Pietro Lanza di Scalea

politico italiano

Pietro Lanza Branciforte Mastrogiovanni Tasca, principe Lanza di Scalea, meglio noto come Pietro Lanza di Scalea (Palermo, 20 ottobre 1863Roma, 29 maggio 1938), è stato un nobile e politico italiano.

Pietro Lanza Branciforte Mastrogiovanni Tasca
Il principe Pietro Lanza di Scalea fotografato da Mario Nunes Vais
Principe Lanza di Scalea
Stemma
Stemma
In carica1919 –
1938
PredecessoreFrancesco Lanza Branciforte Spinelli
SuccessoreFrancesco Lanza Branciforte Fardella
TrattamentoDon
NascitaPalermo, 20 ottobre 1863
MorteRoma, 29 maggio 1938 (74 anni)
Luogo di sepolturaCimitero di Santa Maria di Gesù
DinastiaLanza
PadreFrancesco Lanza Branciforte Spinelli
MadreRosa Mastrogiovanni Tasca Lanza
ConsorteDorotea Fardella Paternò Castello
FigliFrancesco
Rosa
Maria Concetta
Beatrice
Giulia
Maria
ReligioneCattolicesimo
Pietro Lanza di Scalea

Ministro della guerra del Regno d'Italia
Durata mandato26 febbraio 1922 –
1º agosto 1922
PredecessoreLuigi Gasparotto
SuccessoreMarcello Soleri

Ministro delle colonie del Regno d'Italia
Durata mandato3 giugno 1924 –
6 novembre 1926
PredecessoreLuigi Federzoni
SuccessoreLuigi Federzoni

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXX, XXI, XXII, XXIII, XXIV, XXVI, XXVII
CollegioSerradifalco (XX, XXI, XXII, XXIII, XXIV legislatura)
Palermo (XXVI legislatura)
Collegio unico nazionale (Sicilia) (XXVII legislatura)
Sito istituzionale

Senatore del Regno d'Italia
Legislaturadalla XXVIII (nomina 21 gennaio 1929)
Tipo nominaCategorie: 3, 4, 5
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Agrario
Partito Nazionale Fascista
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
ProfessionePolitico

Biografia modifica

Nacque a Palermo il 20 ottobre 1863 da Francesco, I principe Lanza di Scalea (1834-1919) e dalla di lui consorte Rosa Mastrogiovanni Tasca Lanza dei Conti d'Almerita (1843-1900), di cui era il primo di cinque figli.[1][2]

Laureatosi in giurisprudenza all'Università di Palermo, si dedicò in seguito a studi storici ed artistici, nel qual campo pubblicò lavori riguardanti la Sicilia, quali: I limiti della sovranità nelle costituzioni di Federico II, Enrico Rosso, cancelliere del Regno di Sicilia (1890), Donne e gioielli nel Medioevo e nel Rinascimento in Sicilia (1892), La Sicilia attraverso la leggenda (1909).[1][2][3] Nel 1893, venne nominato direttore del Regio Istituto di Belle Arti di Palermo.[3][4] Nello stesso periodo fece parte della rivista Sicilia artistica e numismatica.[2]

Di orientamento conservatore e nazionalista, nel 1897 si candidò alle elezioni politiche nelle file della Destra per il collegio di Serradifalco, ed ottenne la sua prima elezione a deputato nella XX legislatura.[1][5][6] Il Lanza svolse ininterrottamente l'attività di parlamentare alla Camera nelle legislature successive fino alla XXIV legislatura.[1] Fu sottosegretario per gli Affari Esteri nei governi Sonnino I e II (1906 e 1909-10), Luzzatti (1910-11) e Giolitti IV (1911-14).[1]

Nel 1915, allo scoppio della prima guerra mondiale da interventista, partì volontario nell'arma di cavalleria, e partecipò all'ideazione e all'organizzazione della Legione cecoslovacca in Italia.[1][7]

Il Principe Lanza si affermò come grosso esponente politico, difensore degli interessi dell'isola dall'ingerenza dei gruppi settentrionali, che variamente declinato arrivò ad assumere il significato della difesa delle posizioni dell'aristocrazia siciliana nei confronti del giolittismo e quindi del socialismo.[1] D'intesa con l'imprenditore Ignazio Florio jr, costituì prima un'associazione agraria, quindi un Comitato agrario siciliano.[1] Nel 1919, pur non candidandosi per la prima volta alle elezioni politiche, aderì all'Unione Liberale a sostegno di Vittorio Emanuele Orlando, ma l'anno seguente, nel 1920, assieme a Giovanni Lo Monte fondò il Partito agrario siciliano, che guidò alle successive elezioni che lo riportarono alla Camera.[1][6][8] Nel 1922, fu nominato Ministro della guerra nel Governo Facta I.[1] L'anno seguente, nel 1923, il Lanza aderì al Partito Nazionale Fascista, e strinse rapporti di collaborazione direttamente con il suo capo Benito Mussolini, che lo incaricò a reggere il Ministero delle colonie (1924-26).[1] Nominato senatore nel 1929, ricoprì tale carica nelle legislature XXVIII e XXIX, e resse anche la carica di vicepresidente del Senato (1934-38).[1][9]

L'adesione al Fascismo, di cui si fece promotore a Palermo, aveva inizialmente provocato scontri con il fratello minore Giuseppe, quest'ultimo capolista dei sostenitori di Orlando, finché anche costoro non confluirono nel movimento di Mussolini.[1] Come ministro delle Colonie il Lanza assunse un atteggiamento meno intransigente: il suo auspicio era quello di uno sfruttamento di tipo capitalistico delle terre d'Oltremare, mettendo in guardia dall'illusione di una "probabile e sulla carta sollecita soluzione del problema emigratorio nei nostri territori di dominio diretto" che si accompagnava al modello populista della piccola colonia.[1]

