Nazionale di pallanuoto maschile dell'Italia
La nazionale di pallanuoto maschile dell'Italia è la squadra di pallanuoto che rappresenta l'Italia nelle competizioni internazionali; è posta sotto la giurisdizione della Federazione Italiana Nuoto. È una delle nazionali più titolate al mondo avendo vinto, in almeno un'occasione, i cinque titoli internazionali più importanti: Olimpiadi (1948, 1960, 1992), Mondiali (1978, 1994, 2011, 2019), Europei (1947, 1993, 1995), Coppa del Mondo (1993) e World League (2022).
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Uniformi di gara | |||
Sport | ![]() | ||
Federazione | FIN | ||
Confederazione | LEN, FINA | ||
Soprannome | Settebello | ||
Selezionatore | ![]() | ||
Record presenze | Carlo Silipo (482) | ||
Esordio internazionale | |||
Migliore vittoria | |||
Olimpiadi | |||
Partecipazioni | 21 (esordio: 1920) | ||
Miglior risultato | ![]() | ||
Mondiali | |||
Partecipazioni | 19 (esordio: 1973) | ||
Miglior risultato | ![]() | ||
Europei | |||
Partecipazioni | 30 (esordio: 1927) | ||
Miglior risultato | ![]() | ||
Coppa del Mondo | |||
Partecipazioni | 11 (esordio: 1979) | ||
Miglior risultato | ![]() | ||
World League | |||
Partecipazioni | 9 (esordio: 2003) | ||
Miglior risultato | ![]() |
È conosciuta con il celebre soprannome di Settebello, utilizzato per la prima volta nel 1948 alle Olimpiadi di Londra dal radiocronista Nicolò Carosio. All'epoca Settebello era il soprannome della squadra napoletana della Rari Nantes Napoli, poiché i giocatori di questa passavano il tempo durante le lunghe trasferte giocando a scopa. Alle Olimpiadi di Londra, durante un'intervista, Gildo Arena, Pasquale Buonocore ed Emilio Bulgarelli, giocatori della Rari Nantes Napoli, dissero a Nicolò Carosio «Noi siamo quelli del Settebello, alla radio ci chiami così»: da allora quello rimase il soprannome della nazionale di pallanuoto azzurra.[1][2][3]
StoriaModifica
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Anni 1920-1938: il disastroso debutto e le prime competizioni internazionaliModifica
La nazionale azzurra fa il suo esordio internazionale alle disastrose Olimpiadi di Anversa nel 1920. La rappresentativa azzurra convocata per la trasferta in Belgio, infatti, non è sicuramente all'altezza delle altre squadre del torneo. La prima partita, valida per gli ottavi di finale, viene disputata contro la Spagna. Al termine dei tempi regolamentari la partita è ancora sul risultato di 1-1. Nei tempi supplementari, però, i giocatori dell'Italia non vollero scendere in campo a causa dell'acqua ghiacciata, la cui temperatura era di 15°C. In acqua entrarono solamente Amilcare Beretta, Mario Boero e Ercole Boero, mentre il resto della squadra entrò solamente nel secondo tempo supplementare. La partita terminò con un ulteriore goal da parte degli spagnoli. Persa la prima partita, l'Italia prende parte al torneo per la medaglia di bronzo, dove viene travolta dalla Grecia per 5-1 e concludendo così l'avventura olimpica.[4] Quattro anni dopo, nel 1924, alle Olimpiadi di Parigi l'Italia viene nuovamente travolta. Nella capitale francese incassa sette goal dalla Nazionale svedese, venendo nuovamente eliminata agli ottavi. Fallimentare anche la prima esperienza agli Europei, nel 1927, dove la Nazionale azzurra si piazza al 12º posto. Dopo questa ennesima delusione, però, la Nazionale inizia un periodo di crescita, ottenendo prima il 9º posto agli Europei di Magdeburgo del 1934, e poi il 5º posto a quelli di Londra del 1938.
