Noceto

comune italiano
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Noceto (Nozèjj in dialetto parmigiano[4]) è un comune italiano di 13 263 abitanti della provincia di Parma in Emilia-Romagna.

Noceto
comune
Noceto – Stemma
Noceto – Bandiera
Noceto – Veduta
Noceto – Veduta
Rocca dei Sanvitale
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Parma
Amministrazione
SindacoFabio Fecci (centro, lista civica Liberi e uniti) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019)
Territorio
Coordinate44°49′N 10°11′E / 44.816667°N 10.183333°E44.816667; 10.183333 (Noceto)
Altitudine74 m s.l.m.
Superficie79,17 km²
Abitanti13 263[1] (31-5-2023)
Densità167,53 ab./km²
FrazioniBorghetto, Cella, Costamezzana, Ponte Taro, Sanguinaro, Ghiaie inferiori, di mezzo e superiori, La Rampa.
Comuni confinantiCollecchio, Fidenza, Fontanellato, Fontevivo, Medesano, Parma
Altre informazioni
Cod. postale43015
Prefisso0521
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT034025
Cod. catastaleF914
TargaPR
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 638 GG[3]
Nome abitantinocetani
Patronosan Martino
Giorno festivo11 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Noceto
Noceto
Noceto – Mappa
Noceto – Mappa
Posizione del comune di Noceto nella provincia di Parma
Sito istituzionale

Storia modifica

Preistoria modifica

Il territorio di Noceto fu abitato già in epoca preistorica quando il ritiro delle acque permise i primi insediamenti, tuttavia la principale civiltà fu quella delle terramare che costruì villaggi organizzati. Durante questo periodo le popolazioni si affidarono al fiume Taro come importante corridoio fra l'Emilia ed il Tirreno successivamente, durante l'Età del ferro il passaggio fu utilizzato dai Liguri per insediarsi nelle foreste dell'Appennino.

Epoca romana e Medioevo modifica

L'area fu occupata dai romani presumibilmente nello stesso periodo dell'occupazione di Parma nel 183 a.C. mentre la prima testimonianza di Noceto come comunità si ha nell'835 quando la regina Cunegonda moglie del re longobardo Bernardo donò i beni del paese alle Monache benedettine del monastero di Sant'Alessandro questo fino al 1077 quando Noceto diventò possedimento degli Este che ebbero l'arduo compito di difendere il paese dalla crescente espansione della famiglia Pallavicino e fu durante questo periodo che Noceto si trasformò in una città fortificata. Negli anni successivi si susseguirono lotte per il dominio del paese fino al 1266 quando il paese fu attaccato pesantemente dai Guelfi.

Età moderna modifica

Nel 1345 Noceto passò in mano ai Sanvitale fino al 1416 quando vi fu un continuo susseguirsi di signorie governanti, solo la famiglia Rossi, nel 1447, riuscì a strappare il predominio di Noceto ai Pallavicino. Nel 1481 i Rossi rafforzarono la rocca per poter resistere ad un'imminente invasione degli Sforza chiamati in aiuto dai Sanvitale, questi assediarono Noceto il 26 aprile dell'anno successivo costringendo alla resa Pier Maria II de' Rossi che, dopo una strenua resistenza, rimase senza alleati e fu così costretto a cedere nuovamente il paese ai Sanvitale. Con la creazione del Ducato di Parma e Piacenza nel 1545 Paolo III affidò le terre del parmense a suo figlio Pier Luigi che tuttavia vide i propri domini minacciati dai Gonzaga, solo grazie ad un nuovo intervento del papa che strinse un accordo con il re di Francia si pose fine alle battaglie e alle conseguenze che portarono nelle terre parmensi. Nel 1574 Ottavio Farnese affidò a Luigi Sanvitale i territori di Noceto e Fontanellato confermando ancora il dominio della famiglia Sanvitale. Nella primavera del 1611 fu arrestato Alfonso Sanvitale, conte di Fontanellato e Onofrio Martani, quest'ultimo sotto tortura rivelò una possibile congiura ai danni del duca di Parma Ranuccio Farnese, l'anno successivo furono arrestati membri della famiglia di Alfonso e condannati a morte e i territori del parmense, compreso Noceto, vennero quindi ceduti in parte ai marchesi Dalla Rosa e in parte rimase ai Sanvitale. Con il passaggio del ducato di Parma in mano ai Borbone in seguito alla morte senza eredi di Antonio Farnese il territorio vide un periodo di prosperità, si costruirono le prime reti di canali e il paese perse lentamente la sua funzione di fortezza militare e, in un'atmosfera tipica dell'età moderna e non più medievale, nel 1795 nacque il comune di Noceto.

Il periodo napoleonico e l'Unità modifica

Con l'occupazione francese il ducato venne affidato dapprima a Moreau de Saint Mery che lo rimodellò secondo le leggi francesi e successivamente, una volta annesso alla Francia come dipartimento da Jean-Jacques Régis de Cambacérès come duca di Parma nominato da Napoleone. Il ducato verrà ripristinato in seguito al Congresso di Vienna e ceduto alla moglie di Napoleone Maria Luigia che governò il ducato fino al ritorno degli ultimi Borbone e dell'annessione alle Province Unite del Centro Italia sotto il comando di Luigi Carlo Farini e della successiva annessione al Regno di Sardegna tramite plebiscito nel 1860. Con l'annessione al neonato Regno d'Italia fu ripristinato il consiglio comunale e la nomina a sindaco.[5]

Simboli modifica

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 27 giugno 1962.[6]

«Tagliato: il primo d'azzurro alla torre di rosso, merlata di quattro alla guelfa, finestrata del campo; sulla partizione una sbarra d'oro; il 2° d'argento, all'albero di noce addestrato da un monte all'italiana di verde, fondato su campagna dello stesso. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il noce è un'arma parlante e insieme al monte rappresenta l'ambiente boschivo in cui sorge il comune. La torre è quella dell'antico castello.

Il gonfalone è un drappo tagliato di bianco e di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Architetture religiose modifica

Chiesa di San Martino modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Martino (Noceto).
 
Chiesa di San Martino

Ai margini del centro storico si erge la neoclassica chiesa di San Martino, edificata tra il 1692 e il 1754 sul luogo dell'originaria pieve risalente all'XI o XII secolo; modificata nel 1875 con l'elevazione della nuova facciata e tra il 1885 e il 1890 con la costruzione delle due navate laterali affiancate da cinque cappelle per parte, fu ornata internamente nel 1905 una prima volta e nuovamente decorata dopo il 1950 dai fratelli Furlotti; la vetrata raffigurante "San Martino" è opera del pittore Giuseppe Moroni. Il luogo di culto conserva alcune opere di pregio, tra cui la pala d'altare raffigurante San Martino a cavallo, dipinta da Francesco Scaramuzza nel 1832.[7]

Chiesa dei Santi Simone e Giuda modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa dei Santi Simone e Giuda (Noceto).
 
Chiesa dei Santi Simone e Giuda

Nella frazione di Sanguinaro, posta lungo la via Emilia, sorge l'antica chiesa dei Santi Simone e Giuda, innalzata nell'XI secolo, ma modificata dai cavalieri Ospitalieri nel XV secolo e nuovamente nel 1578; abbandonata dai melitensi nel 1798, fu alienata a privati nel 1864 e ristrutturata tra il 1910 e il 1915, con la costruzione della nuova facciata con portico e della canonica annessa; dell'edificio originario si conservano intatte la zona absidale, decorata internamente con affreschi tardogotici, e la cripta, suddivisa in tre navate sviluppate su cinque campate oltre al transetto e ai tre absidi.[8]

Chiesa di San Pietro Apostolo modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Pietro Apostolo (Noceto).
 
Chiesa di San Pietro Apostolo

Edificata tra il 1909 e il 1917 per sostituire l'ormai inadeguata cappella medievale posta all'interno del castello, la chiesa di Costamezzana fu arricchita nel 1930 con la facciata neobizantina progettata dall'architetto Camillo Uccelli; l'edificio, preceduto da un'imponente scalinata in pietra, è decorato all'interno con affreschi realizzati nel 1954 dal pittore Piero Furlotti, raffiguranti il Battesimo di Cristo, l'Ultima Cena e il Martirio di Sant'Agata.[9][10]

Chiesa di Santa Maria Assunta modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Santa Maria Assunta (Noceto).
 
Chiesa di Santa Maria Assunta

Menzionata per la prima volta nel 1196, la pieve romanica di Cella fu completamente ricostruita in stile barocco tra il 1630 e il 1650 circa; decorata intorno alla metà del XVIII secolo, fu restaurata tra il 1990 e il 2000; al suo interno l'aula, sviluppata su una pianta pianta centrale ellittica, è coperta da un'elaborata cupola affrescata a motivi geometrici; sul fondo del presbiterio l'ancona tardo-seicentesca sull'altare maggiore, riccamente decorata con putti e cariatidi, accoglie una statua lignea settecentesca raffigurante l'Immacolata Concezione.[11][12]

Chiesa di San Pietro in Vincoli modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Pietro in Vincoli (Noceto).
 
