Oleg di Kiev

principe Rus' e fondatore della Rus' di Kiev
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Oleg di Kiev, o di Nóvgorod (in norreno Helgi; IX secolo912), è stato un principe variago che governò la Rus' di Kiev nei primi anni del X secolo.

Oleg di Kiev
Oleg
(dalla Storia della Russia di William Tooke)
Gran Principe di Kiev
In carica882 –
912
PredecessoreRjurik
SuccessoreIgor di Kiev
NascitaIX secolo
Morte912
SepolturaStaraja Ladoga
DinastiaRjurikidi
PadreKjetil' il Salmone
MadreIngunn
FigliOlga?
Religionepaganesimo norreno

Gli si accorda il merito di aver spostato la capitale da Velikij Novgorod a Kiev, dando inizio al processo di ascesa della Rus'. Oleg, che secondo le cronache slave governò dall'888 al 912, lanciò almeno un attacco contro Costantinopoli, capitale dell'Impero bizantino. La natura del rapporto che legava Oleg alla famiglia dei Rjurikidi ed in particolare a Igor', suo successore, è oggetto di controversia fra gli storici.

Biografia, fra mito e storia modifica

 
La spedizione di Oleg contro Costantinopoli nella Cronaca degli anni passati (manoscritto Radziwiłł, circa 1490)

Secondo la Cronaca degli anni passati Oleg era il cognato di Rjurik, che gli diede l'incarico di reggere la signoria in attesa della maggior età di suo figlio Igor' (in norreno Ingvar).

Oleg consolidò la strada che dal mar Baltico andava fino al mar Nero (la "Via dai Variaghi ai Greci"), importantissima per i commerci con l'Impero bizantino. Costruì perciò delle fortificazioni lungo i fiumi principali (Dnepr, Dnestr, Dvina, Pryp"jat', Lovat'). Anche i Bizantini, probabilmente, mandarono delle guarnigioni lungo questi fiumi. Sottomise alcune popolazioni slave ribelli (soprattutto i Drevljani).

Con il tempo Oleg prese il controllo di altre città slave (Smolensk, Černigov, Staraja Russa, Boroviči, etc.), soprattutto conquistando (nell'882) Kiev, sul corso del Dnepr, allora in mano ai "signori della guerra" variaghi Askold e Dir.[1] Oleg trasferì poi la capitale della nascente Rus' da Velikij Novgorod alla stessa Kiev. Questa scelta poteva essere stata motivata dalla conveniente posizione della città per la partenza di azioni di guerriglia contro Costantinopoli, che effettivamente avvennero nel 907-911.

Oleg mosse guerra all'Impero bizantino con più di duemila navi da fiume (per il trasporto delle truppe) e con un esercito di 80.000 uomini che provenivano sia dalla penisola scandinava sia dalla Rus', con componenti baltiche, finniche e di popoli della steppa. Essi misero a ferro e fuoco il contado di Costantinopoli: per evitare che la città crollasse, l'Imperatore si arrese e pagò un pesantissimo tributo: cento carri d'oro, argento, olio, vino, pietre preziose, spezie, tessuti, manufatti. Secondo la Cronaca degli anni passati i Bizantini tentarono anche di avvelenare Oleg, ma egli, dando prova di poteri profetici, rifiutò di bere dalla coppa di vino avvelenata.

Oleg, che aveva ora le mani sulla capitale imperiale, nel 908 riuscì a concludere un accordo commerciale che in definitiva si rivelò favorevole per entrambe le parti. Benché le cronache bizantine non riportino traccia di queste ostilità, nella Cronaca russa è riportato il testo dell'accordo, con le sue clausole molto minuziose: alloggio e provvigioni garantite per i mercanti russi a Costantinopoli, esenzione dai dazi doganali. I mercanti russi, da parte loro, dovevano astenersi dal portare armi in città, dall'ubriacarsi e dalla violenza contro le donne.

I brevi dati che su Oleg fornisce la Cronaca degli anni passati sono in contraddizione con altre fonti come la Prima Cronaca di Novgorod, che afferma che egli e Rjurik non fossero parenti, ma che piuttosto lo descrive come un principe variago che agiva alle dipendenze di Igor'. La Cronaca di Novgorod sposta anche la data della sua morte in avanti di dieci anni, dal 912 al 922.[2] Le fonti sono anche discordi circa il suo luogo di sepoltura: se la Cronaca di Novgorod narra che fu sepolto a Kiev, altre fonti attestano che fu sepolto in un tumulo nei pressi di Staraja Ladoga.

