Pietre d'inciampo in Veneto

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La lista delle pietre d'inciampo nel Veneto contiene l'elenco delle pietre d'inciampo (in tedesco Stolpersteine) poste in Veneto. Esse commemorano le vittime venete della persecuzione del regime nazi-fascista nell'ambito di un'iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig estesa a tutta l'Europa.
La prima pietra d'inciampo in Veneto è stata collocata a Venezia il 12 gennaio 2014 in ricordo dei deportati dalla Casa Israelitica di riposo in Cannaregio 2874.

Costa di Rovigo
Pietre d'inciampo a Padova
Lo stesso argomento in dettaglio: Pietre d'inciampo in Italia.

Provincia di Padova modifica

In provincia di Padova sono presenti ufficialmente 41 pietre d'inciampo, di cui 34 a Padova, 4 ad Abano Terme (dedicate alla famiglia Szöllősi), 2 a Bovolenta e 1 a San Pietro in Gu (dedicata a Giacomo Prandina). La prima pietra venne collocata a Padova il 13 gennaio 2015.

Bovolenta modifica

Il comune di Bovolenta accoglie ufficialmente 2 pietre d'inciampo, collocate il 21 gennaio 2018.[1]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
21 gennaio 2018 Piazza Accademia dei Concordi, 24

45°16′13.31″N 11°56′09.51″E / 45.270364°N 11.935976°E45.270364; 11.935976
 
QUI ABITAVA
GIOACHINO NIERO
NATO 1907
ARRESTATO SETT. 1943
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 18.4.1945
SANKT KONRAD
 
Gioachino Niero nacque il 29 giugno 1907 a Bovolenta. Era figlio di Gesù Romano Niero e di Stella Brunello, il primo di sette fratelli. La famiglia viveva prima in via Mazzini, poi in Piazza Accademia. Frequentò le scuole superiori all’istituto Belzoni di Padova, poi studiò Economia all'Università Ca' Foscari a Venezia. Nell'ottobre 1930 fu ammesso al corso di Allievi Ufficiali di Complemento nel Corpo degli alpini. Presentò giuramento di fedeltà a Belluno. Divenne sottotenente nel 1931 e tenente nel 1939. Venne richiamato alle armi il 25 febbraio 1943 e combatté nei Balcani. Durante una sosta di convalescenza a Bovolenta si era opposto, in occasione di una pubblica assemblea nel settembre 1943, all’arruolamento dei giovani nella Repubblica di Salò. Fu quindi prelevato dai fascisti locali dalla sua casa ed incarcerato a Padova. Fu deportato al campo di Fossoli e poi al campo di concentramento di Mauthausen. Fu costretto a lavori disumani, spostato da un sottocampo all'altro. Molto probabilmente morì di stenti nell'aprile 1945 a St. Pankraz vicino Mauthausen. Secondo Il Mattino morì il 16 aprile a St. Konrad, in un campo di concentramento satellite di Mauthausen.[2][3]
A Kirchdorf an der Krems un memoriale ricorda le vittime.[4]
 
QUI ABITAVA
GIUSEPPE NIERO
NATO 1911
UCCISO 16.3.1945
SANT'ANGELO
DI PIOVE DI SACCO
 
Giuseppe Niero nacque il 2 febbraio 1911 a Bovolenta. Era il figlio di Gesù Romano Niero e di Stella Brunello, uno di sette fratelli. La famiglia viveva prima in via Mazzini, poi in Piazza Accademia. Venne ucciso a 34 anni dalle brigate nere a Sant'Angelo di Piove di Sacco il 16 marzo 1945. Stava lavorando in campagna, quando venne convocato per lo stesso pomeriggio alla caserma di Sant’Angelo di Piove. Venne accusato di dare ospitalità a soldati inglesi. Questa fu l’accusa principale. Fu rimproverato inoltre di non aver conferito il raccolto del grano all’ammasso come imponeva la legge del regime fascista. Egli negò le accuse, si presentò alla caserma e mentre cercava di difendersi a parole, venne ucciso a colpi di arma da fuoco. Tra i militi, che lo uccisero, ci fu anche Ulderico Sadocco.[5][6]

Padova modifica

La città di Padova accoglie 34 pietre d'inciampo, la prima delle quali è stata collocata il 13 gennaio 2015.[7][8]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
13 gennaio 2015 Via Petrarca, 15

45°24′45.14″N 11°52′24.99″E / 45.41254°N 11.873609°E45.41254; 11.873609
 
QUI ABITAVA
MARIO FOÀ
NATO 1896
ARRESTATO 25.11.1943
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO
Mario Foà, nacque il 9 luglio 1896 a Padova, da Vittorio Foà e Rosina Sara Angeli. Professione: rappresentante di tessuti. Dopo l'8 settembre ‘43, iniziata l'occupazione tedesca, i Foà cercarono di fuggire in Svizzera, ma il 25 novembre furono catturati dalla Milizia confinaria. Vennero detenuti nel carcere di Como e poi in quello di Milano. Tutta la famiglia fu deportata il 6 dicembre 1943 ad Auschwitz con il convoglio n. 5.
Mario morì dopo il 17 aprile 1944, anch’egli in luogo ignoto.
 
QUI ABITAVA
GIULIA FORMIGGINI FOÀ
NATA 1904
ARRESTATA 25.11.1943
DEPORTATA
AUSCHWITZ
MORTA
DURANTE IL TRASPORTO
Giulia Formiggini Foà, nacque il 20 maggio 1904 a Padova, da Anselmo Formiggini e Ines Liscia. Dopo l'8 settembre '43, iniziata l'occupazione tedesca, i Foà cercarono di fuggire in Svizzera, ma il 25 novembre furono catturati dalla Milizia confinaria. Vennero detenuti nel carcere di Como e poi in quello di Milano. Tutta la famiglia fu deportata il 6 dicembre 1943 ad Auschwitz con il convoglio n. 5.
Giulia morì durante il trasporto.
 
QUI ABITAVA
GIORGIO AMOS FOÀ
NATO 1927
ARRESTATO 25.11.1943
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO
Giorgio Amos Foà, nacque il 13 febbraio 1927 a Padova, da Mario Foà e Giulia Formiggini Foà. Dopo l'8 settembre ‘43, iniziata l'occupazione tedesca, i Foà cercarono di fuggire in Svizzera, ma il 25 novembre furono catturati dalla Milizia confinaria. Vennero detenuti nel carcere di Como e poi in quello di Milano. Tutta la famiglia fu deportata il 6 dicembre 1943 ad Auschwitz con il convoglio n. 5.
Giorgio, il figlio maggiore di 16 anni, studente liceale, muore il 28 gennaio 1944 in luogo ignoto.
 
QUI ABITAVA
GIANCARLO FOÀ
NATO 1930
ARRESTATO 25.11.1943
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO
Giancarlo Foà, nacque il 28 marzo 1930 a Padova, da Mario Foà e Giulia Formiggini Foà. Dopo l'8 settembre ‘43, iniziata l'occupazione tedesca, i Foà cercarono di fuggire in Svizzera, ma il 25 novembre furono catturati dalla Milizia confinaria. Vennero detenuti nel carcere di Como e poi in quello di Milano. Tutta la famiglia fu deportata il 6 dicembre 1943 ad Auschwitz con il convoglio n. 5.
Di Giancarlo, 13 anni, non si conoscono il luogo e le circostanze della morte.
 
QUI ABITAVA
VITTORIO ENZO FOÀ
NATO 1934
ARRESTATO 25.11.1943
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 11.12.1943
Vittorio Enzo Foà, nacque il 5 febbraio 1934 a Padova, da Mario Foà e Giulia Formiggini Foà. Dopo l'8 settembre ‘43, iniziata l'occupazione tedesca, i Foà cercarono di fuggire in Svizzera, ma il 25 novembre furono catturati dalla Milizia confinaria. Vennero detenuti nel carcere di Como e poi in quello di Milano. Tutta la famiglia fu deportata il 6 dicembre 1943 ad Auschwitz con il convoglio n. 5.
Vittorio, di 9 anni, è assassinato all'arrivo al campo l'11 dicembre.
Via Roma, 48

45°24′19.42″N 11°52′34.49″E / 45.405394°N 11.876247°E45.405394; 11.876247
 
QUI ABITAVA
ADA ANCONA
GESESS
NATA 1896
ARRESTATA 16.12.1943
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 3.8.1944
Ada Ancona Gesess nacque il 3 agosto 1896 a Trieste. Era la figlia di Felice Ancona e di Elisa Vita. Sposò. La coppia aveva due figlie, Elisa (1922-2005) e Sara (1937-1944). Elia Gesess, sua moglie e la piccola Sara, mentre tentavano la fuga in Svizzera, furono arrestati il 16 dicembre 1943 a Tirano, detenuti al carcere di Sondrio e trasferiti prima al campo di concentramento di Vo' Vecchio e poi alla Risiera di San Sabba a Trieste. Infine furono deportati al 31 luglio 1944 al campo di concentramento di Auschwitz con il convoglio n. 33T. Lì Ada Ancona Geses e la piccola figlia furono assassinate il 3 agosto 1944 in una camera a gas. L'unica della famiglia che sopravvisse alla Shoah fu Elisa, chiamata anche Lisa oppure Lisetta. Si era sposata il 6 aprile 1941 con Renato Parenzo. La coppia aveva tre figli (Roberto, nato nel 1942, Sandro e Sara Ada, nata nel 1947). Quando i genitori di Elisa e la sua piccola sorella tentarono la fuga, lei era incinta. Si nascose con il marito e il figlio nella zona del Monte Grappa. Separatasi nel 1947, si risposò nel 1952 con Nino Nenzi detto "Pillo". Morì il 28 agosto 2005.[9][10]
 
