Pio di Savoia
Piò di Savoia | |
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Inquartato: nel 1º di rosso, alla croce d'argento, colla bordura d'azzurro bisantata d'oro; nel 2º e 3º fasciato di rosso e d'argento di quattro pezzi; nel 4º d'oro, al leone di verde; il tutto abbassato sotto il capo dell'Impero | |
Stato | ![]() |
Titoli |
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Fondatore | Manfredo |
Data di fondazione | XII secolo |
Data di deposizione | 1530 |
Etnia | Italiana |
Rami cadetti | Ramo Gibertino spagnolo (est. 1776) |
I Piò di Savoia (in origine Piò[1]) sono una casata feudale che ebbe dal secolo XI la signoria di Quarantola, nel modenese.[2] Ebbero la sovranità sulla città di Carpi e su alcuni territori vicini tra i secoli XIV e XVI, finché la città non venne annessa ai territori degli Estensi nel 1530. Essi ebbero il privilegio da parte del duca Lodovico di Savoia, con le lettere patenti del 27 gennaio 1450, di aggiungere il nome dei Savoia al loro cognome, come ricompensa per i servigi militari di Alberto I il Vecchio[3].
La famiglia è iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano con i titoli di Principe (mpr) e Conte (m), Don e Donna, Nobile di Carpi (m), Patrizio di Ferrara (m).[3]
Il primo personaggio ricordato della famiglia è un Manfredo (?-1096 ca.),[4] il cui figlio Bernardo fu padre del Pio podestà di Modena tra il 1177 e il 1178 che diede il cognome ai suoi discendenti.[5] Seguirono quindi il figlio Lanfranco (1205-1252) e il figlio di questi Federico (1230-1267). Manfredo I (1269-1348), figlio di Federico e di Agnese da Gorzano, fu vicario imperiale di Modena tra il 1329 e il 1336 insieme al cugino Guido Pio, ottenendo quindi il feudo di Carpi dagli Estensi.
Signori di CarpiModifica
- Manfredo I Pio (1336-1348)
- Galasso I Pio (1348-1367)
- Giberto I Pio (1367-1389), per un periodo insieme al fratello Marsiglio, morto senza eredi
- Marco I Pio (1389-1418)
- Alberto I, detto "il Vecchio" (1418-1463) con Gilberto II (1418-1464). Alberto Pio, Signore di Carpi, Verrucchio, Meldola e Sarsina ebbe dal duca Lodovico di Savoia, con lettere patenti del 27 gennaio 1450, il privilegio di aggiungere il nome dei Savoia al suo cognome, come ricompensa per i suoi servigi militari[3].
- Lionello I (1463-1480) prima insieme a Gilberto II e poi con Marco II (1477-1490)
- Alberto III Pio (1480-1531), prima insieme a Marco II e quindi con Lionello II (1490); dal 1519 fu inoltre conte di Sarsina.
Cardinali Pio di SavoiaModifica
(tra parentesi l'anno della nomina)
- Rodolfo Pio (1536), fu consigliere di papa Paolo III
- Carlo Emmanuele Pio di Savoia (1604)
- Carlo Pio di Savoia (1654)
Signori di SassuoloModifica
Nel 1496 Giberto II (nipote di Giberto I) e Alberto III Pio, cugini, essendosi scontrati più volte per il controllo di Carpi, chiesero l'arbitrato del duca Ercole I d'Este, di cui erano vassalli, per comporre il dissidio. Il duca, interessato ad indebolire l'unità della signoria di Carpi, deliberò con un lodo l'anno successivo che Giberto avrebbe dovuto cedere agli Este i suoi diritti sulla metà del feudo di Carpi e il feudo di Soliera ricevendo in cambio l'investitura a signore di Sassuolo per sé e i suoi discendenti. Giberto era sposato con Eleonora Bentivoglio e dal 1499 questo ramo dei Pio assunse la signoria di Sassuolo per la durata di un secolo; fino a quando cioè, Marco III Pio, pronipote di Giberto, morì in un attentato, probabilmente ordito dal nuovo duca di Modena Cesare d'Este, il 10 novembre 1599. In seguito alla morte di Marco Pio, che era sposato a Clelia Farnese ma senza eredi diretti, il duca Cesare poté così esautorare la casata (illegalmente, a dir il vero, privando cioè dei suoi diritti lo zio di Marco, Enea Pio) e restaurò dopo un secolo il dominio diretto della casa d'Este su Sassuolo. In tal modo il duca Cesare ottenne il duplice risultato di aumentare le entrate dello stato Estense, in crisi profonda dopo la perdita della capitale Ferrara, e bloccò i tentativi di Marco Pio di affrancare Sassuolo dal controllo degli Este e rendere autonoma la propria signoria, avendo questi chiesto qualche anno prima al papa Clemente VII la concessione ai Pio di Sassuolo il titolo di duca e poi, nel 1598 all'imperatore Rodolfo II il titolo di Principe del Sacro Romano Impero. Di seguito l'elenco dei signori di Sassuolo che seguivano la numerazione dinastica dei signori di Carpi:[6]
- Giberto II 1499-1500
- Reggenza di Eleonora Bentivoglio 1500-1505
- Alessandro Pio 1505-1517
- Nuova reggenza di Eleonora Bentivoglio 1517-1525
- Giberto III Pio 1525-1554
- Ercole Pio 1554-1571
- Reggenza di Enea Pio 1571-1594
- Marco III Pio 1594-1599
Principi di San Gregorio da Sassola, Duchi di Nocera dei PaganiModifica
Il cardinale Carlo Pio di Savoia (1654) ottenne nel 1655 il Principato di San Gregorio da Sassola, il cui possesso rimase alla famiglia sino al 1840 circa.
