Porfirio Díaz
Porfirio Díaz | |
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Porfirio Díaz in abiti civili | |
29º Presidente del Messico | |
Durata mandato | 28 novembre 1876 – 6 dicembre 1876 |
Predecessore | José María Iglesias |
Successore | Juan N. Méndez |
Durata mandato | 17 febbraio 1877 – 1º dicembre 1880 |
Predecessore | Juan N. Méndez |
Successore | Manuel González |
Durata mandato | 1º dicembre 1884 – 25 maggio 1911 |
Vice presidente | Ramón Corral (dal 1904) |
Predecessore | Manuel González |
Successore | Francisco León de la Barra |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Liberale |
Università | Istituto di Scienze e Arti di Oaxaca |
Professione | Militare |
Firma | ![]() |
Porfirio Díaz | |
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Il giovane colonnello Porfirio Díaz nel 1861 | |
Nascita | Oaxaca de Juárez, 15 settembre 1830 |
Morte | Parigi, 2 luglio 1915 |
Luogo di sepoltura | Cimitero di Montparnasse, Parigi |
Religione | Cristana cattolica |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() |
Forza armata | Esercito messicano |
Arma | Fanteria |
Anni di servizio | 1848 - 1876 |
Grado | Generale |
Comandanti | Benito Juárez |
Guerre | Guerra della Riforma Intervento francese in Messico Rivoluzione di La Noria Rivoluzione di Tuxtepec |
Battaglie | Battaglia di Puebla (1862) Battaglia di Puebla (1867) Battaglia di Tecoac |
Nemici storici | Massimiliano I del Messico Francisco Madero |
Comandante di | Forze armate del Messico |
Altre cariche | Presidente del Messico Governatore di Oaxaca Segretario dello Sviluppo, Colonizzazione e Industria Governatore del Distretto Federale |
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José de la Cruz Porfirio Díaz Mori (Oaxaca de Juárez, 15 settembre 1830 – Parigi, 2 luglio 1915) è stato un politico e generale messicano.
Fu Presidente del Messico per tre mandati, dal 21 novembre 1876 al 6 dicembre 1876, dal 17 febbraio 1877 al 1º dicembre 1880 e dal 1º dicembre 1884 al 25 maggio 1911. Questo lungo periodo della storia messicana è noto come "Porfiriato".
È considerato a tutti gli effetti un dittatore dalla storiografia contemporanea per quanto concerne l'intero periodo del suo terzo mandato, durante il quale mantenne la carica senza libere elezioni, dopo aver fatto correggere in maniera bonapartista la Costituzione. Benché di idee liberali e sostenitore, prima dell'ascesa al potere, di un regime repubblicano, una volta assurto al vertice, vi permase in forme dittatoriali.
BiografiaModifica
Dopo gli studi teologici e giuridici, divenne bibliotecario del Collegio dello stato e professore di diritto. Nel 1854 iniziò la partecipazione alla vita politica, dando il suo voto in un plebiscito contro la continuazione della dittatura di Antonio López de Santa Anna.[1] Allievo di Benito Juárez, combatté contro Antonio López, presidente conservatore, durante la "guerra di Riforma", il conflitto civile che oppose centralisti e conservatori (federalisti). Dopo essere entrato nell'esercito, nel 1861 venne eletto deputato del Congresso federale, tornando poi nuovamente alla vita militare, in difesa del governo presidente Benito Juárez, venendo promosso nello stesso anno generale di brigata. Di idee liberali, a partire dal 1862 fu fiero oppositore dell'invasione francese del paese. Riscosse vari successi contro le truppe francesi e, fatto prigioniero a Puebla, riuscì a fuggire a Città del Messico, mettendosi al servizio di Juárez.
Nominato comandante dell'esercito del Centro, fu assediato dal generale francese Bazaine e non ricevendo soccorsi, fu fatto un'altra volta prigioniero e tradotto a Puebla. Riconquistate Oaxaca e Città del Messico, consentì il ritorno di Juárez, con la definitiva sconfitta dell'imperatore filo francese Massimiliano (vd. Secondo Impero messicano).
