la famiglia di Mustafa Kemal era musulmana, di lingua turca e di classe medio-bassa.[5][6][7][8] Secondo altre fonti (tra cui Falih Rıfkı Atay, Vamık D. Volkan, Norman Itzkowitz, Müjgân Cunbur, Numan Kartal e Hasan İzzettin Dinamo), gli antenati di Ali Rıza erano turchi del villaggio di Söke nella provincia di Aydın in Anatolia.[9][10][11][12][13][14]
Si ritiene che la madre di Mustafa, Zübeyde, fosse di origine turca,[7][8] e secondo Şevket Süreyya Aydemir aveva antenati Yörük.[15] Per via della numerosa comunità ebraica di Salonicco nel periodo ottomano, molti degli oppositori islamisti di Atatürk hanno sostenuto che egli avesse antenati Dunmeh, ossia ebrei convertiti all'Islam.[16] Tuttavia, i suoi nonni non erano di Salonicco, e la sua famiglia si era trasferità nella città - il maggiore centro della Rumelia ottomana - nel tardo XIX secolo da altre province ottomane. Secondo alcuni la carnagione chiara, capelli biondi e occhi azzurri di Atatürk farebbero presumere antenati slavi o albanesi, numerosi nella regione.[17][18][19] Nel 1893 entrò in una scuola militare di Salonicco, e tre anni dopo in un collegio militare.
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La pagella del liceo
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Mustafa Kemal nel 1901
La carriera militareModifica
Nel 1899 fu ammesso all'accademia militare dell'esercito, da cui uscì nel gennaio 1905, e subito si unì a una piccola società rivoluzionaria segreta di ufficiali riformisti, chiamata Vatan ve Hürriyet ("Patria e libertà").[20] Aderì nel 1908 al movimento dei "Giovani Turchi", ufficiali che volevano modernizzare le forze armate di cui fu un quadro di media rilevanza prima della Grande Guerra. Nel 1912 prese parte alla guerra italo-turca, combattendo e venendo ferito in Tripolitania. Nel 1914 fu promosso Caimacam (colonnello) e posto al comando di un reggimento.
Prima guerra mondialeModifica
Fu un brillante ufficiale durante il primo conflitto mondiale. Ad Atatürk nel 1915 fu affidato il compito di organizzare e comandare la 19a Divisione assegnata alla Quinta Armata durante la campagna di Gallipoli. Divenne il comandante in prima linea dopo aver anticipato correttamente dove gli alleati avrebbero attaccato e mantenne la sua posizione finché non si ritirarono. Dopo la battaglia di Gallipoli, Atatürk prestò servizio a Edirne fino al 14 gennaio 1916.
Fu quindi assegnato al comando del XVI Corpo della Seconda Armata e inviato nella campagna del Caucaso, dopo che la massiccia offensiva russa aveva raggiunto le principali città dell'Anatolia nordorientale, e anche lì ottenne successi militari, riconquistando Muş e Bitlis; per questo il 1º aprile del 1916 fu promosso pascià (generale).
Nel 1918 combatté in Palestina al comando della 7ª Armata, di stanza a Nablus. Nel settembre le truppe alleate, più numerose, sfondarono nella battaglia di Megiddo.
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Mustafa Kemal nel 1905
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Addetto ottomano tenente colonnello Mustafa Kemal
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Mustafa Kemal Pascià, Enver Pascià e Cemal Pascià mentre ispezionano il fronte a Damasco nel 1917
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Mustafa Kemal Pascià nel 1918, comandante del gruppo dell'esercito Yıldırım e aiutante di campo onorario del Sultano
La guerra greco-turcaModifica
Con la sconfitta degli imperi centrali, e l'armistizio siglato il 30 ottobre 1918 che prevedeva lo smembramento dell'Impero ottomano, gli alleati occuparono Costantinopoli, la Tracia orientale e l'Anatolia occidentale. Nel maggio 1919, 20 000 soldati greci sbarcano a Smirne, senza che l'esercito turco potesse intervenire.