QUI ABITAVA
ELIA GESESS
NATO 1898
ARRESTATO 16.12.1943
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 15.2.1945
DACHAU
Elia Gesess, figlio di Simeone Gesess e Fanny Grangischj, nacque il 6 ottobre 1898 a Odessa. Aveva una sorella, Clara Gesess (1896-1983). Fuggito dalla rivoluzione bolscevica del 1917, dapprima si stabilì a Udine, poi a Padova. Coniugato con Ada Ancona, la coppia aveva due figlie, Elisa (1922-2005) e Sara (1937-1944). Mentre tentavano la fuga in Svizzera, furono arrestati il 16 dicembre 1943 a Tirano, detenuti al carcere di Sondrio e trasferiti prima al campo di concentramento di Vo' Vecchio e poi alla Risiera di San Sabba a Trieste. Infine furono deportati il 31 luglio 1944 al campo di concentramento di Auschwitz con il convoglio n. 33T. Lì la famiglia fui separata. Immediatamente dopo l'arrivo moglie e figlia furono assassinate in una camera a gas. Elia Gesess invece fu scelto per lavori forzati. Trasferito in seguito al campo di concentramento di Dachau, vi fu assassinato il 15 febbraio 1945.[9][11] L'unica della famiglia che sopravvisse alla Shoah fu Elisa, chiamata anche Lisa oppure Lisetta. Si era sposata il 6 aprile 1941 con Renato Parenzo. La coppia aveva tre figli (Roberto, nato nel 1942, Sandro e Sara Ada, nata nel 1947). Quando i genitori di Elisa e la sua piccola sorella tentarono la fuga, lei era incinta. Si nascose con il marito e il figlio nella zona del Monte Grappa. Separatasi nel 1947, si risposò nel 1952 con Nino Nenzi detto "Pillo". Morì il 28 agosto 2005.[9][10]
 
QUI ABITAVA
SARA GESESS
NATA 1937
ARRESTATA 16.12.1943
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 3.8.1944
Sara Simon Gesess nacque il 27 marzo 1937 a Padova. Era la figlia di Elia Gesess ed Ada Ancona (vedi sopra). Aveva una sorella maggiore, Elisa Gesess (1922-2005). Mentre la sorella, suo marito e loro figli si nascondevano nelle montagne, Elia Gesess, sua moglie e la piccola Sara tentavano la fuga in Svizzera. Tuttavia, furono arrestati il 16 dicembre 1943 a Tirano, detenuti al carcere di Sondrio e trasferiti prima al campo di concentramento di Vo' Vecchio e poi alla Risiera di San Sabba a Trieste. Grazie alla madre, la fanciulla riuscì di sfuggire ai tedeschi per due volte, a Vò e a Padova. Però fu ogni volta ripresa. Finalmente venne deportata insieme ai genitori al 31 luglio 1944 al campo di concentramento di Auschwitz con il convoglio n. 33T. Lì fu assassinata il 3 agosto 1944 insieme alla madre in una camera a gas.[9][12] L'unica della famiglia che sopravvisse alla Shoah fu Elisa, chiamata anche Lisa oppure Lisetta. Si era sposata il 6 aprile 1941 con Renato Parenzo. La coppia aveva tre figli (Roberto, nato nel 1942, Sandro e Sara Ada, nata nel 1947). Quando i genitori di Elisa e la sua piccola sorella tentarono la fuga, lei era incinta. Si nascose con il marito e il figlio nella zona del Monte Grappa. Separatasi nel 1947, si risposò nel 1952 con Nino Nenzi detto "Pillo". Morì il 28 agosto 2005.[9][10]
19 gennaio 2016 Via Roma, 30

45°24′21.94″N 11°52′30.38″E / 45.406094°N 11.875105°E45.406094; 11.875105
 
QUI ABITAVA
MARCELLO LEVI
MINZI
NATO 1894
ARRESTATO 4.2.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 3.8.1944
Marcello Levi Minzi nacque il 7 luglio 1894 a Padova, figlio di Giuseppe Levi Minzi e Clotilde Levi. Sposava Elena Nora. La coppia aveva almeno due figli. Condusse un negozio di mobili. Era un incandescente antifascista già dal 1926. Dopo le leggi razziali fasciste del 1938 la moglie ed i figli si spostavano a Milano, dove i figli potevano continuare i suoi studi nella scuola ebraica parificata della città. Il Minzi rimase a Padova e poi si nascondeva in casa della famiglia Lazzari. Nonostante fu scoperto anche perché l'avevano sorvegliato per parecchio tempo. Fu arrestato il 4 febbraio 1944 ed in seguito internato al campo di concentramento di Vo' Vecchio. Il 28 luglio 1944 fu prelevato dall'ospedale di Padova e venne deportata subito al Risiera di San Sabba a Trieste ed poi al 31 luglio 1944 al campo di concentramento di Auschwitz. Arrivò ad Auschwitz il 3 di agosto 1944 e venne assassinato dal regime Nazista immediatamente dopo il suo arrivo.[9][13]
Via San Martino e Solferino, 9

45°16′13.31″N 11°56′09.51″E / 45.270364°N 11.935976°E45.270364; 11.935976
 
QUI ABITAVA
GEMMA BASSANI
NATA 1911
ARRESTATA 16.12.1943
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA
Gemma Bassani nacque il 22 marzo 1911 a Chioggia. Era la figlia di Filiberto Bassani e Alba Sinigallia. Aveva almeno un fratello, Giorgio. Studiava al liceo ginnasio Tito Livio di Padova. Divenne presto orfana e in seguito visse con il suo fratello. Si iscrisse e si laurea in lettere all'Università di Padova. Divenne insegnante come il fratello. Dopo le leggi razziali fasciste del 1938 tutte e due venivano cacciati dalle scuole pubbliche. Continuarono a insegnare in scuole ebraiche. Gemma anche dava lezioni private di musica a Venezia per poter sopravvivere. Poi si sposava segretamente con un non-ebreo. Fu arrestata il 16 dicembre 1943 a Roma e poi internata al campo di concentramento di Vo' Vecchio. Venne deportata al Risiera di San Sabba a Trieste ed al 31 luglio 1944 al campo di concentramento di Auschwitz. Arrivò ad Auschwitz il 3 di agosto 1944 e poteva sopravvivere la selezione però fu assassinata successivamente in data ignota.[9][14]
 
QUI ABITAVA
EUGENIO
COEN SACERDOTI
NATO 1880
ARRESTATO 10.5.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 3.8.1944
Eugenio Coen Sacerdoti nacque il 2 marzo 1880 a Venezia. Era il figlio di Marco Coen Sacerdoti e Anna Fiandra. Fu un allievo di Pietro Mascagni al Conservatorio di Pesaro. Diventa un uomo "di raffinata cultura" ed "un grande interprete delle musiche antique". Coniugato con Amalia Dina (vedi sotto). Nel 1936 diventò il rabbino di Padova. Dopo la occupazione dell'Italia la coppia si nascondeva in una casa di campagna. Il 10 maggio 1944 tutte e due furono arrestati ed internati al campo di concentramento di Vo' Vecchio. Seguiva l'internamento a Risiera di San Sabba ed al 31 luglio 1944 la deportazione al campo di concentramento di Auschwitz. Furono assassinati tutte e due immediatamente dopo l'arrivo nella notte dal 3 al 4 agosto 1944.[9][15]
 
QUI ABITAVA
OSCAR COEN
NATO 1887
ARRESTATO 19.11.1943
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 6.8.1944
Oscar Coen nacque il 28 luglio 1887 ad Alessandria d'Egitto, era il figlio di Guglielmo Coen e di Ester Salamon. Vive per tanti anni nella sua città natale e poi in Francia. Nel 1936 si spostava a Padova e in seguito chiamava la città "il Comune di elezione dei miei avi". Fu arrestato il 19 novembre 1943 a Padova, detenuto al carcere di Padova, poi al campo di concentramento di Vo' Vecchio e finalmente deportato il 2 agosto 1944 al campo di concentramento di Auschwitz. Immediatamente dopo il suo arrivo al 6 agosto 1944 è stato gasato.[9][16]
 
QUI ABITAVA
AMALIA DINA
COEN SACERDOTI
NATA 1875
ARRESTATA 10.5.1944
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 3.8.1944
Amalia Dina Coen Sacerdoti nacque il 24 dicembre 1875 a Carrara. I genitori erano Achille Dina e Elvira Dina. Sposava Eugenio Coen Sacerdoti (vedi sopra). Non si sa se la coppia aveva figli. Suo marito diventò il rabbino di Padova in 1936. Dopo la occupazione dell'Italia la coppia si nascondeva in una casa di campagna. Il 10 maggio 1944 tutte e due furono arrestati ed internati al campo di concentramento di Vo' Vecchio. Seguiva l'internamento a Risiera di San Sabba e il 31 luglio 1944 la deportazione al campo di concentramento di Auschwitz. Furono assassinati tutte e due immediatamente dopo l'arrivo nella notte dal 3 al 4 agosto 1944.[9][17]
21 gennaio 2018 Palazzo del Bo, via VIII Febbraio, 2

45°24′24.16″N 11°52′38.78″E / 45.40671°N 11.87744°E45.40671; 11.87744
 
QUI STUDIAVA
GIORGIO ARANY
NATO 1919
ARRESTATO 6.3.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO
Giorgio Arany nacque il 1 dicembro 1919 a Győr in Ungheria. I suoi genitori erano Desiderio Arany e Caterina Goldberger (nata il 30 luglio 1894 a Budapest). Nell'anno accademico 1937-38 s'immatricola alla facoltà di ingegneria dell'Università di Padova. Nel 1938 non poteva continuare i suoi studi perché ebrei straniero, ma dopo fu ammesso di nuovo per un permesso speciale. Rimane sotto controllo. Fu arrestato il 6 marzo 1944 a Trieste, poi detenuto prima alla Risiera di San Sabba, dopo al carcere di Trieste. Al 11 giugno 1944 fu deportato al campo di concentramento di Auschwitz. Muore in data ignota.[9][18] Il 6 maggio 1944 anche la madre fu arrestata a Trieste. Soffrì la stessa sorte.[19]
 
QUI SI LAUREÒ
NORA FINZI
NATA 1909
ARRESTATA 4.12.1943
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA
Nora Finzi, figlia di Vittorio Finzi e Jole Naschitz, nacque il 28 agosto 1919 a Trieste. Si diplomò nel 1937 al liceo classico Dante Alighieri di Trieste. Era allieva di Giani Stuparich. Nell'anno academico 1937-38 si iscrisse alla Facoltà di Lettere dell'Università di Padova e si laureò con una tesi in storia delle religioni nel giugno 1941 col voto di 108/110. Tornata a Trieste fu arrestata insieme al padre il 4 dicembre 1943. Padre e figlia furono assassinati ad Auschwitz. Il padre dopo il trasporto del 7 dicembre 1943, la figlia dopo il trasporto del 6 gennaio 1944.[9][20]
 
QUI INSEGNAVA
ALBERTO
GOLDBACHER
NATO 1883
ARRESTATO 22.9.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 28.10.1944
Alberto Goldbacher, figlio di Ignazio Goldbacher e Ulda Pardo, nacque il 25 gennaio 1883 a Verona. Era sposata con Aurora Talillo. Divenne un esperto riconosciuto di impianti elettrici ed è stato professore di Ingegneria all'Università di Padova per un lungo periodo. Nonostante anche lui perdeva il suo lavoro dopo le Leggi razziali fasciste del 1938. Insieme a Augusto Levi (vedi sotto) organizzava una scuola media e superiore per la comunità ebraica di Padova. Il 3 dicembre 1943 fu arrestato e internato al campo di concentramento di Vo' Vecchio, ma è stato rilasciato dopo otto giorni in quanto di "matrimonio misto". L'hanno arrestato di nuovo il 22 settembre 1944 a Piove di Sacco. Fu tenuto prima nel carcere di Padova, poi a Verona e dopo di che al campo di transito di Bolzano. Venne deportato ad Auschwitz il 24 ottobre 1944 con il convoglio n. 18 e assassinato nelle camere a gas al 28 ottobre 1944, immediatamente dopo l'arrivo.[9][21]
 
QUI STUDIAVA
GIUSEPPE KROÒ
NATO 1919
ARRESTATO 27.4.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO
Giuseppe Kroò nacque il 29 ottobre 1919 a Budapest. Era il figlio di Luigi Kroò (nato il 5 ottobre 1885 a Mukacevo) e di Nelly Vamos (nata il 15 ottobre 1896 a Stavropol). Aveva un fratello minore, Alessandro Kroò (nato il 6 agosto 1923 a Budapest). Si è diplomato al liceo scientifico di Fiume e poi, nell'anno accademico 1937-38, si inscrisse alla Facoltà di Ingegneria dell'Università di Padova. Poco dopo passa a Scienze e già nel gennaio 1938 chiedeva per il trasferimento a Milano per problemi economiche. A Milano vivevano parenti. La sua ultima residenza era a Fiume. Fu arrestato insieme a suo padre e suo fratello il 27 marzo 1944 a Fiume. I tre uomini furono internati al carcere di Trieste e poi il 27 aprile 1944 deportati al campo di concentramento di Auschwitz. Lì Giuseppe Kroò e suo padre furono assassinati, il padre al 27 ottobre 1944 ed il figlio al 31 marzo 1945. Anche la madre fu catturata. I tedeschi arrestavano la donna il 28 aprile 1944 a Ponte Tresa. Era internata prima nel carcere di Varese, poi al carcere di Milano. Il 19 maggio 1944 fu deportata al campo di concentramento di Bergen-Belsen. Poteva sopravvivere e fu liberata nel gennaio 1945. Anche Alessandro Kroò poteva sopravvivere.[9][22][23][24][25]
 
QUI INSEGNAVA
AUGUSTO LEVI
NATO 1884
ARRESTATO 27.1.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 3.8.1944
Augusto Levi nacque il 31 luglio 1884 a Padova. I suoi genitori erano Guglielmo Levi e Marianna Padova. Nella prima guerra mondiale era un capitano di complemento del Genio telegrafisti e otteneva l'onorificenza di Cavaliere della Corona d'Italia. Si laureo in Fisica e divenne docente universitario alla facoltà di Medicina dell'Università di Padova. Coniugato con Giovanna D'Italia (nata il 13 febbraio 1887 a Modena, figlia di Emanuele D'Italia e Ada Latis). La coppia aveva una figlia, Alvise Levi (nata il 31 luglio 1927 a Venezia). È stato nominato capo d'Istituto del Regio istituto magistrale di Venezia. Nonostante anche lui perdeva il suo lavoro in seguito all'emanazione delle Leggi razziali fasciste nel 1938. Insieme a Alberto Goldbacher (vedi sopra) organizzava una scuola media e superiore per la comunità ebraica di Padova. Il 27 gennaio 1944 Augusto Levi, sua moglie e sua figlia erano catturati dai fascisti ed internati al campo di concentramento di Vo' Vecchio. Da lì furano trasferiti al carcere di Padova e infine alla Risiera di San Sabba a Trieste. Il 31 luglio 1944, compleanno della figlia, tutte e tre furano deportati al campo di concentramento di Auschwitz con il convoglio nr. 33T. Tutta la famiglia è stata estinta dal regime Nazista. Augusto Levi e la sua moglie sono stati inviati nel gas il 3 ottobre 1944. Alvise Levi muore il 19 dicembre 1944 al campo di concentramento di Dachau.[9][26][27][28]
 
QUI STUDIAVA
PAOLO TOLENTINO
NATO 1917
ARRESTATO 3.2.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO
Paolo Tolentino nacque il 19 febbraio 1917 a Graz, la capitale della Stiria. I suoi genitori – Giuseppe Tolentino, un giudice in pensione, ed Anna Flora Polacca – erano italiani. Aveva almeno una sorella, Stela Fintzi. Nell'anno accademico 1935-36 s'immatricola alla facoltà di lettere dell'Università di Padova. Nel 1938 chiede il trasferimento all'Università di Roma perché la famiglia si era spostata nella capitale d'Italia. Fu arrestato da italiani al 3 febbraio 1944. Deportato a Verona, successivamente fu trasferito al campo di transito di Fossoli e infine il 26 giugno 1944 al campo di concentramento di Auschwitz dove arriva il 30 di giugno.[9][29] La data del suo omicidio è ignota.
24 gennaio 2019 via Damiano Chiesa, 4

45°24′20.46″N 11°52′58.5″E / 45.405683°N 11.882916°E45.405683; 11.882916
 
QUI ABITAVA
EVA DUCCI
NATA 1922
ARRESTATA 11.2.1944
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA LUGLIO 1944
Eva Ducci nacque a Abbazia il 26 dicembre 1922. Era la figlia di Rodolfo Ducci e Luisa Hoffmann (vedi sotto). Aveva un fratello maggiore, Teodoro (nato nel 1913, vedi sotto). Il 11 febbraio 1944 fu arrestata a Firenze insieme ai genitori e al fratello. Tutti e quattro vennero detenuti prima al carcere di Firenze e poi al campo di Fossoli. Furono deportati al campo di concentramento di Auschwitz con il convoglio n. 9, partendo da Fossoli il 5 aprile 1944 e arrivando il 10 aprile ad Auschwitz. Lì i genitori furono assassinati immediatamente dopo l'arrivo. Eva Ducci fu assassinata il 30 giugno 1944.[30]
 
QUI ABITAVA
LUISA
HOFFMANN DUCCI
NATA 1889
ARRESTATA 11.2.1944
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 10.4.1944
Luisa Hoffmann Ducci nacque a Székesfehérvár il 15 dicembre 1889. Era la figlia di Carlo Hoffmann e Giuseppina Gruenwald. Si sposava con Rodolfo Ducci (vedi sotto). La coppia aveva due figli, Teodoro (nato nel 1913, vedi sotto) e Eva (nata nel 1922, vedi sopra). Il 11 febbraio 1944 fu arrestata a Firenze insieme al marito e ai figli. Tutti e quattro vennero detenuti prima al carcere di Firenze e poi al campo di Fossoli. Furono deportati al campo di concentramento di Auschwitz con il convoglio n. 9, partendo da Fossoli il 5 aprile 1944 e arrivando il 10 aprile ad Auschwitz. Lì, Luisa Hoffmann Ducci e suo marito furono assassinati immediatamente dopo l'arrivo.[31]
 