Eletto deputato nel 1870, ritornò alla politica attiva e costruì attorno a sé un movimento politico per giungere alla presidenza della Repubblica. Candidato ma non eletto alla presidenza nel 1867 e nel 1871, conquistò il potere nel 1876 spodestando Lerdo di Tejada e assumendo il governo provvisorio (risultando eletto solo l'anno dopo), dopo che il presidente in carica aveva tentato la rielezione (proibita dalla Costituzione messicana). Mantenne la carica di presidente la prima volta fino al 30 novembre 1880. Dopo la presa del potere, allo scadere del suo primo mandato non si ricandidò, venendo eletto Manuel González, legato a lui.
Tuttavia, nel 1884, vista la corruzione crescente e l'incompetenza del governo, si ripresentò e dopo aver vinto modificò la Costituzione del 1857 in modo da consentirgli di venire rieletto. Restò al potere ininterrottamente fino al 1910. Il lungo periodo del suo governo dittatoriale garantì lo sviluppo dell'industria, dei commerci e dei trasporti (strade, ferrovie, telegrafi), rendendo tuttavia dipendente il paese dalle imprese estere aprendolo opportunamente alla colonizzazione dei capitali stranieri (concessione dei diritti di sfruttamento del suolo), benché ciò assicurasse la modernizzazione. Durante gli anni di ininterrotto potere, strinse un patto con le élite agrarie e il padronato latifondista (che si era assicurato il controllo degli ejidos, le terre pubbliche comunali, sfruttando i peones), composto dagli hacendados, riducendo gli spazi di libertà civile (non fu fatto alcuno sforzo per l'istruzione delle classi povere) e politica, e operando repressioni ai danni del movimento operaio, attraverso la proibizione degli scioperi.
La giornalista investigativa statunitense Nellie Bly nel 1886 scrisse molti articoli, poi raccolti in un libro, tesi a denunciare le condizioni sociali del paese e la dittatura di fatto instaurata da Diaz. La giornalista fu costretta presto ad abbandonare il Messico.[2]
Perseguì il rigore di bilancio e il risanamento finanziario. Ebbe anche l'appoggio di numerosi intellettuali fra i quali Francisco G. Cosmes, Telésforo García, Francisco Bulnes, Salvador Díaz Mirón, Federico Gamboa, Victoriano Salado Álvarez.[3] Porfirio Diaz fu pure massone. Tra il 1890 e il 1901 riuscì a unire diverse obbedienze massoniche, in alcuni casi con la forza. Fu Gran maestro della Gran Loggia "La Gran Dieta Simbólica" fino al 1901, data della sua dissoluzione[4].
Nel 1904 Diaz, acuendo la stretta autoritaria, scelse come vicepresidente Ramon Corral, responsabile dell'eccidio degli indiani Yaqui. Nel 1908 annunciò in un'intervista al Pearson's Magazin il suo ritiro dalla scena politica e aprì alla possibilità di nuove elezioni democratiche. In seguito però le divisioni in seno alla componente liberale lo spinsero a correre ancora una volta per la rielezione sfidando Francisco Madero, di idee riformatrici. Madero perse le elezioni, come era prevedibile, ma il seme della rivoluzione era ormai germogliato. Le condizioni di vita dei proletari e dei contadini, unite alle chiusure nei confronti dei settori intellettuali crearono una forte opposizione al suo governo che sfociò in un'insurrezione armata nel 1910 guidata da Francisco Madero, dal celebre guerrigliero Pancho Villa, un bandito del nord del paese, e Emiliano Zapata, un piccolo agricoltore e allevatore del sud.
Madero, dopo aver tentato di opporsi all'ennesima ricandidatura di Díaz, venne arrestato e dovette rifugiarsi in Texas, da cui inciterà alla ribellione i contadini, che dettero vita a violente sommosse a Chihuahua e Morelos, divenuti rapidamente centri della rivoluzione. Leader borghesi della sollevazione furono Álvaro Obregón e Venustiano Carranza.
