Ictalurus punctatus

specie di pesce
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Il pesce gatto americano[2] (Ictalurus punctatus, (Rafinesque, 1818)), noto anche come channel, pesce gatto punteggiato o pesce gatto maculato, è un pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia degli Ictaluridi ed all'ordine dei Siluriformi.[3].

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Pesce gatto americano


Adulto (in alto) e giovanile

Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Actinopterygii
Ordine Siluriformes
Famiglia Ictaluridae
Genere Ictalurus
Specie I. punctatus
Nomenclatura binomiale
Ictalurus punctatus
(Rafinesque, 1818)
Sinonimi

Silurus punctatus

Nomi comuni

Pesce gatto maculato
Pesce gatto punteggiato

Descrizione modifica

L'aspetto generale è simile al pesce gatto con corpo non troppo slanciato, grande testa appiattita dorsalmente e bocca ampia. Attorno alla bocca sono presenti quattro paia di barbigli. Le differenze tra le due specie consistono nell'aspetto della testa, che ha occhi più grandi, bocca più piccola e in posizione leggermente inferiore, nel pesce gatto comune è invece ampia e frontale, per la pinna caudale nettamente forcuta mentre in Ameiurus è troncata, per la colorazione e le dimensioni molto più grandi[4]. Come in tutti gli ictaluridi il primo raggio della pinna dorsale e delle pinne pettorali è rigido e acuminato, soprattutto nei giovani, la puntura è leggermente velenosa e causa dolore locale e infiammazione, spesso con sanguinamento copioso per la piccola entità della ferita[5]. La colorazione degli adulti va da grigia a olivastra, talvolta bluastra, sempre con riflessi argentati, più scura sul dorso e chiara o biancastra sul ventre; può essere più o meno scura in base all'individuo o all'ambiente[6]. I giovani sono uniformemente grigio argentei con un numero variabile di punti neri di forma rotonda disposti irregolarmente sul corpo che danno il nome comune alla specie; questa punteggiatura compare a una lunghezza di qualche centimetro e scompare dagli adulti. I barbigli della mascella inferiore sono scuri, quelli della superiore tendono ad essere chiari alla base e scuri all'estremità[4].

La taglia massima nota nell'areale naturale è di 132 cm per oltre 26 kg[6]. In Europa (Italia) sono stati catturati individui fino a 12-13 kg[4]. La taglia media è inferiore attestandosi intorno ai 57 cm[6].

Distribuzione e habitat modifica

È originario della parte orientale del Nordamerica dai Grandi Laghi e il Canada meridionale alla Florida e al golfo del Messico fino al Messico nordorientale compreso l'intero bacino del Mississippi/Missouri[6].

È stato estesamente introdotto sia negli USA occidentali e nelle Hawaii che nel resto del mondo. Risulta introdotto in Africa, Asia, America centrale (comprese le isole caraibiche, America meridionale, Oceania ed Europa spesso manifestando grave invasività[7]. In Europa risulta più comunemente naturalizzata o invasiva nella parte meridionale del continente[8]. In Italia risulta abbondantemente diffusa a partire dal 1976[4] e risulta gravemente invasiva nei corsi d'acqua della pianura Padana e della Toscana[8], in quest ultima regione la presenza è nota dai primi anni 2000 in cui fu segnalata nell'Ombrone[9], fiume nel quale la specie ha popolazioni abbondantissime tanto da risultare la specie più rappresentata in termini di biomassa[10].

É una specie tipica di ambienti fluviali, anche a corrente abbastanza forte[4], si trova soprattutto in zone con fondali sabbiosi o sassosi[6]. Moderatamente eurialino, si può incontrare in acque debolmente salmastre. Popola anche laghi e stagni[4].

Biologia modifica

Sembra possa vivere fino a 24 anni[6].

Comportamento modifica

Notturno, resta nascosto durante il giorno per uscire al tramonto o quando l'acqua è torbida. I giovanili sono gregari e formano aggregazioni mentre gli adulti sono solitari[4].

Alimentazione modifica

Specie onnivora e opportunista si nutre di pesci, invertebrati acquatici e terrestri come crostacei, molluschi e insetti nonchè di alghe e materiale vegetale[11]. Con l'aumentare delle dimensioni assume una dieta più carnivora e nei grandi adulti la dieta è quasi esclusivamente costituita da pesci[4]. Uno studio condotto in Italia (fiume Arno) ha riscontrato nella dieta anche giovani uccelli, ratti e perfino tartarughe acquatiche[12]

Riproduzione modifica

La riproduzione avviene in maggio giugno in America mentre in Europa spesso fino all'estate. Il maschio costruisce un nido costituito da una buca poco profonda nel fondale dove la femmina deporrà le uova che verranno sorvegliate dal maschio fino alla schiusa che avverrà 5-10 giorni dopo. la femmina può deporre fino a 7000-8000 uova per chilo di peso[4]. Viene riportata un'età di 5/8 anni per la maturità sessuale[4] ma sembra che invece venga regolarmente raggiunta a non oltre 3 anni[4][6].