Atatürk si fece allora promotore del nazionalismo turco costituendo nel 1919 il Movimento Nazionale Turco di cui fu leader: fu comandante in capo dell'esercito turco, sconfiggendo i greci (1919-1922) e l'esercito del Califfo, ristabilì l'unità e l'indipendenza della Turchia.
Divenne Primo ministro della Turchia dal maggio 1920 al gennaio 1921 e, dall'aprile 1920, presidente della Grande Assemblea Nazionale Turca di Ankara, fino al 1923.
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Mustafa Kemal Pascià a Eskişehir il 4 dicembre 1920
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Mustafa Kemal Pascià e İsmet Pascià nel 1921
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Mustafa Kemal Pascià ispeziona le truppe il 18 giugno 1922
Presidente della repubblica e le riformeModifica
Quindi depose il sultano Maometto VI (1922), divenne Leader del Partito Popolare Repubblicano, fondò la Repubblica turca, e fu il primo presidente della Turchia dal 29 ottobre 1923.
Diede vita a una serie di riforme fondamentali dell'ordinamento dello Stato, sulla base di un'ideologia di chiaro stampo occidentalista, nazionalista e avversa al clero musulmano, che da lui prese il nome di kemalismo. Abolì il califfato e pose le organizzazioni religiose sotto il controllo statale, laicizzò lo Stato, riconobbe la parità dei sessi, istituì il suffragio universale, la domenica come giorno festivo, proibì l'uso del velo islamico alle donne nei locali pubblici (legge abolita solo negli anni 2000, dal governo dell'AKP), adottò l'alfabeto latino, il calendario gregoriano, il sistema metrico decimale e proibì l'uso del fez e del turbante, troppo legati al passato regime, così come la barba per i funzionari pubblici e i baffi alla turca per i militari. Egli stesso prese a vestire in abiti occidentali, ma mantenne temporaneamente l'Islam come religione di Stato, per non turbare eccessivamente i turchi più religiosi. Vi è una controversia relativamente alla posizione personale di Atatürk in materia religiosa.[21] Atatürk generalmente non esprimeva la sua posizione personale sulla religione in maniera diretta e le sue principali dichiarazioni in materia sono in gran parte limitate agli anni 1920.[22] Alcune fonti lo hanno definito musulmano,[23][24][25][26] altre lo hanno definito tendenzialmente irreligioso, agnostico, deista,[27][28] o ateo.[29][30]
In ambito giuridico, abrogò ogni norma e pena che poteva ricollegarsi alla legge islamica, promulgò un nuovo codice civile, che aveva come modello il codice civile svizzero[31], e un codice penale basato sul codice italiano dell'epoca, ma mantenne la pena di morte.
Al fine di garantire la stabilità e la sicurezza dello Stato, istituì tuttavia un sistema autoritario, fondato sul partito unico, che sarebbe rimasto in vigore fino a dopo la sua morte. Inoltre, secondo la costituzione kemalista, a guardia della laicità dello Stato contro i possibili tentativi dei movimenti islamici, venne posto lo stesso esercito turco a custode della costituzione, autorizzato anche a colpi di Stato per difendere la secolarizzazione. Nonostante la Turchia fosse rimasta intrinsecamente conservatrice, soprattutto a livello popolare, le riforme di Mustafa Kemal la avvicinarono sensibilmente all'Europa. Si registrarono però fenomeni di repressione delle opposizioni e pesanti violenze contro i curdi.[32]
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Atatürk con il leader del Partito Repubblicano Liberale Fethi Okyar e sua figlia a Yalova il 13 agosto 1930
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Atatürk visita una scuola durante gli anni trenta
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Atatürk e Rezā Shah Pahlavi ad Ankara nel 1934
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Atatürk sul quotidiano Milliyet del 29 ottobre 1934
AtatürkModifica
Nel 1934 cambiò il suo nome da Mustafa Kemal (Kemal fu aggiunto da un suo insegnante, il suo nome di nascita era solo Mustafa, a cui si aggiungeva il patronimico) Paşa a Kemal Atatürk,[33] poi Kamâl Atatürk.[34] Tuttavia, Atatürk tornò alla vecchia ortografia di Kemal dal maggio 1937 in poi.[35]
Atatürk (il cui significato è "Padre dei Turchi") fu il cognome assegnato esclusivamente a lui - con apposito decreto - che nel 1934 il Parlamento della Repubblica, in base alla "Legge sul cognome", gli attribuì quando Kemal fece adottare regolari cognomi di famiglia, assenti nella tradizione turco-ottomana (tranne per le minoranze cristiane e giudaiche), come era invece l'uso del mondo orientale.
