Paolo Bellini

terrorista e criminale italiano

Paolo Bellini (Reggio Emilia, 22 giugno 1953) è un terrorista e criminale italiano, condannato all'ergastolo il 6 aprile 2022 dalla corte d'assise di Bologna come esecutore della strage di Bologna[1].

Biografia modifica

Figlio secondogenito di un ufficiale della Folgore, Aldo Bellini[2], nostalgico del ventennio mussoliniano[3]; il padre Aldo era in buoni rapporti con il magistrato Ugo Sisti, procuratore di Bologna nel 1980.[4][5] Paolo Bellini segue sin da giovane le orme del padre: frequenta il Movimento Sociale Italiano, da cui viene però espulso nel 1971. A 18 anni fa il militare nelle forze corazzate e si addestra come paracadutista.

Si avvicina quindi agli ambienti di Avanguardia Nazionale ed il 15 giugno 1975 commette l'omicidio del militante di Lotta Continua Alceste Campanile, per il quale viene riconosciuto colpevole nel 2009, ma prosciolto per prescrizione[3]. Nello stesso periodo viene sospettato, ma non indagato, per un'intimidazione a colpi di carabina nei confronti di un avvocato socialista, Dino Felisetti, presidente della Commissione Giustizia della Camera dei deputati dal 1983 al 1987[3]. Il 22 settembre 1976 spara alla schiena e ai testicoli di un commerciante d'auto romano, Paolo Relucenti, all'epoca fidanzato della sorella, "per ragioni d'onore"[6]. Entra a far parte della "banda del grana"[7], dedita ai furti di Parmigiano Reggiano, ma con il suo ingresso la banda sale di livello e inizia a occuparsi di mobili antichi e opere d'arte[7].[8][9][10] Nella seconda metà degli anni Settanta è latitante in Brasile con il falso nome "Roberto Da Silva".

Il ruolo nella "trattativa Stato-mafia" modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Trattativa Stato-mafia e Bombe del 1992-1993.

Nel 1981 conosce nel carcere di Sciacca il boss Antonino Gioè, fedelissimo dei Corleonesi di Totò Riina[11]. Nel 1992, dopo le stragi di Capaci e via d'Amelio, decise di contattare nuovamente Gioè su incarico del maresciallo Roberto Tempesta del Nucleo tutela patrimonio artistico dei Carabinieri al fine di recuperare alcune opere d'arte rubate dalla mala del Brenta alla Galleria Estense di Modena.[11] Gioè, che parla per conto di Giovanni Brusca, cerca di ottenere dei vantaggi per un gruppo di boss detenuti (tra i quali Bernardo Brusca, Pippo Calò e Luciano Liggio) barattando alcuni dipinti rubati a Palermo nel 1985 ma il maresciallo Tempesta rifiuta questo scambio[12]. Secondo Brusca, Bellini avrebbe suggerito a Gioè «di dare un segnale» allo Stato attraverso attentati contro il patrimonio artistico nazionale, con riferimento particolare alla Torre di Pisa.[13]

Strage di Bologna modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Strage di Bologna.

Indagato per la strage di Bologna, Bellini nega la sua presenza in città la mattina del 2 agosto, indicata da due testimoni, fornendo un alibi familiare che nel 1992 porta al suo proscioglimento. Nel 2019 l'ex moglie Maurizia Bonini riconosce il suo volto nelle immagini di un video amatoriale girato alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980, poco prima della strage[14]. L'alibi viene quindi ritenuto falso dai giudici[15], e viene processato dalla Corte d'Assise di Bologna, dove viene condannato all'ergastolo in primo grado per concorso in strage[16].

È stato descritto come "il quinto uomo" della strage[1] in riferimento ai già condannati Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, condannati in via definitiva, e Gilberto Cavallini, riconosciuto colpevole in primo e secondo grado.

Condannato all'ergastolo ma ancora a piede libero, viene arrestato il 29 giugno 2023 perché sospettato di pianificare vari omicidi, tra cui quello dell'ex moglie che aveva testimoniato contro di lui.[17][18]

Note modifica

  1. ^ a b Ergastolo per Paolo Bellini, "quinto uomo" della strage di Bologna, su rainews.it, 6 aprile 2022. URL consultato il 21 dicembre 2022.
  2. ^ Giovanni Vignali, L'uomo nero e le stragi, Roma, PaperFirst, 2011, pp. 30-31.
  3. ^ a b c Antonella Beccaria, Dossier Bologna. 2 agosto 1980. I mandanti della strage, Roma, PaperFirst, 2020, p. 21.
  4. ^ «Sisti figura chiave nei depistaggi. Dal processo rivelazioni decisive», in Corriere della Sera, 4 agosto 2021. URL consultato il 24 ottobre 2023.
  5. ^ Morando, pp.144-148.
  6. ^ Una regia unica dal 1980 per coinvolgere Paolo Bellini nelle indagini sulla strage di Bologna, su reggioreport.it, 20 maggio 2020.
  7. ^ a b È morto Panigazzi amico-nemico del killer Bellini, su gazzettadireggio.it, 12 luglio 2014. URL consultato il 30 luglio 2022.
  8. ^ https://www.modena2000.it/2001/10/26/reggio-emilia-tribunale-blindato-per-processo-bellini/
  9. ^ https://www.ilrestodelcarlino.it/reggio-emilia/cronaca/aemilia-delitto-grande-aracri-1.2634334
  10. ^ https://www.reggioreport.it/2016/10/bellini-dovevo-uccidere-grande-aracri/
  11. ^ a b Audizione del procuratore Sergio Lari dinanzi alla Commissione Parlamentare Antimafia - XVI LEGISLATURA (PDF).
  12. ^ Reggio Emilia, Ztl estesa: con le telecamere in arrivo anche l’app, su Gazzetta di Reggio. URL consultato il 3 ottobre 2023.
  13. ^ Paolo Bellini è indagato per la strage di Capaci e per le bombe del 1993: è stato interrogato dai pm di Caltanissetta e Firenze, su Il Fatto Quotidiano, 29 giugno 2023. URL consultato il 3 ottobre 2023.
  14. ^ Strage di Bologna, l’ex moglie di Paolo Bellini lo riconosce nel video girato in stazione prima dell’esplosione: “Purtroppo è lui”, su ilfattoquotidiano.it, 21 maggio 2020. URL consultato il 21 dicembre 2022.
  15. ^ Strage di Bologna: ex estremista prosciolto dalle accuse torna indagato, su Bologna Today, 28 maggio 2019. URL consultato il 30 luglio 2022.
  16. ^ Ergastolo per Paolo Bellini, "quinto uomo" della strage di Bologna, su rainews.it, 6 aprile 2022. URL consultato il 21 dicembre 2022.
  17. ^ L’arresto di Paolo Bellini, il quinto accusato della strage di Bologna, riapre le indagini su mafia e servizi deviati, in l'Espresso, 29 giugno 2023. URL consultato il 24 luglio 2023.
  18. ^ Arrestato Paolo Bellini, condannato per la strage alla stazione di Bologna: pianificava omicidi, tra cui quello della ex moglie e del figlio del giudice Caruso, in la Repubblica, 29 giugno 2023.

Bibliografia modifica