Paura di Dio è la seconda raccolta di poesie della scrittrice italiana Alda Merini.

Paura di Dio
AutoreAlda Merini
1ª ed. originale1955
GenerePoesia
Lingua originaleitaliano

«Io non fui originata
ma balzai prepotente
dalle trame del buio
per allacciarmi ad ogni confusione. - Alda Merini, Testamento[1]»

La raccolta, pubblicata da Scheiwiller nel 1955 contiene i testi che vanno dal 1947 al 1953 alcuni dei quali molto potenti come "Il testamento" dal quale si trae un presagio di morte e di follia; "Amo, e Tu sai", una vibrante preghiera dove la giovane autrice confessa la sua stanchezza per ... il fantasma del vuoto alle mie case![2]; "Dies Irae", risalente al 21 settembre 1953 dedicata al marito Ettore Carniti dove si coglie, negli ultimi versi, ... ma con mille tramonti alle mie spalle/ quante volte, amor mio, tu mi disdegni[3] una tremante invocazione e la paura di non essere abbastanza amata; "Lamento di un morto" dove si avverte un accento drammatico nei versi ... Il mio Dio sta immerso/ di là d'un palmo, e ho le dita monche/ per raggiungerLo in pieno[4] che la condurrà a sognare, nella poesia "Solo una mano d'angelo" qualcuno in cui poter lasciarsi andare con il suo pianto: Solo una mano d'angelo/ intatta di sé, del suo amore per sé,/ potrebbe/ offrirmi la concavità del suo palmo/ perché vi riversi il mio pianto.[5]

Il tema del sacro e quello della morte pervadono altre liriche di questa raccolta, come in "Maria Egiziaca", "Resurrezione di Cristo", "Pax" o "Gli antenati di Cristo", e pur si avvertono le incrinature della sensualità, come in "Queste folli pupille" o "Da questi occhi", che incutono un senso di angoscia e di paura.

"Paura", scrive Maria Corti[6], "di colui che ha due Volti, uno di luce l'altro fosco, tenebroso, per cui la costante situazione erotica della Merini e il suo misticismo sembrano quasi illustrare una inconsapevole vocazione manichea dell'autrice."

Dove vita, di sé fatta più piena/ ci divide dal corpo/ e ci annovera al gregge di un Pastore/ costruito di luce/ nasce morte per te. D'ogni dolore/ parto ultimo e solo/ che mai possa procedere dal seno.../ Eppure a noi lontano desiderio/ viene a fatica dentro giorni oscuri/ ma se calasse nella perfezione/ di sua vera natura/ presto cadremmo affranti dalla luce. (da Pax)

Perché ancora alla mente/ traccia sopporto corporale d'ieri,/ premere con la mano ritemprata/ questo sasso mi è dolce/ come a provare il fascino di Dio. (da Resurrezione di Cristo)

Se giungo dalle tenebre feroci,/ fate che trovi intatto ogni confine! (da Sorgente)

Note modifica

  1. ^ Testamento da Paura di Dio, in Alda Merini,Fiore di poesia. 1951-1997, Einaudi, Torino, 1998, pag. 24
  2. ^ Amo e tu ami... , op. cit., pag. 25
  3. ^ Dies Irae, op. cit., pag. 26
  4. ^ Lamento di un morto, op. cit., pag. 27
  5. ^ Solo una mano d'angelo, op. cit., pag. 28
  6. ^ Maria Corti in Prefazione ad Alda Merini. Fiore di poesia. 1951-1997, Einaudi, Torino, 1998, pag. VII

Voci correlate modifica

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