La morteModifica
«Il capo immortale e l'eroe senza rivali» |
(Preambolo della Costituzione della Repubblica Turca.) |
Atatürk morì di cirrosi epatica nel 1938 nel Palazzo Dolmabahçe, situato sulla riva del Bosforo, nel quartiere Beşiktaş di Istanbul e le sue spoglie riposano nell'Anıtkabir, mausoleo appositamente costruito per lui ad Ankara, capitale dello Stato repubblicano che egli contribuì in modo decisivo a creare.
A Kemal Atatürk sono dedicati, fra gli altri, il nuovo stadio olimpico di Istanbul e l'ex principale aeroporto di Istanbul, ora dedicato ai voli di stato.
Vita privataModifica
Mustafa Kemal si sposo' il 29 gennaio 1923 con Lâtife Hanım, la figlia di ricchi commercianti smirnioti che aveva conosciuto l'anno precedente, quando la loro villa era stata requisita come suo quartier generale. La cerimonia di matrimonio si svolse con lei presente, contrariamente alle usanze dell'epoca. Latife, che non portava il velo, lo accompagnò anche nei suoi viaggi ufficiali in Turchia, ed elaborava i suoi discorsi insieme a lui.
Tuttavia, il loro matrimonio non durò a lungo. Dopo un litigio durante il viaggio in Anatolia orientale nell'estate del 1925, Atatürk sciolse unilateralmente il matrimonio il 5 agosto 1925,[36] sempre in conformità con la vecchia legge islamica. Il motivo del fallimento del matrimonio non è mai stato discusso pubblicamente né da Atatürk né da Uşşaki (si dice però che l'indaffarato Atatürk abbia detto: "Soprattutto il mio Paese ha bisogno di me come padre di famiglia").[37] Ne lui né lei si risposarono più.
L'eredità politicaModifica
Quella che guidò è spesso citata come esempio di rivoluzione nazionalista che trasforma una monarchia in una repubblica. La sua politica estera è riassumibile per sommi capi in una frase da lui pronunciata: "pace in casa, pace nel mondo".
Come leader del movimento nazionale tra il 1919 e il 1923, Atatürk fu descritto dagli Alleati e dal giornalista di Istanbul noto a livello nazionale Ali Kemal come "capo rapinatore", Lord Balfour in questo contesto lo definì il "più terribile di tutti i terribili turchi" (most terrible of all the terrible Turks).[38] Influenzò sia Mussolini, che nel periodo della Marcia su Roma si definiva "il Mustafa Kemal di Milano", sia Hitler al tempo del Putsch di Monaco.[39][40] Però, benché fosse lontanissimo dall'ideologia marxista, e anzi sostenesse l'inesistenza della questione di classe, i rapporti tra Mustafa Kemal e Lenin furono improntati a grande rispetto, e anche in seguito il buon vicinato con l'URSS[41] fu tra i cardini della politica estera kemalista. Le ragioni di questa scelta diplomatica sono da rintracciare, più che in affinità politiche, nel sostegno che l'Unione Sovietica concesse a Kemal durante la guerra di liberazione dall'occupazione degli Alleati, che consisteva principalmente nella fornitura di oro e di armamenti, nonché di ingenti aiuti economici.
