Piazza Ala-Too

piazza centrale della città di Biškek

La piazza Ala-Too (in russo площадь Ала-Тоо?, ploščad' Ala-Too; in kirghiso «Ала-Тоо» аянты?, «Ala-Too» ayantı) è la piazza centrale della città di Biškek, capitale del Kirghizistan.

Piazza Ala-Too
La piazza Ala-Too nel 2017
Nomi precedentiPiazza Lenin
Localizzazione
StatoBandiera del Kirghizistan Kirghizistan
CittàBishkek
Informazioni generali
Tipopiazza
Superficie3,9 ettari
Costruzione1984
Mappa
Map

Descrizione modifica

Il vasto spazio aperto nel centro di Biškek ha una forma rettangolare i cui lati misurano 130 e 300 m (area di 39000 ). La parte settentrionale è attraversata dalla via Čuj, mentre quella meridionale è delimitata dalla strada Kiev. Gli edifici amministrativi, tra cui la Casa Bianca di Biškek, si trovano a pochi passi dalla piazza o vi si affacciano (cfr. l'ufficio del pubblico ministero),[1] ma non sono situati all'interno di quest'ultima.[2]

La piazza ospita prevalentemente opere e costruzioni dedicati al patrimonio culturale kirghiso, come il museo statale di storia e le statue dedicate allo scrittore Čyngyz Ajtmatov e all'eroe del popolo kirghiso Manas.[3] A pochi passi dalla scultura dedicata a Manas vi è un'asta alta 45 m che sorregge una bandiera dalle dimensioni di 10 × 15 m (area di 150 m²).[4]

L'intero spazio è adornato da fontane i cui giochi d'acqua, durante i mesi estivi, sono illuminati da luci colorate.[5][6] Le aiuole sono disposte in maniera tale da ricreare i motivi decorativi tradizionali kirghisi (i.e. "šyrdak"):[7] questi ultimi risultano particolarmente evidenti se visti dall'alto.[8]

Storia modifica

 
La metà meridionale della piazza è delimitata da edifici dotati di portici, sui quali si affacciano negozi e ristoranti.

La piazza Ala-Too comparve per la prima volta nel 1979, nei piani urbanistici di Biškek, all'epoca nota con il nome di Frunze. La città si stava espandendo verso occidente e, pertanto, si avvertiva il bisogno di creare una piazza centrale che fosse più grande di quella già esistente, che occupava l'area dell'odierna sede del ministero della cultura. Delimitata dalle strade Kiev, Puškin, Razzakov e Panfilov, la "piazza Lenin" (in russo площадь Ленина?, ploščad' Lenina) venne realizzata nel 1984, in tempo per le celebrazioni del 60º anniversario della Repubblica socialista sovietica kirghisa;[2] la sua inaugurazione venne inoltre fatta coincidere con l'innalzamento di una statua dedicata a Lenin.[9]

Nel 1991 il Consiglio supremo del Kirghizistan decise di rinominare la città Biškek e, con essa, anche innumerevoli vie e altri spazi pubblici.[10] Fu così che alla piazza Lenin venne affibbiato il nome di "Ala-Too", un riferimento alla catena montuosa dell'Ala-Too kirghiso.[11] La statua di Lenin venne sostituita solo nel 2004, quando fu eretta al suo posto l'Erkindik (in kirg. Эркиндик?), ossia la scultura di una donna alata, simbolo della libertà. Dal 2011 in poi, a decorare la piazza Ala-Too è la statua di Manas, l'eroe nazionale del popolo kirghiso.[12]

La piazza Ala-Too, negli anni novanta, non era mai stata teatro di eventi turbolenti. A causa dell'instabilità economica che aveva seguito la disgregazione dell'Unione Sovietica, il bene pubblico creato negli anni ottanta non era stato adeguatamente mantenuto dal nuovo governo kirghiso e, pertanto, mostrava segni di degrado come piastrelle incrinate e fontane senz'acqua.[13]

