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La prima guerra mondiale (per i contemporanei Grande Guerra) fu il conflitto, scoppiato il 28 luglio 1914 e conclusosi l'11 novembre 1918, che vide scontrarsi due schieramenti di nazioni: da una parte gli Imperi Centrali (tra cui Impero tedesco e Impero austro-ungarico); dall'altra la Triplice intesa (tra cui Regno Unito, Francia e Russia, cui si aggiunsero anche Italia nel 1915 e Stati Uniti nel 1917). La Grande Guerra è considerata da molti storici il vero spartiacque tra Ottocento e Novecento, poiché fu il primo conflitto ad interessare contemporaneamente tre continenti e la quasi totalità dei Paesi dell'epoca, il primo in cui si fece uso su larga scala di armamenti moderni, quello durante il quale vennero combattute alcune delle più grandi battaglie della storia, nonché l'evento che fu causa della caduta di enormi imperi secolari. Nel 1918 si poterono contare, tra militari e civili, più di 15.291.000 vittime: mai un numero così alto di morti era stato causato da un'unica guerra. Il conflitto si concluse con la vittoria dell'Intesa; la pace venne sancita nel 1919 con il Trattato di Versailles. Gli enormi stravolgimenti sociali, economici e politici causati dalla prima guerra mondiale ebbero conseguenze talmente profonde da influenzare tutto il corso del XX secolo.
Manfred Albrecht Freiherr von Richthofen, detto il Barone Rosso (in tedesco: der Rote Baron; Breslavia, 2 maggio 1892Vaux-sur-Somme, 21 aprile 1918), è stato un celeberrimo aviatore tedesco della Grande Guerra, e viene ricordato come un asso dell'aviazione: più precisamente, come l'asso degli assi. Nel 1911 si arruolò nel reggimento di cavalleria degli ulani, per poi passare nel 1914 all'aviazione. Pilotava un triplano Fokker Dr.I rosso fuoco, e si dice che con esso abbia ottenuto ottanta vittorie aeree durante il conflitto 1915-1918 prima di essere abbattuto il 21 aprile 1918 dal capitano Roy Brown (anche se questi non rivendicò mai ufficialmente la vittoria, sostenendo che fosse stato abbattuto dal sergente Popkin o dall'artigliere Robert Buie della contraerea australiana), durante l'ennesimo combattimento aereo, sulle linee inglesi attestate nel dipartimento francese della Somme.
La guerra di trincea è una forma di guerra in cui due schieramenti militari contrapposti si fronteggiano appostati in fortificazioni statiche scavate in una rete di fossati, trincee, gallerie sotterranee ecc. I primi episodi di guerra di trincea si verificarono durante la Guerra di secessione americana (1861-1865) e durante la Guerra russo-giapponese (1904-1905), ma fu durante il primo conflitto mondiale che essa si diffuse su larga scala costituendone sicuramente il capitolo più terribile e sanguinoso. La reale novità, emersa in modo drammatico nel corso dei primi cinque mesi del periodo bellico, fu il fatto che interi fronti di guerra (come quello occidentale, che attraversava tutta l'Europa dalla Svizzera al Belgio), erano costituiti da un'unica grande linea di trincee, con il risultato di rendere impossibile una qualsiasi avanzata. Gli episodi più sanguinosi durante la Grande Guerra avvennero sul fronte occidentale (1914-1918) e su quello italiano (1915-1917).
L'iprite (detto anche gas mostarda per via del suo colore giallo intenso) fu uno dei gas impiegati per la guerra chimica. Venne impiegata per la prima volta in Belgio, ad Ypres (da cui il nome), il 12 luglio 1917, per iniziativa dell'esercito tedesco; già l'anno precedente i francesi ne avevano preso in considerazione l'utilizzo, scartandolo per difficoltà tecniche: la produzione su scala industriale iniziò in Francia solo nel giugno 1918, e in Gran Bretagna nel settembre dello stesso anno. Le sue caratteristiche principali (azione per contatto, lunga persistenza ambientale) e le lesioni che procura (ad insorgenza lenta ed inabilitanti per lungo periodo) la resero subito un'arma innovativa in una guerra che cercava nella tecnologia un aiuto per sfuggire al più presto dall'immobilità delle trincee. La diffusione di questo gas avveniva essenzialmente tramite proiettili d'artiglieria, di rado tramite bombe d'aereo. A causa della sua scarsa attività e della lentezza dell'idrolisi alla quale è soggetta (e che lo inattiva), l'iprite può persistere nel terreno parecchi giorni o settimane; per questo motivo essa trovò impiego specialmente in ambito offensivo, per annullare l'azione dell'artiglieria avversaria e bloccare l'arrivo di rinforzi sulle prime linee.
La guerra


Schieramenti


Personalità


Fronti
Il trattato di Versailles, che pose i termini di pace alla fine della Grande Guerra, prende il nome dal luogo dove venne firmato: la galleria degli specchi del Palazzo di Versailles. Il 18 gennaio 1919 una conferenza di pace si aprì a Versailles, in Francia, per lavorare al documento; la conclusione dei lavori e la firma definitiva si ebbero il 28 giugno 1919. Il trattato fu una premessa alla creazione della Società delle Nazioni, uno degli obiettivi principali del Presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson. Lo scopo dell'organizzazione era di arbitrare i conflitti tra le nazioni prima che si arrivasse allo scontro armato. Tra le disposizioni previste c'era la perdita delle colonie e di una porzione di territorio nazionale da parte della Germania. La lista delle ex-province tedesche che cambiarono appartenenza comprende:
La Battaglia di Tannenberg fu il primo grande scontro della Grande Guerra sul Fronte orientale; svoltasi fra il 17 agosto ed il 2 settembre 1914, si concluse con una completa vittoria delle forze tedesche che, guidate dal generale Paul von Hindenburg e dal suo abile capo di Stato maggiore generale Erich Ludendorff, accerchiarono, dopo alcuni momenti di difficoltà, le truppe russe che erano avanzate in Prussia orientale. La vittoria, pur non decisiva, permise all'esercito tedesco di fermare l'invasione russa e soprattutto diede grande fama in Germania al generale von Hindenburg che negli anni successivi avrebbe raggiunto, insieme al suo collaboratore Erich Ludendorff, una grande influenza sulla condotta militare e politica del Reich durante la guerra mondiale. La
Il Sopwith Camel era un aereo da caccia biplano monoposto prodotto in circa 6.000 esemplari dalla Sopwith Aviation Company durante la prima guerra mondiale. La produzione fu iniziata nel 1916. Era armato con due mitragliatrici Vickers montate davanti all'abitacolo, e fu il primo caccia britannico con armi fisse sincronizzate per sparare attraverso le pale dell'elica. Il supporto di queste armi e il carter a protezione delle culatte formavano una gobba dietro al motore che ha dato il nome all'aereo. Poteva anche essere armato con otto razzi al fosforo, a comando di accensione elettrico, per l'abbattimento dei dirigibili Zeppelin. Non era un mezzo facile da pilotare: molti piloti inesperti, infatti, precipitarono andando in vite (virando a destra) o in stallo (virando a sinistra), a causa di un forte effetto giroscopico dovuto alla notevole coppia del motore e ad un comportamento variabile nelle diverse condizioni di volo. Nonostante ciò, il Sopwith Camel viene ricordato come uno dei più maneggevoli apparecchi della Grande Guerra.
La battaglia di Vittorio Veneto fu l'ultimo scontro armato tra Italia e Impero austro-ungarico nel corso della prima guerra mondiale; si combatté tra il 24 ottobre e il 4 novembre 1918 nella zona tra il fiume Piave, il Massiccio del Grappa, il Trentino e il Friuli e seguì di pochi mesi la fallita offensiva austriaca del giugno 1918 che non era riuscita ad infrangere la resistenza italiana sul Piave e sul Grappa e si era conclusa con un grave indebolimento della forze e della capacità di resistenza dell'imperiale e regio esercito.

Fortemente sollecitato dagli alleati che erano già passati all'offensiva generale sul fronte occidentale, l'attacco decisivo italiano ebbe inizio solo il 24 ottobre 1918 mentre l'Impero austro-ungarico dava già segno di disfacimento a causa delle crescenti tensioni politico-sociali tra le numerose nazionalità presenti nello stato asburgico, e mentre erano in corso tentativi di negoziati per una sospensione delle ostilità.

La battaglia di Vittorio Veneto fu caratterizzata da una fase iniziale duramente combattuta durante la quale l'esercito austro-ungarico fu ancora in grado di opporre valida resistenza sia sul Piave che nel settore del Monte Grappa, a cui seguì un improvviso e irreversibile crollo della difesa, con la progressiva disgregazione dei reparti e defezioni tra le minoranze nazionali, che favorirono la rapida avanzata finale dell'esercito italiano fino a Trento e Trieste.

Il 4 novembre 1918 venne concluso l'armistizio di Villa Giusti che sanzionò la fine dell'Impero austro-ungarico e la vittoria dell'Italia nella Grande Guerra.
In seguito allo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914, l’Esercito imperiale tedesco aprì il Fronte occidentale dapprima invadendo il Lussemburgo e il Belgio, quindi guadagnando il controllo di importanti zone minerarie ed industriali della Francia. L’onda dell’invasione cambiò drammaticamente direzione con la prima battaglia della Marna. Tedeschi e Alleati si attestarono allora lungo una serpeggiante linea fortificata, che si stendeva dal mare del Nord alla frontiera svizzera, linea che rimase essenzialmente invariata per la maggior parte della guerra. Fra il 1915 e il 1917, su questo fronte ebbe luogo una serie di importanti offensive. Nel corso degli attacchi si fece largo uso di bombardamenti d’artiglieria e di cariche in massa della fanteria. Tuttavia, la combinazione di trinceramenti, nidi di mitragliatrici, filo spinato ed altre difese, causò ripetutamente gravi perdite in entrambi gli schieramenti. Come risultato, tali attacchi non portarono quasi mai ad avanzate significative. Nel tentativo di rompere lo stallo, questo fronte vide l’introduzione di nuove tecnologie militari, tra cui le armi chimiche e i carri armati.
L'espressione genocidio armeno si riferisce alla persecuzione della minoranza armena che viveva all'interno dei confini della Turchia, compiuta dai nazionalisti turchi tra il 1915 e il 1916. Questo sterminio viene spesso considerato il primo tentativo di pulizia etnica del XX secolo. Nel periodo precedente la prima guerra mondiale, il potere politico effettivo era passato dal sultano al governo dei "Giovani Turchi": costoro temevano che gli armeni potessero allearsi con la Russia, contro cui l'Impero ottomano stava combattendo. Il 1909 registrò un primo eccidio di almeno 30.000 persone nella regione anatolica della Cilicia, ma fu a partire dal 1915 che la persecuzione divenne sistematica: nella notte tra il 23 e il 24 aprile di quell'anno vennero eseguiti i primi arresti tra l'élite armena di Costantinopoli. L'operazione proseguì l'indomani e nei giorni seguenti. In un mese, più di mille intellettuali armeni, tra cui giornalisti, scrittori, poeti e perfino delegati al Parlamento turco furono deportati verso l'interno dell'Anatolia e massacrati per strada. Arresti e deportazioni furono compiute in massima parte dai Giovani Turchi. Nelle cosiddette "marce della morte", che coinvolsero 1.200.000 persone, in centinaia di migliaia morirono per fame, malattia e sfinimento. Altri centinaia di migliaia furono massacrati dalla milizia curda e dall'esercito. Gli storici stimano che il numero delle vittime oscilli fra i 500.000 e 2.000.000, ma il totale di 1.200.000/1.300.000 è quello più diffuso e comunemente accettato.
