Popoli costitutivi della Bosnia ed Erzegovina

I tre gruppi etnici riconosciuti come popoli costitutivi della Bosnia ed Erzegovina sono i bosgnacchi, i serbi (serbo-bosniaci) e i croati (croato-bosniaci). Insieme, questi tre popoli costituiscono oltre il 95% della popolazione del paese. La Costituzione della Bosnia ed Erzegovina, che è un allegato dell'accordo di pace di Dayton, definisce come portatori della sovranità i popoli costitutivi (bosgnacchi, croati e serbi) insieme agli "Altri" e ai "cittadini della Bosnia ed Erzegovina".

Municipalità di Bosnia ed Erzegovina a maggioranza bosgnacca (marrone), croato-bosniaca (arancione) o serbo-bosniaca (blu), 2013

Riconoscimento costituzionale modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Accordo di Dayton.

Il termine "costitutivo", denota che tali gruppi non possono essere considerati come immigrati né come minoranze (quali sono invece i rom, gli ebrei bosniaci, ed altri).

I tre popoli della Bosnia ed Erzegovina parlano la lingua bosniaca, la lingua croata o la lingua serba - tutte varianti diversamente standardizzata dell'unica lingua serbocroata, nel suo dialetto stocavo-ijekavo, e pertanto mutualmente intellegibili, pur con varie differenze dialettali.

Riconoscimento etnografico modifica

I tre gruppi sono prevalentemente distinti dalla fede religiosa o cultura tradizionale residua: l'islam per i bosgnacchi, il cattolicesimo per i croato-bosniaci, e il cristianesimo ortodosso per i serbo-bosniaci.

Uno studio scientifico del 2005 sugli aplogruppi del cromosoma Y sostiene che "i tre gruppi principali della Bosnia ed Erzegovina, nonostante alcune differenze quantitative, condividono una larga frazione dello stesso antico pool genetico, tipico dell'area balcanica".[1]

Minoranze nazionali e "Altri" modifica

Oltre a coloro che non si riconoscono nei tre popoli costitutivi, la Costituzione riconosce come appartenenti al gruppo degli "Altri" anche i membri delle minoranze nazionali. Una legge del 2003 ne riconosce ufficialmente 17: Albanesi, Cechi, Ebrei, Italiani, Macedoni, Montenegrini, Polacchi, Rom, Romeni, Russi, Russini/Ruteni, Slovacchi, Sloveni, Tedeschi, Turchi, Ucraini e Ungheresi[2].

Documenti storici menzionano i valacchi, i discendenti delle popolazioni di lingua tracica che furono romanizzate tra il primo e il sesto secolo nei Balcani che hanno parlato una lingua simile alla lingua rumena, ma oggi sono slavificati e parlano una lingua slava[3].

A partire dal 2008 in svariate occasioni la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha sancito che il trattamento privilegiato offerto ai soli membri delle tre suddette comunità è manifestamente discriminatorio verso tutti gli altri cittadini della Bosnia ed Erzegovina e ha invitato quest'ultima a porvi rimedio modificando il proprio sistema costituzionale ed elettorale (caso Sejdić e Finci v. Bosnia ed Erzegovina).

Note modifica

  1. ^ D Marjanovic, Fornarino, S, Montagna, S, Primorac, D, Hadziselimovic, R, Vidovic, S, Pojskic, N, Battaglia, V, Achilli, A, Drobnic, K, Andjelinovic, S, Torroni, A, Santachiara-Benerecetti, AS e Semino, O, The peopling of modern Bosnia-Herzegovina: Y-chromosome haplogroups in the three main ethnic groups, in Annals of Human Genetics, vol. 69, n. 6, 2005, pp. 757–763, DOI:10.1111/j.1529-8817.2005.00190.x, PMID 16266413.
  2. ^ (EN) LAW ON RIGHTS OF NATIONAL MINORITIES (PDF), su ohr.int, 6 maggio 2003. URL consultato il 2 settembre 2020.
  3. ^ John V. A. Fine, The Late Medieval Balkans: A Critical Survey from the Late Twelfth Century. University of Michigan Press, 1994 p.19

Voci correlate modifica

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