Harold C. Armstrong, un ufficiale dell'esercito britannico che fu catturato dagli ottomani durante la prima guerra mondiale, descrisse Atatürk come segue:
«È un uomo nato fuori stagione, un anacronismo, un ritorno ai tartari delle steppe, una feroce forza elementare di un uomo. Se fosse nato nei secoli in cui tutta l'Asia Centrale era in movimento, sarebbe uscito con Suleyman Shah sotto la bandiera del Lupo Grigio, e con il cuore e l'istinto di un Lupo Grigio. Con il suo genio militare e la sua determinazione spietata non indebolita da sentimenti, lealtà o moralità, avrebbe potuto benissimo essere un Tamerlano o un Gengis Khan che cavalcava alla testa di grandi orde di cavalieri selvaggi, conquistando paesi, divorando e distruggendo città e riempiendo gli intervalli di pace tra le campagne con orge selvagge e orribili di vino e donne.» |
(Grey Wolf: Mustafa Kemal, H. C. Armstrong[42]) |
A succedergli fu il suo braccio destro İsmet İnönü. I rapporti tra i due si erano deteriorati, ma Atatürk non volle o non poté esprimere una chiara scelta alternativa e la burocrazia del partito-Stato, il CHP, vedeva in İnönü il suo massimo garante. Con İnönü la Turchia continua la strada marcata da Atatürk, prima con un'accentuazione degli aspetti autoritari, poi, conclusasi la seconda guerra mondiale, con il passaggio al multipartitismo.
Atatürk è tuttora oggetto in Turchia di una religione civile. L'insulto alla sua persona è un vero e proprio reato. Nonostante ciò, l'allora primo ministro islamista Recep Tayyip Erdoğan, nel varare nel 2013 una legge più restrittiva sull'alcol, si riferì all'estensore della legge che legalizzava le bevande alcoliche come a "un ubriaco". Ciò ha suscitato vive proteste dell'opposizione, in quanto il riferimento era evidentemente ad Atatürk, consumatore di bevande alcoliche al punto di morire di cirrosi epatica, che fu colui che promulgò la normativa durante la sua presidenza.[43]
Questo riformatore ha lasciato una profonda e controversa eredità. La sua opera può essere considerata paradigmatica del problematico rapporto tra l'universalismo della civiltà occidentale e le altrui culture. Samuel Huntington considera il kemalismo una ben precisa ed estrema visione del mondo, secondo la quale la completa occidentalizzazione di una società intrinsecamente non occidentale è possibile, necessaria e in sé desiderabile. Hamit Bozarslan invece sottolinea l'aspetto autoritario della politica kemalista che giunge alla completa identificazione tra Stato e persona, lasciando alle generazioni successive la missione di preservare la nazione, quale entità immodificabile definita una volta per tutte.
Possibile massoneModifica
Atatürk è elencato in alcune enciclopedie come massone (Loggia: Macedonia Risorta et Veritas No. 80 di Salonicco).[44][45] Lo storico e biografo di Atatürk Andrew Mango considera che la sua appartenenza alla Massoneria, benché non possa essere provata assolutamente, è comunque molto verosimile.[46] Altrove, il Freimaurer-Wiki afferma che un anonimo massone turco di alto grado ha scritto: "La sua affiliazione alla Loggia Macedonia Risorta a Salonicco è confermata solo da una fonte (sempre la stessa) in un'enciclopedia italiana (anche in Daniel Ligou) ma abbiamo purtroppo non ho trovato altre conferme."[47] In accordo con la pratica della riservatezza delle associazioni massoniche, tali informazioni spesso non possono essere verificate.[48]
In un libro intitolato Grey Wolf: Mustafa Kemal, Harold Courtenay Armstrong osserva che Atatürk ridicolizzava i rituali dei massoni.[49] Nel 1926, l'economista ebreo e massonico Mehmed Cavid Bey fu giustiziato per ordine di Atatürk.[50][51][52]
OnorificenzeModifica
Onorificenze turcheModifica
Cavaliere di I classe dell'Ordine di Medjidié | |
Cavaliere di II classe dell'Ordine di Osmanie | |
Cavaliere dell'Ordine di Murassa | |
Medaglia di Imtiaz in argento | |
Medaglia di Liyakat (2 volte) | |
Stella di Gallipoli | |
Medaglia dell'indipendenza turca | |
