Pietro Mannelli (San Romano, 8 agosto 1896Roma, 4 dicembre 1972) è stato un generale italiano. Fu ufficiale delle Waffen-SS italiane durante la seconda guerra mondiale.

Pietro Mannelli
NascitaSan Romano, 8 agosto 1896
MorteRoma, 4 dicembre 1972
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Bandiera della Repubblica Sociale Italiana Repubblica Sociale Italiana
Bandiera della Germania Germania nazista
Forza armata Regio Esercito
Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale
Waffen-SS
ArmaFanteria
CorpoAlpini
Carristi
Anni di servizio1914-1945
GradoSS-Brigadeführer
GuerrePrima guerra mondiale
Impresa di Fiume
Guerra d'Etiopia
Guerra di Spagna
Seconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia di Aragona
Battaglia di Catalogna
Comandante di 29. Waffen-Grenadier-Division der SS (italienische Nr. 1)
Decorazionivedi qui
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Biografia modifica

Nacque a San Romano, in provincia di Firenze fino al 1926, (attualmente in provincia di Pisa), l'8 agosto 1896, figlio di Vincenzo e Laura Corradini. Prestò servizio come tenente nel corpo degli alpini durante la prima guerra mondiale, al termine della quale si unì a Gabriele D'Annunzio nell'impresa di Fiume. Fu tra i fascisti della prima ora che presero parte alla marcia su Roma nel 1922. Il 1 febbraio 1923 entrò nella Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, giungendo poco dopo a comandare la II Legione Alpina di Torino. Nella Milizia raggiunse il grado di Primo seniore.

Attivista di parte, Mannelli ricoprì diversi incarichi di rilievo nella MVSN e nel Regio Esercito negli anni venti e trenta del XX secolo. Nel 1935-1936 prese parte alla guerra d'Etiopia, dove fu decorato con una prima Medaglia d'argento al valor militare, e poi alla guerra civile spagnola (dove fu ferito tre volte) e decorato di una seconda Medaglia d'argento e di una bronzo al valor militare. Nel marzo 1939 partecipò all'invasione italiana dell'Albania.

Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, comandò un gruppo della legione della MVSN a Bengasi, in Libia, nel corso del 1941. Rientrato in Patria divenne Ispettore Generale, col grado di generale di brigata, della Milizia Universitaria a Roma. Nel marzo 1943 lasciò l’Italia per trasferirsi in Francia alla guida del Gruppo Speciale da sbarco della Milizia.

Dopo la firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943, aderì alla Repubblica Sociale Italiana, e il 15 dicembre entrò alle dipendenze del Generalleutnant Canevari per sovrintendere alla formazione di reparti di SS italiane. Dopo aver prestato servizio come propagandista per gli italiani nella Francia meridionale, si arruolò nelle Waffen-SS nel marzo 1944 raggiungendo il grado di Brigadeführer (equivalente a quello di Generalmajor nell'esercito regolare tedesco e di generale di brigata in quello italiano). Venne nominato ispettore dei volontari della legione SS italiana di cui fu primo comandante. Ottenne il comando della legione cremonese presso il castello di Torre de' Picenardi, trasferendosi poi nelle ultime settimane del conflitto prima a Milano e poi a Bergamo. Il 26 aprile 1945 si spostò da Bergamo verso Como ma la sua colonna italo-germanica venne bloccata a Lipomo.

Catturato dai partigiani venne trasferito provvisoriamente al carcere di Como per poi passare come prigioniero nelle mani degli statunitensi. Venne quindi trasferito nel campo di concentramento di Coltano, indi processato e condannato per collaborazionismo col regime. Liberato poco dopo visse a Roma il resto della sua vita, morendovi il 4 dicembre 1972.

Onorificenze modifica

«Lanciava con bello slancio i suoi reparti all'assalto contro orde nemiche soverchianti e violentissime, partecipando a tutta l'azione e rientrando a compito ultimato, ordinatamente, sulle posizioni di partenza col suo battaglione che durante la giornata aveva offerto al combattimento e alla vittoria largo contributo di valore, di sangue e di gloria. Già distintosi nel precedente combattimento di Af Gagà Natale 1935, ed in varie altre azioni offensive. Acab Saat-Adi-Haimanial, 29 febbraio 1936
«Per destinazione da lui stesso ambita e sollecitata, prendeva parte col raggruppamento carristi a tutti i fatti d'arme del ciclo d'Aragona sempre serenamente esposto dove più grande era il pericolo, per l'esatto assolvimento dei suoi compiti. Alla testa di un reparto di tale unità, lanciato alla ricerca del nemico nelle ore che immediatamente precedettero una nostra fulminea azione, penetrava a fondo nel territorio non ancora conquistato. Venuto improvvisamente a contatto con soverchianti forze avversarie appoggiati da carri cannone, catturava tre di questi, e con ardimento e perizia impegnava duramente il nemico riaffermando con l'esempio e con valore il suo fulgido passato di combattente e di fascista. Rudilla-Tortosa, 9 marzo-18 aprile 1938
— Regio Decreto 10 gennaio 1939[1]
«Non ancora ristabilito, partecipava volontariamente a tutta la battaglia della Catalogna quale ufficiale di collegamento del C.T.V. presso le unità celeri, dando ripetute prove di cosciente ardimento e sprezzo del pericolo nello spingersi tra gli elementi avanzati (arditi e carristi) sotto violento fuoco di artiglieria e di armi automatiche, per rendersi conto della situazione e nel percorrere di notte zone infestate da nemici. Ardito ed infaticabile, seguendo le punte di sicurezza delle colonne celeri, interrogando prigionieri e civili dei paesi conquistati, ha fornito ai comandanti delle colonne utili e tempestivi informazioni, contribuendo efficacemente alla riuscita delle operazioni. Battaglia di Catalogna, 23 dicembre 1938-8 febbraio 1939

Onorificenze straniere modifica

Note modifica

  1. ^ Registrato alla Corte dei conti lì 24 febbraio 1939, registro 9 guerra, foglio 189.

Collegamenti esterni modifica