QUI ABITAVA
RODOLFO DUCCI
NATO 1887
ARRESTATO 11.2.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 10.4.1944
Rodolfo Ducci nacque a Budapest il 9 marzo 1887. Era il figlio di Carlo Ducci e Fanny Stein. Si sposava con Luisa Hoffman (vedi sopra). La coppia aveva due figli, Teodoro (nato nel 1913, vedi sotto) e Eva (nata nel 1922, vedi sopra). Il 11 febbraio 1944 fu arrestata a Firenze insieme alla moglie e ai figli. Tutti e quattro vennero detenuti prima al carcere di Firenze e poi al campo di Fossoli. Furono deportati al campo di concentramento di Auschwitz con il convoglio n. 9, partendo da Fossoli il 5 aprile 1944 e arrivando il 10 aprile ad Auschwitz. Lì, Rodolfo Ducci e sua moglie furono assassinati immediatamente dopo l'arrivo.[32]
 
QUI ABITAVA
TEO DUCCI
NATO 1913
ARRESTATO 11.2.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
MAUTHAUSEN
LIBERATO
Teo Ducci, originalmente Teodore, nacque a Budapest il 12 agosto 1913. Era il figlio di Rodolfo Ducci e Luisa Hoffmann (vedi sopra). Aveva una sorella minore, Eva (nata nel 1922, vedi sopra). Crebbe fra Abbazia e Padova e studiò scienze politiche presso l'Università Cà Foscari di Venezia. Per tutti gli anni '30 svolse attività di traduttore per l'Università di Padova e per la casa editrice Baldini & Castoldi di Milano. Traduceva soprattutto romanzi ungheresi. Si laureò nel novembre 1939. Nel febbraio del 1944 fu arrestato a Firenze insieme ai genitori e alla sorella. Tutti e quattro vennero detenuti prima al carcere di Firenze e poi al campo di Fossoli. Furono deportati al campo di concentramento di Auschwitz con il convoglio n. 9, partendo da Fossoli il 5 aprile 1944 e arrivando il 10 aprile ad Auschwitz. Lì i genitori furono assassinati immediatamente dopo l'arrivo. La sorella morì il 30 giugno. Teo Ducci era l'unico superstite della famiglia. Fu trasferito a Mauthausen nel gennaio 1945 e venne liberato dagli americani nel maggio 1945. Nel dopoguerra divenne dirigente d'azienda. Parallelamente svolse un'intensa opera per la conservazione della memoria della Shoah. Scrisse libri e articoli e partecipò alle attività dell'Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (ANED) di Milano.[33] Morì il 12 novembre 2002.
via delle Piazze, 26

45°24′21.87″N 11°52′33.62″E / 45.406076°N 11.876005°E45.406076; 11.876005
 
IN PADUA ABITAVA
GIUSEPPE PARENZO
NATO 1886
ARRESTATO 29.7.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 3.8.1944
Giuseppe Parenzo nacque a Padova il 12 dicembre 1886. Era il figlio di Libero Parenzo e Anita Praga. Aveva un fratello maggiore, Italo (vedi sotto). Mentre suo fratello fu già catturato nel dicembre 1943, Giuseppe Parenzo fu arrestato a Padova al 29 luglio 1944. Duo giorni dopo, i due fratelli furono deportati nel campo di sterminio di Auschwitz, partendo il 31 luglio 1944 e arrivando il 3 agosto 1944. Non sono sopravvissuti alla Shoah. Furono assassinati tutte e due immediatamente dopo l'arrivo.[34][35]
 
IN PADUA ABITAVA
ITALO PARENZO
NATO 1883
ARRESTATO DIC. 1943
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 3.8.1944
Italo Parenzo nacque a Rovigo il 26 agosto 1883. Era il figlio di Libero Parenzo e Anita Praga. Aveva un fratello minore, Giuseppe (vedi sopra). Fu arrestato a Padova il 1 dicembre 1943 e detenuto al campo di concentramento di Vo' Vecchio. Fu trasferito alla Risiera di San Sabba a Trieste. Anche suo fratello fu catturato al 29 luglio 1944. Duo giorni dopo, i due fratelli furono deportati nel campo di sterminio di Auschwitz, partendo il 31 luglio 1944 e arrivando il 3 agosto 1944. Non sono sopravvissuti alla Shoah. Furono assassinati tutte e due immediatamente dopo l'arrivo.[34]
23 gennaio 2020 Via Giovanni Prati, 7

45°24′21.38″N 11°52′29.22″E / 45.405938°N 11.874782°E45.405938; 11.874782
 
QUI ABITAVA
GIULIO ANCONA
NATO 1872
ARRESTATO 30.7.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 6.8.1944
Giulio Ancona[36]
 
QUI ABITAVA
ADA LEVI
NATA 1874
ARRESTATA 31.12.1943
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 3.8.1944
Ada Levi
 
QUI ABITAVA
IRMA ANCONA
NATA 1903
ARRESTATA 4.12.1943
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 3.8.1944
Irma Ancona[37]
27 gennaio 2022 Palazzo del Bo, via VIII Febbraio, 2  
QUI STUDIAVA
DESIDERIO MILCH
NATO 1923
ARRESTATO 20.3.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO
Desiderio Milch nacque a Fiume da una famiglia mista, e studiò lettere a Padova; con il padre, venne arrestato a Fiume dalle SS, ed entrambi vennero avviati ad Auschwitz dove furono uccisi in data ignota[38].

Provincia di Rovigo modifica

Costa di Rovigo modifica

Il comune di Costa di Rovigo accoglie ufficialmente 6 pietre d'inciampo, sono state collocate il 19 gennaio 2016.

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
19 gennaio 2016 Via G. Matteotti, 42

45°02′51.81″N 11°41′34.86″E / 45.047724°N 11.693018°E45.047724; 11.693018
 
QUI ABITAVA
HAIM LEIB
BUCHASTER
NATO 1877
FUGGITO 1939
DALLA LEIPZIG, GERMANIA
ARRESTATO 1944
ASSASSINATO
Haim Leib Buchaster, nacque il 20 settembre 1877 a Bochnia (Polonia), da Jakob Buchaster. Professione: commerciante.
 
QUI ABITAVA
FEIGE BUCHASTER
NATA HASENLAUF
NATA 1880
FUGGITA 1939
DALLA LEIPZIG, GERMANIA
ARRESTATA 3.12.1943
DEPORTATA 1944
AUSCHWITZ
ASSASSINATA
Feigel Hasenlauf Buchaster[39], nacque il 15 marzo 1880 a Bochnia (Polonia), da Elias Hasenlauf.
 
QUI ABITAVA
JAKOB BUCHASTER
NATO 1907
LEIPZIG, GERMANIA
FUGGITO 1939
ARRESTATO 3.12.1943
DEPORTATO 1944
AUSCHWITZ
ASSASSINATO
Jakob Buchaster, nacque il 13 ottobre 1900[40] a Lipsia (Germania), da Haim Leib Buchaster e Feigel Hasenlauf. Professione: commerciante.
 
QUI ABITAVA
PAULA BUCHASTER
NATA FALEK
NATA 1912
LEIPZIG, GERMANIA
FUGGITA 1939
ARRESTATA 3.12.1943
DEPORTATA 1944
AUSCHWITZ
BERGEN-BELSEN
LIBERATA
Paula Falek Buchaster, nacque il 26 luglio 1912 a Dresda (Germania), da Pinchas e Eitel Liser. Liberata a Bergen Belsen, nel 1947 si trasferisce a New York, sposa in seconde nozze Hermann Speier e dalla loro unione nasce la figlia Sandy. Muore a New York nel 1994.
 
QUI ABITAVA
MANFRED BUCHASTER
NATO 1938
LEIPZIG, GERMANIA
FUGGITO 1939
ARRESTATO LUGLIO 1944
DESTINO IGNOTO
Manfred Buchaster[41], nacque il 13 settembre 1938 a Lipsia (Germania), da Jakob Buchaster e Paula Falek.
Via Umberto 1°, 110

45°02′53.34″N 11°41′36.53″E / 45.04815°N 11.693481°E45.04815; 11.693481
 
QUI ABITAVA
CARL GRUEN
NATO 1894
FUGGITO 1941
DALLA JUGOSLAVIA
ARRESTATO 1944
ASSASSINATO
Carl Gruen, nacque il 19 dicembre 1894 a Vienna, da Bertoldo ed Erminia Kaiser. Professione: ingegnere[42].

Rovigo modifica

A Rovigo è presente una pietra d'inciampo, posta il 27 gennaio 2022.[43]


Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
27 gennaio 2022 Rovigo
(via Remigio Piva angolo via Angelo Brunetti)

45°04′18.48″N 11°47′34.01″E / 45.0718°N 11.79278°E45.0718; 11.79278 (Pietra d'inciampo per Luigia Modena)
 
QUI ABITAVA
LUIGIA MODENA
NATA 1881
ARRESTATA 28.7.1944
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA
Modena Colorni, Luigia Luigia Modena Colorni (Venezia 18 novembre 1881 - Auschwitz 1944/1945) figlia di Abd-el-Kader, ebreo, e di Paolina Piacentini, fu arrestata il 28 luglio 1944 e internata nel carcere di Trieste prima di essere deportata ad Auschwitz.[44]

Provincia di Treviso modifica

Mogliano Veneto modifica

Mogliano Veneto accoglie quattro pietre d'inciampo in memoria di Alba, Anna, Ida e Costante Vivante, posate il 30 gennaio 2024.[45][46]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
30 gennaio 2024 Via Marignana, 45
località Marocco

45°32′25.28″N 12°13′40.46″E / 45.540355°N 12.227904°E45.540355; 12.227904 (Pietra d'inciampo per Alba, Anna, Ida, Costante Vivante)
 
QUI FU NASCOSTA
ALBA VIVANTE
NATA 1872
ARRESTATA 7.8.1944
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA
Vivante, Alba Alba Vivante (Venezia, 10 settembre 1872 - Auschwitz, ???), figlia di Cesare e Sara Vivante. Il 7 agosto 1944 nella casa di cura del dottor Emo Prosdocimo di Via Marignana, in località Marocco, le SS coadiuvate dai fascisti locali arrestano 11 pazienti lì ricoverati, colpevoli di essere ebrei. Tra di loro Alba, Anna ed il loro fratello Costante; la loro sorella Ida è arrestata alla stazione di Marocco dove i nazifascisti attendono il suo ritorno da Venezia dov'era in visita alla cognata. Con le sorelle ed il fratello subisce l'internamento prima nella Risiera di San Sabba, quindi la deportazione ad Auschwitz. Nulla più è dato di sapere sulla loro sorte..[47].
 