Onorificenze straniereModifica
Commendatore dell'Ordine di Sant'Alessandro (Bulgaria) | |
Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) | |
Cavaliere della Croce di Ferro (Prussia) | |
Cavaliere di I classe dell'Ordine della Corona di Prussia | |
Cavaliere di II classe dell'Ordine della Corona di Prussia | |
Cavaliere dell'Ordine di Aliyülala (Afghanistan) | |
Croce al merito militare di I classe | |
Medaglia d'oro al merito militare (Signum Laudis, Austria) | |
Galleria d'immaginiModifica
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Da sinistra a destra: Makbule (sorella di Mustafa), Zübeyde Hanım (madre) e Mustafa Kemal
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Ufficiali di reparto per il personale dell'esercito ottomano: Halil, Mustafa Kemal (Atatürk), e Lütfi Müfit (Özdeş), Beirut, 1906
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Atatürk con i suoi aiutanti come comandante del gruppo dell'esercito "Yıldırım" (1918)
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Atatürk e un bambino
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Atatürk a İzmit il 18 gennaio 1923
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Atatürk insieme al suo popolo (1928)
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Atatürk con il re dell'Afghanistan, Amānullāh Khān (1928)
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Atatürk osserva le truppe turche durante l'esercitazione militare il 28 maggio 1936
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Atatürk durante le grandi manovre di Tracia nell'agosto 1937
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Atatürk durante una visita ufficiale alla fabbrica di cotone Nazilli il 9 ottobre 1937
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Con una delle figlie adottive
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Anıtkabir, il mausoleo di Atatürk ad Ankara
NoteModifica
- ^ Il giorno e il mese di nascita sono oggetto di controversie. La Repubblica di Turchia comunque indica come data ufficiale il 19 maggio, ma probabilmente il mese di nascita fu marzo, visto che la madre affermava che era freddo quando Mustafa nacque; Atatürk preferiva dire di sé di essere nato nel maggio 1880.
- ^ RaiStoria.it - Atatürk, padre della Turchia moderna.
- ^ Méropi Anastassiadou e Méropi Anastassiadou-Dumont, Salonique, 1830-1912: une ville ottomane à l'âge des Réformes, BRILL, 1997, p. 71, ISBN 90-04-10798-3.
- ^ Cemal Çelebi Granda, Cemal Granda anlatıyor, Pal Medya ve Organizasyon, 2007, ISBN 978-9944-203-01-2.
- ^ Andrew Mango Atatürk: The Biography of the Founder of Modern Turkey, Overlook Press, 2002, ISBN 978-1-58567-334-6, p. 25., p.27ff. – "Feyzullah's family is said to have come from the country near Vodina (now Edhessa in western Greek Macedonia). The surname Sofuzade, meaning 'son of a pious man', suggests that the ancestors of Zübeyde and Ali Rıza had a similar background. Cemil Bozok, son of Salih Bozok, who was a distant cousin of Atatürk and, later, his ADC, claims to have been related to both Ali Rıza's and Zübeyde's families. This would mean that the families of Atatürk's parents were interrelated. Cemil Bozok also notes that his paternal grandfather, Safer Efendi, was of Albanian origin. This may have a bearing on the vexed question of Atatürk's ethnic origin. Atatürk's parents and relatives all used Turkish as their mother tongue. This suggests that some at least of their ancestors had originally come from Turkey, since local Muslims of Albanian and Slav origin who had no ethnic connection with Turkey spoke Albanian, Serbo-Croat or Bulgarian, at least so long as they remained in their native land.But in looks Atatürk resembled local Albanians and Slavs.[...] But there is no evidence that either Ali Riza or Zübeyde was descended from such Turkish nomads." page 28; "It is much more likely that Atatürk inherited his looks from his Balkan ancestors.[...] But Albanians and Slavs are likely to have figured among his ancestors."