Anni 1947-1959: i primi titoli internazionaliModifica
1947-1948: il primo oro europeo e il primo titolo olimpicoModifica
Nel 1947 arriva il primo podio, dopo l'interruzione della seconda guerra mondiale, agli Europei di Monaco, quando l'Italia conquista l'oro, dominando il torneo e mantenendo per tutte e cinque le partite del torneo la propria imbattibilità. Nel 1948 il settebello (soprannome che la nazionale azzurra acquista proprio in quest'anno), detentrice del titolo europeo, prende parte alle Olimpiadi di Londra. Dopo aver passato il primo turno travolgendo l'Australia 9-0 e pareggiando con la Jugoslavia 4-4, accede al secondo turno dove vince di misura con l'Ungheria, campioni in carica da due edizioni. Nel girone del terzo turno, valido come semifinale, vince contro Francia (5-2) e Egitto (5-1). Nel girone finale si laurea per la prima volta campione olimpico, seguito da Ungheria e Paesi Bassi.
1950-1959: la caduta e il successivo riscattoModifica
Nel 1950 l'Italia campione d'Europa affronta gli Europei di Vienna a girone unico, dove si deve misurare con altre sei forze europee. Pur imponendosi nettamente su Francia e Svizzera, gli azzurri si devono arrendere alla superiorità dell'Olanda, imbattuta nel torneo, della Svezia e della Jugoslavia, dovendosi accontentare del quarto posto.
Nel 1952 l'Italia si riscatta alle Olimpiadi di Helsinki dove nel girone finale si guadagna la medaglia di bronzo, non riuscendo comunque ancora a contrastare la potenza di Ungheria e Jugoslavia. Un altro bronzo arriva agli Europei del 1954, giocati in casa a Torino. Il podio è il medesimo delle Olimpiadi: gli imbattibili Ungheresi e gli Jugoslavi si piazzano sui primi due gradini del podio. L'anno successivo gli azzurri fanno il loro esordio ai Giochi del Mediterraneo, vincendo subito l'oro davanti a Francia e Spagna. Nel 1956 un 4º posto alle Olimpiadi e nel 1958 4º posto agli Europei. Il decennio si conclude con l'argento ai Giochi del Mediterraneo del 1959.
Anni 1960-1980: dal secondo oro olimpico al primo titolo mondialeModifica
Anni 1960: il secondo oro olimpico e i podi sfioratiModifica
Nel 1960 il nuovo decennio si apre con uno dei più memorabili trionfi della squadra azzurra. Infatti rimane nella storia della pallanuoto italiana la vittoria dell'oro olimpico alle Olimpiadi di Roma.[5][6] Davanti al pubblico di casa la Nazionale passa imbattuta sia la prima che la seconda fase del torneo. Nel girone finale si trova contro le più forti squadre del Mondo. Sconfigge la temuta Jugoslavia e l'Unione Sovietica. L'ultima partita la gioca contro l'Ungheria. Questa finisce in pareggio (3-3), ma concede all'Italia la vittoria matematica del titolo. I giocatori al termine della partita si buttano festanti in acqua per lo storico risultato. Successivamente avvengono le premiazioni, dove l'Italia, capitanata da Salvatore Gionta, viene seguita da Unione Sovietica e Ungheria.
Per il resto degli anni sessanta la squadra sfiora soltanto il podio. Ai Giochi Olimpici si piazza al 4º posto sia nel 1964 che nel 1968, edizioni nelle quali tornano ad imporsi le superpotenze ungheresi e jugoslave, e l'Unione Sovietica che dopo l'argento di Roma nel 1960 continua a collezionare podi. Agli Europei 1962 la nazionale ottiene un 8º posto, che diventa 4° nell'edizione successiva. Le uniche soddisfazioni sono portate dai Giochi del Mediterraneo, dove gli azzurri conquistano il secondo oro nel 1963 e l'argento nel 1967.
Anni 1970: piazzamenti in successione e il primo titolo mondialeModifica
Nel 1970 l'Italia ottiene l'ennesimo 4º posto agli Europei, il secondo consecutivo. Davanti agli azzurri, sul podio, sempre Unione Sovietica, Ungheria e Jugoslavia. Nel 1971 vince per la seconda volta consecutiva l'argento ai Giochi del Mediterraneo.
