Piano di rinascita democratica
Il piano di rinascita democratica (detto anche programma di rinascita nazionale o il Piano)[1] era una parte essenziale del programma della loggia massonica P2 e consisteva in un assorbimento degli apparati democratici della società italiana dentro le spire di un autoritarismo legale che avrebbe avuto al suo centro l'informazione.
Il piano è stato ritrovato e sequestrato il 4 luglio 1981[2] in un doppiofondo di una valigia di Maria Grazia Gelli, figlia di Licio Gelli, Maestro venerabile della loggia massonica P2, assieme al memorandum sulla situazione politica in Italia. È stato pubblicato negli atti della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica P2[3]. Nel 2010 è stato reso disponibile on line[4] dal giornale italiano Il Fatto Quotidiano. La sua materiale redazione da parte di Francesco Cosentino[5] è stata la ragione per cui si è voluto definire quest'ultimo come la mente istituzionale della compagnia P2.[6]
ObiettiviModifica
I suoi obiettivi essenziali consistevano in una serie di riforme e modifiche costituzionali onde
«… rivitalizzare il sistema attraverso la sollecitazione di tutti gli istituti che la Costituzione prevede e disciplina, dagli organi dello Stato ai partiti politici, alla stampa, ai sindacati, ai cittadini elettori» |
In particolare andavano programmate azioni di Governo, di comportamento politico ed economico, nonché di atti legislativi, per ottenere ad esempio nel settore scuola di
«… chiudere il rubinetto del preteso automatismo: titolo di studio - posto di lavoro…» |
Nella relazione conclusiva dei suoi lavori parlamentari, la Commissione Anselmi accertò l'esistenza di una struttura segreta che aveva elaborato un piano articolato di riforma dello Stato e della vita pubblica italiane, da realizzarsi entro un orizzonte temporale non precisato. Il piano fu redatto al di fuori delle sedi istituzionali preposte dalla Costituzione, e in assenza di un qualsiasi coinvolgimento democratico degli elettori e dell'opinione pubblica.
Nel testo del piano diffuso dai media al tempo della scoperta, e reperibile su Internet, si delinea principalmente la fotografia di uno stato ideale, che avrebbe dovuto tendere a divenire realtà. Tuttavia, non sono analizzati la situazione esistente e la modalità di attuazione del piano: soggetti e attività, scadenze temporali, costi e modalità di finanziamento, strumenti normativi, politiche di gestione delle eccezioni e dei casi particolari, delle antinomie con normative preesistenti al piano, della gestione di un transitorio graduale dalle situazioni date a quella pianificata.
Al termine dei lavori della Commissione Anselmi, non vi furono sostanzialmente ulteriori atti ufficiali del Parlamento a integrazione delle liste dei nominativi o del testo del piano di rinascita democratica, resi necessari dal rinvenimento di nuovi documenti o dal rilascio di nuove dichiarazioni alla stampa da parte di alcuni dei nominativi presenti nelle liste dei tesserati sequestrate dalle forze dell'ordine.
Punti principaliModifica
A trent'anni di distanza, alcuni punti del piano sono stati completamente attuati mentre altri solo a livello parziale, nel campo istituzionale, di assetto economico nel mondo imprenditoriale e soprattutto nei mass media. Altri sono stati riproposti dalle forze politiche, anche di tendenza opposta.
Principali punti:
- La nascita di due partiti: "l'uno, sulla sinistra (a cavallo fra PSI-PSDI-PRI-Liberali di sinistra e DC di sinistra), e l'altra sulla destra (a cavallo fra DC conservatori, liberali e democratici della Destra Nazionale)."
- Un progetto di controllo o di lobbismo sui mass media. Il piano prevedeva il controllo - tramite acquisizione di quote e fondazione di nuove testate - di quotidiani e la liberalizzazione delle emittenti televisive (all'epoca permesse solo a livello regionale); nonché l'abolizione del monopolio della RAI e la sua privatizzazione. L'abolizione del monopolio RAI era avvenuto prima della scoperta della loggia, con la sentenza della Corte Costituzionale del luglio 1974 che liberalizzava le trasmissioni televisive via cavo.
- Superamento del bicameralismo perfetto attraverso una "ripartizione di fatto di competenze fra le due Camere (funzione politica alla Camera dei deputati e funzione economica al Senato della Repubblica)".
- Riforma della magistratura: separazione delle carriere di P.M. e magistrato giudicante, responsabilità del CSM nei confronti del parlamento, da operare mediante leggi costituzionali (punto I, IV e V degli obiettivi a medio e lungo termine - vedi infra).
- Riduzione del numero dei parlamentari[7].
- Abolizione delle province[7].
- Abolizione della validità legale dei titoli di studio[7].