- ^ Mango, Andrew, Atatürk: the biography of the founder of modern Turkey, (Overlook TP, 2002), p. 27.
- ^ a b Jackh, Ernest, The Rising Crescent, (Goemaere Press, 2007), p. 31, Turkish mother and Albanian father.
- ^ a b Isaac Frederick Marcosson, Turbulent Years, Ayer Publishing, 1969, p. 144..
- ^ Falih Rıfkı Atay, Çankaya: Atatürk'ün doğumundan ölümüne kadar, İstanbul: Betaş, 1984, p. 17. (TR)
- ^ Vamık D. Volkan & Norman Itzkowitz, Ölümsüz Atatürk (Immortal Atatürk), Bağlam Yayınları, 1998, ISBN 975-7696-97-8, p. 37, dipnote no. 6 (Atay, 1980, s. 17)
- ^ Cunbur, Müjgân. Türk dünyası edebiyatçıları ansiklopedisi, 2. cilt (2004), Atatürk Kültür Merkezi Başkanlığı: "Babası Ali Rıza Efendi (doğ. 1839), annesi Zübeyde Hanımdır, baba dedesi Hafız Ahmet Efendi, 14-15. yy.da Anadolu'dan göç ederek Makedonya'ya yerleşen Kocacık Yörüklerindendir."
- ^ Kartal, Numan. Atatürk ve Kocacık Türkleri (2002), T.C. Kültür Bakanlığı: "Aile Selânik'e Manastır ilinin Debrei Bâlâ sancağına bağlı Kocacık bucağından gelmişti. Ali Rıza Efendi'nin doğum yeri olan Kocacık bucağı halkı da Anadolu'dan gitme ve tamamıyla Türk, Müslüman Oğuzların Türkmen boylarındandırlar."
- ^ Dinamo, Hasan İzzettin. Kutsal İsyan: Millî Kurtuluş Savaşı'nın Gerçek Hikâyesi, 2. cilt (1986), Tekin Yayınevi.
- ^ Mustafa Kemal Atatürk – memorial museum in village Kodzadzik in Municipality Centar Zupa (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2014).
- ^ Şevket Süreyya Aydemir, Tek Adam: Mustafa Kemal, Birinci Cilt (1st vol.): 1881–1919, 14th ed., Remzi Kitabevi, 1997, ISBN 975-14-0212-3, p. 31. (TR)
- ^ Gershom Scholem, "Doenmeh", Encyclopaedia Judaica, 2nd ed.; Volume 5: Coh-Doz, Macmillan Reference USA, Thomson Gale, 2007, ISBN 0-02-865933-3, p. 732.
- ^ Arnold Blumberg, Great Leaders, Great Tyrants?: Contemporary Views of World Rulers who Made History, Greenwood Publishing Group, 1º gennaio 1995, p. 7, ISBN 978-0-313-28751-0.
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- ^ Whether, like most Macedonians, he had about him a touch of the hybrid —perhaps of the Slav or Albanian—can only be a matter for surmise. Atatürk: a biography of Mustafa Kemal, father of modern Turkey, Baron Patrick Balfour Kinross, Quill/Morrow, 1992, ISBN 0688112838, p. 8.
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- ^ (EN) Julian Baggini, Atheism, Sterling Publishing Company, Inc., 2009, ISBN 978-1-4027-6882-8. URL consultato il 20 aprile 2021.
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- ^ Carta d'identità del 1934
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- ^ Enis Dinç, Atatürk on Screen: Documentary Film and the Making of a Leader, 2020, p. 180.
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- ^ Atatürk in the Nazi Imagination — Stefan Ihrig | Harvard University Press, su hup.harvard.edu. URL consultato il 3 luglio 2022.