Nel 1972, alle Olimpiadi di Monaco di Baviera, ottiene solamente un 6º posto, il terzo peggior risultato ai Giochi Olimpici della nazionale, dopo le disastrose avventure del 1920 e del 1924. Nel 1973 la Fédération Internationale de Natation organizza per la prima volta una rassegna mondiale dedicata agli sport acquatici, i Campionati mondiali di nuoto, all'interno dei quali trova spazio il primo Campionato mondiale di pallanuoto (FINA World Water Polo Championships). L'Italia prende parte a questa prima edizione, che ha come sede Belgrado, e non va oltre il 4º posto. Nel 1974 agli Europei di Vienna ottiene il 5º posto, arrivando dietro a Ungheria, Unione Sovietica, Jugoslavia e Paesi Bassi. Ai Mondiali del 1975 si piazza sul podio vincendo la medaglia di bronzo, approfittando dell'eliminazione della Jugoslavia nella fase preliminare della competizione, e nello stesso anno vince anche la terza medaglia d'oro ai Giochi del Mediterraneo del 1975.
Nel 1976 la Nazionale recupera la deludente prestazioni di quattro anni prima alle Olimpiadi, e questa volta ai Giochi di Montréal vince l'argento. Nel 1977 agli Europei di Jönköping, con Gianni De Magistris capocannoniere della rassegna[7], conquista il terzo posto del podio, riuscendo a mettersi alle spalle nel girone unico l'Unione Sovietica per un solo punto. Nel 1978 gli azzurri conquistano il loro primo, storico, oro iridato ai Mondiali di Berlino Ovest, imponendosi, anche questa volta con un solo punto di scarto, sulle eterne rivali europee.[8] Nel 1979 la FINA inaugura una nuova competizione denominata Coppa del Mondo dove l'Italia è ammessa insieme alle altre sette squadre arrivate ai quarti del Mondiale precedente. Ma la Nazionale azzurra non riesce a bissare il successo e si piazza al 6º posto. Nello stesso anno vince l'argento ai Giochi del Mediterraneo.
Anni 1980: l'argento mondiale e i bronzi europeiModifica
La nazionale ottiene, nel 1983, la medaglia di bronzo ai Giochi del Mediterraneo e alla Coppa del Mondo. Partecipa agli Europei del 1985, dove arriva al quarto posto, mentre l'anno dopo ottiene l'argento ai mondiali. Ai successivi Europei conquista il bronzo, mentre vince la quarta medaglia d'oro ai Giochi del Mediterraneo. La nazionale conferma il bronzo agli Europei del 1989.
Anni 1990: un decennio di medaglieModifica
1991-1995: un filotto d'oroModifica
Negli anni novanta il mito del Settebello raggiunge l'apice: la nazionale vince per la quinta volta la medaglia d'oro ai Giochi del Mediterraneo, la seconda consecutiva. La nazionale, allenata da Ratko Rudić, riesce a conquistare il Grande Slam iniziato con l'oro alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992.[9][10] Il cammino dell'Italia passa per tre vittorie (contro Paesi Bassi, Cuba e Grecia) e due pareggi (con Ungheria e Spagna) nel girone preliminare; in semifinale supera la Squadra Unificata per 9-8 e in finale ritrova i padroni di casa della Spagna, che batte 9-8 con gol decisivo al terzo supplementare di Ferdinando Gandolfi.
A questo successo fà seguito un "filotto" di vittorie: l'anno successivo il Settebello conquista la sua unica Coppa del Mondo, pochi mesi dopo arrivano l'oro agli europei di Sheffield e il sesto oro ai Giochi del Mediterraneo, il terzo consecutivo. Nel 1994 arrivano l'oro nel mondiale di casa a Roma[11] e l'anno dopo il terzo titolo europeo a Vienna 1995, bissando il successo di due anni prima.
1996-1999: il bronzo olimpico ed europeoModifica
Dopo il bronzo alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996 la nazionale ha qualche battuta d'arresto. La nazionale partecipa ai Giochi del Mediterraneo 1997, dove arriva incredibilmente al 4º posto, non conquistando così una medaglia per la prima volta dall'edizione del 1955. Agli europei del 1997, a Siviglia, è eliminata ai quarti dell'Ungheria, poi vincitrice della competizione, e ai mondiali di Perth 1998 non si qualifica per la fase a eliminazione diretta, restando tagliata fuori dalla lotta per il podio. Si riscatta in parte arrivando terza agli europei del 1999, disputatisi a Firenze, e conquistando l'argento alla Coppa del Mondo 1999.
