Profondità ottica

In fisica, la profondità ottica o spessore ottico, è espressa dal logaritmo naturale del rapporto tra il flusso radiante incidente e quello trasmesso attraverso un materiale.[1] Questo implica che più è grande la profondità ottica, tanto più piccola è la quantità di radiazione trasmessa attraverso il materiale.

Profondità ottica degli aerosol, in inglese: Aerosol Optical Depth (AOD), a 830 nm misurata con un fotometro solare dal 1990 al 2016 al Geronimo Creek Observatory, in Texas. Le misurazioni sono state effettuate a mezzogiorno in giornate prive di nubi. I picchi nel grafico indicano la presenza di fumo, polvere o smog. In estate viene rilevata la presenza di polvere del Sahara.

La profondità ottica è una quantità adimensionale e non è una lunghezza, nonostante sia una funzione monotona crescente con la lunghezza del cammino ottico e che si approssima a zero quando la lunghezza del percorso si approssima a zero. La dizione densità ottica non è è raccomandata dalla IUPAC.[1]

In chimica, al posto della profondità ottica si utilizza una quantità strettamente correlata chiamata assorbanza, che è data dal normale logaritmo del rapporto tra il flusso radiante incidente e quello trasmesso attraverso un materiale; è cioè la profondità ottica divisa per il ln 10.

Definizioni matematiche modifica

Profondità ottica modifica

La profondità ottica di un materiale, denotata  , è data da:[2]

 

dove

  •   è il flusso radiante ricevuto da quel materiale;
  •   è il flusso radiante trasmesso da quel materiale;
  •   è la trasmittanza di quel materiale.

L'assorbanza   è collegata alla profondità ottica da:

 

Profondità ottica spettrale modifica

Per un dato materiale, la profondità ottica spettrale in frequenza e la profondità ottica spettrale in lunghezza d'onda, denotate rispettivamente da   e  , sono date da:[1]

 
 

dove

  •   è il flusso radiante spettrale in frequenza trasmesso dal materiale;
  •   è il flusso radiante spettrale in frequenza ricevuto dal materiale;
  •   è la trasmittanza spettrale in frequenza del materiale;
  •   è il flusso radiante spettrale in lunghezza d'onda trasmesso dal materiale;
  •   è il flusso radiante spettrale in lunghezza d'onda ricevuto dal materiale;
  •   è la trasmittanza spettrale in lunghezza d'onda del materiale.

L'assorbanza spettrale è correlata alla profondità ottica spettrale da:

 
 

dove

  •   è l'assorbanza spettrale in frequenza;
  •   è l'assorbanza spettrale in lunghezza d'onda.

Relazione con l'attenuazione modifica

Attenuazione modifica

La profondità ottica misura l'attenuazione del flusso radiante trasmesso in un materiale. L'attenuazione può essere causata da assorbimento, riflessione, diffusione e altri processi. La profondità ottica del materiale è approssimativamente uguale all'attenuazione quando l'assorbanza è molto minore di 1 e contemporaneamente l'emittanza è molto minore della profondità ottica:

 
 

dove:

  • Φet è il flusso radiante trasmesso dal materiale;
  • Φeatt è il flusso radiante attenuato dal materiale;
  • Φei è il flusso radiante ricevuto dal materiale;
  • Φee è il flusso radiante emesso dal materiale;
  • T = Φetei è la trasmittanza del materiale;
  • ATT = Φeattei è l'attenuazione del materiale;
  • E = Φeeei è l'emittanza del materiale,

e secondo la legge di Lambert-Beer,

 

cosicché:

 

Coefficiente di assorbimento modifica

La profondità ottica di un materiale è correlata anche al suo coefficiente di assorbimento da:

 

dove

  • l è lo spessore di materiale attraverso cui passa la luce;
  • α(z) è il coefficiente di assorbimento o coefficiente di assorbimento napieriano del materiale in z;

se α(z) è uniforme lungo il cammino, si dice che l'assorbimento è lineare e la relazione diviene:

 

A volte la relazione viene espressa usando l'assorbimento di sezione d'urto del materiale, che è il coefficiente di assorbimento diviso per la densità di numero:

 

dove

  • σ è l'assorbimento di sezione d'urto del materiale;
  • n(z) è la densità di numero del materiale in z,

se   è uniforme lungo il cammino, cioè  , la relazione diventa:

 

Descrizione modifica

Proviamo a pensare alla nebbia: un oggetto immediatamente avanti a noi è ben visibile, quindi in questo caso la nebbia ha come valore di profondità ottica uguale a zero; ma a mano a mano che allontaniamo l'oggetto la profondità ottica aumenta, fino a raggiungere un enorme valore per cui l'oggetto non sarà più visibile.

La profondità ottica è perciò la quantità di luce che viene dispersa, o perché diffusa (sparsa) o perché assorbita, durante un dato percorso in un mezzo. Se   è l'intensità di radiazione alla fonte ed   l'intensità osservata dopo un percorso, il   ottico è definito dalla seguente equazione:

 

  varia entro 0 e  ; è maggiore o uguale a 1 per i materiali totalmente opachi, più essi diventano trasparenti più il suo valore tende verso lo zero.

 

Nelle scienze atmosferiche la profondità ottica corrisponde al percorso verticale dalla superficie della terra (o dall'altezza dell'osservatore) allo spazio esterno.

Poiché   si riferisce ad un percorso verticale, la profondità ottica per un percorso inclinato sarà:  , in cui m (chiamato: fattore di massa aerea), per un'atmosfera aerea-parallela è dato: m = 1/cosθ, dove θ è l'angolo allo zenit del percorso; perciò si avrà:

 

La profondità ottica dell'atmosfera può essere misurata con un fotometro solare, confrontando il valore misurato con quello atteso conoscendo la luminosità solare.

Un altro esempio è in astronomia: le stelle, incluso il Sole, non hanno una superficie vera e propria, ma solo strati di gas che si inspessiscono mano a mano che si va in profondità. La superficie è stata arbitrariamente definita come lo strato in corrispondenza del quale la profondità ottica diventa di 2/3.

Da notare che la profondità ottica di un mezzo risulterà differente a seconda della lunghezza d'onda (in altri termini, del colore della luce).

Per gli anelli planetari questa profondità è la parte di luce trattenuta dall'anello quando si trova tra la fonte e l'osservatore. Ciò è ottenuta di solito durante l'osservazione di occultazioni stellari.

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) M. McNaught, A. Wilkinson, IUPAC. Compendium of Chemical Terminology ("Gold Book"), 2ª ed., Oxford, Blackwell Scientific Publications, 1997, DOI:10.1351/goldbook, ISBN 0-9678550-9-8.
  2. ^ Christopher Robert Kitchin, Stars, Nebulae and the Interstellar Medium: Observational Physics and Astrophysics, CRC Press, 1987.

Bibliografia modifica

  • Petty Grant W., A First Course in Atmospheric Radiation (2nd Ed.), Sundog Pub, 2006, ISBN 9780972903318.

Collegamenti esterni modifica

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