- ^ Non fu indifferente il fatto che l'Unione Sovietica sostenne, non solo a parole, la causa e le attività dei rivoluzionari turchi contro i greci nella guerra greco-turca del 1919-1922.
- ^ Grey Wolf: Mustafa Kemal – An intimate study of a dictator (fifth cheap edition, July 1935), p. 333. "He is a man born out of due season, an anachronism, a throw-back to the Tartars of the Steppes, a fierce elemental force of a man. Had he been born in the centuries when all Central Asia was on the move he would have ridden out with Sulyman Shah under the banner of the Grey Wolf, and with the heart and instincts of a Grey Wolf. With his military genius, and his ruthless determination unweakened by sentiments, loyalties or moralities, he might well have been a Tamerlane or a Jenghis Khan riding at the head of great hordes of wild horsemen, conquering countries, devouring and destroying cities, and filling in the intervals of peace between campaigns with wild and hideous orgies of wine and women."
- ^ “La legge sull'alcol? La fece un ubriaco” Gaffe di Erdogan su Ataturk.
- ^ Robert A. Minder, Freimaurer Politiker Lexikon, Edition zum rauhen Stein, pp. 229–231. ISBN 3-7065-1909-7
- ^ Atatürk, Kemal. In: Eugen Lennhoff, Oskar Posner: Internationales Freimaurerlexikon. 2006, ISBN 3-7766-2161-3, p. 92.
- ^ Andrew Mango, Atatürk., John Murray, 1999, p. 93 ISBN 0-7195-5612-0
- ^ Keine Freimaurer sind.
- ^ Berühmte Freimaurer.
- ^ Harold Courtenay Armstrong, Grey Wolf, Mustafa Kemal: An Intimate Study of a Dictator (fifth cheap edition, July 1935), p. 37. «He cared nothing for the international aims and troubles of Jews. He cared less for the Masonic Ritual and spoke of it with contempt. He was a Turk, proud of being a Turk, and only interested in saving Turkey from the incompetence and despotism of the Sultan and the grasping hands of the foreigners.» («Non gli importava nulla degli obiettivi e dei problemi internazionali degli ebrei. Gli importava meno del Rito massonico e ne parlava con disprezzo. Era un turco, orgoglioso di essere turco, e interessato solo a salvare la Turchia dall'incompetenza e dal dispotismo del sultano e dalle mani avide degli stranieri.»)
- ^ Harold Courtenay Armstrong, Grey Wolf, Mustafa Kemal: An Intimate Study of a Dictator, Routledge Revivals, 1932
- ^ Andrew Mango, Atatürk, John Murray, 1999, pp. 448—453
- ^ Javid (Cavid) Bey, Mehmed, su jewishvirtuallibrary.org. URL consultato il 13 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2021).
BibliografiaModifica
- Fabio L. Grassi, Atatürk. Il fondatore della Turchia Moderna, Roma, Casa Editrice Salerno, 2008.
- Emanuela Locci, Costruire una nazione. La Turchia di Mustafa Kemal Atatürk, Franco Angeli, 2020
- Klaus Kreiser,Ataturk. Il padre della Turchia moderna, Odoya, 2022
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
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Collegamenti esterniModifica
- (EN) http://www.ataturk.com
- (TR) Sito del CHP (Partito Popolare Repubblicano) fondato da Mustafa Kemal Atatürk, su chp.org.tr.
- (TR) http://www.biyografi.info/kisi/mustafa-kemal-ataturk
Controllo di autorità | VIAF (EN) 87758727 · ISNI (EN) 0000 0001 2282 6864 · BAV 495/27401 · LCCN (EN) n80044800 · GND (DE) 118650793 · BNE (ES) XX882889 (data) · BNF (FR) cb12055367s (data) · J9U (EN, HE) 987007258089805171 · NSK (HR) 000009268 · NDL (EN, JA) 00620292 · CONOR.SI (SL) 135056483 · WorldCat Identities (EN) lccn-n80044800 |
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