Nadwa (in arabo ﻧﺪﻮة?) significa letteralmente "consiglio", "raduno" ma indicava, nella Mecca preislamica, l'assemblearismo decisionale dei capi-clan della tribù araba dei Quraysh.

La nadwa era un organismo tipico delle società a modello produttivo e culturale tribale e sottolineava come ogni potere politico ed economico appartenesse ai capi dei lignaggi che, in base alla loro esperienza,[1] conoscevano le leggi consuetudinarie del gruppo e la necessità di ripartire tra tutti i suoi appartenenti gli onori e gli oneri, senza quel verticismo decisionale che caratterizza invece modelli societari diversi, a struttura monarchica.

Dirigere la Dār al-nadwa, dove si riuniva la nadwa, si celebravano i matrimoni[2] e dove aveva luogo la circoncisione per i piccoli (ʿadhr) e dove infine avveniva la consegna del Liwāʾ al momento di entrare in guerra,[3] in origine s'identificava nell'abitazione di Quṣayy) e significava per il detentore di quell'istituzione il riconoscimento d'una sorta di primazia morale a Mecca, quella perciò di un primus inter pares, che s'accompagnava, logicamente ma teoricamente, la Qiyāda e il Liwāʾ.

La Dār al-nadwa nella storia modifica

La Dār al-nadwa fu comprata dal califfo omayyade Muʿāwiya b. Abī Sufyān e fu usata dai califfi della dinastia come abitazione in occasione dell'adempimento del hajj. In epoca abbaside fu trascurata ma con al-Muʿtaḍid fu notevolmente abbellita con colonne e altre soluzioni architettoniche, finendo con l'essere inglobata nel complesso dell'al-Masjid al-Haram.

Note modifica

  1. ^ Che era messa in evidenza con l'età relativamente avanzata dei capi-clan. L'età sotto la quale non era lecito entrare a far parte della nadwa era infatti quella di 40 anni.
  2. ^ Avveniva nel medesimo posto la cerimonia del midraʿ, in cui veniva lacerata la camicia della ragazza che aveva avuto il suo primo mestruo, a indicare il passaggio della giovane a una diversa classe d'età e condizione sociale. Cfr. Caetani, 103.
  3. ^ L. Caetani, 103

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica