Ponte delle Gabelle

ponte di Milano

Il ponte delle Gabelle era la prima opera muraria che incontrava il Naviglio della Martesana all'entrata di Milano, dopo la costruzione delle mura spagnole (1546-1560) e prima dell'interramento della parte finale del percorso cittadino del Naviglio, che è avvenuta tra il 1929 e il 1930 contestualmente all'interramento della Cerchia dei Navigli.

Ponte delle Gabelle
Il ponte delle Gabelle che scavalca il Naviglio della Martesana in corrispondenza della Conca dell'Incoronata in una foto del 1920
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàMilano
AttraversaNaviglio della Martesana
Coordinate45°28′47.93″N 9°11′24.24″E / 45.47998°N 9.190066°E45.47998; 9.190066
Dati tecnici
TipoPonte ad arco
Realizzazione
CostruzioneXVI secolo-...
Mappa di localizzazione
Map

Il contesto idraulico modifica

Nel passato il Naviglio della Martesana proseguiva il suo percorso cittadino, ora interrato, verso sud-ovest superando Porta Nuova (oggi, giunto a Porta Nuova, cambia bruscamente direzione verso sud-est mutando nome in Cavo Redefossi), sottopassando prima le mura spagnole, poi il ponte delle Gabelle e infine incontrando la Conca dell'Incoronata, dopo la quale cambiava nome in Naviglio di San Marco. Poco dopo dava origine al laghetto di San Marco, che si immetteva nella Cerchia dei Navigli attraverso la conca di San Marco[1].

La riscossione del dazio modifica

 
Il ponte delle Gabelle in una foto del 2010

Posto sulla strada di circonvallazione che costeggiava i Bastioni di Milano, era il punto dove veniva esatto il dazio, su barche e merci trasportate (gabelle), per proseguire lungo il naviglio. Subito dopo, il Naviglio della Martesana sottopassava le mura (tombon de San Marc)[2], tristemente noto come ponte dei suicidi, e uscendone incontrava la leonardesca Conca dell'Incoronata (ora in secca per il mancato arrivo dell'acqua del Naviglio).

Proseguendo per via San Marco, giunto all'altezza dell'odierna via Montebello, il naviglio (non più della Martesana, ma di San Marco) era attraversato dal ponte dei Medici, dal nome del palazzo contiguo, dove si trova ancor oggi il Corriere della Sera, e si apriva nel laghetto di San Marco, dove si scaricavano le merci che non dovevano percorrere la Cerchia dei Navigli con destinazione la Darsena di Porta Ticinese

Nel laghetto di San Marco arrivavano anche, provenienti da Corsico, i barconi con i rotoli di carta per il Corriere della Sera e da qui partivano le barche-corriera (el barchett de Vaver) che raggiungevano Vaprio d'Adda. Uscendo dal laghetto e dopo altre due conche, quella di San Marco e quella del Marcellino, il naviglio si immetteva nella fossa all'inizio di via Fatebenefratelli. Il passaggio in corrispondenza del ponte del Marcellino era il più stretto dell'intera fossa navigabile.

Esisteva un secondo tombone (el tombon de Viarenna) dove dalla Darsena si passava sotto i bastioni (l'odierno viale Gabriele D'Annunzio) per raggiungere il Naviglio del Vallone attraverso la Conca di Viarenna.

Note modifica

  1. ^ Archivio Genio Civile, Milano
  2. ^ Il tombon de San Marc era il passaggio del Naviglio di San Marco sotto le mura spagnole di Milano. L'appellativo tombon de San Marc che viene erroneamente attribuito al laghetto di San Marco che si apriva più a valle potrebbe essere ingenerato da una vecchia osteria con quel nome che ancora oggi si apre dove un tempo iniziava il laghetto. Cfr. Francesco Cherubini, Vocabolario milanese italiano, 1814 e Giuseppe Banfi, Vocabolario milanese-italiano: ad uso della giovemtù, 1857.

Bibliografia modifica

  • Giuseppe Banfi, Vocabolario Milanese-Italiano: ad uso della gioventù, presso la Libreria di educazione di Andrea Ubicini, Milano, 1857 (da Google Libri)
  • Francesco Cherubini, Vocabolario milanese-italiano, Stamperia Reale, Milano, 1814
  • Toti Celona e Gianni Beltrame, I navigli milanesi, Provincia di Milano, Milano, 1982

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