Chiesa di San Pietro in Vincoli

Edificata in epoca medievale probabilmente dai frati cistercensi dell'abbazia di Chaise-Dieu, la chiesa romanica di Borghetto fu menzionata per la prima volta nel 1230; aggregata nel 1601 alla diocesi di Borgo San Donnino, fu completamente ricostruita in stile barocco nella prima metà del XVIII secolo; al suo interno sono conservate varie opere seicentesche e settecentesche.[13][14]

Architetture militari modifica

Rocca dei Sanvitale modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Rocca dei Sanvitale (Noceto).
 
Rocca dei Sanvitale
 
Ingresso della rocca dei Sanvitale

Nella centralissima piazza Garibaldi si erge la Rocca dei Sanvitale, piccola fortezza innalzata probabilmente all'inizio del XIII secolo dalla famiglia Pallavicino; entrata nel 1345 in possesso dei Sanvitale, fu abbattuta e ricostruita più volte, fino al 1447, quando fu conquistata da Pier Maria II de' Rossi, che nel 1481 la fece fortificare conferendole la veste attuale in vista della guerra dei Rossi, durante la quale il castello fu danneggiato da colpi di bombarda; rientrata nelle mani dei Sanvitale, la fortezza fu confiscata nel 1805 e alienata a privati; nel 1938 fu acquistata dal Comune di Noceto, che dopo vari utilizzi la ristrutturò nel 1998, per trasformarla nel 2005 nel "Castello della Musica", sede del museo della Liuteria e del museo del Disco; all'interno delle mura della rocca è presente inoltre un giardino pensile.[15]

Castello di Castelguelfo modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Castelguelfo.
 
Castello di Castelguelfo
 
Rivellino d'ingresso del castello di Castelguelfo

Nell'abitato di Castelguelfo, lungo la via Emilia, sorge inoltre il notevole castello omonimo, costruito prima del XIII secolo; la fortezza appartenne a partire dal 1212 ai Fieschi, ma fu conquistata nel 1312 dai Rossi e l'anno seguente da Giberto III da Correggio, che la fecero abbattere; espugnata nel 1397 da Gian Galeazzo Visconti, fu affidata ai Pallavicino, che la ricostruirono; assoggettata da Ottobuono de' Terzi, passò poi a Alberto Scotti, a Niccolò III d'Este, ai Sanvitale per ritornare nuovamente a Rolando il Magnifico; nel secolo seguente fu incamerata dal Comune di Parma, indi pervenne ai duchi Farnese, che, trasformatala in residenza nobiliare, la assegnarono infine agli Scotti di Vigoleno; il maniero passò di mano molte altre volte e nel 1916 fu completamente ristrutturato dall'armatore Fasce, che apportò varie modifiche; oggi il grande castello e tutti gli edifici annessi appartengono alla famiglia Rovagnati.[16]

Castello di Costamezzana modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Costamezzana.
 
Lato est del castello di Costamezzana
 
Mastio del castello di Costamezzana

A sud del piccolo centro di Costamezzana, si erge l'omonimo castello, edificato probabilmente nell'XI secolo dalla nobile famiglia dei Tavernieri; assegnato nel 1249 ai Pallavicino, fu successivamente espugnato prima dai Da Cornazzano e poi dai guelfi parmigiani; riconquistato nel 1374 dai Pallavicino, fu completamente ricostruito entro il 1395; nel 1403 il possente edificio fu distrutto dai Rossi, ma rimase, salvo una parentesi di alcuni anni, nelle mani dei Pallavicino fino al 1600, quando fu ceduto al Comune di Parma; il feudo, elevato a marchesato nel 1706, fu assegnato dal duca Francesco Farnese a Benedetto Mischi, i cui eredi lo alienarono alla fine del XIX secolo alla famiglia Barbieri; della maestosa fortezza tardo-medievale oggi rimangono soltanto l'alto mastio, alcuni edifici tra cui l'antica chiesa medievale di San Pietro Apostolo, una torre rotonda e alcune mura a sostegno del terrapieno.[17]

Architetture civili modifica

Villa La Vigna modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Villa La Vigna.
 
