Ordine di San Giuseppe
L'Ordine del Merito sotto il titolo di San Giuseppe, più comunemente noto come Ordine di San Giuseppe, fu un ordine cavalleresco e dinastico di collazione della I. e R. Casa d'Asburgo Lorena Granducale di Toscana.
Ordine di San Giuseppe | |
---|---|
Ordine di San Giuseppe e Orden des heiligen Josephs | |
![]() | |
![]() ![]() Granducato di Würzburg, Granducato di Toscana | |
Tipologia | Ordine statale |
Motto | UBIQUE SIMILIS |
Status | cessato (concesso come ordine dinastico) |
Capo | cessato |
Istituzione | Firenze, 9 marzo 1807 |
Primo capo | Ferdinando III di Toscana |
Cessazione | Firenze, 1859 |
Ultimo capo | Ferdinando IV di Toscana |
Gradi | Cavaliere di Gran Croce Commendatore Cavaliere |
Precedenza | |
Ordine più alto | Insigne Sacro e Militare Ordine di Santo Stefano Papa e Martire |
Ordine più basso | Ordine del Merito Civile e Militare |
![]() | |

Storia
modificaL'Ordine fu fondato da Ferdinando III di Lorena il 9 marzo 1807, non appena gli venne affidato da Napoleone con gli accordi della pace di Presburgo il granducato di Würzburg, un antico principato ecclesiastico tedesco di circa 5000 km² di superficie e di 250 000 abitanti, ubicato al confine fra Baviera, Württemberg e Baden e ricevuto in cambio della perduta Toscana. La nascita dell'Ordine di San Giuseppe rientra in una generale tendenza di quel tempo a creare nuovi "ordini del merito" ed insieme presenta degli aspetti peculiari.
Dal 1807 nei nuovi staterelli tedeschi, aderenti alla napoleonica Confederazione del Reno, ci fu tutto un pullulare di nuovi ordini, i cui titoli servivano a ricompensare i propri ufficiali impegnati nelle tante battaglie sostenute dalle armate imperiali. Dopo Ferdinando III di Lorena, anche Carlo Federico, granduca del Baden, il 4 aprile istituì l'Ordine militare di Carlo Federico; Luigi I, granduca d'Assia, il 25 agosto fondò l'Ordine di Luigi e da Massimiliano Giuseppe, re di Baviera, che nel 1808 istituì l'Ordine al Merito della Corona Bavarese, ordini tutti simili fra loro e contemplanti tre classi di decorati (gran croci, commendatori e cavalieri).
La nascita dell'Ordine di San Giuseppe fu determinata, però, anche da curiose motivazioni di tipo personale. Fin dal 1799 Ferdinando III provò per l'allora generale Napoleone Bonaparte una certa simpatia, che ben presto diventò sincera ammirazione per le sue numerose e grandi imprese militari. Quando, poi, nel 1806, in una lunga visita a Parigi Ferdinando III si guadagnò la fiducia di Napoleone, venne a sapere che l'imperatore dei Francesi aspirava ad essere investito del prestigioso Ordine austriaco del Toson d'Oro, che invece gli era stato sempre negato per la decisa opposizione della corte di Vienna. Ferdinando III, probabilmente d'accordo con il fratello Francesco II d'Asburgo-Lorena, imperatore d'Austria, trovò una via d'uscita con la fondazione di un ordine cavalleresco nuovo, quello appunto di San Giuseppe, che vide come primo insignito nel 1807 proprio Napoleone.
Rientrato in Toscana dopo la Restaurazione, Ferdinando III con apposito editto del 18 marzo 1817 rinnovò l'Ordine Civile e Militare di San Giuseppe, ponendolo al secondo posto fra gli ordini equestri (dopo quello più prestigioso e più antico di Santo Stefano) e lo dotò di un apposito regolamento più consono allo spirito della Restaurazione. Il fine era quello di "distinguere nelle diverse classi con decorazione esteriore le qualità pregevoli e le virtuose azioni di chiunque abbia acquistato titolo alla sovrana benevolenza o per i suoi meriti personali o per utili servigi resi allo stato". Capo dell'Ordine era il Gran Maestro (ossia il Granduca). Comprendeva inoltre le classi di cavaliere di gran croce, commendatore (che attribuivano nobiltà ereditaria), e cavaliere (nobiltà personale); veniva assegnato ai soli cattolici e con molta parsimonia.
Dopo l'allontanamento di Leopoldo II dalla Toscana, l'Ordine di San Giuseppe, al pari di quello di Santo Stefano, fu soppresso per la legge dello stato dal Governo Provvisorio Toscano di Bettino Ricasoli. Tuttavia, trattandosi di Ordine dinastico-familiare e non statale, gli Asburgo Lorena di Toscana ritennero di conservare il diritto dinastico del Gran Magistero dell'Ordine di San Giuseppe e continuarono a conferire regolarmente e con continuità l'onorificenza a nobili e personaggi illustri sino al 1908. Infatti Il 20 dicembre 1866 Ferdinando IV di Toscana ed i suoi figli rientrarono nella Casa Imperiale e la Casa di Toscana smise di esistere come casa reale autonoma, venendo riassorbita da quella imperiale austriaca; a Ferdinando fu permesso di mantenere la sua fons honorum vita natural durante, mentre i figli divennero solo Principi Imperiali (Archiduchi/Arciduchesse d'Austria) e non più Principi/Principesse di Toscana: Ferdinando IV abdicò ai diritti dinastici al Granducato di Toscana (1870) a favore dell'Imperatore Francesco Giuseppe d'Austria[1][2] e pertanto anche i suoi discendenti persero ogni diritto dinastico sulla Toscana. Il Gran Magistero dell'Ordine di Santo Stefano cessò invece con la morte di Ferdinando IV [3][4]. L’imperatore Francesco Giuseppe I (1830-1916) aveva infatti proibito, dopo la morte del granduca Ferdinando IV di Toscana avvenuta nel 1908, di assumere i titoli di granduca o di principe o principessa di Toscana [5][6][7][8].
