I nippo-brasiliani (in portoghese: nipo-brasileiros; in giapponese: 日系ブラジル人?, nikkei burajiru-jin) sono cittadini brasiliani di origine giapponese.

Nippo-brasiliani
Una sacerdotessa nippo-brasiliana durante un festival religioso a Curitiba
 
Luogo d'origineBandiera del Giappone Giappone
Popolazione~2.000.000[1][2][3]
Linguaportoghese, giapponese
Religionecattolicesimo[4], buddhismo[5], shintoismo[6]
Gruppi correlatibrasiliani, giapponesi, brasiliani in Giappone

I primi immigrati giapponesi arrivarono in Brasile nel 1908. Il Brasile ospita la più grande popolazione giapponese al di fuori del Giappone. Secondo stime recenti, la popolazione brasiliana di origine giapponese ammonta oggi a 2 milioni di persone.[1][3]

I nippo-brasiliani sono concentrati soprattutto negli stati di San Paolo e Paraná.[7] La maggior parte di loro appartiene alla terza generazione in Brasile[8] Nel 2005, è nato Enzo Yuta Nakamura Onishi, il primo rappresentante della sesta generazione di discendenti di giapponesi in Brasile.[9]

Storia modifica

Tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, il caffè era il principale prodotto di esportazione del Brasile. Inizialmente, i grandi proprietari di terra brasiliani usavano il lavoro degli schiavi africani nelle piantagioni di caffè, ma nel 1850, la tratta degli schiavi fu abolita in Brasile. Per risolvere la carenza di manodopera, l'élite brasiliana decise di attrarre immigrati europei a lavorare nelle piantagioni di caffè. Ciò era anche in linea con la spinta del governo a "imbiancare" il paese con immigrati europei.[10]

Il governo brasiliano e i proprietari di terra pagavano il passaggio degli immigrati europei. Il piano incoraggiò milioni di europei, la maggior parte di loro italiani, a immigrare in Brasile. Tuttavia, una volta in Brasile, gli immigrati lavoravano in condizioni sfavorevoli, inclusi lunghi orari di lavoro e frequenti maltrattamenti da parte dei loro capi. Per questo motivo, nel 1902, l'Italia emanò il Decreto Prinetti, vietando l'emigrazione sussidiata diretta specialmente in Brasile.[11]

In Giappone, la fine dello Shogunato Tokugawa lasciò il posto a un intenso progetto di modernizzazione e apertura durante il Periodo Meiji. Nonostante la riforma agraria, la meccanizzazione dell'agricoltura disoccupò migliaia di contadini. Migliaia di altri piccoli contadini si indebitarono o persero la terra perché non potevano permettersi le tasse elevate, che nel Periodo Meiji iniziarono a essere raccolte in contanti, mentre prima erano raccolte in natura (parte della produzione agricola). I contadini senza terra andarono nelle principali città, che si saturavano. Le opportunità di lavoro diventarono sempre più rare, formando una massa di lavoratori miserabili.[12][13]

Nel 1907, i governi brasiliano e giapponese firmarono un trattato che consentiva l'immigrazione di giapponesi in Brasile. Ciò è dovuto in parte alla diminuzione dell'immigrazione italiana in Brasile e ad una nuova carenza di manodopera nelle piantagioni di caffè. I primi immigrati giapponesi (790 persone, principalmente agricoltori) arrivarono in Brasile nel 1908 sul Kasato Maru.[13] Tra il 1908 e il 1950, oltre 200.000 giapponesi immigrarono in Brasile, molti dei quali andarono nello stato di San Paolo, dove si trovavano la maggior parte delle piantagioni di caffè.

Popolazione nippo-brasiliana per generazioni (1987)[8]
Generazioni Denominazioni Proporzioni
(%)
Meticci
(%)
Giapponese Italiano
Isseis Immigrati 12,51% 0%
Nisseis Figli 30,85% 6%
Sanseis Nipoti 41,33% 42%
Yonseis Pronipoti 12,95% 61%
Immigrazione giapponese in Brasile per periodo, 1906–1993[14][15]
Anni Immigrati
1906–1910 1.714
1911–1915 13.371
1916–1920 13.576
1921–1925 11.350
1926–1930 59.564
1931–1935 72.661
1936–1941 16.750
1952–1955 7.715
1956–1960 29.727
1961–1965 9.488
1966–1970 2.753
1971–1975 1.992
1976–1980 1.352
1981–1985 411
1986–1990 171
1991–1993 48
Totale 242.643

Galleria di brasiliani di origine giapponese modifica

Note modifica

  1. ^ a b Japan-Brazil Relations, su mofa.go.jp, Ministry of Foreign Affairs of Japan (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2021).
  2. ^ (PT) Luciana Nunes Leal, Censo 2010: população asiática no Brasil cresceu 177% em dez anos, in O Estado de São Paulo, 22 luglio 2011. URL consultato il 10 febbraio 2019.
  3. ^ a b ブラジル連邦共和国(Federative Republic of Brazil)基礎データ|外務省, in 外務省 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2021).
  4. ^ (PT) Márcia Junges, A umbanda no Japão e a busca pela ressignificação da vida dos nipo-brasileiros, in Revista do Instituto Humanitas Unisinos, n. 424, 24 giugno 2013. URL consultato il 10 febbraio 2019.
  5. ^ (PT) Rodrigo Cardoso, A crise do budismo no Brasil, in Istoé, n. 2182, 2 settembre 2011. URL consultato il 10 febbraio 2019.
  6. ^ (EN) Brazil, su state.gov, Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America. URL consultato il 10 febbraio 2019.
  7. ^ (PT) 100 anos de imigração japonesa no Brasil (PDF).
  8. ^ a b Enciclopédia das Línguas no Brasil - Japonês.
  9. ^ Menino inicia 6ª geração de descendentes japoneses, su www1.folha.uol.com.br.
  10. ^ Sales Augusto dos Santos e Laurence Hallewell, Historical Roots of the "Whitening" of Brazil, in Latin American Perspectives, vol. 29, n. 1, 4 maggio 2018, pp. 61–82, JSTOR 3185072.
  11. ^ Revista de Saúde Pública - The role of international migration on the evolution of the Brazilian population (1872 to 1972).
  12. ^ Japoneses no Brasil: os diferentes processos migratórios em São Paulo e Amazonas(1908 – 1936) (PDF).
  13. ^ a b Japanese Immigration in Brazil.
  14. ^ IBGE – Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística. URL consultato il 4 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 1996).
  15. ^ 日系移民データ – 在日ブラジル商業会議所 – CCBJ (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2012)., which cites: "1941年までの数字は外務省領事移住部 『我が国民の海外発展-移住百年のあゆみ(資料集)』【東京、1971年】p140参照。 1952年から1993年の数字は国際協力事業団『海外移住統計(昭和27年度~平成5年度)』【東京、1994年】p28,29参照。"

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