Villa La Vigna

Edificata nei primi anni del XVIII secolo per volere del conte Alessandro III Sanvitale, la villa neoclassica, circondata da una vasta tenuta, fu ampliata nella seconda metà del secolo con l'aggiunta di due ali simmetriche, progettate dell'architetto Ennemond Alexandre Petitot; alienata successivamente a privati, fu acquistata intorno al 1980 dalla famiglia Adami, che la ristrutturò completamente. L'ampia struttura, dominata da un'altana sormontata da frontone, accoglie al suo interno un piccolo oratorio dedicato a sant'Eustachio, consacrato solennemente nel 1730; il luogo di culto, caratterizzato dalla presenza di un monumentale matroneo, conserva un pregiato messale del 1740.[18][19]

Villa Borsi modifica

Edificata nel XVII secolo in stile barocco, la villa, nota anche come "La Commenda", appartenne probabilmente al Sovrano militare ordine di Malta; alienata a metà ottocento dalla nobile famiglia Borsi, nel XX secolo fu decorata internamente da Amedeo Bocchi, che dipinse in una sala alcuni paesaggi. La struttura, elevata su due livelli fuori terra oltre al sottotetto, è caratterizzata dalla presenza di uno stemma melitense scolpito sulla portafinestra del primo piano della facciata.[19][20]

Villa Zobolo modifica

Edificata nel XVI secolo, la villa, appartenuta ai marchesi Zobolo, passò per via ereditaria ai marchesi Giandemaria; acquistata dal tenente colonnello Antonio Levacher nei primi anni del XIX secolo, fu modificata in stile neoclassico. La struttura, collocata all'interno di un ampio parco, è caratterizzata dalla facciata elevata su due livelli; al primo piano si aprono nel mezzo tre portefinestre, chiuse da balaustre in ferro battuto ornate con gli stemmi dei marchesi Zobolo; in sommità si erge un grande frontone triangolare, coronato da un campanile a vela.[19][21][22]

Villa La Galvana modifica

Costruita originariamente quale casino da caccia dei conti Sanvitale, la villa barocca, posta al centro di un'enorme tenuta, appartenne alla casata fino al 1612; adibita poi a monastero femminile, fu successivamente acquistata dai gesuiti di Parma, che la trasformarono nella residenza estiva dell'ordine; modificata e ampliata a più riprese, fu in seguito alienata a privati. Il complesso è costituito da tre distinti edifici sviluppati ai lati di una corte, accessibile attraverso un portale ad arco a tutto sesto realizzato nel XVIII secolo; all'interno della proprietà si trova anche un oratorio settecentesco intitolato ai santi Antonio abate e Ignazio.[19][21]

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[23]

Etnie e minoranze straniere modifica

Secondo i dati ISTAT, nel 2013 i residenti stranieri erano 1 501 (11,5%) mentre le principali etnie straniere provenivano da:

  1. Albania, 245
  2. Marocco, 232
  3. Romania, 198
  4. Moldavia, 161
  5. India, 130
  6. Tunisia, 85
  7. Costa d'Avorio, 71
  8. Senegal, 45
  9. Ucraina, 40
  10. Repubblica Dominicana, 24

Cultura modifica

 
Il Nocino

Il Nocino modifica

Uno dei prodotti tipici di Noceto è il Nocino, un liquore ricavato dalle noci. Una delle fonti più sicure circa le sue origini si hanno con la famiglia Cotti che risiedevano a Noceto da oltre 400 anni, producendo e tramandando la ricetta[24]. Secondo la leggenda invece, la ricetta del liquore, di origine celtica, fu importata dalle Gallie dai romani. Una versione alternativa racconta di come gli stessi celti, che dimoravano nel nord Italia, diffusero il prodotto attraverso la coltura delle noci che dovevano essere raccolte all'alba del solstizio d'estate da una vergine a piedi nudi[25]. Al giorno d'oggi il Nocino è considerato un prodotto tradizionale tipico dell'Emilia.

Settimana della creatività modifica

Dopo il decesso di un bambino, che a seguito della visione di un'impiccagione in TV ha voluto imitare il gesto, la comunità ha deciso di spegnere volontariamente la televisione per un periodo dell'anno. Questa idea, sorta sull'onda emotiva del grave fatto, si è con il tempo trasformata in un progetto educativo, la Settimana della creatività, in cui viene proposta ai bambini e ai ragazzi del paese un'alternativa all'intrattenimento televisivo, cercando di renderli protagonisti e non spettatori[26].