Fra i tanti personaggi decorati, molti dei quali non appartennero al solito entourage dei più fedeli collaboratori granducali, si ricordano: Giustino Fortunato, Gino Capponi, Luigi Cambray Digny, Paolo e Anatolio Demidoff, Cosimo Ridolfi, Bettino Ricasoli, Giovanni Baldasseroni, Francesco IV e Francesco V di Modena, Napoleone III, Felice Baciocchi, Massimiliano II di Baviera, Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II di Savoia re di Sardegna, François Champollion, Alessandro Manzoni, Luigi Sabatelli, Alphonse de Lamartine Klemens von Metternich.
Note
modifica- ^ Bernd Braun: Das Ende der Regionalmonarchien in Italien. Abdankungen im Zuge des Risorgimento. In: Susan Richter, Dirk Dirbach (Hrsg.): Thronverzicht. Die Abdankung in Monarchien vom Mittelalter bis in die Neuzeit. Böhlau Verlag, Köln, Weimar, Wien 2010, pagg. 251–266
- ^ Benedikt, Heinrich, Kaiseradler über dem Apennin. Die Österreicher in Italien 1700 bis 1866. Vienna: Herold Verlag, 1964
- ^ Rivista Araldica, anno 1913, volume 11, pagina 381, Roma, Collegio Araldico: "Da informazione ufficiale assunta a Vienna togliamo quanto segue «A Sua Altezza I. R. il defunto Granduca Ferdinando IV di Toscana era stato permesso dall'Impero austro-ungarico e dagli Stati dell'Impero germanico, di conferire i tre Ordini toscani, inerenti alla Sovranità, che anche spodestato, rimase all'Augusto principe fino alla sua morte. Il titolo di Principe di Toscana fu solo autorizzato ai membri della famiglia granducale nati prima del 1866. Dopo la morte del Granduca (1908) tutti gli augusti figli del defunto dovettero solennemente rinunciare ad ogni qualsiasi diritto di cui personalmente ed eccezionalmente godeva il padre. Quindi il Gran Magistero dell'Ordine di S. Stefano per volontà di S. M. l'Imperatore e Re è terminato col defunto Granduca, né più sarebbe accettato dagli augusti Principi Lorenesi"
- ^ Georg Frölichsthal: Fürstenrechtliche Überlegungen zur Eigenständigkeit des Hauses Toscana, Heraldisch-Genealogische Gesellschaft ADLER, ZSA 32 (XLVI), 2024, pag. 227-238
- ^ SILVA TAROUCA, "Adler", Vienna, 1954, p. 165
- ^ Andrea Borella (a cura di): "Annuario della Nobiltà italiana", XXXIII edizione, 2015-2020, parte I, Teglio, marzo 2021, ISBN 978-88-942861-0-6
- ^ Cassels, Lavender: "Clash of generations: A Habsburg family drama in the nineteenth century", J. Murray, 1 gennaio 1973, ISBN 978-0719527319, p. 76 (traslation by JJ.D.): For all practical purposes Ferdinand, now in the terminology of the Almanach de Gotha a ‘ci-devant regnant\ was the head of the family. ‘Nando’, a handsome amiable man, made his headquarters in excessively uncomfortable grace and favour apartments provided by the Emperor in Salzburg, and built himself a small villa at Lindau on Lake Constance. At first he refused to renounce his claim to Tuscany, an attitude which caused the Emperor, forced after Koniggratz to improve his relations with the King of Italy, considerable embarrassment. Finally, in 1870 Ferdinand yielded and signed an act of renunciation, whereby he retained the title of Grand Duke for his lifetime but promised never to return to Italy.
- ^ Benedikt, Heinrich, Kaiseradler über dem Apennin. Die Österreicher in Italien 1700 bis 1866. Vienna: Herold Verlag, 1964, pag. 410: “Ferdinand IV Salvatore never took office, but he continued to refuse to give up the throne. When the political situation between Austria and Italy calmed down and better relations were established, Emperor Franz Joseph sent his advisor for Italian affairs, the chamberlain of Archduke Rainer, the court advisor Baron Giannelia, to Lindau on Lake Constance, Ferdinand's summer residence, to finally obtain the grand duke's renunciation. When Baron Giannelia entered the grand duke's study, he received him at his desk with the words: “I know why you are here. Don't bother, I won't sign”. According to a widely-known anecdote of the time, the court counselor is said to have looked with great interest out of the window at the small port where the ships built by the Grand Duke himself were moored. Ferdinand IV asked him what he was looking at on the water. “His Imperial Highness' fleet.” The Grand Duke signed the renunciation declaration"
Bibliografia
modifica- Giovanni Antonio Luigi Cibrario: Descrizione storica degli ordini cavallereschi, 2 voll., Stabilimento Tip. Fontana, 1846
- Guadagnini Domenico, Guadagnini Enrico: Origine degli Ordini Cavallereschi. Storia degli Ordini Vigenti ed Estinti, Officine Grafiche Carlo Ferrari, Venezia, 1925
- Licurgo Cappelletti: Storia degli Ordini cavallereschi, Giusti Editore, 1904
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su ordine di San Giuseppe