La vita pubblica tornò a caratterizzare questo spazio con l'inizio del nuovo secolo: la piazza venne scelta per raduni di natura religiosa quali le celebrazioni della conclusione del Ramadan (in kirghiso: Орозо-айт?, Orozo-ajt) e il sacrificio di Ismaele (Курман-айт?, Kurman-ajt); essa venne, inoltre, identificata come il luogo ideale dove i cittadini potessero esprimere il proprio malcontento politico.[13]

Rivoluzione dei tulipani (2005) modifica

La prima rivoluzione che ebbe luogo in Kirghizistan dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica, conclusasi con le dimissioni del presidente Askar Akaev e la salita al potere di Kurmanbek Bakiev, è nota con il nome di "rivoluzione dei tulipani".[14]

Il 24 marzo 2005, circa 10 000 manifestanti si radunarono nella piazza Ala-Too, con fiori, cartelli e foulard colorati in segno di pacifica protesta. Vi fu uno scontro tra questi ultimi e le forze dell'ordine, ma ciò non impedì a un gruppo di uomini di riuscire ad entrare nella Casa Bianca di Biškek, a pochi passi dalla piazza centrale.[15][16]

Rivoluzione del 2010 modifica

 
La facciata incenerita dell'ufficio del pubblico ministero, andato a fuoco durante le proteste del 2010

La rivoluzione del 2010 fu segnata dall'opposizione tra il governo di Bakiev e i manifestanti, appoggiati da figure di spicco quali Roza Otunbaeva e Almazbek Atambaev del partito socialdemocratico del Kirghizistan.[17][18]

Il 7 aprile 2010 tra i 3 000 e i 5 000 manifestanti si riunirono nella piazza Ala-Too e di fronte alla Casa Bianca.[19] Sotto ordine del presidente Bakiev, le forze armate kirghise cercarono di reprimere la rivolta con spari e granate stordenti.[20] Durante questo scontro, persero la vita più di quaranta persone.[21]

Uno degli edifici che si affaccia sulla piazza, l'ufficio del pubblico ministero, venne messo a fuoco durante le proteste; in seguito alla rivoluzione, venne installata un'impalcatura intorno all'edificio, celandone così la facciata incenerita. L'edificio non è ancora stato restaurato.[22]

Proteste del 2020 modifica

In segno di protesta nei confronti del governo del presidente Sooronbay Jeenbekov, dai 2 000 ai 5 000 manifestanti si radunarono nuovamente nella piazza Ala-Too. Nella notte del 5 ottobre 2020, le autorità tentarono di sgombrarla utilizzando gas lacrimogeno e cannoni ad acqua. La reazione da parte dei dimostranti fu quella di recuperare rocce e mattoni dalle strade limitrofe e lanciarle contro le forze dell'ordine: in questo modo furono in grado di ferire due poliziotti.[23]

Nel primo mattino del 6 ottobre, i manifestanti riuscirono a ottenere nuovamente il controllo della piazza e a penetrare nella Casa Bianca. Tale protesta costò la vita a un giovane kirghiso, mentre altre 590 persone ne rimasero ferite.[24] Gli eventi si conclusero circa dieci giorni più tardi, con l'inizio del governo Japarov.[25]