QUI FU NASCOSTA
ANNA VIVANTE
NATA 1866
ARRESTATA 7.8.1944
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA
Vivante, Anna Anna Vivante (Venezia, 20 settembre 1866 - Auschwitz, ???), figlia di Cesare e Sara Vivante. Il 7 agosto 1944 nella casa di cura del dottor Emo Prosdocimo di Via Marignana, in località Marocco, le SS coadiuvate dai fascisti locali arrestano 11 pazienti lì ricoverati, colpevoli di essere ebrei. Tra di loro Anna con Alba, ed il loro fratello Costante; la loro sorella Ida è arrestata alla stazione di Marocco dove i nazifascisti attendono il suo ritorno da Venezia dov'era in visita alla cognata. Con le sorelle ed il fratello subisce l'internamento prima nella Risiera di San Sabba, quindi la deportazione ad Auschwitz. Nulla più è dato di sapere sulla loro sorte.[48].
 
QUI FU NASCOSTA
IDA VIVANTE
NATA 1870
ARRESTATA 7.8.1944
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA
Vivante, Ida Ida Vivante (Venezia, 4 agosto 1870 - Auschwitz, ???), figlia di Cesare e Sara Vivante. Il 7 agosto 1944 nella casa di cura del dottor Emo Prosdocimo di Via Marignana, in località Marocco, le SS coadiuvate dai fascisti locali arrestano 11 pazienti lì ricoverati, colpevoli di essere ebrei. Tra di loro le sorelle di Ida: Alba, Anna ed il fratello Costante; Ida è arrestata alla stazione di Marocco dove i nazifascisti attendono il suo ritorno da Venezia dov'era in visita alla cognata. Con le sorelle ed il fratello subisce l'internamento prima nella Risiera di San Sabba, quindi la deportazione ad Auschwitz. Nulla più è dato di sapere sulla loro sorte.[49].
 
QUI FU NASCOSTO
COSTANTE VIVANTE
NATO 1878
ARRESTATO 7.8.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO
Vivante, Costante Costante Vivante (Venezia, 29 giugno 1878 - Auschwitz, ???), figlio di Cesare e Sara Vivante. Il 7 agosto 1944 nella casa di cura del dottor Emo Prosdocimo di Via Marignana, in località Marocco, le SS coadiuvate dai fascisti locali arrestano 11 pazienti lì ricoverati, colpevoli di essere ebrei. Tra di loro Costante con Anna e Alba; la loro sorella Ida è arrestata alla stazione di Marocco dove i nazifascisti attendono il suo ritorno da Venezia dov'era in visita alla cognata. Con le sorelle subisce l'internamento prima nella Risiera di San Sabba, quindi la deportazione ad Auschwitz. Nulla più è dato di sapere sulla loro sorte.[50].

Pieve di Soligo modifica

Pieve di Soligo accoglie quattro pietre d'inciampo, posate il 14 gennaio 2024.[51][52]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
14 gennaio 2024 Piazza Vittorio Emanuele II
davanti Municipio

45°53′57.7″N 12°10′22.91″E / 45.899361°N 12.17303°E45.899361; 12.17303 (Pietra d'inciampo per Angelo Marinelli, Gregorio Salamon, Luigi Stella, Giovanni Padoin)
 
A PIEVE DI SOLIGO ABITAVA
ANGELO MARINELLI
NATO 1894
ARRESTATO 10.8.1944
DEPORTATO
KAHLA
MORTO 2.5.1944
BUCHENWALD
Angelo Marinelli
 
A PIEVE DI SOLIGO ABITAVA
GIOVANNI PADOIN
NATO 1913
ARRESTATO
ALBANIA
DEPORTATO
DÖBERNITZ
DESTINO SCONOSCIUTO
Giovanni Padoin
 
A PIEVE DI SOLIGO ABITAVA
GREGORIO SALAMON
NATO 1911
ARRESTATO 20.8.1944
DEPORTATO
KAHLA
MORTO 21.1.1945
BUCHENWALD
Gregorio Salamon
 
A PIEVE DI SOLIGO ABITAVA
LUIGI STELLA
NATO 1912
ARRESTATO
JUGOSLAVIA
DEPORTATO
HAMMERSTEIN
MORTO 25.5.1945
Luigi Stella

Susegana modifica

Susegana ospita cinque pietre d'inciampo, posate il 14 gennaio 2024.[53][54]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
14 gennaio 2024 Piazza Martiri della Libertà, 9
davanti Biblioteca

45°51′00.6″N 12°14′58.8″E / 45.850167°N 12.249667°E45.850167; 12.249667 (Pietra d'inciampo per Angelo Marinelli, Gregorio Salamon, Luigi Stella, Giovanni Padoin)
 
A SUSEGANA ABITAVA
ANGELO MODANESE
NATO 1912
DEPORTATO 1943
WOLFSBURG
ASSASSINATO 14.3.1944
Angelo Modanese
 
A SUSEGANA ABITAVA
GUERRINO LOVATELLO
NATO 1915
DEPORTATO 1943
FÜLLEN
ASSASSINATO 28.1.1945
Guerrino Lovatello
 
A SUSEGANA ABITAVA
MASSIMO ZUCCON
NATO 1924
DEPORTATO 1943
MITTELBAU-DORA
ASSASSINATO 28.12.1943
Massimo Zuccon
 
A SUSEGANA ABITAVA
SANTE ZANARDO
NATO 1913
DEPORTATO 1943
EGGENDORF
ASSASSINATO 23.12.1944
Sante Zanardo
 
A SUSEGANA ABITAVA
VITTORIO ZANCO
NATO 1907
DEPORTATO 1943
KATOWICE
ASSASSINATO 4.4.1944
Vittorio Zanco

Treviso modifica

Treviso ospita quattro pietre d'inciampo posate il 28 gennaio 2023 presso il parco Sant'Artemio[55], in ricordo degli ebrei prelevati dall’ospedale psichiatrico il 1º agosto 1944.

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
28 gennaio 2023 Parco Sant'Artemio

45°41′23.41″N 12°16′03.89″E / 45.689837°N 12.267749°E45.689837; 12.267749 (Pietre d'inciampo per Ruggero Polacco, Salvatore Segré, Elena Guttmann, Ruth Bondi Schlesinger)
 
QUI ABITAVA
RUGGERO POLACCO
NATO 1901
ARRESTATO 1.8.1944
DETENUTO
RISIERA DI SAN SABBA
ASSASSINATO
Ruggero Polacco
 
QUI ABITAVA
SALVATORE SEGRÉ
NATO 1882
ARRESTATO 1.8.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO
Salvatore Segrè
 
QUI ABITAVA
ELENA GUTTMANN
NATA 1881
ARRESTATA 1.8.1944
DESTINO SCONOSCIUTO
Elena Guttmann
 
QUI ABITAVA
RUTH BONDI
SCHLESINGER
NATA 1880
ARRESTATA 1.8.1944
DESTINO SCONOSCIUTO
Ruth Schlesinger

Provincia di Venezia modifica

Chioggia modifica

La città di Chioggia accoglie ufficialmente 6 pietre d'inciampo, collocate tra il 28 gennaio 2019 e il 05 febbraio 2023[56][57].

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
28 gennaio 2019 Piazzale Poliuto Penzo - Chioggia

45°13′03.51″N 12°16′32.68″E / 45.217642°N 12.275744°E45.217642; 12.275744
 
QUI ABITAVA
GUIDO LIONELLO
NATO 1901
ARRESTATO LUGLIO 1942
DEPORTATO 1943
DACAHU
MORTO 22.5.1945
Guido Lionello
18 gennaio 2020 Piazza Baldin e Mantovan 1 - Cavanella d’Adige, frazione di Chioggia

45°06′35.13″N 12°14′44.98″E / 45.109758°N 12.245828°E45.109758; 12.245828
 
QUI ABITAVA
GIUSTO GREGO
NATO 1915
ARRESTATO 9.1943
DEPORTATO 1943
TREUENBRIETZEN
ASSASSINATO 23.4.1945
Giusto Grego
Via San Felice, 7 - Sottomarina, frazione di Chioggia

45°13′05.34″N 12°17′33.64″E / 45.218149°N 12.292679°E45.218149; 12.292679
 
QUI ABITAVA
GIULIO BERGO ORO
NATO 1919
ARRESTATO 9.9.1943
DEPORTATO 1943
STALAG LIMBURG
ASSASSINATO 17.8.1944
BYDGOSZCZ
Giulio Bergo Oro
24 aprile 2021 Piazza Salvatore Todaro - Sottomarina, frazione di Chioggia

45°12′58.79″N 12°17′29.72″E / 45.216331°N 12.29159°E45.216331; 12.29159
 
QUI ABITAVA
ARDUINO
BOSCOLO ANZOLETTI
NATO 1902
ARRESTATO 13. 6. 1944
DEPORTATO 1944
HERSBRUCK
ASSASSINATO 25.2.1945
FLOSSENBURG
Arduino Boscolo Anzoletti
All'inizio di calle Ravagnan - Chioggia

45°12′57.5″N 12°16′47.74″E / 45.215972°N 12.279929°E45.215972; 12.279929
 
QUI ABITAVA
GIOVANNI BULLO
NATO 1915
ARRESTATO SETT. 1943
DEPORTATO 1943
MAUTHAUSEN
MORTO 18.5.1945
VIENNA
Giovanni Bullo
5 febbraio 2023 All'inizio di calle Scopici - Chioggia

45°13′16.23″N 12°16′45.91″E / 45.221175°N 12.27942°E45.221175; 12.27942
 
QUI ABITAVA
CESARE CARMI
NATO 1923
ARRESTATO 16.12.1943
DEPORTATO
AUSCHWITZ
MORTO
IN DATA IGNOTA
Cesare Carmi

Mirano modifica

Il comune di Mirano accoglie ufficialmente 2 pietre d'inciampo, collocate il 19 gennaio 2017.

