Peć

comune e città kosovara
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Peć (in albanese Pejë o Peja; in serbo Пећ?, Peć; in turco İpek) è una città del Kosovo occidentale. Nel 2011 la città aveva una popolazione di 48 962 abitanti, mentre l'intera municipalità aveva una popolazione di 96 450 abitanti.

Peć
comune
Peć (SR) Пећ (Peć)/ Pejë
Peć – Stemma
Peć – Veduta
Peć – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera delle Nazioni Unite/Bandiera del Kosovo/Bandiera della Serbia Kosovo[1]
DistrettoPeć
Amministrazione
SindacoGazmend Muhaxheri
Territorio
Coordinate42°39′N 20°17′E / 42.65°N 20.283333°E42.65; 20.283333 (Peć)
Altitudine550 m s.l.m.
Superficie21 km²
Abitanti95 741 (2013)
Densità4 559,1 ab./km²
Sottodivisioni ulteriori80
Altre informazioni
Linguealbanese e serbo
Cod. postale30000
Prefisso+383
Fuso orarioUTC+1
Targa03
Cartografia
Mappa di localizzazione: Kosovo
Peć
Peć
Peć – Mappa
Peć – Mappa
Sito istituzionale

In epoca medievale, nel 1346, fu sede del Patriarcato della Chiesa ortodossa serba. Secoli dopo, nel 1899 vi fu fondata dalla popolazione locale albanese la Lega di Peja. Il monastero patriarcale di Peć è patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, incluso nei Monumenti medievali in Kosovo.

Geografia fisica modifica

Peć sorge nell'estremità nord-occidentale della piana di Metochia, ad est del gruppo montuoso delle Prokletije e della gola di Rugova. La città è attraversata da ovest verso est dal torrente Bistrica, affluente di destra del Drin Bianco. È situata ad 85 km ad ovest di Pristina e a 250 km a nord di Tirana.

Etimologia modifica

In serbo peć significa letteralmente forno. Nei documenti della Repubblica di Ragusa la città viene talvolta menzionata come Forno. Durante la dominazione ottomana la città era conosciuta come İpek (ايپك). Altre denominazioni storiche sono in latino Pescium e in greco Episkion (Επισκιον).

Storia modifica

Tra il 1180 ed il 1190 il principe Stefano Nemanja liberò l'area di Peć dalla presenza bizantina, dando il via così al dominio serbo sulla regione. Suo figlio Stefano Nemanjić cedette la città e il contado al monastero di Žiča nel 1220. Peć passò così sotto il diretto controllo degli arcivescovi serbi, che costruirono le loro residenze e le loro chiese. Nel 1346 il re serbo Stefan Dusan fece di Peć il centro della chiesa ortodossa serba.

Peć fu conquistata dagli Ottomani nel 1455 e ribattezzata İpek. Nel 1513 divenne capoluogo del sangiaccato omonimo a sua volta suddiviso in quattro kaza. Nel corso dei quattro secoli di dominazione ottomana affluirono nella città numerosi immigrati turchi che le conferirono un aspetto tipicamente levantino.

Nel 1899, su iniziativa di Haxhi Zeka, fu costituita la Lega di Peja, un'organizzazione ispirata all'esperienza della Lega di Prizren di vent'anni prima, il cui obbiettivo era l'istituzione di un vilayet albanese all'interno dell'Impero ottomano. Durante la prima guerra balcanica i Montenegrini conquistarono la città il 28 ottobre 1912. Al termine del conflitto e con la ratifica del trattato di Bucarest, Ipek venne annessa al Regno del Montenegro nonostante le aspirazioni degli Albanesi.

Nel corso della prima guerra mondiale fu occupata dall'esercito austroungarico l'8 gennaio 1916, mentre il 17 ottobre 1918 vi entrarono i Serbi. Cessate le ostilità Peć venne annessa al neo costituito Regno dei Serbi, Croati e Sloveni e inclusa nella Banovina della Zeta.

Nel corso della seconda guerra mondiale Peć venne occupata dal Regio esercito e annessa all'Albania occupata. Con la nascita della Jugoslavia, la città venne annessa alla Provincia Socialista Autonoma del Kosovo della Repubblica Socialista di Serbia. Le tensione tra la maggioranza albanese e la minoranza serba, mai sopite nel corso degli anni, esplosero drammaticamente durante la guerra del Kosovo nel 1999. Altri gravi incidenti scoppiarono nel 2004.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Architetture civili modifica

  • Bazar di Pejë, di epoca ottomana, distrutto nel corso dell'occupazione italiana e nella guerra del Kosovo. È stato fedelmente ricostruito.

Architetture religiose modifica

Geografia antropica modifica

Suddivisioni amministrative modifica

La municipalità si divide nei seguenti villaggi:

Alagina Reka, Babiće, Barane, Belo Polje, Blagaje, Boge, Brežanik, Brestovik, Brolić, Bučane, Velika Jablanica, Veliki Štupelj, Vitomirica, Vragovac, Vranovac, Glavičica, Glođane, Goraždevac, Grabovac, Dobri Do, Drelje, Dubovo, Dubočak, Duganjive, Zagrmlje, Zahać, Zlopek, Jablanica, Jošanica, Klinčina, Kosurić, Kotradić, Košutane, Krstovac, Kruševac, Kućište, Labljane, Laz Belopać, Lipa, Lođa, Ložane, Lugađija, Ljevoša, Lješane, Ljubenić, Ljutoglava, Mala Jablanica, Mali Štupelj, Maljeviće, Milanovac, Nabrđe, Naklo, Nepolje, Novi Raušić, Novo Selo, Ozrim, Osoje, Pašino Selo, Pepiće, Peć, Pištane, Plavljane, Počešće, Radavac, Raušić, Rašić, Romune, Rosulje, Ruhot, Svrke, Siga, Trebović, Trstenik, Turjak, Ćuška, Hadžovići, Crni Vrh, Čelopek, Čungur e Škrelje.

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Composizione etnica[2]
Anno/Etnia Albanesi  % Serbi  % Turchi  % Bosniaci  % Roma  % Ashkali  % Egiziani  % Gorani  % Totale
2013 87 975 361 59 3 786 993 143 2 700 189 96 450[3]

Etnie presenti modifica

La maggioranza della popolazione di Peć è di etnia albanese, seguita dalle minoranze di Serbi, Bosgnacchi, Ashkali e Rom.

Amministrazione modifica

Gemellaggi modifica

Peć è gemellata con:

Sport modifica

Calcio modifica

La società calcistica locale è il KF Besa, fondata nel 1923.

Pallacanestro modifica

Il KB Peja è la principale cestistica della città. È detentrice di sei titoli nazionali ed è la seconda squadra kosovara più titolata.

Note modifica

  1. ^ Sotto protettorato ONU (UNMIK), dichiaratosi unilateralmente Repubblica indipendente (riconosciuta dalla maggioranza degli stati ONU), secessionista dalla Serbia secondo cui è una Provincia autonoma
  2. ^ Documents Library | OSCE (PDF), su osce.org. URL consultato il 9 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2007).
  3. ^ http://pop-stat.mashke.org/kosovo-ethnic-loc2011.htm

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN152515229 · LCCN (ENn85238916 · GND (DE4102943-4 · J9U (ENHE987007562319105171