Mata Hari, nome d'arte di Margaretha Geertruida Zelle (Leeuwarden, 7 agosto 1876 - Vincennes, 15 ottobre 1917), fu una ballerina esotica olandese, accusata di spionaggio e condannata alla pena capitale durante la prima guerra mondiale. Nata in una famiglia ebrea, durante il corso della sua vita girò il mondo, trasferendosi dapprima in Indonesia (dove acquisì il suo celebre nome d'arte), poi tornando in Olanda e infine giungendo a Parigi. Allo scoppio della Grande Guerra, Mata Hari si trovò probabilmente coinvolta in una serie d'intrighi internazionali, sebbene gli storici non abbiano mai chiarito quale fosse l'esatta natura delle sue operazioni di spionaggio. Nel 1917, la Hari venne incriminata, in Francia, per attività spionistiche e fu accusata di aver causato la morte di migliaia di soldati durante il conflitto. Le accuse mosse alla ballerina olandese ebbero luogo in un momento di grande difficoltà per l'esercito francese, dissanguato sul fronte occidentale; una fase in cui al governo parigino faceva particolarmente comodo trovare un capro espiatorio su cui riversare tutta la responsabilità dei rovesci militari. Mata Hari fu giudicata colpevole e fucilata il 15 ottobre 1917.
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La Campagna del Caucaso comprende un insieme di eventi bellici verificatisi sul fronte del Caucaso durante la Grande Guerra, eventi che coinvolsero in primo luogo l'Impero ottomano e l'Impero russo, e poi, dopo la dissoluzione di quest'ultimo nel 1917, anche la Prima Repubblica di Armenia, la Dittatura centrocaspiana e l'Impero britannico. Lo svolgimento della campagna interessò un'area molto vasta, che si estendeva dalla catena del Caucaso all'Anatolia Orientale, un'area che comprendeva anche Trebisonda, Bitlis, Muş e Van. Accanto al conflitto principale, combattuto su terra, vi furono anche azioni della Marina Russa nella regione del Mar Nero dell'Impero Ottomano. Tra il 1915 e il 1916, i russi avanzarono in profondità nel territorio ottomano, ma ogni offensiva dovette cessare a causa della Rivoluzione russa, scoppiata il 3 febbraio 1917, e del conseguente abbandono del fronte da parte dei reparti dell'Armata russa del Caucaso.
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La battaglia di Caporetto, o dodicesima battaglia dell'Isonzo, (in tedesco schlacht von Karfreit, o zwölfte Isonzoschlacht) venne combattuta durante la prima guerra mondiale tra il Regio Esercito italiano e le forze austro-ungariche e tedesche.

Lo scontro, che iniziò alle ore 2:00 del 24 ottobre 1917, rappresenta tutt'ora la più grave disfatta dell'esercito italiano, tanto che, nella lingua italiana, ancora oggi il termine Caporetto viene utilizzato come sinonimo di sconfitta disastrosa. Le truppe italiane, impreparate ad una guerra difensiva e duramente provate dalle precedenti undici battaglie dell'Isonzo, non ressero l'urto delle forze nemiche e dovettero ritirarsi fino al fiume Piave subendo gravi perdite in termini di uomini e materiale.

La sconfitta portò alla sostituzione del generale Luigi Cadorna, che aveva imputato l'esito infausto della battaglia alla viltà dei suoi soldati, con Armando Diaz. I soldati italiani si riorganizzarono abbastanza velocemente e diedero prova del loro valore, creduto perso, fermando le truppe austro-ungariche e tedesche nella successiva prima battaglia del Piave permettendo così all'intero esercito di difendere ad oltranza il Piave.

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