Nazir di Agra

poeta indiano

Nazir di Agra, oppure Nazir di Akbarabad (in urdu: نظیر اکبر آبادی), pseudonimo di Wali Muhammad (Delhi, 1740Agra, 1830), è stato un poeta indiano, di lingua urdu, uno dei più significativi e personali della letteratura urdu[1].

Nazir di Agra

Biografia modifica

 
L'ultima parte del nazm Rakhi, scritto da Nazar (prima del 1830)

Nazir di Agra nacque nel 1740 a Delhi,[2] che abbandonò, insieme a sua madre e sua nonna, per trasferirsi ad Akbarabad nel 1758.[3]

Suo padre era Mohammad Farooq e sua madre era la figlia di Nawab Sultan Khan, il governatore del Forte rosso di Agra.[2][3]

Durante la sua carriera letteraria furono pubblicati seicento dei suoi ghazal, anche se è più conosciuto ed apprezzato per i suoi nazm, deve la sua popolarità a loro ed è considerato il "padre dei nazm".[2][3] Sono circa seimila i versi di Nazir sopravvissuti conservati e pubblicati attualmente.[3]

Nonostante fosse un poeta versatile, non fu mai legato a nessuna corte reale.[2]

Si tenne lontano dai maggiori centri della poesia urdu, dagli scrittori aristocratici e accademici, invece visse in mezzo alla gente comune, in mezzo agli umili e probabilmente per questo motivo il suo genio non è stato riconosciuto durante la sua vita,[2]ma espresse dei versi sinceri, immediati, talvolta rudi, crudi, intrisi di un caldo senso di umanità e di acuti elementi meditativi.[1]

Anche se Nazir non si può considerare un rivoluzionario da un punto di vista sociale, dimostrò di tenere in grande considerazione i valori dell'uguaglianza, delle sofferenze dei poveri, delle ingiustizie.[1]

Questi argomenti risultarono il comune denominatore di molti poemetti di Nazir, e soprattutto ne Il canto dell'uomo (Âdmînâma), nel quale viene descritta la società contemporanea, dal pubblico delle fiere e delle feste popolari, alle meretrici compassionate nella loro condizione morale, agli omosessuali, ai fumatori di hashish.[1]

Un altro tema fondamentale nelle opere di Nazir fu la tristezza per la caducità della vita umana, presente nei poemetti Il poema del commerciante di cereali (Bangiâra-nâma) e ne Il poema del cigno (Hans-nâma), dove sono evidenziate l'inevitabilità della morte e la precarietà delle ricchezze terrestri.[1]

Scrisse nazms riguardanti feste religiose e sociali, come Diwali, Holi, Eid, Shab-e-baraat, sui frutti, sugli animali e uccelli, sulle stagioni, sulle bellezze della natura, sui diversi aspetti della vita umana, come la povertà, le malattie e persino su oggetti inanimati, come la farina, le lenticchie, il cetriolo.[3]

Venne acclamato in seguito, grazie alla rivalutazione della critica letteraria,[1] come il poeta del popolo, a differenza di Mirza Ghalib che ha scritto su e per l'élite,[4] Nazir Akbarabadi ha scritto di eventi e personaggi ordinari, della difficile situazione della gente comune nel loro linguaggio quotidiano,[3] versi che hanno toccato il cuore sia dei musulmani sia degli indù.[4]

Il suo tesoro poetico è ancora disponibile e le sue poesie, come Cronaca di un nomade (Banjaranâma), Cronaca dell'uomo (Aadmi-nâma), sono tra le più lette a scuola e dagli ammiratori della poesia urdu.[2]

Nazir di Agra morì nel 1830 ad Agra.[2]

Opere modifica

  • Il canto dell'uomo (Âdmînâma);
  • Cronaca di un nomade (Banjaranâma);
  • Cronaca dell'uomo (Aadmi-nâma);
  • Il poema del commerciante di cereali (Bangiâra-nâma);
  • Il poema del cigno (Hans-nâma).

Traduzioni in italiano modifica

  • Versi, a cura di D. Breda e G. Scarcia, numero monografico di "In forma di parole", Bologna, 2006.

Note modifica

  1. ^ a b c d e f Nazir Akbarabad, in le muse, VIII, Novara, De Agostini, 1967, pp. 232-233.
  2. ^ a b c d e f g (EN) Nazeer Akbarabadi, su rekhta.org. URL consultato il 31 marzo 2019.
  3. ^ a b c d e f (EN) Biography of Nazeer Akbarabadi, su poemhunter.com. URL consultato il 31 marzo 2019.
  4. ^ a b (EN) Agra remembers Nazeer Akbarabadi, su sabrangindia.in. URL consultato il 31 marzo 2019.

Bibliografia modifica

  • A. Bausani, Le letterature del Pakistan. La letteratura Afgana, Firenze-Milano, Sansoni-Accademia, 1968.
  • D. Bredi, Storia della cultura indo-musulmana, Roma, Carocci, 2006.
  • (EN) Amresh Datta, The Encyclopaedia of Indian Literature, Sahitya Akademi, 1987.
  • (UR) Amīr Ḥasan Nūrānī e Naz̤īr Akbarābādī, Nazir Akbarabadi, halat-i zindagi aur intikhab-kalam, Lucknow, Ram Kumar Book Depot, 1957.
  • A. Pagliaro e A. Bausani, Letteratura persiana, Firenze-Milano, Sansoni-Accademia, 1968.
  • (EN) Frances W. Pritchett, Nets of Awareness: Urdu Poetry and its Critics, University of California Press., 1994.

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