Anni 2000: un continuo alternarsi di allenatoriModifica
Le Olimpiadi di Sydney segnano il capolinea della carriera di Rudić in azzurro: l'Italia esce ai quarti di finale con l'Ungheria e nel dopo gara si scatena una rissa in acqua a cui seguono pesanti dichiarazioni del tecnico nei confronti dell'arbitraggio.[12] La FINA infligge un anno di squalifica a Rudić[13], quattro giornate a Roberto Calcaterra, due al fratello Alessandro e una ad Attolico. La rissa costa l'esonero a Rudić.[14]
Viene così promosso allenatore il secondo di Rudić, Sandro Campagna, che l'anno successivo porta il Settebello al secondo posto agli europei e al quarto posto ai mondiali.
Nel 2002 la Federnuoto affida la guida della nazionale a Paolo De Crescenzo[15] che, nel 2003, dopo un deludente europeo chiuso in nona posizione, coglierà un inaspettato secondo posto ai mondiali di Barcellona.[16]
Dopo l'ottava piazza alle Olimpiadi di Atene De Crescenzo si dimette[17] e al suo posto arriva Pierluigi Formiconi[18], reduce da una lunga serie di successi alla guida della nazionale femminile culminata con l'oro olimpico. L'Italia ottiene l'argento ai Giochi del Mediterraneo, sconfitta in finale dalla Spagna.[19] Ai successivi mondiali di Montréal 2005 l'Italia esce ai quarti contro la Grecia e si ferma all'ottavo posto. Formiconi viene esonerato e il suo incarico viene affidato a Paolo Malara.[20]
Malara debutta nelle qualificazioni agli Europei 2006[21], nei quali l'Italia si piazza al quinto posto, dopo esser stata eliminata nei quarti dalla modesta Romania. Il Settebello arriva quinto anche l'anno successivo ai mondiali di Melbourne, mentre nelle Olimpiadi di Pechino 2008 non va oltre il nono posto, consolandosi con il titolo di capocannoniere conquistato da Alessandro Calcaterra.[22]
2008: l'inizio del Campagna-bis: il disastroso mondiale 2009Modifica
Nel 2008 la Federnuoto richiama alla guida della nazionale Sandro Campagna.[23] Dopo un quinto posto in World League, gli azzurri chiudono i Mondiali 2009 di Roma, con un disastroso 11º posto, peggior piazzamento dell'Italia ad un campionato mondiale; dopo la sconfitta ai Play-off contro la Serbia Alessandro Calcaterra, dopo 460 presenze, annuncia l'addio alla nazionale.[24]
Anni 2010: il terzo e il quarto titolo mondialeModifica
2010-2012: l'argento europeo, il terzo titolo mondiale e l'argento olimpicoModifica
Nel 2010 Campagna rivoluziona la nazionale convocando numerosi giovani.[25] Dopo aver fallito la qualificazione alle finali di World League, a luglio l'Italia si impone nel torneo amichevole otto nazioni e a settembre, agli Europei 2010 di Zagabria, torna sul podio continentale a nove anni di distanza, conquistando l'argento dopo aver perso in finale con i padroni di casa della Croazia, allenati da Ratko Rudić.[26] Nel 2011 il Settebello partecipa alle finali di World League a Firenze, dove coglie il suo secondo argento nella competizione, battuta in finale dalla Serbia per 9-8. Ad un mese di distanza, le due nazionali si incontrano nuovamente nella finale dei campionati del mondo a Shanghai, ma questa volta sono gli azzurri ad avere la meglio e diventano campioni del mondo per la terza volta, superando i serbi per 7-8 dopo i supplementari.[27][28] Il capitano Stefano Tempesti viene eletto miglior portiere e miglior giocatore del mondiale.[29][30]