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
19 gennaio 2017 via Bastia Fuori, 58

45°29′39.25″N 12°06′40.71″E / 45.494236°N 12.111308°E45.494236; 12.111308
 
QUI ABITAVA
PAOLO ERRERA
NATO 1862
ARRESTATO 25.2.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 10.4.1944
 
QUI ABITAVA
NELLA GRASSINI
ERRERA
NATA 1874
ARRESTATA 25.2.1944
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 10.4.1944
Nella Grassini Errera

Venezia modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Pietre d'inciampo a Venezia.

La città di Venezia accoglie ufficialmente 185 pietre d'inciampo, la prima è stata collocata il 12 gennaio 2014. Il 28 gennaio 2022 è stata posata la prima pietra d'inciampo anche a Mestre[58].

Provincia di Verona modifica

In provincia di Verona sono presenti tredici pietre di inciampo posate tra il 2021 e 2023.[59].[60].

Isola della Scala modifica

A Isola della Scala sono presenti otto pietre d'inciampo posate il 31 maggio 2021.[61] Nella primavera del 1944, Isola della Scala subisce un primo rastrellamento ad opera della Wehrmacht e della Brigata nera fascista, preludio del più incisivo rastrellamento dell’alba del 22 novembre che porta all’arresto di tutto il Cln di Isola.[62]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
31 maggio 2021 Piazza Martiri della Libertà

45°16′22.72″N 11°00′24.16″E / 45.272976°N 11.006711°E45.272976; 11.006711 (Pietre d'inciampo per i deportati isolani)
 
A ISOLA DELLA SCALA
ABITAVA

ADOLFO CESTARO
NATO 1920
ARRESTATO 10.11.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 11.4.1945
Cestaro, Adolfo Adolfo Cestaro (Isola della Scala, 27 marzo 1920 - Mauthausen, 11 aprile 1945) figlio di Umberto e Maria Padovani, celibe, muratore, partigiano appartenente alla Brigata "Anita" e componente del Cln locale. È arrestato nel corso del massiccio rastrellamento ad opera dei militi delle Brigate Nere e uomini della Wehrmacht a Isola della Scala il 19 novembre 1944 e incarcerato a Verona, quindi trasferito a Bolzano da dove è deportato nel Reich destinato a Mauthausen dove giunge il 19 dicembre 1944, matricola 113939, classificato "Schutz"[63]. Trasferito a Gusen poi di nuovo al campo principale il 1º marzo 1945 ricoverato in infermeria dove muore l'11 aprile 1945.[62]
 
A ISOLA DELLA SCALA
ABITAVA

FLAVIO CORRÀ
NATO 1917
ARRESTATO 22.11.1944
DEPORTATO
FLOSSENBÜRG
ASSASSINATO 11.4.1945
Corrà, Flavio Flavio Corrà (Salizzole, 7 aprile 1917 - Flossenbürg, 1 aprile 1945), figlio di Rodolfo e Angela Serafini, celibe, fratello di Gedeone Corrà, partigiano del Battaglione “Lupo” (Brigata “Anita”), componente del Cln locale. È arrestato nel corso del massiccio rastrellamento ad opera dei militi delle Brigate Nere e uomini della Wehrmacht a Campagnol di Salizzole il 22 novembre 1944, portato al Comando tedesco di Tarmassia, interrogato e torturato prima del trasferimento al Comando delle Brigate Nere di Verona, quindi il 1º dicembre 1944 al Comando Generale delle SS, indine Il 5 dicembre 1944 è internato al campo di Bolzano, da dove è successivamente deportato a Flossenbürg giungendovi il 23 gennaio 1945, matricola 43565, classificato "Pol" – (Politisch)[63]. Muore a Flossenbürg il 1º aprile 1945.[62]
 
A ISOLA DELLA SCALA
ABITAVA

GEDEONE CORRÀ
NATO 1920
ARRESTATO 22.11.1944
DEPORTATO
FLOSSENBÜRG
ASSASSINATO 16.3.1945
Corrà, Gedeone Gedeone Corrà (Salizzole, 18 settembre 1920 - Flossenbürg, 11 aprile 1945), figlio di Rodolfo e Angela Serafini, studente universitario, celibe, fratello di Flavio Corrà, e come il fratello partigiano del Battaglione “Lupo” (Brigata “Anita”), componente del Cln locale. È arrestato nel corso del massiccio rastrellamento ad opera dei militi delle Brigate Nere e uomini della Wehrmacht a Campagnol di Salizzole il 22 novembre 1944, portato al Comando tedesco di Tarmassia, interrogato e torturato prima del trasferimento al Comando delle Brigate Nere di Verona, quindi il 1º dicembre 1944 al Comando Generale delle SS, indine Il 5 dicembre 1944 è internato al campo di Bolzano, da dove è successivamente deportato a Flossenbürg giungendovi il 23 gennaio 1945, matricola 43566, classificato "Pol" – (Politisch)[63]. Muore a Flossenbürg il 16 marzo 1945.[62]
 
A ISOLA DELLA SCALA
ABITAVA

GIACOMO FERRI
NATO 1914
ARRESTATO 20.9.1943
DEPORTATO
DACHAU
ASSASSINATO 18.2.1944
Ferri, Giacomo Giacomo Ferri (Isola della Scala, 25 maggio 1914 - Dachau, 18 febbraio 1944), figlio di Albina Tonato, muratore. Soldato del 3º Reggimento Savoia Cavalleria, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 è arrestato il 20 settembre 1943, portato nel carcere militare di Peschiera del Garda e deportato il giorno stesso nel Reich con destinazione Dachau, matricola 54737, classificato "AZR" – (Arbeitszwang Reich).[63] Muore nel campo il 18 febbraio 1944.[62]
 
A ISOLA DELLA SCALA
ABITAVA

LUIGI GRUPPO
NATO 1910
ARRESTATO 22.11.1944
DEPORTATO
FLOSSENBÜRG
LIBERATO
DECEDUTO 20.9.1945
Gruppo, Luigi Luigi Gruppo (Bovolone, 30 giugno 1910 - Isola della Scala, 20 settembre 1945), figlio di Alberico e Molesani Fulvia, macellaio, coniugato con Adalgisa Caliari, partigiano combattente della Brigata “Anita”, componente del Cln locale. È arrestato nel corso del massiccio rastrellamento ad opera dei militi delle Brigate Nere e uomini della Wehrmacht a Isola della Scala il 22 novembre 1944, detenuto a Verona, quindi è internato nel campo di Bolzano, da dove è successivamente deportato a Flossenbürg dove giunge il 23 gennaio 1945, matricola 43584, classificato "Pol" – (Politisch)[63]. Liberato dagli uomini dell'Armata Rossa l'8 maggio 1945, ricoverato in un ospedale in Cecoslovacchia fino ad agosto quando è rimpatriato dalla Croce Rossa. Muore al paese natio il 20 settembre 1945.[62]
 
A ISOLA DELLA SCALA
ABITAVA

ADELINO MINALI
NATO 1920
ARRESTATO 1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 27.4.1945
Minali, Adelino Adelino Minali (Isola della Scala, 9 gennaio 1920 - Mauthausen, 27 aprile 1945), figlio di Artidoro e Carolina Barcelli, agricoltore, celibe, antifascista. Arrestato a Isola della Scala, trasferito a Bolzano, da dove, 1º febbraio 1945 è deportato nel Reich destinato a Mauthausen, matricola 126295, classificato "Schutz" – (Schutzhäftlinge)[63]. Il 17 febbraio 1945 viene trasferito a Mauthausen, dove muore il 27 aprile 1945.[62]
 
A ISOLA DELLA SCALA
ABITAVA

LUIGI SOFFIATI
NATO 1915
ARRESTATO 22.11.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
DECEDUTO 9.5.1945
Soffiati, Luigi Luigi Soffiati (Salizzole, 6 settembre 1915 - Ebensee, 9 maggio 1945), figlio di Mariano e Buratto Diomira, contadino, impiegato, commerciante, coniugato con Dina Gemmo, un figlio, partigiano militante del Partito Comunista d'Italia è commissario politico della Brigata “Anita”, componente del Cln locale. È arrestato nel corso del massiccio rastrellamento ad opera dei militi delle Brigate Nere e uomini della Wehrmacht a Isola della Scala il 22 novembre 1944 e detenuto presso il Palazzo INA, sede del Comano Generale delle SS. Trasferito poi a Bolzano, quindi deportato a Mauthausen il 14 dicembre 1944, matricola 114107, classificato "Schutz" – (Schutzhäftlinge),[63]. Il 3 gennaio 1945 è trasferito a Melk. Muore a Ebensee il 9 maggio 1945, dopo la liberazione del campo.[62]
 