Festa della Nonna e del Nonno

Fin dagli anni 2002/2003, l’Amministrazione Comunale con riferimento particolare al Sindaco Fabio Fecci, ha lavorato intensamente affinché la figura dei nonni potesse essere degnamente celebrata ed ufficializzata mediante una legge dello Stato, adoperandosi nel portare avanti una capillare campagna di sensibilizzazione sul territorio nazionale ed inviando atti di intento e di promozione della ricorrenza presso le più alte sedi istituzionali.

Fu infatti proprio grazie alla proposta del Sindaco Fabio Fecci - poi definitivamente accolta in sede parlamentare - che la data assegnata alla festa, originariamente individuata nel disegno di legge nel 26 luglio, venisse spostata al 2 ottobre (giornata degli Angeli Custodi), periodo certamente più favorevole perché non coincidente con le ferie estive ed atto a permettere il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche.

Sarà la tradizionale torta su cui campeggia fra la panna e il cioccolato il logo dei nonni – frutto di un concorso di idee fra i ragazzi delle scuole superiori di Parma– a creare un dolce momento di intrattenimento per tutti i presenti.

Il concorso letterario “La storia si scrive a Noceto....parola di nonno”

Nasce insieme alla prima edizione della festa il concorso letterario dedicato a tutti i nonni d’Italia, sorto come iniziativa collaterale volta a creare un grande affresco di testimonianze e ricordi scritti in modo autentico e diretto dalla penna di tutti i nonni.

Il concorso ha debuttato nel 2006 ed era stato ufficialmente presentato in occasione della prima edizione della festa dei nonni celebrata il 2 ottobre 2005.

È una giuria composta da persone appartenenti al mondo della letteratura, del giornalismo e della formazione dei giovani a decretare ogni anno i vincitori fra quanti fanno giungere i loro elaborati da ogni zona d’Italia.

Infrastrutture e trasporti modifica

Noceto è posta lungo la Strada statale 357 di Fornovo, servita da autocorse in servizio pubblico svolte dalla società TEP.

Fra il 1908 e il 1937 tale servizio pubblico di collegamento con Parma era svolto dalla Tranvia Fornace Bizzi-Medesano esercita con tram a vapore[27].

La stazione di Noceto, posta sulla linea Fidenza-Fornovo, risulta priva di traffico viaggiatori a partire dal 2013.

Amministrazione modifica

I servizi, comprendono l'asilo nido e la scuola materna comunale. L'Istituto comprensivo "Biagio Pelacani", dotato della scuola elementare e della scuola media. I servizi sociali, hanno in dotazione, la casa di riposo "Villa Pavesi-Borsi", con annesso centro diurno per gli anziani. Per i disabili, esiste un apposito centro diurno, denominato il Giardino.

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1946 1951 Luigi Barocelli Sindaco [28]
1951 1956 Pietro Furlotti Sindaco [28]
1956 1959 Dante Francario Sindaco [28]
1959 1963 Carlo Furlotti Sindaco [28]
1963 1965 Armando Sesenna Sindaco [28]
1965 1975 Gian Paolo Milli Sindaco [28]
1975 1983 Camillo Paini Sindaco [28]
1984 1987 Michele Tambini Sindaco [28]
9 luglio 1987 30 luglio 1990 Francesco Barocelli Partito Socialista Italiano Sindaco [28]
6 agosto 1990 24 ottobre 1992 Francesco Barocelli Partito Socialista Italiano Sindaco [28]
24 ottobre 1992 24 aprile 1995 Paolo Paglia Democrazia Cristiana Sindaco [28]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Paolo Paglia coalizione di centro-destra: Centro Cristiano Democratico, Forza Italia, Alleanza Nazionale Sindaco [28]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Fabio Fecci lista civica di centro-destra, sostenuta da Forza Italia e Centro Cristiano Democratico Sindaco [28]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Fabio Fecci lista civica di centro-destra, sostenuta da Forza Italia-PdL e Lega Nord Sindaco [28]
8 giugno 2009 14 giugno 2014 Giuseppe Pellegrini lista civica di centro-destra Sindaco [28]
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Fabio Fecci lista civica di centro: "Liberi e uniti per il paese": sostenuta da FI-Unione di Centro Sindaco [28]
27 maggio 2019 in carica Fabio Fecci centro, lista civica: "Liberi e uniti" sostenuta dal centrodestra Sindaco [28]

Gemellaggi modifica

Sport modifica

Calcio modifica

La principale squadra di calcio della città è stata S.S.D. Crociati Noceto S.r.l., che ha militato in Lega Pro Seconda Divisione per la prima volta nella sua storia dal 2009 al 2011 attualmente in fallimento dal 2016.

