Pietro Forti

vescovo cattolico italiano
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Pietro Niccolò Forti (Pescia, 11 aprile 1799Pescia, 13 aprile 1854) è stato un vescovo cattolico italiano, 8º della diocesi di Pescia.

Pietro Forti
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Pescia (1847-1854)
 
Nato11 aprile 1799 a Pescia
Ordinato presbitero21 settembre 1822
Nominato vescovo12 aprile 1847 da papa Pio IX
Consacrato vescovo18 aprile 1847 dal cardinale Antonio Francesco Orioli, O.F.M.Conv.
Deceduto13 aprile 1854 (55 anni) a Pescia
 

Biografia modifica

Figlio di Anton Cosimo, esponente di una delle più antiche famiglie aristocratiche di Pescia, e della ginevrina Sara "Serine" Simonde de Sismondi, sorella dello storico ed economista liberale di religione protestante Jean Charles Léonard Simonde de Sismondi, ebbe quattro fratelli e tre sorelle, tra i quali il giurista Nob. Francesco Forti, la Nob. Enrichetta Forti Desideri (madre di Carlo Desideri) e la Nob. Marianna Forti Gambarini. Iniziò prestissimo gli studi ecclesiastici presso i padri scolopi di Firenze. Poi, si laureò in legge e in teologia all'Università di Pisa.

Fu ordinato sacerdote nel 1822 dal vescovo Giulio de' Rossi. Divenne presto canonico della cattedrale di Pescia e poi guidò, nella stessa città, la collegiata dei Santi Stefano e Niccolao.[1] Fu vicario generale e vicario capitolare della diocesi di Pescia e la guidò durante i periodi di vacanza della sede episcopale, dopo i trasferimenti dei presuli de' Rossi, Rossi e Menchi. Quest'ultima vacanza durò quasi quattro anni, da ottobre 1843 ad aprile 1847, tanto che si temette per la sopravvivenza della diocesi. Poche settimane prima della nomina ad amministratore diocesano, monsignor Forti indirizzo, a nome proprio e di suo padre Cosimo, una lettera di protesta per il breve di papa Gregorio XVI con il quale veniva condannata la Lettera sulla direzione degli studj, uno scritto giovanile attribuito a suo fratello Francesco, nel frattempo deceduto, in quanto «pesticolo libercolo» mirante a «rovesciare la cattolica religione giusta i principj de' protestanti».[2]

Nel 1847, fu nominato vescovo da papa Pio IX, nel frattempo succeduto a Gregorio XVI, e assegnato alla sede di Pescia che già reggeva. Fu un vescovo molto solerte, scrisse numerose lettere pastorali e si interessò parecchio al seminario. Non trascurò neppure la tutela dei beni artistici, promuovendo il recupero di un trittico quattrocentesco in terracotta attribuito a Luca della Robbia, raffigurante la Madonna con Bambino, san Jacopo e san Biagio, e la sua collocazione nella cappella privata dell'episcopio.[3]

Morì nel 1854 dopo una grave malattia e fu sepolto nella cappella di famiglia, la terza a destra all'interno della cattedrale pesciatina. Nella stessa cappella il vescovo è raffigurato a mezzo busto in una lunetta.[4]

Genealogia episcopale modifica

La genealogia episcopale è:

Note modifica

  1. ^ Giuliano Vincenti, Nei funerali di Mons. Cav. Balì Pietro Forti vescovo di Pescia, Firenze, Tipografia Galileiana, 1854. URL consultato il 27 ottobre 2015.
  2. ^ Enrico Montazio (a cura di), Annuario storico universale, Anno III - 1843, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 1844, pp. XIV - XVII. URL consultato il 27 ottobre 2015.
  3. ^ (EN) Allan Marquand, An Altarpiece by Luca Della Robbia, in American Journal of Archaeology, vol. 13, n. 3, luglio-settembre 1909, pp. 328-333, DOI:10.2307/497025. URL consultato il 27 ottobre 2015.
  4. ^ Il Duomo di Santa Maria, su Comune di Pescia. URL consultato il 27 ottobre 2015.

Bibliografia modifica

  • G. Di Piramo, La Chiesa di Pescia. Le origini - I vescovi - Diocesani illustri, Pescia 1981

Collegamenti esterni modifica