Partito Socialista Unito del Venezuela
Partito Socialista Unito del Venezuela | |
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(ES) Partido Socialista Unido de Venezuela | |
Presidente | Nicolás Maduro |
Vicepresidente | Diosdado Cabello |
Stato | ![]() |
Sede | Caracas |
Abbreviazione | PSUV |
Fondazione | 14 marzo 2008 |
Ideologia | Chavismo Bolivarismo Populismo di sinistra[1][2] Nazionalismo di sinistra Socialismo del XXI secolo Terzomondismo Anticapitalismo Antimperialismo |
Collocazione | Sinistra[3]/Estrema sinistra[4][5] |
Coalizione | Grande Polo Patriottico |
Affiliazione internazionale | Forum di San Paolo |
Seggi Assemblea nazionale |
219 / 277 (2020) |
Testata | En Vanguardia (In Avanguardia) |
Organizzazione giovanile | Gioventù del Partito Socialista Unito del Venezuela (Juventud del Partido Socialista Unido de Venezuela) |
Iscritti | 5.700.000 (2007) |
Colori | rosso, colori colombiani |
Sito web | www.psuv.org.ve/ |
Il Partito Socialista Unito del Venezuela (in spagnolo Partido Socialista Unido de Venezuela, PSUV) è un partito politico venezuelano, nato dallo scioglimento del Movimento Quinta Repubblica, che riunisce alcune delle forze politiche e sociali che appoggiano la Rivoluzione bolivariana guidata dal presidente Hugo Chávez. Con oltre 5.700.000 iscritti[6], è il più grande partito di sinistra dell'America Latina.
StoriaModifica
Il processo di fusione dei partiti che supportavano la rivoluzione bolivariana è stato coordinato da Hugo Chávez dopo la vittoria alle elezioni presidenziali del 2006[7]. Il processo è stato guidato dal partito di Chávez, il Movimento Quinta Repubblica, e ha coinvolto numerosi partiti minori, tra i quali il Movimento Elettorale Popolare, l'Unión Popular Venezolana, il Movimento Tupamaro e la Lega Socialista[8], che complessivamente rappresentano il 45,99% dei voti ottenuti da Chávez alle presidenziali[9]. Altri partiti bolivariani, tra i quali il Partito Comunista del Venezuela (PCV), Patria Para Todos (PPT)[10] e Per la Democrazia Sociale (PoDemoS), che rappresentano il 14,60% dei voti, hanno scelto di non fondersi nel partito, ma sono in seguito entrati a far parte del Grande Polo Patriottico, la coalizione politica a sostegno di Chávez.
Il 7 marzo 2007 Chávez ha presentato un piano di organizzazione del partito valido fino a novembre. PoDemoS, PPT e PCV hanno inizialmente dichiarato che avrebbero atteso fino alla fondazione del partito prima di decidere se entrare a farne parte. Il 18 marzo Chávez dichiara al suo programma Aló Presidente di aver "spalancato le porte" a PoDemoS, PPT e PCV e che se i tre partiti "vogliono andarsene dall'alleanza, che se ne vadano e ci lascino in pace"[11]. Patria Para Todos ha deciso durante il congresso annuale del 10 aprile 2007, ribadendo comunque il suo supporto a Chávez e alla rivoluzione bolivariana. In seguito numerosi movimenti della sinistra rivoluzionaria sono entrati nel PSUV, tra i quali i partiti trotskisti Corriente Marxista Revolucionaria, Lucha de Classes e Socialismo Revolucionario.
Il congresso fondativo del partito si è svolto all'inizio del 2008[12], alla presenza di 1681 delegati[13]. Chávez è stato eletto presidente del Partito il 14 marzo.
Elezioni presidenziali del 2012 e rielezione di Hugo ChavezModifica
Alle elezioni presidenziali in Venezuela del 2012 il partito ha candidato alla presidenza della Repubblica Hugo Chávez. Le elezioni del 7 ottobre 2012 hanno visto la vittoria del presidente in carica (sostenuto dal Grande Polo Patriottico), che ha ottenuto oltre il 54% dei voti contro il 45% dello sfidante Henrique Capriles Radonski (Alleanza Patriottica).
Elezioni presidenziali del 2013 e vittoria di Nicolás MaduroModifica
Dopo appena sei mesi dalle elezioni del 2012, il Venezuela torna alle urne a seguito della morte del Presidente Chávez. Il Partito Socialista Unito candida alla Presidenza Nicolás Maduro, presidente ad interim dal 5 marzo 2013. Le elezioni si sono svolte il 14 aprile e sono state vinte dal successore di Chavez, Nicolás Maduro, che ha ottenuto il 50,66% dei voti contro il 49,07% dello sfidante Henrique Capriles Radonski. Il risultato delle elezioni, contestato tra le polemiche da Capriles, è stato definitivamente confermato dal Consiglio Nazionale Elettorale dopo il riconteggio dei voti[14].