QUI ABITAVA
GRACCO SPAZIANI
NATO 1884
ARRESTATO 22.11.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 9.2.1945
Spaziani, Gracco Gracco Spaziani (Lonigo, 18 maggio 1884 - Mauthausen, 11 aprile 1945), figlio di Fabio Secondo e Eloisa Stocchetti, avvocato, risidente a Isola della Scala, coniugato con Giuseppina Sardini, due figli, partigiano, iscritto al PSI, segnalato e schedato presso il Casellario politico centrale è il fondatore del Cln di Isola della Scala. È arrestato nel corso del massiccio rastrellamento ad opera dei militi delle Brigate Nere e uomini della Wehrmacht il 22 novembre 1944, portato al Comando tedesco di Tarmassia, interrogato e torturato prima del trasferimento al Comando delle Brigate Nere di Verona, quindi al Comando Generale delle SS presso il palazzo INA, infine internato al campo di Bolzano, da dove è successivamente deportato a Mauthausen, l'8 gennaio 1945, matricola 115834, classificato "Schutz" – (Schutzhäftlinge),[63]. Muore il 9 febbraio 1945.[62]

Peri di Dolcè modifica

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
22 maggio 2023 Via Monte Corno, 4

45°39′20.39″N 10°54′08.05″E / 45.655663°N 10.902237°E45.655663; 10.902237 (Pietra d'inciampo per Emilio Marcotto)
 
QUI ABITAVA
EMILIO MARCOTTO
NATO 1898
ARRESTATO 5.8.1944
DEPORTATO
DACHAU
ASSASSINATO 3.4.1945
MÜHLDORF
Marcotto, Emilio Emilio Marcotto (Peri di Dolcè, 7 maggio 1898 - Dachau, 3 aprile 1945), ferroviere, risidente a Pescantina, coniugato. È arrestato a Pescantina il 5 agosto 1944, detenuto a Forte San Leonardo, quindi trasferito a Bolzano, da dove il 5 ottobre 1944 è deportato nel Reich con destinazione Dachau, matricola 113407, classificato "Schutz" – (Schutzhäftlinge)[63]. In seguito il 20 ottobre 1944 è trasferito a Mühldorf dove muore il 3 aprile 1945.[64]
Piazzale Stazione FS

45°39′28.98″N 10°54′02.34″E / 45.65805°N 10.900649°E45.65805; 10.900649 (Pietre d'inciampo per Narciso Veronesi)
 
QUI FU ARRESTATO
21.7.1944

NARCISO VERONESI
NATO 1925
DEPORTATO
FLOSSENBÜRG
MORTO 1945
Veronesi, Narciso Narciso Veronesi (Peri di Dolcè, 10 giugno 1925 - ???, ??? 1945), figlio di Giuseppe e Albina Scienza, calzolaio, contabile, celibe. Arrestato a Peri il 21 luglio 1944, è trasferito a Bolzano, quindi il 5 settembre 1944 è deportato nel Reich, destinato a Flossenbürg, classificato "Schutz" – (Schutzhäftlinge)[63], matricola 21785. Il 4 dicembre è trasferito al campo di Dora adibito al lavoro forzato nei tunnel per la costruzione di armi segrete. Trasferito a Flossenbürg, infine Dachau. Il 29 aprile, alla liberazione del campo da parte delle truppe americane, viene dato per disperso.[65]

Sommacampagna modifica

Nel comune di Sommacampagna sono presenti 12 pietre d'inciampo, poste nel biennio 2023-2024.[66]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
Via Cesare Battisti, 21

45°24′32.27″N 10°50′28.6″E / 45.408964°N 10.841278°E45.408964; 10.841278 (Pietra d'inciampo per Luigi Castioni)
 
QUI ABITAVA
LUIGI CASTIONI
NATO 1912
ARRESTATO 9.9.1943
DEPORTATO
BERLINO
ASSASSINATO 7.1.1945
Luigi Castioni
Via Cesare Battisti, 49

45°24′33.23″N 10°50′23.63″E / 45.409231°N 10.839897°E45.409231; 10.839897 (Pietra d'inciampo per Alessandro Zulian)
 
QUI ABITAVA
ALESSANDRO ZULIAN
NATO 1916
ARRESTATO 9.9.1943
DEPORTATO
LAMSDORF
ASSASSINATO 24.1.1945
CECOSLOVACCHIA
Alessandro Zulian

Trevenzuolo modifica

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
31 maggio 2021 Via Roma
davanti scalinata del Municipio

45°16′17.33″N 10°55′59.27″E / 45.27148°N 10.93313°E45.27148; 10.93313 (Pietra d'inciampo per Ugo Sensini)
 
A TREVENZUOLO ABITAVA
UGO SESINI
NATO 1899
ARRESTATO 22.11.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 27.2.1945
Sesini, Ugo Carlo Maria Ugo Carlo Maria Sesini (Trapani, 19 gennaio 1899 - Gusen, 27 febbraio 1945), figlio di Vittorio, famiglia di origine veronese, coniugato, residente a Trevenzuolo, professore di musica, antifascista. È arrestato nel corso del massiccio rastrellamento ad opera dei militi delle Brigate Nere e uomini della Wehrmacht il 22 novembre 1944 a Trevenzuolo, trasferito a Bolzano da dove è in seguito deportato nel Reich con destinazione Mauthausen dove giunge il 19 dicembre 1944, matricola 114105 , classificato "Schutz" – (Schutzhäftlinge),[63]. Infine trasferito a Gusen dove muore il 27 febbraio 1945. Sepolto nella stessa località in fossa comune.[67]

Verona modifica

A Verona si trovano due pietre d'inciampo, poste il 15 maggio 2022.[68]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
15 maggio 2022 Via Stella, 6

45°26′30.48″N 10°59′56.11″E / 45.4418°N 10.99892°E45.4418; 10.99892 (Pietra d'inciampo per Tullio Basevi)
 
QUI ABITAVA
TULLIO BASEVI
NATO 1889
ARRESTATO 24.11.1944
DEPORTATO
FLOSSENBÜRG
ASSASSINATO 11.1.1945
Basevi, Tullio Tullio Basevi (Verona, 29 giugno 1889 - Flossenbürg, 11 gennaio 1945), figlio di Marco e Luigia Elisa Cuzzeri, professore d'orchestra, insegnante di canto, coniugato con Emma De Angelis, due figli, cugino di Gilda Forti. Arrestato a Verona il 24 novembre 1944, portato nelle carceri cittadine, quindi trasferito a Bolzano a cui segue la deportazione nel Reich, destinazione Flossenbürg, dove giunge il 20 dicembre 1944, matricola 40040. Muore l'11 gennaio 1945.[69]
Via Duomo, 5

45°26′45.24″N 10°59′53.14″E / 45.445901°N 10.998095°E45.445901; 10.998095 (Pietre d'inciampo per Gilda Fortil)
 
QUI ABITAVA
GILDA FORTI
NATA 1896
ARRESTATA 24.11.1944
DEPORTATA
RAVENSBRÜCK
ASSASSINATA
Forti, Gilda Gilda Forti (Verona, 27 giugno 1896 - Ravensbrück, ???), figlia di Lepoldo Benzion Forti ed Emilia Basevi, impiegata, cugina di Tullio Basevi. Invano cerca di sfuggire all'arresto rifugiandosi in casa del cugino Tullio: é arrestata, secondo una fonte il 25, ma logica vorrebbe il 24 novembre 1944 come riporta la pietra che è anche la data d'arresto del cugino. E come il cugino portata nelle carceri cittadine, quindi trasferita a Bolzano a cui segue la deportazione nel Reich, con ogni probabilità con lo stesso trasporto del cugino. Diversa la destinazione: Gilda giunge a Ravensbrück il 20 dicembre 1944. Più nulla è dato di sapere.[70]

Provincia di Vicenza modifica

Vicenza modifica

Nella città di Vicenza si trovano sei pietre d'inciampo posate tre il 2021 e 2023.[71][72][73] A Santorso, il 25 aprile 2024, è stata posta una pietra di inciampo per Gino Zanella, nato a Santorso il 16 novembre 1926, deportato a Mauthausen e morto a Gusen il 25 aprile 1945.