A seguito della caduta di Ciudad Juárez il 10 maggio 1911, Díaz si dimise il 25, recandosi in esilio a Parigi, dove morì nel luglio del 1915. Durante l'esilio effettuò viaggi con la sua famiglia in Spagna, Svizzera, Egitto, Italia (dove fu ricevuto in udienza da Papa Benedetto XV) e Germania, ricevendo omaggi e onori.
PorfiriatoModifica
Il concetto eponimo di porfiriato definisce un modello dittatoriale autoritario, fondato sull'apertura economica, la limitazione degli spazi individuali di libertà, la compressione del ruolo degli intellettuali, il patto con le gerarchie ecclesiastiche (a dispetto delle forti componenti anticleriali tra i liberali) e la repressione dei movimenti sindacali e operai.
OnorificenzeModifica
Cavaliere di Gran Croce dell'ordine reale di Santo Stefano d'Ungheria | |
Cavaliere di Gran Cordone dell'ordine di Leopoldo | |
Cavaliere di I classe dell'ordine imperiale del Doppio dragone | |
Cavaliere di Gran Croce dell'ordine della Legion d'onore | |
Cavaliere di Gran Croce dell'ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro | |
Cavaliere di Gran Cordone dell'ordine del Crisantemo | |
Cavaliere di Gran Croce dell'ordine del Leone dei Paesi Bassi | |
Cavaliere di I classe con Gran Cordone dell'ordine del Leone e del sole | |
Cavaliere di Gran Croce dell'ordine dell'Aquila rossa | |
Cavaliere di Gran Croce dell'ordine della Torre e della spada | |
Cavaliere dell'ordine imperiale di Sant'Alexander Nevsky | |
Cavaliere di Gran Croce dell'ordine di Isabella la Cattolica (Regno di Spagna) | |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito militare (Regno di Spagna) | |
Cavaliere di Gran Croce dell'ordine della Spada | |
Cavaliere di Gran Croce dell'ordine del Bagno | |
Cavaliere di Gran croce dell'ordine del Liberatore | |
Cavaliere di Gran Croce dell'ordine reale di Kalākaua (Regno delle Hawaii) | |
— 1884 |
Collare dell'ordine di Carlo III (Regno di Spagna) | |
— 1910 |
NoteModifica
- ^ Diaz in Enciclopedia Treccani
- ^ (EN) Nellie Bly, Six Months In Mexico/Chapter 26, su en.wikisource.org, American Publishers Corporation (Wikisource), 1889. URL consultato il 14 marzo 2018.
- ^ (ES) Los intelectuales en el Porfiriato, su html.rincondelvago.com. URL consultato il 28 novembre 2007.
- ^ José Luis Trueta Lara, Masones en México, edit. Grijalbo, Mexico, 2007.
BibliografiaModifica
- Tommaso Detti, Giovanni Gozzini, Storia Contemporanea - Il Novecento, Milano, Bruno Mondadori, 2002.
- Marcello Flores, Il secolo mondo. Storia del Novecento, Vol. I, Milano, 2004
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Porfirio Díaz
Collegamenti esterniModifica
- Porfirio Díaz, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Porfirio Díaz, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Porfirio Díaz, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Porfirio Díaz, su Find a Grave.
- Opere di Porfirio Díaz, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
- (EN) Opere di Porfirio Díaz / Porfirio Díaz (altra versione), su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Opere di Porfirio Díaz, su Progetto Gutenberg.
- (EN) Porfirio Díaz, su Internet Movie Database, IMDb.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 54309362 · ISNI (EN) 0000 0000 8383 5564 · LCCN (EN) n50002554 · GND (DE) 118678167 · BNF (FR) cb135410115 (data) · BNE (ES) XX905967 (data) · NLA (EN) 49288358 · CERL cnp00584641 · WorldCat Identities (EN) lccn-n50002554 |
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