Il Principe Lanza, oltre ad esercitare l'attività di pubblicista, ricoprì alcuni incarichi quali di presidente delle società Cantieri navali riuniti, Siderurgica commerciale e Coloniale siderurgica, della Società geografica italiana, della Società Italiana per la Pesca e dell'Areo Club d'Italia.[1][10][11]

Il Lanza morì a Roma il 29 maggio 1938.[1] Per disposizione del capo del governo se ne celebrarono i funerali di Stato; una corona con la sigla del re imperatore ne accompagnò le esequie.[1]

 
Convegno di San Rossore (Pisa) del 22 ottobre 1912 per il rinnovo della Triplice alleanza. Da sinistra: l'Ambasciatore d'Italia in Austria-Ungheria Giuseppe Avarna, l'Ambasciatore di Austria-Ungheria in Italia Kajetan Mérey, il conte Alexander Hoyos, il principe Pietro Lanza di Scalea, la contessa Berchtold, il Ministro degli Esteri marchese Antonino di San Giuliano, il marchese Giovanni Visconti Venosta, il Ministro degli Esteri di Austria-Ungheria conte Leopold Berchtold e il commendatore Giacomo De Martino.

Matrimoni e discendenza modifica

Pietro Lanza Branciforte Mastrogiovanni Tasca, II principe Lanza di Scalea, nel 1887 sposò Dorotea Fardella, baronessa di Moxharta, che gli dette sei figli[1]:

  • Francesco Giuseppe, III principe Lanza di Scalea (1890-1954), che a seguito della estinzione della linea primogeniale dei Principi di Trabia avvenuta nel 1938 con la morte senza discendenti del principe Ottavio Lanza Branciforte Galeotti, cugino di primo grado dello stesso Principe Pietro, divenne titolare di tutti i titoli della famiglia Lanza Branciforte.[12] Detto Francesco Giuseppe, nel 1936 sposò Teresa De Luca, da cui ebbe quattro figli, e dai discendenti di costui è rappresentato il casato dei Lanza Branciforte.[12]
  • Rosa (1892-1967), che fu moglie del conte Antonio Spalletti Trivelli;
  • Maria Concetta (1894-1972), che fu moglie del nobile Alessandro d'Alessandro;
  • Beatrice (1895-1976), che fu moglie di Giuseppe Spadafora dei Principi Spadafora;
  • Giulia (1899-1976);
  • Maria (1900-1986), che fu moglie di Michele de Stefani Spadafora dei Baroni di San Lorenzo.[13][14]

Opere modifica

  • I limiti della sovranità nelle costituzioni di Federico II, Enrico Rosso, cancelliere del Regno di Sicilia (1890)
  • Donne e gioielli nel Medioevo e nel Rinascimento in Sicilia (1892)
  • In memoria di Umberto I (1903)
  • La Sicilia attraverso la leggenda (1909)

Onorificenze modifica

Onorificenze italiane modifica

Onorificenze straniere modifica

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r Varvaro.
  2. ^ a b c M. C. Di Natale, Pietro Lanza di Scalea alle origini degli studi del gioiello siciliano, in 2013 - Annali di Critica d'arte: Identità nazionale e memoria storica. Le ricerche sulle arti visive della nuova Italia, CB Edizioni, 2013, pp. 321-331.
  3. ^ a b G. Gonetta, L'attuale Senato italiano, Camera dei deputati, 1922, pp. 33-34.
  4. ^ Notizie, in Arte e Storia, n. 4, 28 febbraio 1893, p. 31.
  5. ^ G. Gonetta, Resoconto dei lavori legislativi della prima sessione 1897-98, Tipografia della Camera dei deputati, 1898, p. 26.
  6. ^ a b F. Leoni, Storia dei partiti politici italiani, Guida, 2001, p. 387.
  7. ^ Francesco Valori, Pietro Lanza di Scalea, Casa Editrice Mondadori, 1938, p. 686, scrive al riguardo: «Ma allo scoppio delle ostilità egli, nonostante l'età non più giovane, volle prender parte attiva alla guerra, e si dimise arruolandosi volontario nell'Arma di Cavalleria. Più tardi, fu uno degli ideatori ed organizzatori della Legione cecoslovacca».
  8. ^ M. Di Figlia, Alfredo Cucco. Storia di un federale, Associazione no-profit "Mediterranea", 2007, p. 38.
  9. ^ La legislazione fascista nella XXIX legislatura 1934-1939 (XII-XVII), vol. 1, Senato del Regno e Camera dei Fasci e delle Corporazioni, 1939, p. 81.
  10. ^ Il V. Congresso internazionale di pesca, in Rivista Nautica Italia Navale, n. 7, 1º aprile 1911, p. 128.
  11. ^ IV. Congresso Internazionale di Navigazione Aerea, in Bollettino dell'aviazione civile e del traffico aereo, n. 8, Libreria del Provveditorato generale dello Stato, agosto 1927, p. 507.
  12. ^ a b Lanza Branciforte, su famiglienobilinapolitane.it. URL consultato il 16 dicembre 2021.
  13. ^ (FR) Almanach de Gotha. Annuaire généalogique, diplomatique et statistique. 1911, Perthes, 1911, p. 497.
  14. ^ (DE) Gothaischer Hofkalender genealogisches Taschenbuch der fürstlichen Häuser. 1942, Gotha, Perthes, 1942, pp. 589-593.
  15. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.94 del 26 aprile 1926, pag.1702.

Bibliografia modifica

  • Francesco Valori, Pietro Lanza di Scalea, Milano, Mondadori, 1938
  • Roberto Cantalupo, Ritratto di Pietro Lanza di Scalea, Roma, L.I.M., 1940

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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