Papa Stefano VII

124° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Stefano VII o VIII secondo una diversa numerazione (Roma, ... – Roma, febbraio 931) è stato il 124º papa della Chiesa cattolica dal 928 al 931, uno dei "papi cortigiani" nominati da Marozia.

Papa Stefano VII
124º papa della Chiesa cattolica
Elezionedicembre 928/gennaio 929
Insediamentodicembre 928/gennaio 929
Fine pontificatofebbraio 931
Predecessorepapa Leone VI
Successorepapa Giovanni XI
 
NascitaRoma, ?
MorteRoma, febbraio 931
SepolturaGrotte Vaticane

Biografia modifica

Origini ed elezione modifica

Figlio di Teudemondo[1][2], Stefano VII era di origine romana (nonostante il nome germanico del padre) e, prima dell'elezione, era cardinale di Sant'Anastasia[2]. Documenti della nobile famiglia amalfitana d'Ancora dicono che fosse appartenente ad un ramo romano di essa. Non si sa quasi nulla della sua vita e, come il predecessore, fu un pontefice "di transizione", anche lui scelto da Marozia in attesa della successione, sul trono di Pietro, di suo figlio Giovanni[1].

Pontificato modifica

Come per altri papi dell'epoca, i dati cronologici riguardo all'elezione e alla consacrazione sono incerti: si oscilla tra il dicembre del 928[1] e il gennaio del 929[2][3]. Non risulta alcun cardinale da lui nominato durante il suo pontificato.[4]

L'elezione modifica

Stefano fu eletto per volontà di Guido di Toscana (il signore de facto di Roma) come personalità di transizione - forse scelto con cura dalla moglie Marozia - fino a quando il figlio di Marozia, il futuro Giovanni XI, non avesse raggiunto l'età sufficiente per occupare il Soglio di Pietro. Subì notevolmente l'influenza della nobildonna, che da lui ottenne l'inconsueto titolo di senatrix Romanorum.

Governo della Chiesa modifica

Stefano VII governò la Chiesa per circa due anni e tre mesi.
Durante gli anni del suo pontificato, Stefano confermò le prerogative di diversi monasteri in Francia e in Italia[2]. In segno di gratitudine per averlo salvato dalle pressioni di Ugo d'Arles, concesse a Cante Gabrielli la carica di amministratore pontificio a Gubbio e il comando di alcune fortezze[5]. Stefano fu noto anche per la severità con cui punì i sacerdoti che avevano una condotta immorale[6] Evidentemente fu anche il primo papa a radersi la barba: così almeno è raccontato nelle cronache bizantine (sicuramente non favorevoli ai vescovi di Roma) del XII secolo[7]. Stefano non ebbe parte attiva nel governo di Roma, essendo il potere temporale nelle mani di Guido di Toscana; tuttavia, intervenne nella questione della successione nell'Impero carolingio e per due volte minacciò di scomunicare i Franchi e i Burgundi se non avessero riconosciuto come loro re Luigi IV, figlio di Carlo III il Semplice.

Morte e sepoltura modifica

Stefano VII morì nel febbraio del 931[2][3][8]. È sepolto nelle Grotte Vaticane[8]. Flodoardo di Reims lo ricorda con quest'epitaffio:

(IT)

«Lì Stefano Settimo risplende per due anni, con un mese e 12 giorni, finiti i quali, dopo questo spazio di tempo, lascia vacante la Sede.»

(LA)

«Septimus hinc Stephanus binos praefulget in annos, / Aucto mense super, bisseno hoc Sole jugato, / Deposita post quod spatium sibi Sede locatur.»

Note modifica

  1. ^ a b c Rendina, p. 319.
  2. ^ a b c d e Piazzoni.
  3. ^ a b Stefano VII, su w2.vatican.va, vatican.va. URL consultato il 7 novembre 2015.
  4. ^ (EN) Salvador Miranda, Stephen VII, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.
  5. ^ Collegio araldico, Rivista, Volume 5 (1907), pag. 49.
  6. ^ Louis Marie DeCormenin; James L. Gihon, A Complete History of the Popes of Rome, from Saint Peter, the First Bishop to Pius the Ninth (1857), pg. 287.
  7. ^ H. Mann. The Lives of the Popes in the Early Middle Ages, Vol. IV: The Popes in the Days of Feudal Anarchy, 891-999. pag. 190.
  8. ^ a b Rendina, p. 320.

Bibliografia modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN24957012 · ISNI (EN0000 0000 0492 9707 · BAV 495/45972 · CERL cnp00167038 · LCCN (ENnb2007020002 · GND (DE100961444 · J9U (ENHE987007397415305171 · WorldCat Identities (ENlccn-nb2007020002