Il primo principe fu Luigi Pio di Savoia (1634 - 1665), fratellastro del cardinale Carlo Pio di Savoia, che acquistò materialmente il Principato ma non poteva ottenerne il titolo essendo un ecclesiastico. Alla morte di Luigi, il titolo passò al fratello Gilberto (1639 - 1676).
A Gilberto successe il figlio Francesco Pio di Savoia (1672-1723) già trasferito presso la corte spagnola a Madrid, che mantenne tuttavia tra i tanti titoli acquisiti in Spagna anche quello di "Principe di San Gregorio".
Attraverso Giovanna de Moura, moglie di Gilberto, i Pio di Savoia entrarono in possesso anche del titolo di duca di Nocera. Nel 1707, infatti, Giovanna de Moura rinunciò al ducato, non volendo prestare giuramento presso il sovrano austriaco di Napoli Carlo VI e fu spogliata di tutti i suoi feudi, compreso Nocera. Tale titolo entrò in possesso nel 1709 di suo cognato, Luigi Pio di Savoia. Luigi rimase duca di Nocera fino al 1745, tranne che per un breve periodo (1723 - 1725) quando una congiura contro gli austriaci lo privò del titolo.
Alla morte di Gilberto, il Principato in Italia passò al figlio Gilberto Pio di Savoia (1717 - 1776), che divenne anche duca di Nocera quando nel 1745 Luigi lasciò Nocera dei Pagani.
Morto quest'ultimo senza discendenza, gli succedette la sorella Isabella Maria della Concezione Pio di Savoia (1719 - 1799). Isabella sposò in seconde nozze Antonio José Valcárcel y Pérez Pastor. Morì nel 1799 lasciando il feudo di Nocera alla famiglia del marito.
Attraverso successioni dinastiche il titolo di principi di San Gregorio da Sassola, passò a Bernardina de Velasco, moglie del Duca di Uceda e nipote di Isabella Roca de Togores (nipote a sua volta di Isabella Maria). Da questi, il castello di San Gregorio e delle proprietà agrarie nel territorio furono vendute al Duca de Mayo, e quindi ai Principi Brancaccio.