Il 2012 si apre con gli Europei di Eindhoven: l'Italia, priva di Tempesti, infortunato[31], cede in semifinale alla Serbia e nella finale per il bronzo all'Ungheria, giungendo al quarto posto. A febbraio, battendo la Russia, il Settebello si qualifica in anticipo per le finali della World League.[32]
Il 18 aprile la formazione campione del mondo (Aicardi, D.Fiorentini, Gallo, Pérez, Deserti, Presciutti, Felugo, Figlioli, Figari, Giorgetti, Gitto, Pastorino e Tempesti) è stata premiata dal presidente del Consiglio Mario Monti con il prestigioso Collare d'Oro, mentre il CT Campagna è stato insignito della Palma d'Oro.[33]
A giugno, nella Super final di World League, l'Italia perde ai rigori in semifinale con la Spagna ma conquista il bronzo sconfiggendo gli Stati Uniti nella finale per il terzo posto.[34][35] A luglio l'Italia si porta a casa un bronzo nel torneo amichevole otto nazioni, per poi guadagnare la medaglia d'argento alle Olimpiadi di Londra 2012, dopo la finale persa per 8-6 contro la Croazia.[36]
2014-2019: il bronzo europeo ed olimpico e il quarto titolo mondialeModifica
L'Italia di Sandro Campagna conquista il bronzo agli Europei 2014[37] e alle Olimpiadi di Rio 2016.[38]
L'Italia vince la medaglia d'argento alla World League 2017, battuta solo dalla Serbia.[39] L'Italia di Sandro Campagna è di nuovo campione del mondo ai mondiali coreani del 2019.[40] Il Settebello vince l'oro – il quarto della storia – battendo la Spagna per 10-5 in una finale dominata. A Gwangju gli azzurri - che schieravano 3 reduci dell'oro del 2011 a Shanghai: Figlioli, Figari e Aicardi - sono riusciti a contenere il superattacco iberico (90 reti nel torneo, quaranta in più dell'Italia) e imposto le proprie capacità difensive. Il Settebello che raccoglie tutte queste medaglie è chiamato "Settebello dei record".[41]
Anni 2020: l'argento mondiale e il primo oro in World LeagueModifica
Il 3 luglio 2022 la nazionale ottiene la medaglia d'argento contro la Spagna ai Mondiali, dove perde in finale ai rigori (15-14), dopo un sudato (rimontatato da un 9-6) 9 a 9.[42] Pochi giorni dopo, il 27 luglio, vince per la prima volta la World League battendo gli USA.[43] La nazionale si piazza al quarto posto al termine degli Europei, sconfitta nella finalina dalla Spagna.[44]
Record individualiModifica
Numero di presenzeModifica
Presenze | |||
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1 | Carlo Silipo | [45] | 482 |
2 | Alessandro Calcaterra | [46] | 460 |
3 | Mario Fiorillo | [47] | 444 |
4 | Roberto Calcaterra | [47] | 431 |
5 | Francesco Attolico | [48] | 421 |
6 | Alberto Angelini | [49] | 416 |
7 | Amedeo Pomilio | [50] | 414 |
8 | Francesco Postiglione | 409 | |
9 | Alessandro Campagna | [47] | 408[51] |
Altri recordModifica
- Giocatore più giovane alle Olimpiadi: Luigi Mannelli (17 anni e 281 giorni)
- Giocatore più anziano alle Olimpiadi: Mario Majoni (38 anni e 63 giorni)
- Giocatore vincitore di più medaglie alle Olimpiadi: Francesco Attolico, Alessandro Bovo, Amedeo Pomilio, Carlo Silipo, Cesare Rubini, Ermenegildo Arena, Salvatore Gionta, Geminio Ognio (2)
- Giocatore con più partecipazioni alle Olimpiadi: Gianni De Magistris, Stefano Tempesti (5)
PalmarèsModifica
- Campionati mondiali: 4 (record)
- 1955, 1963, 1975, 1987, 1991, 1993
- World League: 1
- 2022
Commissari tecniciModifica
Periodo | ||
---|---|---|
Ercole Boero | [52] | 1924 |
Giuseppe Valle | [53][54] | 1947-1948 |
Mario Majoni | [55] | 1950-1956 |
Andrés Zólyomy | [56] | 1956-1964 |
Mario Majoni | [55] | 1964-1972 |
