Papa Clemente VI

198° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Clemente VI, nato Pierre Roger (Rosiers-d'Égletons, 1291Villeneuve-lès-Avignon, 6 dicembre 1352), è stato il 198º papa della Chiesa cattolica dal 1342 alla morte (quarto dei papi di Avignone).

Papa Clemente VI
Affresco di Matteo Giovannetti con un ritratto di Clemente VI (1345 circa, cappella di San Marziale, Palazzo dei Papi, Avignone).
198º papa della Chiesa cattolica
Elezione7 maggio 1342
Incoronazione19 maggio 1342
Fine pontificato6 dicembre 1352
(10 anni e 213 giorni)
Cardinali creativedi Concistori di papa Clemente VI
Predecessorepapa Benedetto XII
Successorepapa Innocenzo VI
 
NomePierre Roger
NascitaMaumont, 1291
Ordinazione sacerdotalein data sconosciuta
Nomina a vescovo3 dicembre 1328 da papa Giovanni XXII
Consacrazione a vescovo19 maggio 1342 dal cardinale Bertrand du Pouget
Elevazione ad arcivescovo24 novembre 1329 da papa Giovanni XXII
Creazione a cardinale18 dicembre 1338 da papa Benedetto XII
MorteVilleneuve-lès-Avignon, 6 dicembre 1352
SepolturaAbbazia di Chaise-Dieu

Biografia modifica

 
Frontespizio delle Suppliche

Monaco benedettino modifica

Era figlio di un cavaliere, Guglielmo I Ruggero, divenuto nel 1333 signore di Rosier-d'Égleton, nella Corrèze, e di Guglielmina de Mestre. Suo fratello fu Guglielmo II Ruggero.

Entrò all'età di 10 anni nell'Abbazia di Chaise-Dieu[1] e, divenuto monaco benedettino, studiò a Parigi. Maestro di teologia e forte di una grande cultura classica e sacra, diventò presto noto come predicatore.

Divenne abate di Fécamp nel 1326, vescovo di Arras nel 1328, arcivescovo di Sens nel 1329 e di Rouen nel 1330. Fu consigliere e a più riprese ambasciatore di Filippo VI di Francia in Inghilterra e ad Avignone. Nel 1329, fu portavoce del clero all'assemblea di Vincennes sulle giurisdizioni ecclesiastiche. Nel 1333, venne incaricato da papa Giovanni XXII di predicare per la Crociata. Nominato cardinale nel 1338 con il titolo di cardinale presbitero dei Santi Nereo e Achilleo, venne eletto papa il 7 maggio 1342.

Il pontificato modifica

Governo della Chiesa modifica

 
Henri Auguste César Serrur, Ritratto di Clemente VI (XIX secolo); olio su tela, Palazzo dei Papi.

Il 1342 segnò il riconoscimento pontificio della Custodia di Terra Santa. Si concludeva così un percorso avviato nel 1217, quando i Francescani avevano diviso il proprio ordine in province per volontà di San Francesco di Assisi. In particolare, con la bolla Gratias Agimus e Nuper Carissimae (21 novembre 1342), Clemente VI riconobbe l'operato del francescano re di Napoli Roberto d'Angiò, che aveva ottenuto dal Sultano d'Egitto il riconoscimento del diritto dei Frati Minori di rappresentare la Chiesa cattolica in Terra santa.

Il 19 maggio 1346 Clemente VI condannò la dottrina di Nicola d'Autrecourt come eretica. Il teologo fu costretto a bruciare i suoi libri e a ritrattare, cosa che avvenne a Parigi nel 1347. Nel 1350, con la bolla Unigenitus Dei Filius, indisse un giubileo in Roma, disponendo inoltre che per il futuro esso venisse celebrato ogni 50 anni (anziché ogni 100, come aveva stabilito il suo predecessore Bonifacio VIII).

