Naumachia Augusti

naumachia scomparsa della Roma antica

La naumachia di Augusto (in lingua latina naumachia Augusti)[1] era un'antica struttura a Roma, nella Regio XIV Transtiberim.

Naumachia Augusti
Pianta della Naumachia Augusti
CiviltàRomana
EpocaAugustea
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Comune Roma
Dimensioni
Superficiequasi 190,000 
Larghezza355 metri
Lunghezza533 metri
Mappa di localizzazione
Map

È conosciuta grazie soprattutto alle Res gestae divi Augusti.[2] Le prime rappresentazioni avvennero in occasione dell'inaugurazione del tempio di Marte Ultore a Roma.[3]

Struttura modifica

Augusto medesimo indica che il bacino misurava 1.800 per 1.200 piedi romani (circa 533 x 355 metri).

(LA)

«Navalis proeli spectaclum populo de[di tr]ans Tiberim, in quo loco nunc nemus est Caesarum, avato [s]olo in longitudinem mille et octingentos pedes ~ in latudine[m mille] e[t] ducenti. In quo triginta rostratae naves triremes a[ut birem]es ~ plures autem minores inter se conflixerunt. Q[uibu]s in classibus pugnaverunt praeter remiges millia ho[minum tr]ia circiter.»

(IT)

«Allestii per il popolo uno spettacolo di combattimento navale al di là del Tevere, nel luogo in cui ora c'è il bosco dei Cesari[4], scavato il terreno per una lunghezza di milleottocento piedi e per una larghezza di milleduecento; in esso vennero a conflitto trenta navi rostrate triremi o biremi, e, più numerose, di stazza minore; in questa flotta combatterono, a parte i rematori, circa tremila uomini.»

(LA)

«munera non in Foro modo, nec in amphitheatro, sed et in Circo et in Saeptis, et aliquando nihil praeter venationem edidit; athletas quoque exstructis in campo Martio sedilibus ligneis; item navale proelium circa Tiberim cavato solo, in quo nunc Caesarum nemus est.»

(IT)

«[...] diede spettacoli non solo nel foro e nell'anfiteatro, ma anche nel circo e nei Saepta e talvolta si trattava soltanto di battute di caccia (venationes); organizzò anche scontri fra atleti nel Campo Marzio, costruendo panche di legno; e una battaglia navale, per la quale fece scavare il terreno nei pressi del Tevere (Naumachia Augusti), dove ora si trova il bosco dei Cesari.»

 
Un esempio di Naumachia, da un dipinto di Ulpiano Checa (1894).

Plinio il Vecchio[5] afferma che al centro del bacino, molto probabilmente di forma rettangolare, si trovava un'isola collegata all'argine con un ponte.[6] Il bacino doveva avere una profondità di circa 1,5 m, quella minima per permettere alle navi di galleggiare, e pertanto una capacità di circa 200.000 m³: l'acquedotto dell'Aqua Alsietina, appositamente costruito da Augusto (nel 2 a.C.) per la sua alimentazione[7], poteva riempirlo in 15 giorni. Un canale navigabile permetteva l'accesso alle navi provenienti dal Tevere[8], oltrepassato da un ponte mobile (pons naumachiarius)[9].

Considerando le dimensioni del bacino e quelle d'una trireme (35 x 4,90 m circa), la trentina di vascelli utilizzati non dovevano avere molto margine di manovra sull'acqua. Inoltre, sapendo che l'effettivo d'una trireme romana era di circa 170 rematori e tra i 50 o 60 soldati imbarcati, un rapido calcolo permette di concludere che per raggiungere una cifra di 3.000 uomini, i vascelli della naumachia d'Augusto dovettero portare molti più combattenti d'una vera flotta. Lo spettacolo verteva dunque meno sulle evoluzioni dei vascelli che sulla presenza stessa nei grandi bacini artificiali e sui combattimenti corpo a corpo che si svolgevano.

Attorno alla naumachia Augusti vi era poi un bosco dedicato ai nipoti, Gaio e Lucio Cesare (nemus Caesarum),[10] e forse dei giardini.[11]

Storia modifica

Fatta costruire da Augusto, venne in seguito utilizzata da Nerone,[12] Tito,[13] Domiziano nel corso di una naumachia del 95,[14] ma poco dopo venne abbandonata ed al tempo di Alessandro Severo solo una parte rimaneva ancora.[15]

Posizione modifica

La naumachia insisteva in parte sull'area ove oggi si trovano la chiesa di San Cosimato e l'omonima piazza.

Note modifica

  1. ^ Anna Maria Liberati, s.v. Naumachia Augusti, in Eva Margareta Steinby (a cura di) Lexicon Topographicum Urbis Romae, III, Roma 1993, p.337
  2. ^ Res gestae divi Augusti, 23.
  3. ^ Velleio Patercolo, II.100; Svetonio, Augustus, 43; Tacito, Annales, XII, 56; Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, LXVI, 25.
  4. ^ Un bosco fatto piantare da Augusto in onore di Gaio e Lucio Cesari; Tacito, Annales, XIV, 5, 2.
  5. ^ Plinio, Naturalis historia, 16, 200.
  6. ^ Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, LXVI, 25.
  7. ^ Frontino De aquis urbis Romæ, 11, 1-2 : opus naumachiæ
  8. ^ Cassio Dione, 62,20.
  9. ^ Plinio, Naturalis historia, 16, 190, 200.
  10. ^ Tacito, Annales, XIV, 15; Svetonio, Augustus 43; Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, LXVI 25.1; CIL VI, 31566.
  11. ^ Svetonio, Tiberius, 72.
  12. ^ Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, LXII, 20; Svetonio, Nero, 12.
  13. ^ Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, LXVI, 25; Svetonio, Titus, 7.
  14. ^ Stazio, Silvae IV, 4.5.
  15. ^ Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, LV, 10.

Bibliografia modifica

Fonti antiche
Fonti moderne
  • F. Coarelli, Aedes Fortis Fortunae, Naumachia Augusti, Castra Ravennatium: la Via Campana Portuensis e alcuni edifici nella Pianta Marmorea Severiana, Ostraka 1, 1992, pp. 39-54.
  • (EN) K. M. Coleman, Launching into history: aquatic displays in the Early Empire, Journal of Roman Studies 83, 1993, pp. 48-74.
  • (FR) J.-Cl. Golvin, L'amphithéâtre romain. Essai sur la théorisation de sa forme et de ses fonctions, Paris, 1988, pp. 50-51, 59-61.
  • (FR) J.-Cl. Golvin, Ch. Landes, Amphithéâtres et gladiateurs, Paris, 1990, p. 96.
  • A. M. Liberati, s. v. Naumachia Augusti, in E. Steinby (éd.), Lexicon topographicum urbis Romae, III, 1996, p. 337.
  • (EN) L. Richardson, A New Topographical Dictionary of Ancient Rome, Baltimore-Londres, 1992, pp. 265-266, 292.
  • (EN) L. Haselberger (dir.), Mapping Augustan Rome, Journal of Roman Archaeology Supplementary Series 50, Portsmouth (Rhode Island), 2002, p. 179.
  • (EN) R. Taylor, Torrent or trickle ? The Aqua Alsietina, the Naumachia Augusti, and the Transtiberim, American Journal of Archaeology 101, 1997, pp. 465-492.

Altri progetti modifica