Dal 1991, il castello è proprietà del Comune di San Gregorio da Sassola.[7]
Proprietà Pio di SavoiaModifica
- Palazzo dei Pio Carpi
- Palazzo del Grano Carpi
- Palazzo Pio Corte Gasparini e Oratorio, Sant'Antonio in Mercadello
- Borgo Porticato detto Belgiojoso Piazza Martiri Carpi
- Palazzo Ducale di Sassuolo
- Castello di Fiorano Modenese ora Santuario
- Castello di Nirano
- Castello di Spezzano
- Rocca delle Camminate
- Castello di Verucchio
- Castello di Sarsina
- Castello di Montebello RN
- Castello di Torriana
- Rocca di Meldola
- Castello di Brandola
- Castello di Formigine
- Castello di Soliera
- Castello di Magreta
- Castello di Maranello
- Castello di Marano sul Panaro
- Borgo e Mulino di Corlo
- Borgo di Casinalbo con Torre e Palazzo
- Borgo con Cartiera a Casinalbo
- Borgo di Montale e Castellazzo
- Torre di Cantone Santa Maria di Mugnano
- Borgo della Salviola
- Borgo del Colombaro
- Borgo e Casino di Manzina
- Palazzo Fortilizio della Stradella
- Palazzo con mura detto Cà del Vento Casinalbo
- Torre e Casino del Cantone
- Torre Casino Moschi Formigine
- Torre del Colombarone
- Torre del Corletto
- Torre dei Gazzuoli
- Torre e Borgo Pio Pozza di Maranello
- Palazzo Pio, Tresigallo
- Palazzo Casiglia
- Casino di Casaglia
- Torre Stoffa Gargallo di Carpi
- Castello di Novi di Modena
- Palazzo delle Lame Rovereto sul Secchia
- Castello di San martino sul Secchia
- Rocca di San Felice sul Panaro
- Castello di Mocogno
- Castello di Cadignano
- Castello e Borgo di Frassineti
- Castello di Polinago
- Castello di Gombola
- Castello di Cinghianello
- Castello del Cameazzo
- Castello di Montegibbio
- Borgo di Gozzano di Montegibbio
- Borgo di Casara di Montegibbio
- Castello di Montebaranzone
- Castello di Varana
- Castello di Campodolio
- Castello di Volpogno
- Castello di casale nuvola
- Castello e borgo di Ominano
- Castello di Sabina
- Palazzo di Talbignano
- Castello San Gregorio da Sassola
- Rocca di Ginestra in Sabina
- Rocca della Torricella in Sabina
- Rocca di Roccamalatina
- Castello di Castellino delle Formiche
- Pieve di Trebbio
- Castello di Trebbio
- Castello di Guiglia
- Castello di Monteorsello
- Castello di Ranocchio san Giacomo Maggiore
- Ex palazzo ducale, Nocera Inferiore
- Ex parco del palazzo ducale, Nocera Inferiore
- Palazzo dei Pio, Roma
Altri personaggiModifica
- Camilla Pio di Savoia, religiosa, sorella di Alberto III Pio e badessa del convento delle suore Clarisse di Carpi.
- Marco III Pio di Savoia, figlio di Ercole e di Virginia Maria Marino, fu il fratellastro di Marianna de Leyva, nota come la Monaca di Monza[8].
- Ascanio Pio (morto nel 1649) fu autore di drammi.
La famiglia è fiorente e risiede a Roma e San Francisco, California, U.S.A., Firenze e Francoforte sul Meno (Germania).[3]
NoteModifica
- ^ Dizionario biografico degli italiani.
- ^ Girolamo Tiraboschi, Storia dell'Augusta Badia di S. Silvestro di Nonantola, Modena, 1784.
- ^ a b c d AA.VV, Libro d'oro della nobiltà italiana, Roma, Edizione XXIV, vol.XXX, 2010-2014, p. 365-366
- ^ Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili o notabili italiane estinte e fiorenti, Bologna, 1886, Vol.2.
- ^ Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Pio di Carpi, Torino, 1835.
- ^ Schenetti, p. 29
- ^ Mario Giagnori, San Gregorio da Sassola, Una città ideale del Seicento, 2008
- ^ Marianna de Leyva, nata nel 1575 dal secondo matrimonio della madre Virginia Maria Marino (1541 - 1576), rimasta vedova di Ercole nel 1573, con Martino de Leyva, conte di Monza
BibliografiaModifica
- Pompeo Litta, Famiglie celebri italiane. Pio di Carpi, Milano, 1824.
- G. Campori, Memorie storiche di Marco Pio di Savoia, Modena, 1876.
- G. Orlando, Storia di Nocera de' Pagani, Napoli, 1888
- Società, politica e cultura a Carpi ai tempi di Alberto III Pio, Padova, Editrice Antenore, 1981 (atti della conferenza, Carpi 1978).
- Alberto Sabatini, Alberto III Pio. Politica, diplomazia e guerra del conte di Carpi. Corrispondenza con la corte di Mantova, 1506-1511, Danae Communication, 1996 (con riassunto in rete).
- Matteo Schenetti, Storia di Sassuolo. Centro della valle del Secchia, Aedes Muratoriana, Modena, 1966.
- Mario Giagnori, Una città ideale del Seicento - San Gregorio da Sassola, Il Borgo Pio e il Giardino dell'Acqua
- Marco Folin (a cura di), Corti italiane del Rinascimento. Arti, cultura e politica, 1395-1530, Milano, 2010, ISBN 978-88-89854-55-6.
- Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili o notabili italiane estinte e fiorenti, Bologna, 1886, Vol.2, ISBN non esistente.
- Anna Maria Ori, PIO, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 83, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2015.
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pio
Collegamenti esterniModifica
- Lombardia Beni Culturali Pio di Savoia, famiglia(sec. XII - sec. XX?), su lombardiabeniculturali.it.
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