Licio Gelli sostiene che la coincidenza di talune parti del "Piano" con i programmi dei partiti attuali non sarebbe casuale[8]. In un'intervista dell'ottobre 2008 ha successivamente affermato che, sebbene tutte le forze politiche abbiano preso spunto dal Piano (tanto da indurlo a reclamare ironicamente i diritti d'autore), Silvio Berlusconi è l'unico che può attuarlo[9]. Dello stesso avviso Mario Guarino, Sergio Flamigni[10] e Umberto Bossi[11].
DettagliModifica
Il piano prevedeva modifiche urgenti e a medio e lungo termine.
Modifiche urgentiModifica
- la responsabilità civile (per colpa) dei magistrati;
- la normativa per l'accesso in carriera (esami psicoattitudinali preliminari).
Modifiche riguardo al governoModifica
- la “legge sulla Presidenza del Consiglio e sui Ministeri" (Cost. art. 95) per determinare competenze e numero (ridotto) dei ministri, con eliminazione o quasi dei sottosegretari;
- riforma dell'amministrazione (relativa agli artt. 28, 97 e 98 Cost.) fondata sulla teoria dell'atto pubblico non amministrativo, sulla netta separazione della responsabilità politica da quella amministrativa (che diviene personale, attraverso l'istituzione dei Segretari Generali di Ministero) e sulla sostituzione del principio del silenzio-rifiuto con quello del silenzio-consenso;
Provvedimenti economico-socialiModifica
- eliminazione delle festività infrasettimanali e dei relativi ponti (eccettuato il 2 giugno, il Natale, il Capodanno e Ferragosto) da riconcedere in un forfait di 7 giorni aggiuntivi alle ferie annuali di diritto;
- alleggerimento delle aliquote sui fondi aziendali destinati a riserve, ammortamenti, investimenti e garanzie, per sollecitare l'autofinanziamento premiando il reinvestimento del profitto;
- concessione di forti sgravi fiscali ai capitali stranieri per agevolare il ritorno dei capitali dall'estero.
TV e stampaModifica
- immediata costituzione di una agenzia per il coordinamento della stampa locale (da acquisire con operazioni successive nel tempo) e della TV via cavo da impiantare a catena in modo da controllare la pubblica opinione media nel vivo del Paese.
- moltiplicazione delle reti radio e TV in nome della libertà di antenna (art. 21 della Costituzione), e la soppressione della RAI. Queste emittenti e i giornali dovevano essere coordinati da un'agenzia centrale per la stampa.
SindacatiModifica
- ricondurre il sindacato alla sua «naturale funzione» di «interlocutore del fenomeno produttivo in luogo di quello illegittimamente assunto di interlocutore in vista di decisioni politiche aziendali e governative» il sindacato non deve fare politica. In quest'ottica occorre «limitare il diritto di sciopero alle causali economiche ed assicurare comunque la libertà di lavoro»
- provvedere alla «restaurazione della libertà individuale nelle fabbriche e aziende in genere per consentire l'elezione dei consigli di fabbrica con effettive garanzie di segretezza del voto»
Il primo obiettivo è collegato al tema della insufficiente delimitazione di chiari confini e della sovrapposizione di poteri, che indeboliscono lo Stato. Come esempio:
«lo spostamento dei centri di potere reale del Parlamento ai sindacati e dal Governo ai padronati multinazionali con i correlativi strumenti di azione finanziaria» |
I due obiettivi si realizzano con due ipotesi:
- sollecitazione alla rottura di CISL e UIL e successiva unione con i sindacati autonomi;
- controllo delle correnti interne: «acquisire con strumenti finanziari di pari entità i più disponibili fra gli attuali confederali allo scopo di rovesciare i rapporti di forza all'interno dell'attuale trimurti.» Lo Statuto dei lavoratori art. 17 vietava il finanziamento a sindacati di comodo. È lasciato come ultima scelta «un fenomeno clamoroso come la costituzione di un vero sindacato che agiti la bandiera della libertà di lavoro e della tutela economica dei lavoratori»
Provvedimenti a medio e lungo termineModifica
- Ordinamento giudiziario:
- unità del Pubblico Ministero con gli altri magistrati (nell'ordinamento vigente, invece, il P.M. è distinto dai Giudici, a norma della Costituzione - articoli 107 e 112);
- riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che deve essere responsabile verso il Parlamento (modifica costituzionale);
- riforma dell'ordinamento giudiziario per ristabilire criteri di selezione per merito delle promozioni dei magistrati, imporre limiti di età per le funzioni di accusa, separare le carriere requirente e giudicante, ridurre a giudicante la funzione pretorile.
