Pieve di San Vittore (Calcio)

vecchia pieve di San Vittore in stile barocco situata a Calcio, paese in provincia di Bergamo

La vecchia pieve di San Vittore è un edificio sacro che si trova a Calcio, in provincia di Bergamo, all’interno della diocesi di Cremona. L’appellativo di “Chiesa Vecchia” serve a distinguerla dalla più recente parrocchiale, anch’essa intitolata a San Vittore.

Pieve di San Vittore
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàCalcio (Italia)
IndirizzoVia Chiesa Vecchia
Coordinate45°30′24.3″N 9°51′20.66″E / 45.50675°N 9.85574°E45.50675; 9.85574
ReligioneChiesa cattolica di rito romano
Diocesi Cremona

Storia modifica

 
Interno

Citata per la prima volta in un documento del 998, l’origine della pieve di San Vittore è ad oggi sconosciuta[1].

Secondo gli storici Riccardo Caproni e Roberto Pagani, autori della monografia sulle vicende storiche del paese di Calcio, la fondazione della chiesa potrebbe essere molto antica e risalire addirittura al periodo in cui l’evangelizzazione ambrosiana iniziò a far costruire pievi in modo capillare sul territorio lombardo[1]. Il culto del martire Vittore, del resto, ebbe grande diffusione proprio grazie allo stesso vescovo Ambrogio, il quale, si narra, ritrovò miracolosamente le spoglie del Santo nel luogo del suo martirio[2].

Questa prima teoria sembra essere supportata, inoltre, dalla strategica posizione geografica occupata dal territorio di Calcio nei secoli V - VI, attraversato da un’importante strada militare che collegava Milano ad Aquileia[1].

Una seconda ipotesi, formulata sempre dai due storici, vuole la pieve di San Vittore fondata nel IX secolo, in seguito alla riforma ecclesiastica promossa da Carlo Magno[1][3]. Non avendo notizie documentate, tuttavia, non è possibile ricostruire con certezza la storia dei primi secoli di vita della Pieve.

Grazie ai documenti delle visite pastorali del XVI e XVII secolo sappiamo però, che a partire dai primi anni del ‘500, per far fronte alle nuove necessità di spazio dettate dall’aumento della popolazione, iniziò una lunga fase di ricostruzione[4]. A causa delle cicliche epidemie di peste e i conseguenti periodi di difficoltà economica, i lavori si protrassero infatti per due secoli e terminano solo nel 1731, con il prolungamento della navata e la costruzione della facciata, oramai in pieno stile barocco[4].

Descrizione modifica

Esterno modifica

 
Facciata della pieve di San Vittore

Le visite pastorali del XVI secolo ci descrivono una chiesa dall’aspetto assai differente da quello attuale: una facciata a capanna; un portale d’ingresso sormontato da rosone centrale; una navata unica con copertura a capriate lignee e una zona presbiteriale con abside poligonale e copertura a volta decorata da affreschi[4].

L’attuale aspetto della Pieve sarebbe dunque il risultato dei lunghi lavori di ampliamento e rifacimento che si conclusero solo nel XVIII secolo[4].

La facciata, qualificata da un progressivo alleggerirsi della muratura, si sviluppa in altezza su tre livelli divisi da due cornicioni sporgenti. L’ordine inferiore è in laterizio, con un portale d’ingresso centrale affiancato da quattro elementi verticali che proseguono nell’ordine superiore, il quale, invece, presenta due nicchie laterali e un'ampia vetrata in asse con il portale sottostante. Il coronamento della facciata è caratterizzato da un’alternanza di linee concave e convesse che, proseguendo anche al livello sottostante con due elementi curvi, creano un piacevole effetto di dinamismo, tipico del resto dell'architettura barocca[5].

Interno modifica

 
Altare maggiore

La chiesa presenta una pianta longitudinale con una navata unica coperta da volta a botte. Le pareti laterali sono scandite da una serie di elementi verticali (paraste o lesene) che poggiano su alti piedistalli e incorniciano gli archi a tutto sesto delle otto cappelle laterali. Un ampio cornicione corona la trabeazione e funge da elemento di separazione tra le pareti e la volta[6]. La navata termina nella zona presbiteriale, caratterizzata dall’abside poligonale e dalla presenza della pala dell’Assunta, con i santi Vittore, Gottardo, Luigi e Carlo Borromeo, di autore ignoto del XVIII secolo[4].

Altre opere degne di nota conservate all’interno dell’antica pieve sono gli altari di marmo intarsiato, lo studio dei quali è stato di recente approfondito dalla storica dell’arte Renata Massa. La studiosa attribuisce le opere al lavoro della scuola bresciana di intarsiatori di pietre dure che appresero l’arte del "commesso alla fiorentina" dai maestri Corbarelli[7].

Note modifica

  1. ^ a b c d Riccardo Caproni e Roberto Pagani, Calcio e la Signoria della Calciana: sec. XIV-XVIII: con notizie sull'origine del borgo e sul suo sviluppo nel corso del XIX secolo, Calcio, Comune di Calcio, 1990, pp. 16-18.
  2. ^ Renato Garatti e Amedeo Mantovan, La chiesa arcipretale di Calcio: parole e immagini, Calcio, Parrocchia di Calcio, 2009, p. 28.
  3. ^ Carlo Tosco, L’architettura medievale in Italia: 600-1200, Bologna, Società editrice Il mulino, 2016, pp. 38-39.
  4. ^ a b c d e Riccardo Caproni e Roberto Pagani, Calcio e la Signoria della Calciana: sec. XIV-XVIII: con notizie sull'origine del borgo e sul suo sviluppo nel corso del XIX secolo, Calcio, Comune di Calcio, 1990, pp. 119-124.
  5. ^ Giorgio Cricco e Francesco P. Di Teodoro, Itinerario nell’arte. 2., Bologna, Zanichelli, 2007, pp. 540-542, ISBN 9788808108777.
  6. ^ La struttura interna della Pieve, con una navata unica coperta da una volta a botte e cappelle laterali ricavate entro lo spessore della muratura, riprende le prescrizioni dell'architetura della Controriforma. Giorgio Cricco e Francesco P. Di Teodoro, Itinerario nell’arte. 2., Bologna, Zanichelli, 2007, pp. 512-514, ISBN 9788808108777.
  7. ^ Renata Massa, Maestri rezzatesi per gli altari della Pieve vecchia di Calcio: nuovi contributi su Francesco Bombastone, in Civiltà Bresciana / rivista trimestrale della Fondazione Civiltà Bresciana, n.1 (n.s.), anno III (2020), pp. 121-128.

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