Gianni Lonzi | [57][58] | 1973-1982 |
Federico Dennerlein | [59] | 1983-1990 |
Ratko Rudić | [60] | 1991-2000 |
Alessandro Campagna | [61] | 2000-2002 |
Paolo De Crescenzo | [62] | 2003-2004 |
Pierluigi Formiconi | [63] | 2004-2005 |
Paolo Malara | [64] | 2005-2008 |
Alessandro Campagna | [51] | 2008- |
PartecipazioniModifica
Massime CompetizioniModifica
- 1927 12º
- 1934 9º
- 1938 5º
- 1947 Oro
- 1950 4º
- 1954 Bronzo
- 1958 4º
- 1962 8º
- 1966 4º
- 1970 4º
- 1974 5º
- 1977 Bronzo
- 1981 5º
- 1983 7º
- 1985 4º
- 1987 Bronzo
- 1989 Bronzo
- 1991 4º
- 1993 Oro
- 1995 Oro
- 1997 6º
- 1999 Bronzo
- 2001 Argento
- 2003 9º
- 2006 5º
- 2008 5º
- 2010 Argento
- 2012 4º
- 2014 Bronzo
- 2016 6º
- 2018 4º
- 2020 6º
- 2022 4º
AltreModifica
- 2002 Turno di qualificazione
- 2003 Argento
- 2004 4º
- 2005 2º Turno di qualificazione
- 2006 Turno di qualificazione
- 2007 Turno di qualificazione
- 2008 7º
- 2009 5º
- 2010 Turno di qualificazione
- 2011 Argento
- 2012 Bronzo
- 2013 Turno di qualificazione
- 2014 Turno di qualificazione
- 2015 7º
- 2016 4º
- 2017 Argento
- 2019 Turno di qualificazione
- 2021 4º
- 2022 Oro
Le roseModifica
Rosa attualeModifica
Lista dei convocati per i Mondiali a Budapest.[65]
N° | Nome | Ruolo | Data di nascita | Squadra |
---|---|---|---|---|
Edoardo Di Somma | D | 30 settembre 1996 | AN Brescia | |
Vincenzo Dolce | D | 11 maggio 1995 | AN Brescia | |
Francesco Di Fulvio | A | 15 agosto 1993 | Pro Recco | |
Nicholas Presciutti | D | 14 dicembre 1993 | Pro Recco | |
Marco Del Lungo | P | 1º marzo 1990 | Pro Recco | |
Giacomo Cannella | A | 12 febbraio 1997 | Pro Recco | |
Gonzalo Echenique | A | 27 aprile 1990 | Pro Recco | |
Luca Damonte | A | 3 aprile 1992 | Ferencváros | |
Lorenzo Bruni | CB | 8 aprile 1994 | Savona | |
Andrea Fondelli | D | 27 febbraio 1994 | Savona | |
Matteo Iocchi Gratta | A | 1º settembre 2002 | Savona | |
Gianmarco Nicosia | P | 12 febbraio 1998 | Savona | |
Luca Marziali | CB | 15 Aprile 1991 | Telimar Palermo |
NoteModifica
- ^ Perché il soprannome che identifica la nazionale italiana di pallanuoto è “Settebello”? [collegamento interrotto], su imieiperche.it. URL consultato il 5 febbraio 2012.
- ^ Roberto Perrone, Italia Settebellezze, in Corriere.it, 31 luglio 2011. URL consultato il 5 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2014).
- ^ Stefano Arcobelli, Settebello, appunti di storia, in Gazzetta.it, 31 luglio 2010. URL consultato il 5 febbraio 2012.
- ^ Viaggio nella storia. Il Settebello alle Olimpiadi - prima parte, su waterpoloitaly.com. URL consultato il 9 febbraio 2012.
- ^ Deborah Sartori, Olimpiadi, pallanuoto 1960: Settebello sorpresa d'oro, su SportFace, 25 aprile 2020. URL consultato il 23 ottobre 2022.
- ^ gioman56, Olimpiadi, pallanuoto 1960: l’inatteso trionfo del Settebello, su SportHistoria, 29 settembre 2019. URL consultato il 23 ottobre 2022.
- ^ (EN) LEN, European Water Polo Championships - Past and presents results, 2010 (versione digitale[collegamento interrotto])
- ^ gioman56, Mondiali, pallanuoto 1978: il trionfo del Settebello, su SportHistoria, 22 agosto 2022. URL consultato il 23 ottobre 2022.
- ^ Nicola Pucci, Olimpiadi, pallanuoto 1992: il capolavoro del Settebello di Rudić, su SportHistoria, 20 maggio 2017. URL consultato il 23 ottobre 2022.
- ^ Olimpiadi, pallanuoto 1992: Settebello, storia che si fa leggenda, su Le Nius, 21 aprile 2014. URL consultato il 22 ottobre 2022.