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
25 giugno 2021 Corso Palladio, 84

45°32′50.83″N 11°32′40.83″E / 45.547453°N 11.544676°E45.547453; 11.544676 (Pietra d'inciampo per Guido Orvieto)
 
A VICENZA ABITAVA
GUIDO ORVIETO
NATO 1893
ARRESTATO 1943
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 1944
Guido Fortunato Orvieto (Pisa 7 settembre 1893 – Auschwitz 31 dicembre 1944), commerciante. Venne arrestato a Vicenza assieme alla moglie nel 1943 e venne deportato ad Auschwitz nel 1944. Non sopravvisse.[71][72]
 
A VICENZA ABITAVA
ANGELA CAIVANO
ORVIETO
NATA 1893
ARRESTATA 1943
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 1944
Angelina Caivano (Firenze 29 settembre 1983 - Auschwitz 31 dicembre 1944), commerciante. Arrestata assieme al marito, ne condivise le vicende sino alla morte.[71][74]
27 gennaio 2023 Contrà Santa Corona, 25

45°33′00.45″N 11°32′49.21″E / 45.550126°N 11.547004°E45.550126; 11.547004 (Pietre d'inciampo per Torquato e Franco Fraccon)
 
QUI LAVORAVA
TORQUATO FRACCON
NATO 1897
ARRESTATO 26.10.1944
DEPORTATO 1944
MAUTHAUSEN
MORTO 8.5.1945
Fraccon, Torquato Torquato Fraccon (Pontecchio Polesine, 29 dicembre 1887 - Mauthausen, 8 maggio 1945), paritigiano, bancario, si iscrive al Partito Popolare dopo la Grande guerra. Nel 21 sposa Isabella Ghirlandato che gli darà due figlie e un maschio: Franco Fraccon; tutti e tre saranno attivi nella Resistenza. Antifascista, ha contatti con figure di primo piano oppositrici del regime fascista come Neri Pozza, Antonio Barolini, Antonio Giuriolo. Riferimento per la Democrazia Cristiana vicentina, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 si prodiga nel fornire supporto agli ex prigionieri alleati, agli ebrei ed è tra i promotori del CLN provinciale viventino. Subisce un primo arresto il 7 gennaio del 1944, liberato, nuovamente arrestato in casa il 26 ottobre con tutta la sua famiglia è rinchiuso con i familiari nelle carceri vicentine. La moglie e le due figlie sono trattenute, Torquato con il figlio dopo torture e sevizie è trasferito a Bolzano da cui entrambi sono poi deportati nel Reich destinati a Mauthausen. Torquato muore l'8 maggio 1945. Con decreto ufficiale del 19 maggio 1950, gli viene conferita la medaglia d’argento al valor militare alla memoria con la qualifica di partigiano combattente.[75]
 
FRANCO FRACCON
NATO 1924
ARRESTATO 26.10.1944
DEPORTATO 1944
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 4.5.1945
Fraccon, Franco Franco Fraccon (Rovigo, 24 ottobre 1924 - Mauthausen, 4 maggio 1945), partigiano, figlio di Torquato Fraccon e Isabella Ghirardato. Militante dell'Azione Cattolica, studente di Medicina e Chirurgia a Padova, attivista della Fuci. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 non risponde alla chiamata alle armi ed entra a far parte della Resistenza collaborando all'attività clandestina del padre nel soccorso agli ebrei e alla lotta armata di liberazione. La mattina del 26 ottobre 1944 è arrestato con tutta la sua famiglia nella loro abitazione. Portati nelle carceri di Vicenza, la madre e le sorelle sono trattenute, Franco col padre è torturato e inviato al campo di Bolzano per essere deportati entrambi nel Reich destinati a Mauthausen, immatricolato n°115500, Franco muore il 4 maggio 1945. L'università di Padova gli conferisce la Laurea honoris causa in Medicina l’11 giugno 1947. Il 19 maggio 1950 è insignito della medaglia d’argento al valor militare con la qualifica di partigiano combattente.[76]
Piazza delle Erbe, 21
davanti farmacia

45°32′48.09″N 11°32′47.91″E / 45.546691°N 11.546641°E45.546691; 11.546641 (Pietre d'inciampo per Carlo Crico)
 
QUI ABITAVA
CARLO CRICO
NATO 1902
ARRESTATO 2.12.1944
DEPORTATO 1944
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 7.3.1945
Crico, Carlo Carlo Crico (Vicenza, 12 novembre 1902 - Mauthausen, 7 marzo 1945), farmacista, vedovo, antifascista. Gestisce la Farmacia in Piazza delle Erbe accanto la sua abitazione dove vive con le figlie. Frequenta la famiglia Fraccon e sarà questa l'accusa che gli costa il carcere e la deportazione nel Reich, con destinazione Mauthausen dove muore il 7 marzo 1945.[77]
Contrà porta Santa Lucia, 44

45°33′04.25″N 11°33′04.78″E / 45.55118°N 11.551328°E45.55118; 11.551328 (Pietra d'inciampo per Piero Franco)
 
QUI ABITAVA
PIERO FRANCO
NATO 1921
ARRESTATO 4.10.1944
DEPORTATO 1944
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 8.4.1945
Franco, Piero Piero Franco (Vicenza, 17 agosto 1921 - Mauthausen, 8 aprile 1945), partigiano, studente universitario nel 1942 alla facoltà di Agraria di Bologna, arruolato sottotenente degli alpini, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 entra nella Resistenza tra le file della "Brigata Argiuna – Divisione Vicenza". È arrestato nell'ottobre 1944 a Bassano del Grappa, a cui segue la deportazione nel Reich, con destinazione Mauthausen dove muore l'8 aprile 1945. Il 16 giugno 1954 l’Università di Bologna gli conferisce la laurea honoris causa.[77]

Note modifica

  1. ^ Pietre d’inciampo per i Niero, su mattinopadova.gelocal.it, 22 gennaio 2018.
  2. ^ [REDE Moritz-Freimüller 2015-11-15-2.pdf Sehr geehrte Damen und Herren]
  3. ^ Il Mattino: Oggi il ricordo di Gioachino Niero morto deportato, 15 novembre 2015
  4. ^ (DE) Gedenkakt in Kirchdorf, su Einhalt. URL consultato il 16 ottobre 2018.
  5. ^ Pierantonio Gios: Guerra e Resistenza, le relazioni dei parroci della Provincia di Padova, Pliniana, Selci-‐ Lama (PG), 2007, p. 92. qui cit. secondo Adriano Mansi: Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea – Università degli studi di Padova, Episodio di Sant’Angelo di Piove, 16.3.1945, consultato il 4 giugno 2018
  6. ^ Adriano Mansi: Episodio di Sant’Angelo di Piove, 16.3.1945, Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea – Università degli studi di Padova, consultato il 7 giugno 2018
  7. ^ Pietre d'inciampo a Padova, su lepietredinciampoapadova.it.
  8. ^ Giorno della Memoria - 27 gennaio 2022, su padovanet.it.
  9. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Opuscolo del Museo della Padova ebraica: Le pietre d'inciampo a Padova, Una memoria contro l'oblio e il negazionismo, con le biografie delle vittime di Padova
  10. ^ a b c Centro di documentazione ebraica contemporanea: Ancona, Elisa, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 3 giugno 2017.
  11. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Gesess, Elia, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 2 giugno 2017.
  12. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Gesess, Sara, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 2 giugno 2017.
  13. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Levi Minzi, Marcello, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 1º giugno 2017.
  14. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Bassani, Gemma, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 1º giugno 2017.
  15. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Coen Sacerdoti, Eugenio, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 2 giugno 2017., con un ritratto
  16. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Coen, Oscar, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 2 giugno 2017.
  17. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Dina, Amalia, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 2 giugno 2017., con un ritratto
  18. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Arany, Giorgio, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 1º giugno 2017.
  19. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Goldberger, Caterina, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 1º giugno 2017.
  20. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Finzi, Nora, su digital-library.cdec.it, Centro di documentazione ebraica contemporanea. URL consultato il 1º giugno 2017.
  21. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Goldbacher, Alberto, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 1º giugno 2017.
  22. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Kroo, Giuseppe, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 2 giugno 2017.
  23. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Kroo, Luigi, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 2 giugno 2017.
  24. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Vamos, Nelly, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 2 giugno 2017.
  25. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Kroo, Alessandro, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 2 giugno 2017.
  26. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Levi, Augusto, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 2 giugno 2017.
  27. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: D'Italia, Giovanna, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 2 giugno 2017.
  28. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Levi, Alvise, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 2 giugno 2017.
  29. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Tolentino, Paolo, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 1º giugno 2017.
  30. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Ducci, Eva, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 27 gennaio 2019.
  31. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Hoffmann, Luisa, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 27 gennaio 2019.
  32. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Ducci, Rodolfo, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 27 gennaio 2019., con un ritratto fotografico
  33. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Ducci, Teodoro, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 27 gennaio 2019.
  34. ^ a b Centro di documentazione ebraica contemporanea: Parenzo, Italo.
  35. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Parenzo, Giuseppe, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 1º giugno 2017.
  36. ^ Museo Padova Ebraica: In memoria di Giulio, Ada e Irma Ancona, 27 gennaio 2020
  37. ^ Centro Documentazione Digital Library: Ancona, Irma, consultato il 26 luglio 2020
  38. ^ Una pietra d'inciampo per lo studente Desiderio Milch, su Università degli studi di Padova, 27 gennaio 2022. URL consultato il 28 febbraio 2022.
  39. ^ Non è certa la grafia del nome. Sulla pietra d'inciampo è riportato "Feige"; nella prima edizione de "Il libro della memoria" , L. Picciotto Fargion, 1991, è indicata come Feighe Haschlaus; nella edizione successiva del 2002, così come nella Digital Library del CDEC (http://digital-library.cdec.it/cdec-web/persone/detail/person-956/hasenlauf-feigel.html) è indicata come Feigel Hasenlauf.
  40. ^ Sia presso la Digital Library del CDEC (http://digital-library.cdec.it/cdec-web/persone/detail/person-957/buchaster-jakob.html), che in "Il libro della memoria" , L. Picciotto Fargion, Milano, 2002, è indicato come anno di nascita il 1900, anziché il 1907, come riportato sulla pietra d'inciampo.
  41. ^ La storia della famiglia Buchaster è descritta nell'opuscolo PAULA, nostra madre, la Sua storia: una testimonianza d'amore e resilienza reperibile all'indirizzo: PAULA, nostra madre (PDF) [collegamento interrotto], su cdn1.regione.veneto.it. URL consultato il 30 aprile 2020.. Disponibile presso la Biblioteca civica "Manfred B. Buchaster" di Costa di Rovigo.
  42. ^ Carl Gruen, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 30 aprile 2020.
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