L'altra squadra di calcio della città è l'A.S.D. Noceto che milita nel girone A emiliano-romagnolo di PROMOZIONE. È nata nel 2008. Attualmente insieme al GS FRAORE gestiscono lo stadio IL NOCE composto da cinque campi da calcio tutti illuminati ed omologati LND.

Rugby modifica

Noceto vanta una forte tradizione rugbistica, risalente al 1971, anno di fondazione del Rugby Noceto. A lungo impegnato ai massimi livelli del rugby nazionale, il club milita attualmente in Serie A. Dopo aver partecipato alla creazione del GrAN Parma, oggi costituisce un importante serbatoio per le Zebre Rugby.

Note modifica

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Guglielmo Capacchi, Dizionario Italiano-Parmigiano. Tomo II M-Z, Artegrafica Silva, pp. 895ss.
  5. ^ Comune di Noceto, su comune.noceto.pr.it. URL consultato il 6 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2015).
  6. ^ Noceto, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 21 gennaio 2023.
  7. ^ Chiesa Parrocchiale di San Martino, su comune.noceto.pr.it. URL consultato il 10 luglio 2016 (archiviato il 14 agosto 2016).
  8. ^ Chiesa dei SS. Simone e Giuda a Sanguinaro di Noceto, su romanico-emiliaromagna.com. URL consultato il 30 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2016).
  9. ^ Chiesa di San Pietro Apostolo "Costamezzana, Noceto", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  10. ^ Costamezzana, su comune.noceto.pr.it. URL consultato il 16 febbraio 2018 (archiviato il 17 febbraio 2018).
  11. ^ Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti, p. 131.
  12. ^ Chiesa di Santa Maria Assunta "Cella, Noceto", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 16 marzo 2018.
  13. ^ Parrocchia Borghetto, su webdiocesi.chiesacattolica.it. URL consultato il 18 marzo 2018 (archiviato il 19 marzo 2018).
  14. ^ Borghetto, su comune.noceto.pr.it. URL consultato il 18 marzo 2018 (archiviato il 19 marzo 2018).
  15. ^ "La Rocca" o Castello della Musica, su preboggion.it. URL consultato il 30 aprile 2016 (archiviato il 5 marzo 2016).
  16. ^ I castelli parmensi ad ovest del Taro (PDF), su storiadiparma.it. URL consultato il 5 maggio 2016 (archiviato il 1º luglio 2016).
  17. ^ Costamezzana, su web.tiscali.it. URL consultato il 7 maggio 2016.
  18. ^ Mariagrazia Manghi, L'oratorio dei Sanvitale - un gioiello dedicato a Sant'Eustachio, in Gazzetta di Parma, 19 settembre 2018.
  19. ^ a b c d Noceto (PDF), su nocetoweb.net. URL consultato il 4 ottobre 2018 (archiviato il 20 agosto 2016).
  20. ^ Noceto, su viafrancigena.com. URL consultato il 4 ottobre 2018.
  21. ^ a b Noceto: per ville, su vacanze.itinerarionline.it. URL consultato il 4 ottobre 2018.
  22. ^ De Lama, p. XII.
  23. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  24. ^ gustoblog.it. URL consultato il 5 ottobre 2015 (archiviato il 6 ottobre 2015).
  25. ^ luoghimisteriosi.it. URL consultato il 5 ottobre 2015 (archiviato il 4 marzo 2016).
  26. ^ Nel paese che ha spento la tv "Così salviamo i nostri bambini" - cronaca - Repubblica.it
  27. ^ Ogliari, Sapi.
  28. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Copia archiviata, su amministratori.interno.it. URL consultato il 13 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2017).

Bibliografia modifica

  • Giuseppe De Lama, Vita del cavaliere Giambattista Bodoni, Tomo II, Parma, Stamperia Ducale, 1818.
  • Marco Fallini, Mario Calidoni, Caterina Rapetti, Luigi Ughetti, Terra di pievi, Parma, MUP Editore, 2006, ISBN 88-7847-021-X.
  • Francesco Ogliari, Franco Sapi, Ritmi di ruote. Storia dei trasporti italiani volume 10°. Emilia-Romagna, Milano, a cura degli autori, 1969.

Voci correlate modifica

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