L'obelisco di File è uno dei due obelischi trovati a File in Egitto nel 1815 e successivamente acquistati da William John Bankes. Egli notò due iscrizioni su di esso, una in geroglifici (lingua egizia) l'altra in greco antico. Confrontando i due testi, Bankes credette di aver riconosciuto i nomi di "Tolomeo" e "Cleopatra" nei caratteri geroglifici. La sua scoperta è stata poi confermata da Thomas Young e Jean-François Champollion, e fu molto utile per quest'ultimo nel suo lavoro di decifrazione dei geroglifici egiziani ed in particolare sullo studio della Stele di Rosetta.

L'obelisco di File.

Le iscrizioni riportano una petizione dai sacerdoti egizi a File e la risposta favorevole da Tolomeo VIII e delle regine Cleopatra II e III, i documenti sono datati 118/117 a.C.[1]

Durante il 1820 Bankes acquisitò l'obelisco trovato a File e lo fece trasportare nella sua tenuta di Kingston Lacy a Wimborne Minster, in Inghilterra. L'operazione è stata effettuata dall'avventuriero ed esploratore Giovanni Battista Belzoni.[1] La dimora ora appartiene al National Trust e l'obelisco è ancora visibile nei giardini.

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Edwyn R. Bevan, The House of Ptolemy (London: Methuen, 1927) pp. 322–323 Textus
  • E. A. Wallis Budge, The decrees of Memphis and Canopus (3 vols. London: Kegan Paul, 1904) vol. 1 pp. 139–159 Incomplete copy at Google Books
  • Erik Iversen, Obelisks in exile. Vol. 2: The obelisks of Istanbul and England (Copenaghen: Gad, 1972) pp. 62–85
  • T. G. H. James, Egyptian antiquities at Kingston Lacy, Dorset: the collection of William John Bankes. San Francisco: KMT Communications, 1993–94
  • Stephanie Roberts, "The Real Cleopatra's Needle" in Ancient Egypt (Dec. 2007/Jan. 2008)
  • Anne Sebba, The exiled collector: William Bankes and the making of an English country house. London: John Murray, 2004

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