Nuclei comunisti territoriali

I Nuclei comunisti territoriali erano collettivi di operai e proletari a Torino nel 1979 nell'ambito dell'Autonomia Operaia, lontani da Prima Linea. Suoi dirigenti erano Guido Borio, Luciano Del Medico, Guido Mihalic. I militanti dei Nuclei comunisti territoriali erano principalmente operai ed infatti la fabbrica fu uno dei loro più importanti campi d'azione. Obiettivo strategico dei NCT era il controllo del territorio e la costituzione di un esercito proletario.

Nel 1979 i NCT compirono vari attentati contro beni e proprietà di diversi impiegati e dirigenti FIAT.

Nel gennaio del 1980 attuarono un grosso sabotaggio alla fabbrica Framtek del gruppo Fiat. Quattro terroristi entrarono e neutralizzarono, radunandoli nella guardiola, due guardiani, un autista e una guardia giurata. Successivamente entrarono altri due terroristi e lanciarono alcune bombe incendiarie. Lanciate le bombe i terroristi tornarono nella guardiola dello stabilimento dove avevano radunato prigionieri i guardiani. Quindi fecero sdraiare a terra i due guardiani, Carlo Ala e Giovanni Pegorin, e li bersagliarono con 10 colpi. Carlo Ala morì dissanguato mentre arrivava in ospedale, lasciava la moglie e tre figlie. Giovanni Pegorin, ferito, fu salvato. Gli arresti che seguirono nell'estate misero fine all'attività del gruppo.

Guido Borio, dopo aver scontato la sua pena, lavora nel campo delle cooperative sociali; nel 2005 ha pubblicato il saggio Futuro Anteriore in cui analizza le istanze operaiste dagli anni '70 ai no-global.

I Nuclei comunisti territoriali furono presenti solo in Piemonte e per la loro azione sono state inquisite 42 persone.

I Nuclei comunisti territoriali erano un'area di movimento, una serie di collettivi operai e proletari che non condividevano la linea dei gruppi terroristi, tanto è vero che le azioni fatte dai NCT erano o dovevano essere puramente dimostrative. Erano i singoli gruppi spesso con posizioni diverse che si fissavano gli obiettivi nelle loro zone, quello che qui viene presentato come gruppo dirigente altro non era che un coordinamento non sempre funzionante. Non è possibile leggere un'area di movimento come una sorta di partito organizzato e centralizzato, questa è la negazione stessa del movimento reale. I fatti successi alla Framtek non dipesero quindi da decisioni prese dal coordinamento e dai suoi componenti.

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