DescrizioneModifica
Chávez ha dichiarato che "è un partito molto giovane", con un'età media tra i membri di 35 anni. Gli analisti sono d'accordo: "L'idea è che i più giovani saranno bolivariani [in supporto al partito], perché le loro famiglie hanno beneficiato di più dai programmi sociali di Chávez"[6].
Con la creazione del PSUV, le relazioni con gli ex alleati della coalizione si sono deteriorate. In occasione delle elezioni regionali del 2008, Chávez ha dichiarato che "Patria Para Todos e il Partito Comunista del Venezuela scompariranno dalla mappa politica, perché sono bugiardi e manipolatori"[15].
Nell'aprile 2010 il congresso straordinario del Partito ha sancito la conferma di "principi generali", tra i quali il socialismo, il marxismo e il bolivarismo, l'umanismo, l'internazionalismo, il patriottismo, la difesa della democrazia partecipativa e la gestione democratica del partito. Il Partito è stato definito l'"avanguardia politica del processo rivoluzionario"[16].
StrutturaModifica
Il Partito è guidato a livello nazionale dal presidente (dal 5 marzo 2013 l'incarico è vacante per la morte del presidente Hugo Chávez), dal vicepresidente (Cilia Flores) e da un consiglio direttivo di 29 membri:
- Adán Chávez
- Alí Rodríguez Araque
- Ana Elisa Osorio
- Antonia Muñoz
- Aristóbulo Istúriz
- Carlos Escarrá
- Darío Vivas
- Diosdado Cabello
- Elías Jaua
- Érika Farías
- Freddy Bernal
- Héctor Navarro
- Héctor Rodríguez
- Jacqueline Faría
- Jorge Rodríguez
- Luis Reyes Reyes
- María Cristina Iglesias
- María León
- Mario Silva
- Nicolás Maduro
- Nohelí Pocaterra
- Rafael Ramírez
- Ramón Rodríguez Chacín
- Rodrigo Cabezas
- Tarek El Aissami
- Vanessa Davies
- Willian Lara
- Yelitza Santaella
NoteModifica
- ^ Left-Wing Populists in Latin America? (PDF), su paperroom.ipsa.org. URL consultato il 26 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2016).
- ^ Steve Ellner & Daniel Hellinger, eds., Venezuelan politics in the Chávez era: class, polarization, and conflict. Boulder: Lyne Rienner, 2003, ISBN 1-58826-297-9, p. 67
- ^ Jeremy Kryt, Venezuela’s Opposition Wins Big, But Maduro’s Still There, su The Daily Beast, The Daily Beast Company, LLC, 7 dicembre 2015. URL consultato il 10 gennaio 2017.
- ^ Ricardo Hausmann e Francisco R. Rodríguez (a cura di), Venezuela Before Chávez: Anatomy of an Economic Collapse, Penn State Press, 2014, ISBN 978-0-271-06464-2.
- ^ George Ciccariello-Maher, Against Party Bureaucracy: Venezuela’s PSUV and Socialism from Below, su MROnline, Monthly Review Foundation, 28 marzo 2007.
- ^ a b Bloomberg, 11 ottobre 2007, Venezuela May Lower Voting Age, Add Gay Rights in Constitution
- ^ BBC NEWS 19 dicembre 2006| Americas | Venezuela head seeks party merger
- ^ Inicio, su milenio.com. URL consultato il 14 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2007).
- ^ http://www.cne.gob.ve/divulgacionPresidencial/resultado_nacional.php
- ^ (ES) El Universal, 5 marzo 2007, José Albornoz: El PPT no se disolverá Archiviato il 22 aprile 2009 in Internet Archive.
- ^ (ES) El Universal, 19 marzo 2007, "Los que se quieran ir, váyanse, pero escojan bien cómo irse"
- ^ Kiraz Janicke, Federico Fuentes, Chavez Inaugurates Founding Congress of New Socialist Party of Venezuela, Venezuelanalysis.com, 14 gennaio 2008. URL consultato il 17 gennaio 2009.
- ^ PSUV, Somos un faro para América Latina y el Mundo, accessed 12 May 2011
- ^ Il riconteggio dei voti ha confermato la vittoria di Maduro[collegamento interrotto], "Granma", 11 giugno 2013.
- ^ (ES) Radio Mundial, 11 ottobre 2008, "Chávez: PPT y PCV desaparecerán del mapa político por "mentirosos y manipuladores" Archiviato il 17 luglio 2011 in Internet Archive.
- ^ PSUV, giugno 2010, Libro Rojo, pp45-6
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Partito Socialista Unito del Venezuela
Collegamenti esterniModifica
- Sito ufficiale, su psuv.org.ve.
- (EN) Partito Socialista Unito del Venezuela, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 143477623 · LCCN (EN) no2009193590 · GND (DE) 16157343-5 · WorldCat Identities (EN) lccn-no2009193590 |
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