Conservazione modifica

La specie ha un ampio areale in espansione, le popolazioni sono abbondanti e in incremento e, nonostante sia sottoposta a un intenso sforzo di pesca non mostra segni di rarefazione. Per questi motivi la Lista rossa IUCN la classifica come "a rischio minimo"[1].

Specie aliena modifica

La specie è predatrice e può seriamente danneggiare le popolazioni di pesci autoctone dei corsi idrici in cui viene immesso[1][4].

Pesca modifica

Si cattura praticamente con ogni tecnica di pesca sia con esche naturali sia animali che vegetali (anche grossolane come pezzi di carne o di fegato) che artificiali. Le carni, seppur leggermente inferiori a quelle degli Ameiurus, sono ottime e molto apprezzate per la scarsità di spine e per il buon sapore (che non presenta mai gusto di fango)[4]. In Europa il valore commerciale è scarso mentre così non è negli Stati Uniti dove viene pescato in grandi quantità ed ha un ruolo di primo piano nell'acquacoltura dove è la specie più allevata in assoluto[4][13].

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) Smith, K.,2013, Ictalurus punctatus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Mipaaf - Decreto Ministeriale n°19105 del 22 settembre 2017 - Denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale, su politicheagricole.it. URL consultato il 4 maggio 2018.
  3. ^ (EN) Common Names List - Ictalurus punctatus, su fishbase.de. URL consultato il 4 maggio 2018.
  4. ^ a b c d e f g h i j k l m n Fortini N., Nuovo atlante dei pesci delle acque interne italiane, Aracne, 2016, ISBN 978-88-548-9494-5.
  5. ^ Catfish Sting, su webmd.com. URL consultato il 29/03/2024.
  6. ^ a b c d e f g (EN) Ictalurus punctatus, su FishBase. URL consultato il 29 marzo 2024.
  7. ^ Introductions of Ictalurus punctatus, su fishbase.us. URL consultato il 29/03/2024.
  8. ^ a b (EN) Phillip J. Haubrock, Gordon H. Copp, Iva Johović, Paride Balzani, Alberto F. Inghilesi, Annamaria Nocita & Elena Tricarico, North American channel catfish, Ictalurus punctatus: a neglected but potentially invasive freshwater fish species?, in Biological Invasions, vol. 23, n. 5, 12/02/2021, pp. 1563–1576, DOI:10.1007/s10530-021-02459-x. URL consultato il 29/03/2024.
  9. ^ (EN) Ligas A., First record of the channel catfish, Ictalurus punctatus (Rafinesque, 1818), in central Italian waters, in Journal of Applied Ichthyolgy, vol. 24, 10/01/2008, pp. 632–634, DOI:10.1111/j.1439-0426.2008.01111.x. URL consultato il 29/03/2024.
  10. ^ (EN) Ligas A., Population dynamics of the channel catfish, Ictalurus punctatus (Rafinesque, 1818), in the Ombrone river (Tuscany, Italy) (PDF), in Atti Soc. tosc. Sci. nat., Mem., Serie B, vol. 114, 2007, pp. 57-62. URL consultato il 29/03/2024.
  11. ^ Food items reported for Ictalurus punctatus, su fishbase.us. URL consultato il 29/03/2024.
  12. ^ (EN) Phillip J. Haubrock, Martina Azzini, Ivan Fribbi, Alberto F. Inghilesi, Elena Tricarico, Opportunistic alien catfish: unexpected findings in the diet of the alien species Ictalurus punctatus in Central Italy, in FISHERIES & AQUATIC LIFE, vol. 26, 10/12/2018, pp. 239 - 242, DOI:10.2478/aopf-2018-0027. URL consultato il 29/03/2024.
  13. ^ Scheda sulla specie della FAO, su fao.org. URL consultato il 29/03/2024.

Bibliografia modifica

  • Stefano Porcellotti, Pesci d'Italia, Ittiofauna delle acque dolci Edizioni PLAN 2005
  • Kottelat M., Freyhof J. Handbook of European Freshwater Fishes, Publications Kottelat, Cornol (CH), 2007

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