Pepe Julian Onziema

attivista per i diritti LGBT transessuale ugandese

Pepe Julian Onziema (30 novembre 1980) è un attivista transgender ugandese, membro della ONG Sexual Minorities Uganda (SMUG).

Biografia modifica

Cresciuto in una famiglia molto ampia e tollerante,[1] Onziema dichiarò la sua omosessualità all'età di 12 anni, che fu accettata senza problemi dai suoi familiari. Tre anni dopo, scrisse un articolo in difesa di alcuni studenti della sua scuola, espulsi perché sospettati di essere omosessuali, dopo che i loro nomi furono pubblicati su un quotidiano locale.[2][3]

Onziema divenne un attivista per i diritti LGBT nel 2003.[4] Fa parte di Sexual Minorities Uganda dal 2004, di cui è direttore dei progetti e portavoce.[5][6]

Nel 2008, fu arrestato per violazione di domicilio assieme ad altri due attivisti, con cui stava facendo volantinaggio ai margini di una conferenza sull'HIV. Il processo andò avanti per vari mesi e, durante la sua permanenza in carcere, Onziema fu oggetto di ripetute molestie dalle guardie carcerarie. Successivamente le accuse furono ritirate e i tre furono liberati.[5][7]

Nel 2010, fu uno dei tre attivisti di SMUG che citarono in giudizio il tabloid Rolling Stone, reo di aver pubblicato in due separate occasioni più di 100 nominativi di persone omosessuali o presunte tali, incitando nel primo caso a "impiccarli". La Suprema Corte dell'Uganda impose al tabloid di interrompere la pubblicazione dei nominativi e concesse ai tre attivisti Kasha Jacqueline, David Kato e Pepe Onziema un risarcimento di 1,5 milioni di scellini ciascuno.[8][9]

Nel 2012, ha co-organizzato il primo Gay pride in Uganda,[8][10] che continua a essere celebrato ogni anno, sebbene l'omosessualità sia ancora illegale nel Paese.[11][12][13][14]

Nel 2014, il suo nome apparve sul quotidiano Red Pepper come uno dei "200 omosessuali più importanti" del Paese, assieme ad altre personalità ugandesi di spicco (alcune delle quali non hanno mai fatto coming out). Particolare successo e scalpore ottenne una sua intervista alla tv di stato ugandese condotta dal presentatore Simon Kaggwa Njala che cominciò l'intervista con la celebre frase: "Why are you gay?"("perché sei gay?"). L'intervista fu poi interrotta dall'intervento di Martin Ssempa, un pastore ugandese, che portò delle verdure in trasmissione accusando Pepe di atti di sodomia e dichiarando che gli americani lo volevano bombardare per le sue dichiarazioni contro gli omosessuali. [15][16]

Vita privata modifica

Onziema inizialmente si identificava come donna lesbica,[7] ma ora come uomo. Inoltre, ha dichiarato di essersi sottoposto ad un cambio di sesso. [8]

Riconoscimenti modifica

Note modifica

  1. ^ (EN) Richard Sincere, NED hosts forum on LGBTIQ rights in Uganda, su Sub-Saharan Monitor, 30 aprile 2015. URL consultato il 17 ottobre 2015.
  2. ^ (EN) Denver David Robinson, Pride at U.S. State Department Affirms LGBT Human Rights, su Advocate.com, 7 giugno 2015. URL consultato il 17 ottobre 2015.
  3. ^ (EN) Melissa Wasserman, Legacy Walk welcoming Ugandan trans activist, su Windy City Times, 1º luglio 2015. URL consultato il 17 ottobre 2015.
  4. ^ (EN) Criminalization on Grounds of Sexual Orientation and Gender Identity in Africa (PDF), su amnestyusa.org, Amnesty International USA, 25 giugno 2013, p. 6. URL consultato il 17 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  5. ^ a b (EN) Interview with civil society activist: Pepe Julian Onziemam, su Civicus.org, 1º maggio 2011. URL consultato il 17 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2014).
  6. ^ (EN) Daniella Zalcman, When Elephants Fight, the Grass Suffers: Interview with Gay Rights Activist Pepe Julian Onziema, su pulitzercenter.org, Pulitzer Center on Crisis Reporting, 14 aprile 2014. URL consultato il 17 ottobre 2015.
  7. ^ a b (EN) Glenna Gordon, Being Gay in Uganda: One Couple's Story, in TIME, 8 marzo 2010. URL consultato il 17 ottobre 2015.
  8. ^ a b c (EN) Pepe Julian Onziema, Living proudly in face of Uganda's anti-gay bill, CNN, 25 gennaio 2013. URL consultato il 17 ottobre 2015.
  9. ^ (EN) Theresa Mallinson, Rolling Stone ruling - finally a ray of hope for gay activists in Uganda, in Daily Maverick, 4 gennaio 2011. URL consultato il 17 ottobre 2015.
  10. ^ (EN) Alexis Okeowo, Gay and Proud in Uganda, in The New Yorker, 6 agosto 2012. URL consultato il 17 ottobre 2015.
  11. ^ (EN) Hilary Heuler, 2nd Annual Gay Pride Parade Held in Uganda, Voice of America, 4 agosto 2013. URL consultato il 17 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2014).
  12. ^ (EN) Gregory Warner, Why Gay Pride Celebrations In Uganda Were Discreet, National Public Radio, 5 agosto 2013. URL consultato il 17 ottobre 2015.
  13. ^ (EN) Chris Johnston, Uganda holds first pride rally after 'abominable' anti-gay law overturned, in The Guardian, 9 agosto 2014. URL consultato il 17 ottobre 2015.
  14. ^ (EN) Joanna Plucinska, Uganda’s LGBT Community Holds a Cautious Pride March, in TIME, 10 agosto 2015. URL consultato il 17 ottobre 2015.
  15. ^ (EN) Jessica Chasmar, At least 8 gay Ugandans attempt suicide in two weeks: report, in The Washington Times, 25 febbraio 2014. URL consultato il 17 ottobre 2015.
  16. ^ (EN) Maddy Fry, Newspaper Outs 200 ‘Top’ Gays in Uganda, in TIME, 25 febbraio 2014. URL consultato il 17 ottobre 2015.
  17. ^ (EN) 2012 Clinton Global Citizen Awards, su Clinton Global Initiative. URL consultato il 17 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  18. ^ (EN) Alexandra Topping, Stonewall’s hero of the year award goes to Pepe Julian Onziema, in The Guardian, 7 novembre 2014. URL consultato il 17 ottobre 2015.
  19. ^ (EN) GLAAD Media Award Winners Include Kelly Ripa, ‘Last Week Tonight’, in Variety, 9 maggio 2015. URL consultato il 17 ottobre 2015.

Voci correlate modifica