Relazioni con i monarchi cristiani modifica

Come i suoi immediati predecessori, Clemente VI fu devoto alla Francia e fece mostra di questa sua simpatia rifiutando un invito solenne a far ritorno a Roma e acquistando la sovranità su Avignone dalla regina Giovanna I di Napoli per 80.000 corone. La somma non venne mai pagata, ma Clemente potrebbe aver ritenuto di aver corrisposto l'equivalente assolvendola dall'omicidio del marito Andrea d'Ungheria.[senza fonte]

Per quanto riguarda gli altri regni, i principali eventi del suo pontificato furono le dispute con Edoardo III d'Inghilterra a causa dell'intromissione di quest'ultimo nella giurisdizione ecclesiastica, la scomunica dell'imperatore Ludovico il Bavaro, i negoziati per la riunificazione con la Chiesa d'Oriente, e l'inizio della rivolta di Cola di Rienzo a Roma.

La sua famiglia svolse nella Chiesa un ruolo che i suoi contemporanei[senza fonte] giudicarono eccessivo: quattro dei suoi nipoti divennero cardinali (uno di questi diventerà papa Gregorio XI e un altro arcivescovo); un altro nipote fu Maresciallo della Chiesa.

Altri documenti modifica

Il 3 settembre 1343, con la bolla In Supremae Dignitatis, siglata ad Avignone, il papa istituì lo Studium Generale di Pisa, ovvero l'attuale Università di Pisa.

Durante la peste nera del 1348, diede esempio di coraggio e di lucidità: seguendo le istruzioni del suo medico personale, Guy de Chauliac, sopravvisse rimanendo ad Avignone in piena epidemia, passando la maggior parte del tempo chiuso in una stanza del palazzo seduto fra due grandi fuochi, anche se è più plausibile che si sia salvato dal contagio semplicemente per il fatto che l'edificio non fosse infestato dai topi vettori della malattia; condannò il fanatismo dei flagellanti e protesse gli ebrei[2]. Questi ultimi vennero accusati dalla popolazione di diffondere l'epidemia. Clemente VI «interpose a loro difesa la sua autorità pontificia e, con bolla del 4 luglio 1348, vietò di ascrivere agli ebrei delitti immaginari o toccarne vita o sostanze prima di sentenza del legittimo giudice»[3]. Il papa dovette nuovamente intervenire il 26 settembre con un'altra bolla (Quamvis perfidiam Iudaeorum), in cui spiegava che gli ebrei morivano di peste esattamente come gli altri e che la peste si era diffusa anche nelle zone dove non vivevano gli ebrei[4].

Nel 1350 decise di celebrare l'Anno santo ogni 50 anni, per parificare l'intervallo a quello del Giubileo ebraico.

Morte e sepoltura modifica

Morì il 6 dicembre 1352, lasciando di sé la reputazione di «...un distinto gentiluomo, un principe munifico fino alla profusione, un patrono delle arti e dello studio, ma non un santo» (Gregorovius).
Fu sepolto nell'Abbazia di Chaise-Dieu, ove aveva iniziato la sua vita monastica. Nel 1562 gli ugonotti, che avevano saccheggiato l'abbazia, ne profanarono la tomba e ne bruciarono i resti.

Concistori per la creazione di nuovi cardinali modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Concistori di papa Clemente VI.

Papa Clemente VI durante il suo pontificato ha creato ventisette cardinali nel corso di quattro distinti concistori.[5]

Genealogia episcopale e successione apostolica modifica

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Onorificenze modifica

Note modifica

  1. ^ John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, p. 548
  2. ^ John N.D. Kelly, op. cit., pp.550-551
  3. ^ G. S. Barras, Storia generale della Chiesa.
  4. ^ La peste nera e gli ebrei: a proteggerli ci provò l'Inquisizione, su uccronline.it. URL consultato il 23 aprile 2018.
  5. ^ (EN) Salvador Miranda, Clement VI, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University. URL consultato il 29 luglio 2015.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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