- ^ Roberto Vallalta, Mondiali, pallanuoto 1994: il Settebello e il trionfo nel mondiale romano, su Pagine di Sport, 22 giugno 2020. URL consultato il 23 ottobre 2022.
- ^ Andrea Galdi, E adesso traballa la panchina di Rudic, in Repubblica.it, 30 settembre 2000. URL consultato il 7 febbraio 2012.
- ^ Stangata su Ratko Rudic: un anno di squalifica, in Repubblica.it, 30 settembre 2000. URL consultato il 7 febbraio 2012.
- ^ La pallanuoto caccia Rudic, su web.archive.org, 20 novembre 2015. URL consultato il 23 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2015).
- ^ Pallanuoto: Paolo De Crescenzo nuovo CT della Nazionale, in Adnkronos.com, 17 dicembre 2002. URL consultato il 7 febbraio 2012.
- ^ Mondiali, pallanuoto 2003: Italia k.o., Ungheria mondiale, su www.gazzetta.it. URL consultato il 23 ottobre 2022.
- ^ De Crescenzo lascia la Nazionale, in Tuttonapoli.net, 1º ottobre 2004. URL consultato il 7 febbraio 2012.
- ^ Pallanuoto, Formiconi nuovo ct del Settebello, in Tuttonapoli.net, 29 ottobre 2004. URL consultato il 7 febbraio 2012.
- ^ Giochi del Mediterraneo, pallanuoto 2005: Settebello d'argento, su federnuoto.it.
- ^ Crisi pallanuoto saltano i due ct Formiconi e Pesci, in Repubblica.it, 11 ottobre 2005. URL consultato il 7 febbraio 2012.
- ^ Gianni Dulbecco, Qualificazioni Europei Maschili - L'Italia in vasca da domani ad Imperia, in Nuoto.it, 6 aprile 2006. URL consultato il 7 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2015).
- ^ Claudio Gregori, Ungheria, storico tris. L'Italia finisce nona, in Gazzetta.it, 24 agosto 2008. URL consultato l'8 febbraio 2012.
- ^ Settebello a Campagna - Barelli presenta il Ct, in Federnuoto.it, 17 novembre 2008. URL consultato il 7 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2011).
- ^ Franco Carrella, Il Settebello sbatte contro la Serbia - Calcaterra: addio Nazionale, in Gazzetta.it, 26 luglio 2009. URL consultato il 7 febbraio 2012.
- ^ Simone Pierotti, Pallanuoto: i convocati per Zagabria, in Pianeta-sport.net, 26 agosto 2010. URL consultato il 7 febbraio 2012.
- ^ Alberto Sigona, Europei, pallanuoto 2010: 7Bello d'argento, su Calciomagazine, 13 settembre 2010. URL consultato il 23 ottobre 2022.
- ^ Mondiali, pallanuoto 2011: Settebello tutto d'oro. Sconfitta la Serbia 8-7, su la Repubblica, 30 luglio 2011. URL consultato il 22 ottobre 2022.
- ^ Mondiali, pallanuoto 2011: risorge il mito del Settebello, su lastampa.it, 31 luglio 2011. URL consultato il 23 ottobre 2022.
- ^ Stefano Arcobelli, Settebello d'oro - Serbia affondata, in Gazzetta.it, 30 luglio 2011. URL consultato il 7 febbraio 2012.
- ^ Settebello, Campagna: "Vittoria dedicata a Napolitano", in Datasport.it, 1º agosto 2011. URL consultato il 7 febbraio 2012.
- ^ Europei di Eindhoven Lunedì Ungheria-Italia, in Federnuoto.it, 15 gennaio 2011. URL consultato l'8 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2012).
- ^ Settebello corsaro in Russia, in Sabatoepallanuoto.it, 23 febbraio 2012. URL consultato il 18 aprile 2012.
- ^ Collari d'Oro e Diplomi - Premiati gli Azzurri, in Federnuoto.it, 18 aprile 2012. URL consultato il 18 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2012).
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Collegamenti esterniModifica
- Sito federale, su federnuoto.it.
Portali sulla pallanuoto italiana:
- Waterpoloweb.com. URL consultato il 31 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2011).
- Waterpolodevelopmentworld.com.