- Ordinamento del Governo:
- modifica della Costituzione per stabilire che il Presidente del Consiglio è eletto dalla Camera all'inizio di ogni legislatura e può essere rovesciato soltanto attraverso l'elezione del successore;
- Ordinamento del Parlamento:
- nuove leggi elettorali, per la Camera, di tipo misto (uninominale e proporzionale) riducendo il numero dei deputati a 450 e, per il Senato, di rappresentanza di 2º grado, regionale, degli interessi economici, sociali e culturali, diminuendo a 250 il numero dei senatori ed elevando da 5 a 25 quello dei senatori a vita di nomina presidenziale, con aumento delle categorie relative (ex parlamentari - ex magistrati - ex funzionari e imprenditori pubblici - ex militari, ecc.);
- preminenza della Camera dei Deputati nell'approvazione delle leggi; Senato delle Regioni focalizzato sulla legge di bilancio.
- Ordinamento di altri organi istituzionali:
- Corte Costituzionale: sancire l'incompatibilità successiva dei giudici a cariche elettive ed in enti pubblici; sancire il divieto di sentenze cosiddette attive (che trasformano la Corte in organo legislativo di fatto);
- abolire le province.
- Abolire tutte le provvidenze agevolative dirette a sanare i bilanci deficitari con onere del pubblico erario e abolire il monopolio RAI.
Il ruolo della stampa:
«che va sollecitata al livello di giornalisti attraverso una selezione che tocchi soprattutto: Corriere della Sera, Il Giorno, Il Giornale, La Stampa, Il Resto del Carlino, Il Messaggero, Il Tempo, Roma, Il Mattino, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Giornale di Sicilia per i quotidiani; e per i periodici: L'Europeo, L'Espresso, Panorama, Epoca, Oggi, Gente, Famiglia Cristiana. La RAI-TV non va dimenticata.» |
Infine era previsto il ridimensionamento del ruolo del Presidente della Repubblica con il passaggio, tra l'altro, del comando delle Forze Armate nelle mani del Ministero dell'Interno.
NoteModifica
- ^ Anche definito "programma di rinascita nazionale", sulla falsariga di quello annunciato da Napoleone Bonaparte nel Proclama al popolo francese del 19 brumaio 1799: per stralci del suo contenuto, cfr. Alberto Mario Banti, Napoleone e il bonapartismo. Lezioni di storia, Laterza, i volti del potere, 7 dicembre 2008.
- ^ Giuliano Turone, Italia occulta, Chiarelettere, 2019, pp. 39-40
- ^ IX Legislatura, Allegati alla relazione serie II: documentazione raccolta dalla Commissione Volume terzo Documenti citati nelle relazioni Tomo VII-bis, Doc. XXIII n. 2-quater/3/VII-bis, pp. 611-625
- ^ Testo in formato pdf del Piano di Rinascita Democratica della P2 commentato da Marco Travaglio -
- ^ Giuseppe Ferrara, L'assassinio di Roberto Calvi, Editore Massari, 2002, p. 19.
- ^ Massimo Teodori, P2: la controstoria, SugarCo Edizioni, 1986.
- ^ a b c Mario Guarino, Fratello P2 1816
- ^ Repubblica.it/politica: "Giustizia, tv, ordine pubblico è finita proprio come dicevo io"
- ^ "Berlusconi? Può attuare mio piano" Bufera per frasi di Gelli, il PD insorge Archiviato il 7 marzo 2011 in Internet Archive., La Stampa, 31 ottobre 2008
- ^ AA.VV., Dossier P2, Kaos Edizioni
- ^ Umberto Bossi, Tutta la verità, Sperling & Kupfer 1995, pagg. 31-32. «Berlusconi è la materializzazione di un sogno antico, accarezzato da quel tale Licio Gelli... Andate a rileggervi il Piano di rinascita... Forza Italia è un partito tutt'altro che nuovo, è la riedizione - con lo stile e i mezzi degli anni Novanta - delle "premonizioni" gelliane. Al pari della Loggia P2, il partito berlusconiano è un'invenzione di uomini di potere, una creatura costruita in laboratorio e messa in circolo attraverso il monopolio televisivo privato... La Loggia P2 era nata per tutelare grandi interessi affaristico-massonici attraverso il diretto controllo del potere politico e dei corpi dello Stato; Forza Italia nasce allo scopo di perseverare il potere politico-affaristico del gruppo Fininvest e delle "entità" che lo hanno generato, non più tutelati dall'asse di ferro DC-PSI»
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikisource contiene il testo completo del Piano di rinascita democratica
- Wikiquote contiene citazioni di o su Piano di rinascita democratica
Collegamenti esterniModifica
- Il Piano commentato da Marco Travaglio (PDF), su st.ilfattoquotidiano.it.