Un pentimento in arte è un ripensamento in corso d'opera che un artista mette in atto, mascherando la versione precedente che non ritiene soddisfacente.[1]

Il Salvator mundi di Antonello da Messina, in cui si vede un evidente pentimento sulla scollatura del Cristo

Questi cambiamenti in pittura sono spesso occultati con più strati di colore, ma non è infrequente che essi appaiano visibili anche a occhio nudo, tramite sottili differenze di tonalità, magari per effetto del tempo che ha reso più sottile lo strato esterno. In altri casi i pentimenti sono visibili a raggi X.

Oltre all'interesse per ricostruire il processo creativo, il pentimento è anche un fondamentale strumento in fase attributiva: solo un originale presenta pentimenti, mai le copie.

Anche in scultura è possibile avere dei pentimenti, ma in genere essi non lasciano tracce. Celebri sono ad esempio i ripensamenti di Michelangelo nel Mosé, che portarono l'artista a riscolpire, con grande prova di virtuosismo, intere parti come la testa e il ginocchio.

Note modifica

  1. ^ Angela Weyer et al. (a cura di), Pentimento, in EwaGlos, European Illustrated Glossary Of Conservation Terms For Wall Paintings And Architectural Surfaces, English Definitions with translations into Bulgarian, Croatian, French, German, Hungarian, Italian, Polish, Romanian, Spanish and Turkish, Petersberg, Michael Imhof, 2015, p. 91. URL consultato il 18 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2020).

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