Primo Panciroli

pittore italiano

Primo Panciroli (Roma, 2 giugno 1875Acireale, 13 settembre 1946) è stato un pittore italiano.

Biografia modifica

Rimasto orfano della madre nel 1882, a soli sette anni venne iscritto all'Istituto San Michele di Roma. Allievo prediletto di Alessandro Ceccarini si distinse in qualità di scultore e pittore diplomandosi con il massimo dei voti. Il suo Direttore Prof. Augustale Cav. Mancinelli, fratello del famoso musicista Luigi Mancinelli conservò, perché mirabile, una composizione di fiori ed uccelli eseguita a tempera. Fu chiesto da parte di Cesare Maccari, amico del Ceccarini, un nominativo per la sua bottega. Il Ceccarini non esitò e gli propose il nome di Primo Panciroli. Questi lavorò con il Maccari dal 1895 al 1907 a Nardò, Loreto, Siena e Firenze. Sostituì il noto pittore Giuseppe Sciuti, in quanto ammalatosi, ad Acireale, dove coadiuvò il maestro nella decorazione della navata centrale della Cattedrale e dove decorò i soffitti del Palazzo di Città e dei palazzi Musmeci e Nicolosi. Affrescò inoltre il transetto e l'abside della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Santa Venerina. Primo Panciroli lavorò contemporaneamente in Italia ed all'estero vincendo concorsi e commissioni internazionali. Vinse il concorso nel 1919 dell'Accademia di San Luca per affrescare la sala del Campidoglio-Roma. Affrescò, vincendo in un concorso internazionale, nel 1923 anche la Chiesa copta del Cairo. A Livorno esegue gli affreschi nella Villa Zalun e decora il palazzo del Commercio-Artigianato. A Levico terme affresca il Palazzo Paor e quello della Banca Cooperativa. A Roma affresca l'esterno del palazzo in via Savoia. A Roma con Giuseppe Spina partecipa a decorare il Sommo Portico dell'Altare della Patria. Esegue nel 1915 a San Pietroburgo due grandi tele nel palazzo del Principe Abamelèk. Ad Alessandria d'Egitto nel Palazzo Reale esegue 24 grandi tele con tecnica ad encausto. Lavora a Trento, Ravenna, Ragusa, Bagnara Calabra. In quest'ultima città affresca due Chiese: la Chiesa del SS. Rosario e la Chiesa Madre. Affresca la sala Consiliare di Acireale. Tra il 1943 e il 1944 l'ultimo lavoro: pitture a fresco e tempera nella Cappella dell'Immacolata della Chiesa Maria SS. Immacolata di Fiumefreddo, recentemente restaurate. Ammalatosi di tubercolosi muore nel 1946 tra le braccia della consorte Maria Spina. Nella Pinacoteca Zelantea di Acireale[1][2] è conservato uno splendido autoritratto.[3][4]

Opere modifica

Note modifica

  1. ^ Matteo Donato, Brevi note sulla pittura in Acireale, su accademiadeglizelanti.it. URL consultato il 23 settembre 2014.
  2. ^ Dipinti nella Pinacoteca, su accademiadeglizelanti.it. URL consultato il 23 settembre 2014.
  3. ^ Antonino Pasquale Calabrò, Primo Panciroli Volume I°, 25 marzo 2022. URL consultato il 27 giugno 2023.
  4. ^ Antonino Pasquale Calabrò, Primo Panciroli volume II, su amazon.it. URL consultato il 27 giugno 2023.

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