Note modifica

  1. ^ (RU) Begayim Akbarova, Бывшее здание Генпрокуратуры снесут, in Kloop KG, 16 agosto 2013. URL consultato il 20 luglio 2021.
  2. ^ a b (RU) Площадь Ала-Тоо в Бишкеке, su Lions & Guides. URL consultato il 18 luglio 2021.
  3. ^ (EN) Ala-Too Square, Bishkek, su Advantour. URL consultato il 20 luglio 2021.
  4. ^ (RU) День Государственного флага, in Kyrgyz Respublikasynyn Koomduk teleradioberüü korporacijasy (Кыргыз Республикасынын Коомдук телерадиоберүү корпорациясы), 3 marzo 2016. URL consultato il 20 luglio 2021.
  5. ^ (RU) В какое время работают фонтаны в центре Бишкека, in Sputnik, 5 luglio 2021. URL consultato il 20 luglio 2021.
  6. ^ (RU) На площади «Ала-Тоо» дебютировал новый фонтан, in Kloop KG, 2 giugno 2009. URL consultato il 20 luglio 2021.
  7. ^ (RU) Kajrat Birimkulov, Кыргызский шырдак – любовь Филиппа Хаага, in Azattyk ünalgysy (Азаттык үналгысы), 22 agosto 2013. URL consultato il 20 luglio 2021.
  8. ^ (RU) Alina Litovčenko, Площадь Ала-Тоо, su Travel Ask. URL consultato il 20 luglio 2021.
  9. ^ (RU) «Ала-Тоо». История главной площади страны, in Limon KG, 26 ottobre 2015. URL consultato il 18 luglio 2021.
  10. ^ (KY) Фрунзе Бишкек болуп аталгандан бери эмне өзгөрдү?, in BBC News, 30 agosto 2017. URL consultato il 18 luglio 2021.
  11. ^ (EN) Exploring Central Bishkek, su Eurasia Travel. URL consultato il 18 luglio 2021 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2016).
  12. ^ (RU) Il'ja Karimdžanov, Статуя «Эркиндик» демонтирована с площади «Ала-Тоо», in Kloop KG, 29 luglio 2011. URL consultato il 18 luglio 2021.
  13. ^ a b (EN) Mathijs Pelkmans, Shattered Transition: The Reordering of Kyrgyz Society, in Fragile Conviction: Changing Ideological Landscapes in Urban Kyrgyzstan, Ithaca, New York, Cornell University Press, 14 marzo 2017, p. 18, ISBN 978-1-5017-0837-4. URL consultato il 18 luglio 2021.
  14. ^ Rivoluzione dei tulipani: Lessico del XXI secolo, su Vocabolario Treccani. URL consultato il 18 luglio 2021.
  15. ^ (EN) David Lewis, The Temptations of Tyranny in Central Asia, Hurst Publishers, 2008, p. 142, ISBN 978-0-19-932643-3. URL consultato il 18 luglio 2021.
  16. ^ (RU) Azamat Imanaliev, 24 марта 2005 года. «Тюльпановой революции» — 16 лет, in АКИpress, 24 marzo 2021. URL consultato il 18 luglio 2021.
  17. ^ Nicola Lombardozzi, Scoppia la rivoluzione in Kirghizistan, in la Repubblica, 8 aprile 2010. URL consultato il 19 luglio 2021.
  18. ^ Christian Eccher, Kirghizistan: le origini della rabbia popolare, in Sbilanciamoci, 16 ottobre 2020. URL consultato il 19 luglio 2021.
  19. ^ (EN) Jim Nichol, The April 2010 Coup in Kyrgyzstan and Its Aftermath (PDF), su Congressional Research Service, 15 giugno 2010. URL consultato il 19 luglio 2021.
  20. ^ (RU) Кыргызская революция: Хронология трагических событий 6-7 апреля 2010 года в Кыргызстане, in Azattyk ünalgysy (Азаттык үналгысы), 6 maggio 2010. URL consultato il 19 luglio 2021.
  21. ^ (EN) Levy J. Clifford, Upheaval in Kyrgyzstan Could Imperil Key U.S. Base, in The New York Times, 7 aprile 2010 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2010).
  22. ^ (KY) Кыргыз Республикасынын Башкы прокуратурасынын өрттөнүп кеткен имаратынын тагдыры, su Biškek šaarynyn merijasynyn rasmij sajty (Бишкек шаарынын мэриясынын расмий сайты). URL consultato il 19 luglio 2021.
  23. ^ (EN) Vladimir Pirogov, Kyrgyz police use teargas, water cannon to disperse protesters, in Reuters, 5 ottobre 2020. URL consultato il 20 luglio 2021.
  24. ^ (EN) Kyrgyzstan: 1 dead, hundreds wounded after protesters storm seat of government, in Deutsche Welle, 6 ottobre 2020. URL consultato il 20 luglio 2021.
  25. ^ Italo Cosentino, Kirghizistan: Japarov assume poteri presidenziali, in Sicurezza internazionale, 16 ottobre 2020. URL consultato il 20 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2021).

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