La Cronaca di Novgorod allude a Oleg come a un "profeta" (вещий), parola che fa riferimento al termine scandinavo che viene usato per 'sacerdote'. Secondo la leggenda, riproposta in chiave romantica anche da Aleksandr Sergeevič Puškin nella sua ballata Il canto del saggio Oleg, era stato preannunciato ad Oleg da un profeta scandinavo che egli avrebbe trovato la morte a causa del suo cavallo. Per evitare il compiersi della profezia Oleg fece allontanare da sé il cavallo, e molti anni dopo, quando chiese che cosa fosse avvenuto dell'animale, gli venne risposto che era ormai morto. Oleg domandò quindi di essere condotto a vedere i resti del cavallo e, quando si avvicinò al teschio dell'animale con il proprio stivale, dal teschio stesso uscì un serpente che lo morse; Oleg morì, così, portando a compimento la profezia. La morte di Oleg viene da alcuni ritenuta una variante del tema della triplice morte, tipico dei miti e leggende della cultura protoindoeuropea, in cui la profezia, il serpente e il cavallo rappresentano tre funzioni, rispettivamente la sovranità, i guerrieri e la riproduzione.[3] Anche nella tradizione scandinava questa leggenda è presente nella saga di Örvar-Oddr.

Secondo la Cronaca di Novgorod Oleg morì nel 912 e gli succedette Igor' di Kiev, che regnò fino al suo assassinio avvenuto nel 945.

L'operato di Oleg fu nel complesso positivo: rese sicure le vie fluviali e conquistò molte città. Molto presto, però, le popolazioni sottomesse si ribellarono (rifiutandosi di pagare tributi al gran principe) e riconquistarono l'indipendenza: il trasporto fluviale diventò più insicuro e i rapporti con l'Impero bizantino si deteriorano.

Il dibattito su nuove fonti storiche modifica

La Lettera di Schechter, un documento scritto da un ebreo khazaro contemporaneo di Romano I Lecapeno, descrive le attività di un signore della guerra della Rus' di Kiev chiamato "HLGW" (traslitterato Helgu). La Lettera è stata spesso guardata con scetticismo almeno per quanto riguardava Oleg (la durata della cui vita veniva ulteriormente allungata); di recente, però, alcuni studiosi guardano con più interesse alla fonte, ritenendo che le sue affermazioni siano corroborate da altre fonti russe dell'epoca.[4] Queste fonti suggeriscono l'insorgenza di una lotta all'interno della classe politica della prima Rus', lotta che vide contrapposte due fazioni, una leale a Oleg e una leale a Igor', e che infine vide il trionfo di quest'ultimo. Questi studiosi ritengono che la cronologia di quegli anni vada rivista in funzione delle nuove fonti, che perciò Kiev non sia andata in mano alla Rus' fino all'inizio del X secolo, anziché nel tradizionale 882, che Igor' non fosse il figlio di Rjurik, ma un suo parente posteriore, e che lo stesso Oleg non fosse intimamente legato a Rjurik. Si ipotizza, quindi, una generazione perduta che separi i dati più "mitologici" da quelli maggiormente storici.

È da notare che il modo in cui la Lettera di Schechter racconta la morte di Oleg (che sarebbe avvenuta in un luogo forse riconducibile alla Persia, dove egli sarebbe stato ucciso) presenta notevoli parallelismi con il racconto dello storico arabo Ibn Miskawayh (932-1030), che descrive un attacco perpetrato dalla Rus' ai danni del regno di Arran nel 944 o 945.

Nella cultura di massa modifica

Il personaggio appare in Vikings dalla 6ª stagione, interpretato da Danila Kozlovskij.

Note modifica

  1. ^ Secondo la Cronaca degli anni passati Oleg fece uccidere «Askold e Dir, che governavano la città di Kiev come principi». Ma chi erano questi due principi con nome germanico già a Kiev prima che vi arrivasse Oleg? O c'era già stata una spedizione, forse di pirati, forse di commercianti, di Variaghi a Kiev prima ancora che Rjurik arrivasse nei territori russi, o una parte dei Variaghi giunti a Velikij Novgorod nell'862 avrebbe poi subito proseguito, verso sud, fino a Kiev (è l'ipotesi più probabile, appoggiata da Boris Rybakov).
  2. ^ (RU) A. N. Nasonov, Novgorodskaia Pervaia Letopis Starshego i Mladshego Izvodov, Mosca e Leningrado, ANSSR, 1950.
  3. ^ (EN) Dean Miller, Threefold death, in J. P. Mallory e Douglas Q. Adams (a cura di), Encyclopedia of Indo-European Culture, Taylor & Francis, 1997.
  4. ^ (FR) Constantin Zuckerman (a cura di), La Crimée entre Byzance et le Khaganat khazar, Parigi, Association des Amis du Centre d'Histoire et Civilisation de Byzance, 2006.

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